traffico rifiuti indagati tatò e testa



da repubblica.it
VENERDÌ, 29 APRILE 2005


La procura di Taranto ha chiuso l´inchiesta sul trasporto di migliaia di contatori dell´Enel dismesssi verso la Cina

Traffico di rifiuti, indagati Tatò e Testa

Secondo la difesa il materiale elettrico non era pericoloso Avviso di garanzia anche per l´imprenditore Parnasso

Traffico internazionale di rifiuti. È una contestazione pesante quella piovuta su manager ed imprenditori coinvolti nell´inchiesta sull´esportazione in Cina di ingenti quantitativi di rottami targati Enel. L´indagine ruota intorno alla sorte delle tonnellate di contatori di vecchia generazione dismessi dall´azienda dopo averli rimpiazzati nelle case degli italiani con quelli di tecnologia avanzata. Rifiuti in tutto e per tutto, secondo il pubblico ministero Antonella Montanaro, che ha incriminato diciotto persone per i carichi di "rottami" scoperti dalla Dogana nei porti di Taranto e di Civitavecchia. "Materiale elettrico" da piazzare sul mercato cinese, secondo la difesa dei manager, che ha sempre sostenuto la piena legalità dell´operazione finita sotto la lenta di ingrandimento della Procura di Taranto. Una linea che, però, non ha trovato concorde il magistrato inquirente che ha chiuso un´indagine lunga quasi tre anni con una pioggia di avvisi di garanzia. In prima fila tra gli inquisiti figurano i vertici di Enel distribuzione all´epoca dei fatti su cui si è focalizzata l´indagine. Sul registro degli indagati sono finiti quindi nomi eccellenti come quelli di Francesco Tatò, presidente del cda di Enel distribuzione sino al luglio del 2002, e di Enrico Testa, presidente del cda di Enel Real Estate sino al giugno del 2002. Con loro sotto inchiesta i rappresentanti legali della catena di aziende a cui vennero affidate le varie fasi dell´operazione "contatori". Le tonnellate di apparecchi dismessi, infatti, vennero cedute ad un´associazione temporanea di imprese che poi subappaltò la gestione delle delicate fasi di stoccaggio e trasferimento dei carichi. Tra le ditte coinvolte anche quella di Armando Parnasso, imprenditore noto a Taranto per il suo coinvolgimento negli scandali della sanità. Questa volta però nel mirino degli investigatori c´è finito per i servizi forniti dalla "Prologic Sud", impresa di cui in passato è stato rappresentante legale. A scatenare l´indagine fu proprio la movimentazione di container zeppi di rifiuti all´interno dello scalo ionico. Movimenti che insospettirono i doganieri in servizio nel porto tarantino. Quel materiale era catalogato come "merce" in partenza per il mercato del lontano Oriente. Qualcosa però non convinse i funzionari che bloccarono i carichi ed informarono il sostituto procuratore Antonella Montanaro. Il magistrato dispose il sequestro che poi venne esteso ad altri carichi pronti per partire facendo rotta verso la Cina. Da quel momento il pm ha pazientemente ricostruito tutti gli aspetti della vicenda che ha contestato nelle comunicazioni giudiziarie che hanno sigillato il suo lavoro. Ora gli indagati, entro venti giorni, potranno chiedere un nuovo confronto con il pm. In caso contrario, il contrasto tra le tesi della difesa e quelle dell´accusa potrebbe sbarcare a dibattimento.

(mario diliberto)