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ULTIME SU LINGUA BLU
- Subject: ULTIME SU LINGUA BLU
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Thu, 11 Mar 2004 23:22:16 +0100
N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com From: "Luciano Mioni" <lucianom at graficomcoop.it> To: <altragricoltura at italytrading.com> Subject: rassegna stampa: ULTIME SU LINGUA BLU Date: Thu, 11 Mar 2004 17:51:19 +0100 Message-ID: <5.1.0.14.1.20040311175003.009ff350 at mailhost.iperv.it> MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/alternative; boundary="----=_NextPart_000_0087_01C4079D.AC856620" X-Priority: 3 (Normal) X-MSMail-Priority: Normal X-Mailer: QUALCOMM Windows Eudora Version 5.1 X-UIDL: 3d1007a52efe9d4f555c31a1258b2028 X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V5.00.2615.200 Importance: Normal X-Sender: lucianom at mailhost.iperv.it a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------------------------------------- tratto da "Greenplanet", marzo 2004 ULTIME SU LINGUA BLU DE PETRIS: "ACQUISTATO UN VACCINO NON SPERIMENTATO" Il ministero della salute ammette: non esistono prove dell'efficacia del vaccino acquistato in milioni di dosi "E' paradossale che gli stessi dirigenti del Ministero della Salute responsabili della campagna di vaccinazione ammettano candidamente che per il vaccino tetravalente che hanno già acquistato in milioni di dosi non esistono dati scientifici che ne documentino l'efficacia e sperimentazioni per valutare gli effetti indesiderati sugli animali. Gli allevamenti italiani hanno già fatto da cavia per la precedente disastrosa vaccinazione e non sono disposti a sopportare ancora". Loredana De Petris, senatrice dei Verdi e capogruppo in Commissione Agricoltura, è intervenuta oggi in Aula per illustrare la mozione parlamentare di cui è prima firmataria che chiede il blocco della campagna di vaccinazione sulla lingua blu, martedì al voto dell'Aula. L'esponente dei Verdi ha letto nel corso dell'intervento alcuni passi di una lettera riservata inviata il 19 gennaio scorso dal dott. Caporale, direttore dell'Istituto zooprofilattico di Teramo, centro di referenza nazionale per la malattia, al Dirigente responsabile dei servizi veterinari del Ministero della Salute dott. Marabelli. "Non solo - prosegue la senatrice. Nella stessa lettera riservata si riferisce dell'unica sperimentazione oggi disponibile, condotta dall'istituto che produce il vaccino, che ne attesta la scarsa efficacia in quanto gli animali si immunizzano solo in parte e solo per alcuni sierotipi. Se nonostante questo gli ineffabili dirigenti della sanità veterinaria pubblica hanno speso una cifra ingente per acquistare e distribuire a tutte le ASL questo prodotto, vuol dire che la vicenda assume contorni di sicuro interesse per la magistratura ordinaria e per la Corte dei Conti". "Rivolgiamo - conclude De Petris - un appello a tutti i senatori affinchè votino a favore della mozione sottoscritta da 70 colleghi di tutti i Gruppi che indica una nuova strategia per la tutela della zootecnia italiana e per la lotta alla malattia." Gruppo verdi senato, 4 marzo 2004 STORACE SCRIVE A SIRCHIA, RICORREREMO AL TAR Il presidente della Regione Lazio Francesco Storace ha scritto al ministro della Salute Girolamo Sirchia preannunciando che proporra' alla Giunta regionale del Lazio ricorso al Tar contro l'ordinanza del ministero della Salute che obbliga gli allevatori a vaccinare il bestiame, per prevenire il morbo della lingua blu. Per questi motivi, Storace invita Sirchia ad ''adottare, con urgenza, i provvedimenti suggeriti dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni, al fine di consentire alle amministrazioni regionali e alle rappresentanze degli allevatori, nell'ambito delle proprie competenze e responsabilita', di ricondurre entro limiti accettabili le preannunciate proteste contro una campagna di vaccinazione non compresa e non accettata da tutte le parti interessate''. Storace, lo scorso 19 gennaio aveva scritto al ministro Sirchia, chiedendo l'immediata sospensione dell'obbligo di vaccinazione, che nel Lazio vede interessate 20mila aziende zootecniche, e il 5 febbraio scorso la Conferenza dei presidenti delle Regioni aveva indicato la necessita' di un'analisi approfondita del rischio e dei costi-benefici del vaccino, che secondo gli allevatori provocherebbe una diffusione della malattia, con mortalita', aborti e crollo della produzione di latte. Ansa, 4 marzo 2004 --------------------------------- From: "Luciano Mioni" <lucianom at graficomcoop.it> To: <altragricoltura at italytrading.com> Subject: rassegna stampa: ANCORA FERMATO JOSE' BOVE' Date: Thu, 11 Mar 2004 16:41:54 +0100 Message-ID: <5.1.0.14.1.20040311163657.00a03890 at mailhost.iperv.it> MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/alternative; boundary="----=_NextPart_000_008B_01C4079D.ACB7C0C0" X-Priority: 3 (Normal) X-MSMail-Priority: Normal X-Mailer: QUALCOMM Windows Eudora Version 5.1 X-UIDL: df1768be58dd82f59eaf58410af2d634 X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V5.00.2615.200 Importance: Normal X-Sender: lucianom at mailhost.iperv.it a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------------------------------------- tratto da "Greenplanet", 27 febbraio 2004 PARIGI, ANCORA FERMATO JOSE' BOVE' Aveva occupato la Direzione generale dell'alimentazione per protesta contro l'autorizzazione ministeriale all'uso di sementi conciate con il Fipronil, principio attivo vietato per la tossicità verso api e insetti utili. PARIGI - Il leader sindacalista contadino, Josè Bovè, e il segretario nazionale dei Verdi francesi, Gilles Lemaire, sono stati fermati ieri sera a Parigi dalla polizia dopo l'occupazione dei locali della Direzione generale dell'alimentazione, attuata per protestare contro la decisione del ministro dell'Agricoltura di autorizzare l´uso di stock di sementi conciate con Fipronil, un principio attivo prodotto da BASF Agro accusato di decimare le api. Proprio per l'effetto sulle api, lunedì il ministro francese Herve Gaymard aveva annunciato che avrebbe messo al bando 6 insetticidi contenenti il principio attivo incriminato (un fenilpirazolo sviluppato inizialmente dalla Rhone-Poulenc), tra cui il Regent TS. Gaymard aveva anche annunciato di aver commissionato uno studio su un principio attivo contenuto nell'inseticida Gaucho prodotto da Bayer CropScience (il Gaucho è già stato bandito dall'uso sul girasole per analoghi sospetti sulla mortalità per le api). "La sospensione della vendita porta al bando della commercializzazione e dell'uso di questi sei prodotti in Francia", aveva detto Gaymard in una conferenza stampa, aggiungendo che la decisione avrebbe avuto effetto da martedì dopo la notifica alla BASF. L'iniziativa ministeriale veniva dopo l'inchiesta formale avviata da una Corte francese nei confronti di BASF Agro e dei suoi responsabili "per aver posto in commercio prodotti tossici nocivi per la salute umana e animale". Lunedì anche Bayer CropScience France e il suo direttore generale erano stati inquisiti per aver commercializzato l'insetticida Regent TS per nove mesi, prima dela cessione del marchio a Bayer Agro l'anno scorso. Entrambe le aziende hanno negato di essere a conoscenza di un rapporto diretto tra l'uso dell'insetticida e un'elevata mortalità delle api nelle aree di utilizzo. Il Fipronil era venduto col nome commerciale Regent per l'utilizzo contro i maggiori parassiti di un'ampia gamma di seminativi e orticole, e sotto altri marchi per combattere pulci, zecche e afidi. A richiedere formalmente alle autorità degli Stati membri della U.E., al Governo della Svizzera e alle autorità Comunitarie, di bloccare l'immissione sul mercato dei fitofarmaci sistemici neurotossici basati sui principi attivi Imidacloprid e Fipronil, stabilendo protocolli di verifica dell'innocuità dei prodotti fitosanitari, erano state l'anno scorso le organizzazioni apistiche di Spagna, Belgio, Germania, Italia, Francia e Svizzera. Da noi avevano scritto ad Alemanno Unaapi, Aapi e Conapi: Egregio Signor Ministro On. Giovanni Alemanno; il confronto svoltosi a Strasburgo fra le diverse filiere apicole di vari paesi in merito alle situazioni verificatesi nei diversi Stati della Comunità Europea, come in Svizzera, ha permesso di constatare una identità di problemi causati dai prodotti fitofarmaceutici sistemici ad effetto neurotossico utilizzati per il trattamento delle sementi e per altre applicazioni. Il confronto fra ricercatori e produttori apistici ha permesso di constatare, senza ambiguità, i gravi pericoli causati alla biosfera da questi prodotti e specialmente all’entomofauna (api ed altri insetti impollinatori). La questione dell’incidenza di questi prodotti sulla salute umana emerge in tutta la sua gravità. Per queste ragioni, chiediamo formalmente alle autorità degli Stati membri della U.E., al Governo della Svizzera come alle autorità Comunitarie a nome delle organizzazioni apistiche dei produttori di miele di Spagna, Belgio, Germania, Italia, Francia e Svizzera: di bloccare, da subito, la messa sul mercato dei prodotti fitofarmaceutici sistemici neurotossici basati sui p.a. Imidacloprid e Fipronil, fra gli altri; di stabilire dei protocolli di verifica dell’innocuità dei prodotti fitosanitari tali da soddisfare e realizzare effettivamente le esigenze dettate dalla Direttiva 91/414/CEE e suoi allegati. Attualmente in Italia il fipronil è ancora autorizzato. --------------------------------------- From: "Luciano Mioni" <lucianom at graficomcoop.it> To: <altragricoltura at italytrading.com> Subject: rassegna stampa: SI RIACCENDE IL DIBATTITO SUL LATTE MICROFILTRATO Date: Thu, 11 Mar 2004 17:01:24 +0100 Message-ID: <5.1.0.14.1.20040311165853.009fd0a0 at mailhost.iperv.it> MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/alternative; boundary="----=_NextPart_000_008F_01C4079D.ACFAE440" X-Priority: 3 (Normal) X-MSMail-Priority: Normal X-Mailer: QUALCOMM Windows Eudora Version 5.1 X-UIDL: c269390aae1e017933da45c01c6c0519 X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V5.00.2615.200 Importance: Normal X-Sender: lucianom at mailhost.iperv.it a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------------------------------------- tratto da "Greenplanet", 28 febbraio 2004 SI RIACCENDE IL DIBATTITO SUL LATTE MICROFILTRATO A seguito della crisi Parmalat alcune sigle sindacali del mondo agricolo chiedono che venga riconsiderata la normativa relativa alla denominazione, alla durata e alla tracciabilità del latte microfiltrato per non compromettere le vendite di latte fresco di origine nazionale NeIl dibattito a livello nazionale all’interno della filiera latte per la determinazione del nuovo prezzo e per individuare adeguate ed efficaci politiche di rilancio rischia di subire una battuta d’arresto se non si affronta il nodo del latte microfiltrato. Nei giorni scorsi, una parte degli organismi di rappresentanza, con particolare riferimento alla componente più prossima alla fase agricola, alla cooperazione e al sistema delle centrali del latte, ha manifestato l’auspicio che sia riconsiderata la questione, peraltro non ancora archiviata, delle disposizioni sulla denominazione, sulla durata e sulla tracciabilità del latte alimentare ottenuto attraverso la tecnica della microfiltrazione. Come noto, l’argomento ha sollevato numerose polemiche nei mesi scorsi, con la netta contrapposizione di quasi tutte le organizzazioni che tutelano il mondo agricolo e zootecnico italiano nei confronti delle nuove norme sancite a livello italiano. Unalat ha promosso diversi ricorsi, ogni volta che sono state emanate disposizioni che hanno indebolito la tutela del mercato italiano del segmento del latte fresco pastorizzato e che hanno introdotto elementi di scarsa trasparenza nei confronti del consumatore e di inadeguata attenzione verso la politica della valorizzazione della qualità. I ricorsi sono ancora in piedi, si attendono le sentenze definitive. Così come non si è ancora chiuso il processo di autorizzazione dei decreti interministeriali su etichettatura, durata e denominazione predisposti a livello italiano e inviati ai servizi comunitari per le valutazioni di rito. Insomma, la partita del latte microfiltrato si sta ancora giocando, sia a livello europeo che nazionale. Sulla vicenda si contrappongono due tesi inconciliabili. Da una parte c’è quella sostenuta dal Ministero delle politiche agricole che tende a considerare la materia relativa alla legislazione nazionale ormai chiusa, e tale da non essere più messa in discussione. Dall’altra c’è chi, al contrario, intravede il rischio di perdere quote di mercato sul ricco segmento del latte fresco a favore di materia prima e, addirittura, anche prodotto preconfezionato proveniente dall’estero. Con la situazione di instabilità che si è aperta a seguito della crisi finanziaria che ha colpito la Parmalat, la materia ha assunto un rilievo ancora maggiore, perché la debolezza del market leader può spingere i concorrenti d’Oltralpe a mettere in atto strategie aggressive sul nostro mercato. Ecco perché nelle ultime settimane in molti hanno chiesto di aprire un tavolo di lavoro da dedicare alla valutazione della questione e alla eventuale ricerca delle più opportune modifiche da apportare alla normativa vigente. Nessuno più in Italia innalza delle barricate contro il latte microfiltrato, semmai le rimostranze si concentrano su alcuni precisi e circostanziati elementi. In primo luogo, i critici delle disposizioni varate dal Governo ritengono che non è opportuno e coerente etichettare come fresco un prodotto ottenuto grazie alla microfiltrazione. A ciò si aggiunge la questione della durata e, in particolare, la contraddizione oggi presente nella legislazione italiana di prevedere durate differenziate per prodotti che utilizzano la stessa qualifica di fresco (6 giorni più 1 per il latte pastorizzato e 10 giorni più 1 per quello microfiltrato). Altri aspetti in sospeso sono la tracciabilità e l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima. Entrambi non ancora attuati, nonostante gli ultimi decreti varati prevedessero di andare in tale direzione, con una tempistica ben precisa. Quanto alla possibilità di impiegare la tecnica della microfiltrazione per la produzione di latte alimentare per il consumo umano diretto, nessuno ormai si oppone, anche perché pare che l’Unione Europea abbia concesso la sofferta e attesa autorizzazione all’impiego della tecnologia. Viceversa, le disposizioni su denominazione, etichetta e durata sono tuttora in fase di valutazione e sembra ci siano delle resistenze da parte di alcuni Paesi di peso come la Germania. Mentre a livello nazionale si è riacceso il tema della microfiltrazione, gira voce che sul mercato stiano per entrare prodotti lavorati e confezionati da una primaria impresa nazionale per conto e con il marchio di importanti catene della distribuzione moderna. Pertanto, avremo presto sugli scaffali dei supermercati il latte microfiltrato commercializzato con le sigle del dettaglio moderno che farà inevitabilmente concorrenza al latte pastorizzato. Il consumatore, infatti, è possibile dia le proprie preferenze di acquisto a un prodotto denominato fresco, che presenta in più il non trascurabile vantaggio di una durata lunga e tale da sdrammatizzare i problemi della scadenza ravvicinata e degli acquisti a ritmo quasi giornaliero. Per inciso va detto che le vendite di latte fresco in Italia ammontano a circa 15 milioni di quintali: una fetta importante che può influire sugli equilibri complessivi del mercato. In definitiva, è opportuno e urgente che si sgombri il campo dall’ostacolo rappresentato dalle leggi sul latte fresco, per poi partire con una seria trattativa per il nuovo prezzo del latte crudo alla stalla e per rilanciare lo strumento dell’accordo interprofessionale, non utilizzato in Italia da diversi anni. Ora resta da vedere come sarà tolto l’ingombro: se attraverso una manifesta e tenace indisponibilità a riconsiderare l’argomento, oppure tramite un dialogo sereno che consideri la complessità e il grado di rischio della materia. (L'Informatore Agrario ) ----------------------------------- From: "Luciano Mioni" <lucianom at graficomcoop.it> To: <altragricoltura at italytrading.com> Subject: rassegna stampa: MARCHE: OGM FERMATI PER LEGGE Date: Thu, 11 Mar 2004 16:46:24 +0100 Message-ID: <5.1.0.14.1.20040311164318.00a063d0 at mailhost.iperv.it> MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/alternative; boundary="----=_NextPart_000_0093_01C4079D.AD472F80" X-Priority: 3 (Normal) X-MSMail-Priority: Normal X-Mailer: QUALCOMM Windows Eudora Version 5.1 X-UIDL: dba0caeeb6bf242fde8c2fd080cc1d4b X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V5.00.2615.200 Importance: Normal X-Sender: lucianom at mailhost.iperv.it a cura di AltrAgricoltura Nord Est ------------------------------------------------ tratto da "Greenplanet", 27 febbraio 2004 MARCHE: OGM FERMATI PER LEGGE Per prevenire la contaminazione delle colture convenzionali e biologiche, la legge regionale vieta la produzione di OGM. Proibito l'uso nelle mense pubbliche e private convenzionate. Nei negozi, prodotti OGM in scaffali separati. Sanzioni da 10.000 euro ANCONA - Il consiglio regionale delle Marche ha approvato ieri, con 22 voti favorevoli e cinque astenuti, la proposta di legge che disciplina la salvaguardia delle produzioni agricole tipiche di qualità e biologiche, dicendo no agli ogm. Lo stesso provvedimento si era arenato, nella scorsa seduta, per mancanza del numero legale. La legge vieta la produzione e la commercializzazione di ogm nelle Marche, al fine di prevenire la contaminazione tra le diverse tipologie di colture, tradizionale, biologica e quella di organismi geneticamente modificati; potenzia il controllo sulle etichettature per individuare gli ogm vietati; prevede una divisione anche nelle scaffalature degli esercizi commerciali dei diversi tipi di prodotti per indirizzare correttamente il cliente; punisce (con sanzioni amministrative da 100 a 10.000 euro) la violazione degli obblighi di improntare l' attività produttiva e commerciale alla massima trasparenza. "Una legge dalla parte dell' agricoltura e dei consumatori, che vuole tutelare le nostre produzioni il cui valore aggiunto è la qualità". Con queste parole l'assessore Giulio Silenzi ha commentato l'approvazione della legge anti-ogm. Silenzi ha sottolineato che il mondo scientifico ha espresso preoccupazioni sulle possibili conseguenze degli Ogm sulla salute umana, "per questo - ha affermato - abbiamo voluto far valere il principio di precauzione". L'assessore ha ricordato l'impegno delle Marche a fianco di altre nove regioni europee contro la convivenza tra produzioni tradizionali e Ogm. "E come potrebbe esserci convivenza - si è chiesto - se, solo per fare un esempio, il mais ha un arco di diffusione di 15 chilometri? Capisco che la situazione possa essere diversa in territori estesi, dove non c' è la medesima frammentazione poderale delle Marche". "Delle due l'una - ha concluso - o siamo per la promozione di un'agricoltura di qualità o siamo per gli Ogm". ------------ IL COMUNICATO DELLA REGIONE 'Una legge dalla parte dell'agricoltura e dei consumatori, che vuole tutelare le nostre produzioni, il cui valore aggiunto e` la qualita`.' Con queste parole l'assessore Giulio Silenzi ha concluso il dibattito in consiglio regionale sulla legge, che assume una posizione intransigente nei confronti degli Organismi geneticamente modificati. Silenzi ha sottolineato che il mondo scientifico ha espresso preoccupazioni sulle possibili conseguenze dell'introduzione degli OGM, sulla salute umana, 'per questo ' ha affermato ' abbiamo voluto far valere il principio di precauzione.' L'assessore ha ricordato l'impegno della Regione Marche a fianco di altre 9 Regioni europee, che affermano che non ci puo` essere convivenza tra produzioni tradizionali e OGM. 'E come potrebbe esserci ' si e` chiesto ' se, solo per fare un esempio, il mais ha un arco di diffusione di 15 chilometri' Capisco che possa essere diverso in territori estesi, dove non c'e` la frammentazione poderale come nelle Marche.' 'Delle due l'una ' ha concluso ' o siamo per la promozione di un'agricoltura di qualita`, rispettosa dell'ambiente e fortemente orientata verso il biologico o siamo per gli OGM.' E le Marche questa scelta l'hanno fatta con una politica complessiva volta a orientare la domanda verso prodotti sani, di qualita` e tipici, attraverso anche una campagna di sensibilizzazione sull'alimentazione che parte dalle scuole materne. Questi i punti salienti della legge: - E' vietata la coltivazione di specie che contengono OGM, sull'intero territorio regionale; - Tale coltivazione e` consentita solo nell'ambito di specifici programmi approvati; - Ogni altra produzione difforme da quanto previsto verra` distrutta; - Le aziende di trasformazione che utilizzano OGM sono escluse dai contributi regionali e dai marchi di qualita`; - I prodotti contenenti OGM e che sono commercializzati sul territorio regionale devono indicarne la presenza in etichetta; - Negli esercizi commerciali, i prodotti OGM vanno esposti su scaffali separati; - I prodotti contenenti OGM sono vietati nelle mense pubbliche o private convenzionate; - La politica della qualita` e` sostenuta con una campagna di educazione alimentare. La legge prevede anche sanzioni ai trasgressori, che possono raggiungere 10 mila euro. Inoltre, la Regione promuove le iniziative dei Comuni che dichiarino il proprio territorio anti-transgenico. Regione Marche, 25 febbraio 2004 Corriere adriatico, 26 febbraio 2004 ---------------------------------------------------- From: "Luciano Mioni" <l.mioni at italytrading.com> To: "altragricoltura" <altragricoltura at italytrading.com> Subject: rassegna stampa:Il Regno Unito apre al mais Frankenstein Date: Thu, 11 Mar 2004 13:09:54 +0100 Message-ID: <OOEPJFAGONCGLCDINHKCIEABCGAA.l.mioni at italytrading.com> MIME-Version: 1.0 Content-Type: text/plain X-Priority: 3 (Normal) X-MSMail-Priority: Normal X-Mailer: Microsoft Outlook IMO, Build 9.0.2416 (9.0.2910.0) X-UIDL: cfb21371ff8808efabdd23be5d5d81f4 X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V5.00.2615.200 Importance: Normal X-MIME-Autoconverted: from 8bit to quoted-printable by mailer.iperv.it id TAA27261 Tratto dal sito della Nuova Ecologia online Il Regno Unito apre al mais Frankenstein Granturco G.M. I pericoli per la salute? La probabilità che ve ne siano è "molto bassa". E questo per il governo Blair e per la British medical association basta ad autorizzare l'uso di Chardon LL. Ma nuovi test potrebbero contraddire gli esperimenti svolti finora /Ad aprile l'Europa decide sulle merendine Ogm Dopo anni di aspri dibattiti, esperimenti, rapporti voluminosi compilati da diversi gruppi di scienziati, polemiche e timori nei confronti del "cibo Frankenstein", il governo britannico ha autorizzato, anche se con numerose limitazioni, la coltivazione di un'unica varietà di mais transgenico aprendo ufficialmente la Gran Bretagna al mercato Ogm. Anche la British Medical Association, l'associazione medica britannica, ha dato la sua approvazione alla decisione del governo dichiarando che l'analisi delle «ricerche compiute indica che vi è un probabilità molto bassa che gli ogm possano causare effetti pericolosi sulla salute». Il ministro dell'Ambiente Margaret Beckett ha annunciato quindi al parlamento che il governo approva «a livello formale» la coltivazione a scopo commerciale di un particolare tipo di mais transgenico, il Chardon LL. La Beckett ha precisato però che il Regno Unito si opporrà alla coltivazione, in qualsiasi parte dell'Unione Europea, di altre due colture Ogm sulle quali erano stati condotti i test su larga scala commissionati dal governo, la barbabietola e la colza. Le licenze che autorizzano la coltivazione del mais Ogm, inoltre, scadranno nel 2006 e gli agricoltori che intendono rinnovarle dovranno acconsentire ad ulteriori test sulle loro piantagioni. Il ministro ha definito l'approccio del governo «cauto» e strettamente «basato sulle prove» riscontrate durante gli esperimenti su larga scala condotti negli ultimi due anni. «Non c'è alcuna base scientifica che giustifichi un'approvazione totale degli Ogm, ma nemmeno un divieto totale», ha precisato. Il ministro non prevede «nessuna coltivazione commerciale di mais trangenico prima della primavera del 2005» e sottolinea che il mais dovrà esse coltivato in condizioni identiche a quelle degli esperimenti, garantendo quindi il rispetto dell'ambiente. Pur annunciando cautela e condizioni di massima sicurezza, Margaret Beckett ha ammesso che vi sono ancora molte questioni aperte ed irrisolte circa la possibilità di impollinazione incrociata e contaminazione di varietà tradizionali di mais. Riconoscendo la validità delle preoccupazioni di molti coltivatori di varietà tradizionali o biologiche di mais, la ministra ha dichiarato che il governo sta studiando un piano per risarcire gli agricoltori danneggiati dalla contaminazione di varietà Ogm, ma ha precisato che tali indennizzi dovranno essere finanziati dalle società che producono semi transgenici. Resta da vedere però se ciò sarà possibile, in quanto l'industria delle biotecnologe si oppone fermamente all'idea di dover pagare tali risarcimenti. Ambientelisti e semplici cittadini contestano la decisione, che è stata invece accolta come la fine di "un'era di paure ingiustificate" da molti politici ed esponenti del mondo scientifico. «Aumenterà scelta e competitività», ha detto il portavoce laburista per l'Ambiente al parlamento Europeo David Bowe. «È un piccolo passo avanti», ha dichiarato Colin Merrit, manager della multinazionale Monsanto. Il prossimo passo infatti sarà ottenere l'approvazione per l'inclusione del Chardon LL nella UK Seed List, la lista nazionale dei semi. Tale mossa potrebbe trovare l'opposizione delle assemblee indipendenti di Scozia e Galles: quest'ultimo aveva infatto votato all'unanimità nel 2000 contro l'introduzione degli Ogm nella regione. Il Chardon LL è l'unica varietà di mais Ogm tra tutte quelle analizzate che ha dimostrato di poter essere coltivato arrecando meno danni alla flora e alla fauna circostante rispetto alle varietà tradizionali di mais trattate con pesticidi. Tuttavia, il pesticida utilizzato negli esperimenti era l'atrazina, un agente chimico il cui uso verrà proibito dall'Unione Europea a partire dal 2006. Nuovi test in cui il Chardon LL viene paragonato con varietà convenzionali che non usano atrazina potrebbero contraddire i risultati dei primi esperimenti e dimostrare che le colture tradizionali sono in realtà più sicure. A questo proposito, già cinque giorni fa il Commons Environmental Audit Committee, un gruppo di parlamentari di diversi schieramenti politici, aveva reso pubblico un rapporto che metteva fortemente in dubbio la validità degli esperimenti condotti per conto del governo sulle colture Ogm, citando proprio il caso dell'atrazina.
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