RIGASSIFICATORE: ALCUNE NECESSARIE PUNTUALIZZAZIONI



RIGASSIFICATORE: ALCUNE NECESSARIE PUNTUALIZZAZIONI
Si leggono e si sentono affermazioni e rilievi che meritano qualche serena
puntualizzazione. Le associazioni ambientaliste - definizione assolutamente
riduttiva del forte e composito movimento che chiede nuovi assetti
dell'economia locale e perciò si oppone al pericoloso impianto di
rigassificazione nel porto  - non si sono mai opposte ai legittimi
referendum ed anzi li hanno sempre chiesti e qualche volta se li sono visti
ingiustamente negare. Queste associazioni hanno detto e riaffermano l'ovvio
e cioè che un referendum sul rigassificatore è assolutamente impossibile
perché escluso dalla legge la quale lo consente solo su questioni di
esclusiva competenza locale e quindi non in una materia soggetta ad una
autorizzazione ministeriale supportata da un'intesa con l'ente regione. Non
è dato poi cogliere la differenza tra il referendum previsto dalla legge
che è per dettato legislativo consultivo ed una ipotizzata consultazione
per acquisire un semplice parere dal momento che si tratta in sostanza
dell'identica cosa. Va aggiunto poi che i referendum, quando sono
normativamente possibili ed in questo caso non lo sono, hanno poco senso a
fronte di un vasto movimento di opinione che si è chiaramente espresso e
soprattutto in presenza  di nette ed inequivocabili scelte delle
istituzioni locali, della Regione e delle forze politiche.
Il fatto è che, a seguito dei mutamenti governativi indotti dalle recenti
elezioni politiche, la LNG  e la trasversale esigua minoranza favorevole
all'impianto sanno che la domanda di giustizia delle nostre comunità ha
oggi notevoli possibilità di essere accolta e perciò tentano di accreditare
una divisione a metà che non c'è nell'opinione pubblica ed ovviamente
neppure nelle istituzioni locali. Ed infatti se qualche distinguo vi è
stato in queste istituzioni esso ha riguardato solo la partecipazione, per
ragioni di opportunità, alla grande manifestazione del 29 aprile e non
certo il corale rifiuto dell'impianto nel porto.
L'annuncio di campagne persuasive, il rilancio di strumentali promesse, la
riproposizione del discorso su trattative che la LNG e l'ambasciatore
inglese hanno pubblicamente e ripetutamente rifiutato ribadendo
l'indiscutibilità del sito di Capobianco, sono un film già visto e puntano
solo a creare inutili divisioni ed a distogliere le istituzioni locali dal
continuare a chiedere con determinazione il ritiro del provvedimento
autorizzativo. Quanto ad un ordine del giorno sull'argomento che dovrebbe
essere presentato nel Consiglio comunale di Brindisi ci fermiamo a
rilevarne la singolarità perché proviene da chi ha pubblicamente confermato
la validità delle scelte già fatte da detto Consiglio e perché non risulta
che le forze politiche in quel consesso rappresentate abbiano espresso
orientamenti diversi rispetto agli impegni a suo tempo assunti.
Brindisi, 7 maggio 2006
Michele Di Schiena - Doretto Marinazzo - Giorgio Sciarra




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