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STATO DI EMERGENZA...
- Subject: STATO DI EMERGENZA...
- From: "ecofebio" <ecofebio at fermobiologico.it>
- Date: Fri, 9 Apr 2004 15:36:31 +0200
CITTADINI! E' stato dichiarato lo stato di EMERGENZA Con Ordinanza n.3303 del 18 luglio 2003 G.U. n.179 del 4 agosto 2003 "La condotta drenante e di scarico dei laboratori del Gran Sasso ha contatti idraulici con la roccia sede della falda idrica" (16 agosto 2002) "E' stata rinvenuta una sostanza del tipo diisopropilnaftalene nelle acque destinate al consumo umano" dei versanti aquilani e teramani del Gran Sasso (18 giugno 2003) L'ordinanza, tuttavia, non ravvisa l'esigenza di tutelare la salute pubblica, ma solo la "necessità di riprendere gli esperimenti" di fisica nucleare. Per questo, il governo ha istituito un'autorità unica che dovrà decidere quali interventi servono alla continuazione degli esperimenti, nel cuore della montagna, con sostanze altamente pericolose e inquinanti. A tale autorità è stato concesso di derogare ad ogni legge di tutela ambientale, giuridica, procedurale (appalti e trasparenza), di qualità dell' aria e dell'acqua (SIC!) e di bonifica dei siti inquinati. "C'era una volta. un grande bacino di acqua purissima, risalente all'era preistorica, che avrebbe potuto dar da bere per millenni a migliaia di persone. Un bel giorno arrivò un omino cui piaceva scavare, con un altro omino che cercava il neutrino e insieme lavorarono fregandosene del bacino." Non è una favola, è l'inizio della storia del depauperamento e dell' inquinamento di uno dei più importanti bacini idrogeologici d'Italia. Con gli scavi delle gallerie autostradali e dei laboratori dell'I.N.F.N. la falda acquifera si è abbassata di 600 metri: un disastro ambientale irreversibile e sottovalutato. Le caratteristiche idromorfologiche del Gran Sasso rendono a tutt'oggi necessario il drenaggio per alleggerire la pressione sulle strutture sotterranee, con lo spreco di ingenti quantitativi di acqua, una parte della quale viene utilizzata dai laboratori. Oggi sappiamo che per i "big-experiments" serve molta acqua a bassa temperatura ad uso degli esperimenti e per il raffreddamento delle apparecchiature. Oggi sappiamo anche che le acque di scarico dei laboratori sotterranei, per circa vent'anni, si sono riversate nell'acqua destinata ai cittadini abruzzesi. E' stata dimostrata la commistione con l'acquedotto del Ruzzo e l 'infiltrazione nella roccia sede della falda acquifera. C'è da sottolineare che già durante i primi lavori sotto il Gran Sasso sono state effettuate prove che hanno dimostrato che l'acquifero è unico e alimenta sia il versante teramano che quello aquilano[1]. Non sappiamo più quale sia il grado di purezza dell'acqua del Gran Sasso, né si riesce a conoscere, nonostante le reiterate richieste, il tipo di sostanze impiegate nel tempo dai ricercatori. Né tanto meno ci rassicura il costosissimo progetto (36 milioni di euro stanziati) della potabilizzazione dell'invaso dell'Enel di Piaganini: un progetto già previsto per far fronte all'inquinamento derivante dai lavori di scavo per il terzo traforo e che, per garantire gli interessi dei laboratori, potrebbe sostituire definitivamente l'approvvigionamento idrico per il versante teramano. Costretti ad acqua di pessima qualità dovremo anche sostenerne l'oneroso costo; e nessuno si senta escluso! L'acqua è un bene comune ed è reato contro l'umanità sperperarla Si ringraziano, per la mancata informazione, le autorità locali, il commissario per lo stato d'emergenza, la protezione civile, l' A.R.T.A.(Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente), l'I.N.F.N. (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e quant'altri che, pur sapendo, hanno taciuto. --------------------------------------------------- [1] Lunardi Pietro (ed.), Gran Sasso. Il traforo autostradale, Roma, ANAS-COGEFAR, 1979. ____________________________ Info: Gruppo No WTO AQ
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