Ho provato a
fare qualche conto. Ne escono risultati impressionanti che invito a
utilizzare per riflettere sullo scempio che sta avvenendo e sulla
criminalità del non muoversi verso il cambiamento.
Nei primi
due anni la guerra all’Iraq è costata circa 200 miliardi di dollari.
Stando ai dati dell’OPEC, sono stati pompati dai pozzi iracheni
circa 650 milioni di barili di petrolio all’anno (2,4 di essi li ha
trattati Formigoni con Tareq Aziz per due società a lui care), con
un ricavo di circa 30 miliardi di dollari. Dal punto di vista
energetico, questo petrolio potrebbe fornire qualcosa come 400
terawatt-ora di energia elettrica, immettendo 300 milioni di
tonnellate di CO2 nell’atmosfera.
Ma l’energia bruciata
dalla guerra stessa, diretta ed indiretta, è enormemente superiore
al contenuto energetico, anche termico, del greggio e, grosso modo,
corrisponde ad emissioni di CO2 di 2 miliardi di tonnellate.
Siamo di fronte ad un autentico cataclisma ambientale per
mantenere in vita il sistema delle fonti fossili.
Comunque,
si favoleggia che i meno realisti siano quelli che vogliono il
cambiamento e l’abbandono di un modello di sviluppo scellerato.
Proviamo a fare qualche conto.
E’ un discorso teorico, ma se
i 200 miliardi di dollari buttati nella guerra (a cui ha dato il suo
contributo servile anche l’Italia di Berlusconi) fossero stati
utilizzati per comperare dei pannelli fotovoltaici, si sarebbero
potuti installare 40 gigawatt di energia solare, capaci di produrre
1000 terawatt-ora di energia elettrica, 2,5 volte l’energia
proveniente dal petrolio iracheno.
La cosa più sconvolgente
è che per via dell’economia di scala, una tale quantità di pannelli
sarebbe sufficiente a ridurre il prezzo del kilowatt-ora
fotovoltaico da 20 a 8 cents, rendendolo competitivo col petrolio
nella generazione di potenza su larga scala.
Addirittura, se
questi 200 milardi di dollari fossero stati utilizzati per
installare fattorie eoliche offshore, si sarebbero potuti produrre
circa 5000 terawatt-ora di energia elettrica, come dire il 5% del
fabbisogno energetico italiano primario corrente, per 50 anni.
Le emissioni di CO2 verrebbero ridotte così di circa 3700
milioni di tonnellate, una quantità sufficiente a mantenere l’intera
Unione Europea entro i limiti di Kyoto (-8% sui 4245 MMT di CO2E del
1990) per i prossimi 10 anni.
P S: Mario Agostinelli si è
presentato nella coalizione Sarfatti , come indipendente nelle liste
di Rifondazione Com. di Milano e di Varese
www.marioagostinelli.it
www.unaltralombardia.it
(Fonte AceA)
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