Fw: Salviamo i semi contadini
- Subject: Fw: Salviamo i semi contadini
- From: "ali comunicazione" <ali at ali-comunicazione.com>
- Date: Wed, 12 Apr 2006 00:04:42 +0200
Cari amici,
Potrete ascoltare domani mattina alle ore 8.30
una trasmissione sulla radio on line di www.lifegate.it sull'iniziativa presa dalla
nostra associazione, tramite il proprio sito www.biodiversita.info, di iniziare a
raccogliere firme virtuali, e reali, per sostenere la creazione delle condizioni
per rendere legale lo scambio di
semi contadini, antichi e del
territorio. Perché lo scambio di semi sia attualmente illegale in Italia lo potete leggere da questo articolo che riporto qui sotto. In questa newsletter, inviata a tutti gli utenti del sito, ai soci e agli iscritti alla newsletter, vi chiedo di firmare questa petizione in massa dando così un segnale forte che tanta gente non è d'accordo con quelle normative che rendono difficile la salvaguardia del nostro patrimonio di varietà contadine. Siete migliaia a ricevere questa email, fatela girare anche ai vostri indirizzari e partecipiamo tutti a questo azione. Un minuto del tuo tempo può essere un formidabile aiuto a cambiare in meglio il nostro mondo. Io spero che sia tramite il sito, sia tramite tramite l'associazione vi abbiamo lasciato qualche messaggio utile e di speranza nei dieci anni di esistenza. Ora vi chiediamo in cambio di fare una piccola cosa, non per noi, ma per la libertà di seminare e per la liberazione dei semi contadini, per evitare questa distruzione che segnaliamo da anni. Vi prego quindi di venire a firmare la petizione al più presto. Ricordatevi che se i semi contadini potessero firmare avremmo già tante adesioni. Usate voi, al posto loro, la tastiera o la penna. Tanti saluti a tutti Alberto Olivucci (presidente di Civiltà Contadina) Petizione per la salvaguardia della biodiversità rurale Salviamo i Semi Contadini Primo anello della catena alimentare Perché non ci può essere diritto di scambio di semi e piante fra contadini? Perché i contadini devono scambiarsi tra di loro illegalmente le varietà del loro territorio o della loro tradizione, quelle che loro stessi si tramandano e sanno autoriprodursi, quelle che a volte fanno a meno dei pesticidi e resistono meglio alle avverse condizioni ambientali a causa della legislazione che lo proibisce? La regolamentazione del movimento dei semi che si applica in Italia, la stessa per tutte le nazioni europee, mette praticamente fuorilegge ogni seme non iscritto ai registri delle varietà ammesse alla vendita istituiti fin dal 1970. Ma con il passare degli anni dalla istituzione di questi registri, le leggi sono gradualmente diventate più restrittive al punto da non permettere nemmeno lo scambio gratuito di semi fra produttori. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 9 maggio 2001 rende in effetti impossibile ogni cessione o movimento di semi non registrati; mentre il trattato UPOV91 intacca il diritto di risemina dell'agricoltore, ovvero il privilegio che l'azienda agricola ha di riseminare traendo seme da una parte dei propri raccolti. D’altra parte, con l'introduzione in coltivazione delle varietà OGM si apre il rischio della impollinazione spontanea da parte di queste sulle varietà contadine che a quel punto, ibridandosi con le varietà ogm che sono brevettate, diventerebbero automaticamente di proprietà della ditta sementiera che detiene il brevetto e quindi i loro semi non potrebbero essere più riseminati. Intanto, le varietà di pubblico dominio, ovvero quelle che
sono frutto di selezioni fatte più di trentacinque anni fa e che non pagano
royalties a nessuno perché sono patrimonio collettivo in quanto antiche varietà,
vanno gradualmente a perdersi, cancellate dai registri europe e sono destinate
alla probabile estinzione e a essere completamente sostituite da ibridi F1, i
cui semi non si possono riseminare se non penalizzando fortemente la possibilità
di raccolto. Oggi, oltre il 90% delle sementi delle varietà commerciali di
cetrioli, cocomeri, pomodori, melanzane, zucchine, meloni e peperoni sono ibridi
e meno del 3% sono le varietà più vecchie di trentacinque anni. Un ritorno alla biodiversità rurale nei campi invece è auspicabile, non solo per un recupero di sapori e aromi di cui le modernità sono povere, ma anche di colori e forme che rendono piacevole mangiare e per favorire il movimento del cibo locale, ovvero della vendita diretta di prodotti di fattoria. L'assurdo è invece che anche un semplice seme di pomodoro, come anche di insalata o di qualsiasi altro ortaggio comune, tradizionale e contadino, solo perché non registrato, diventa un seme proibito. La iscrizione nei registri di una varietà è una pratica amministrativa lunga e costosa, inaccessibile agli agricoltori, una via impraticabile per le varietà contadine. È quindi urgente togliere queste regolamentazioni e lasciare piena libertà di scambio e diffusione gratuita delle varietà storiche italiane:
Partecipa alla petizione lasciando la tua firma
Questa petizione è organizzata da Civiltà
Contadina ed è sostenuta anche da: GRTA onlus (Cesena) |
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