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No Tav: rassegna stampa
- Subject: No Tav: rassegna stampa
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Sat, 10 Dec 2005 10:57:06 +0100
No Tav. Rassegna stampa: La Repubblica 9 dicembre «Sarà dura» è il motto dei valsusini in lotta contro la Tav, e a leggere i giornali di oggi sembra proprio vero. Dopo la bella giornata di ieri, è interessante oggi leggere i giornali. A partire da la Repubblica. Il quotidiano è schieratissimo: i valsusini ormai sono "infiltrati" dai black block, Chiamparino è un santo, la mobilitazione colpisce al cuore il turismo, infine i poliziotti sono stati aggrediti e la Rocksoil non c'entra nulla con le gallerie. Si parte, in prima, dal peana di Paolo Griseri dedicato al sindaco di Torino, intitolato "La sfida del sindaco ai movimentisti". A pagina 2, in basso, segnaliamo l'articolo "Bastoni pietre e passamontagna, nella valle tornano i black block", di Niccolò Zancan: «I black block sono arrivati in Val di Susa. Per la prima volta. Con le loro divise. Con le loro armi [...] Sono i professionisti della devastazione. Arrivano con gli zaini pieni di fumogeni». Alla pagina seguente, le dichiarazioni di alcuni sindaci valligiani, con accanto il numero degli abitanti dei rispettivi comuni. Il primo è Moncenisio, 51 abitanti, seguito da Gaiglione, 680 abitanti...come a dire: sono pochissimi questi anti -Tav [peccato che dall'elenco manchino una trentina di comuni almeno....forse i più popolosi?]. A chiudere in bellezza - dopo l'articolo sulla "Catastrofe turismo" e l'intervista al questore di Torino intitolata "Aggrediti, non abbiamo reagito" - c'è l'intervista a Pietro-bisognaconvivereconlamafia-Lunardi, che serve per rispondere alle accuse che ieri Gianantonio Stella [non un black block] gli aveva lanciato dal Corriere della Sera. Il ministro, che l'altroieri aveva detto "Si mettano l'anima in pace, l'opera si farà", sulla Repubblica di oggi dice "la porta del dialogo è sempre aperta". La Rocksoil? "E' uno studio professionale [...] Non fa tunnel, non apre cantieri [...] interviene in caso di guai, dà consigli". E infatti: "Abbiamo salvato gallerie che nessuno riusciva a portare avanti". E quando in un sussulto d'orgoglio Lucio Cillis chiede "Dal 2001 [cioè da quando Lunardi è ministro delle Infrastrutture, ndr] a oggi non sono stati siglati accordi di consulenza in Italia dai suoi figli?" Lunardi risponde: "Se ci sono, sono nati prima del 2001. Lo studio delle gallerie è roba che dura degli anni, sa?" No Tav. Rassegna stampa, il Corriere della sera 9 dicembre 2005 Il quotidiano milanese dedica cinque pagine alle vicende della protesta contro l'Alta velocità in Val di Susa. Dopo la cronaca della giornata di ieri, i punti di riferimento dell'analisi del Corriere, sono tre: gli estremisti da "isolare", le divisioni nel fronte della protesta e la "convergenza" tra Prodi e Berlusconi a favore della Tav. Il primo punto, oltre a una spalla a pagina 2 che presenta le dichiarazioni del ministro Pisanu a proposito del rischio che "frange estremistiche" mettano a rischio la sicurezza delle Olimpiadi, è sviluppato attraverso il racconto della presunta "delusione" dei manifestanti arrivati da lontano per dare appoggio ai cittadini della Valsusa. Secondo la ricostruzione del Corriere (articolo di Mario Porqueddu), tra i manifestanti che hanno "riconquistato" il cantiere di Venaus ci sarebbe stato grande disappunto, anche verso i sindaci della Valle, al momento di lasciare il cantiere ripreso dalle forze dell'ordine. Perché, scrive il quotidiano di via Solferino, i manifestanti si sarebbero sentiti "usati" dai sindaci No Tav. Da questa divisione, tra "indigeni" e "forestieri", per quanto solidali, le penne del Corriere puntano a sottolineare le divergenze tra i vari comuni della Valle. La preoccupazione principale sarebbe per la stagione turistica invernale, già iniziata e danneggiata, secondo il Corriere, non dalla militarizzazione della Valle, ma dalle proteste che isolano soprattutto l'Alta Valsusa e impediscono che i turisti arrivino. È una variazione sul tema dell'interesse economico: meglio non protestare troppo, in sostanza, per evitare che oltre al potenziale danno della Tav si sommi quello, immediato, di una stagione turistica che, grazie al traino olimpico, avrebbe dovuto essere particolarmente ricca. Dalle divisioni, una pagina dopo, si passa alla principale notizia dei servizi che offre oggi sull'argomento il principale quotidiano italiano. Il titolo recita: "Prodi pronto a collaborare: il premier dia segnali". Più a suo agio con le dichiarazioni e i messaggi trasversali tra i poli che con le azioni di protesta in Valle, il Corriere, dice che tramite Bondi e una non meglio identificata fonte dell'entourage di Prodi, sarebbe in corso una convergenza tra i leader dei due schieramenti politici. Accomunati, una volta tanto, dal giudizio favorevole all'opera contestata dai cittadini della Val di Susa. Tanto Prodi quanto il governo fanno mostra di non capire e di sperare che un supplemento di informazione sul progetto possa convincere i cittadini della Valle. Il punto di fondo, invece, (e lo si è visto anche nella puntata de l'Infedele di mercoledì sera) è che i cittadini e con loro quanti contestano l'opera, sono assolutamente ben informati e proprio per questo non vogliono l'opera. Infinte, con un simpatico ribaltamento, il Corriere presenta la convocazione dei sindaci domani a Palazzo Chigi come una mossa di prudenza e apertura del governo, e non come una vittoria dei comuni della Val di Susa che hanno costretto il governo nazionale a incontrare i cittadini. La palma della proposta più grottesca, però, spetta a Fassino. A pagina 6 il segretario dei Ds propone una mossa geniale: Trattare senza fermare i lavori. Ma allora su che cosa si dovrebbe trattare? No Tav, rassegna stampa. La Stampa 9 dicembre 2005 Il quotidiano torinese titola in prima "Tav, si tratta dopo la battaglia". Interessante ma timido l'editoriale di Barbara Spinelli che invita alla trattativa, intitolato "Le parole militarizzate": "Ci furono epoche in cui si conquistavano terre per costruirvi ferrovie, ponti, ed erano nuove frontiere delle democrazie. L'interesse collettivo e i grandi progetti di modernizzazione venivano imposti con sicurezza, perché la filosofia del tempo dava a questo interesse e a questa modernizzazione una quasi automatica preminenza. Ma non possiamo dimenticare che le democrazie hanno una storia, che da essa tocca imparare sempre nuove lezioni, che progresso e modernizzazione sono esperimenti che furono più volte pervertiti nello scorso secolo. L'idea dello sviluppo sostenibile è nata in concomitanza con questa presa di coscienza, specie in Europa [...]. Ci sono parole, progettualità, slogan [...] che le classi dirgenti adoperano senza quasi accorgersi come il dubbio e la diffidenza le abbiano ormai corrose: parole come 'interesse generale', 'progresso', 'sviluppo', 'modernità', 'obbligo di restare in Europa', di non esserne 'tagliati fuori'. Sono parole che rischiano di tramutarsi in feticci [...]". La trattativa è giusta, per Spinelli, quindi, perché "L'individuo è importante come la collettività, dopo il fallimento dei progetti modernisti del '900. E se l'individuo ha la sensazione di esser leso dal progresso incontrollato, se ha l'impressione che l'ambiente sia minacciato, la democrazia non può ignorarlo". Ma il popolo di una intera valle, quaranta sindaci democraticamente eletti in altrettanti comuni, la comunità montana, sono forse "l'individuo"? Per il resto, su La Stampa, le solite dichiarazioni di Pisanu, la separazione tra valligiani e "provocatori", il racconto del "giorno più lungo": "La polizia sorpresa dalla marea dei ribelli". A pagina 3, l'intervista a tal Ermete Bogetti, procuratore presso la Corte dei Conti del Piemonte. Il magistrato ha avviato un'"inchiesta per capire se l'Italia ha subìto un danno di imagine" dalle cariche della polizia avvenute nella notte tra lunedì e martedì. __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA
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