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Rassegna stampa: Bovini, suini, polli e tacchini allevati con dosi di antibiotici, l'agricoltura insorge
- Subject: Rassegna stampa: Bovini, suini, polli e tacchini allevati con dosi di antibiotici, l'agricoltura insorge
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 18 Feb 2004 16:07:45 +0100
Leggiamo con grande preoccupazione il continuo verificarsi di produzione di bestiame ingrassato mediante l'uso di sostanze pericolose ed oltretutto vietate dalla legge, una innarestabile produzione di "cibo malato" in spregio alle richieste di sicurezza alimentare ed ai diritti dei cittadini/consumatori. Questi fatti non sono a nostro avviso semplicemente attribuibili a singole devianze di alcuni operatori del settore bensì sono figli di un sistema agroalimentare che come unico valore di riferimento ha la politica del primo prezzo, politica industriale che di fatto emargina in un mercato di nicchia, quando va bene, le produzioni di qualità che garantiscono tracciabilità e trasparenza dei sistemi produttivi e bontà del prodotto finale. La Grande Distribuzione Organizzata ha grande responsabilità in queste politiche distruttive di una agricoltura sana e sotto controllo diretto dal consumatore; ha una grande responsabilità perchè con i suoi uffici acquisti determina l'andamento dei mercati, l'affermarsi o no di tipi di produzione, con i suoi capitolati d'appalto ha la possibilità di esercitare controllo reale sulla sicurezza della produzione, con le grandi risorse finanziarie e la pressione dei marchi di cui dispone ha il potere di orientare i gusti e la cultura alimentare della popolazione, se niente cambia, nonostante i continui scandali, è segno che i cambiamenti ed i buoni propositi citati nelle campagne pubblicitarie miliardarie sono solo parole funzionali alle loro politiche di marketing. Solo una pressione forte e continua da parte dei cittadini/consumatori sulla GDO e l'organizzazione di filiere di qualità che garantiscano con trasparenza tutti i passaggi della produzione di derivati animali e vegetali può originare una reale inversione di tendenza. a cura di AltrAgricoltura Nord Est ---------------------------------------------------------- tartto da Brescia Oggi - 18/02/04 Dalla Bassa al Garda si allarga l'indagine sul traffico di antibiotici e ormoni pericolosi somministrati anche a conigli e vitelli Polli gonfiati, l'agricoltura insorge Upa: «Pene severe per i disonesti». Coldiretti: «Più controlli sui farmaci» di Pietro Gorlani Mentre l'inchiesta sul traffico di antibiotici e ormoni vietati per animali di allevamento si allarga a macchia d'olio in provincia e nel Nord Italia, il mondo agricolo bresciano prende le distanze dagli imprenditori zootecnici finiti nel mirino dei Nas di Bologna. L'operazione «Tapiro» condotta dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni felsineo ha portato fin'ora all'emissione di 104 ordinanze di custodia cautelare, al sequestro di principi attivi vietati e alla perquisizione di centinaia di allevamenti. Gli arresti nella nostra provincia sono stati sei: due per detenzione di sostanze vietate sul lago di Garda (Desenzano), uno a Collio, mentre a altre tre persone sono stati concessi gli arresti domiciliari nella Bassa (uno a Bagnolo Mella e due a Pralboino); ma le indagini stanno proseguendo in diversi allevamenti della Bassa: Leno, Pralboino, Bagnolo, Orzinuovi ma anche a Cazzago San Martino. Le analisi sugli animali, mucche, polli e conigli sequestrati daranno dati certi nei prossimi giorni. Intanto arriva la dura presa di posizione delle associazioni agricole (Upa, Coldiretti, Cia) e dell'Aisa (associazione italiana per la salute animale). Le tre associazioni sostengono che «si tratta di casi isolati, quando nel bresciano si contano migliaia di allevatori». La carne della nostra provincia - è la tesi delle associazioni di categoria - è sicura e sottoposta a rigorosi e continui controlli sanitari. «Prima di tutto ci complimentiamo con le forze dell'ordine - è il commento a caldo di Francesco Ferrari, presidente della Coldiretti bresciana -; ben vengano i controlli a tutela della salute dei consumatori; secondariamente si rende ancora più urgente la legge sull'etichettatura e sui processi di filiera di tutti gli alimenti. In terzo luogo è necessario mettere in atto un sistema di controlli più efficace: è immorale che per colpa di pochi furbi venga gettato fango sulla maggioranza di aziende oneste». Tra le aziende «incriminate», due allevano polli; al proposito Gianni Comati, resposabile del settore avicolo dell'Unione provinciale agricoltori, mette in guardia dal rischio di pericolose generalizzazioni: «Innanzi tutto si dovrebbe riuscire a capire in che misura Brescia e provincia sono colpiti da questo scandalo: si rischia di mettere davvero in ginnocchio il comparto per colpa di tre - quattro operatori che violano le norme. L'Upa stigmatizza i toni allarmistici usati dai mass-media e ritiene siano necessarie verifiche ed esami rigorosi. Serve chiarezza anche sulle tipologie di allevamenti coinvolti: si tratta di polli, tacchini o conigli? In questi casi la necessità di tutelare la privacy stride con un interesse generale». Gianni Comati ricorda la crisi del settore avicolo bresciano che dopo la psicosi collettiva dell'influenza aviaria scoppiata nel Sudestasiatico ha subìto pesanti ripercussioni: «non vorrei nascesse una nuova e ingiustificata fobia della quale le uniche vittime risulterebbero la stragrande maggioranza degli allevatori onesti - afferma Comati -. Gli eventuali colpevoli che non oserei nemmeno definire allevatori, dovranno essere puniti in modo esemplare. Ci auguriamo che a questi soggetti non sia più permesso gestire nessun tipo di allevamento». Più cauto l'assessore provinciale all'Agricoltura Gianpaolo Mantelli: «Non vorrei si gridasse alla grandine quando invece poi si tratta di pioggia primaverile»; fuor di metafora l'assessore invita a non cadere nella trappola del facile allarmismo: «vorrei capire se la colpa è degli allevatori o se qualcuno gli ha fatto prendere un abbaglio. Certo è che una volta chiusa la vicenda gli eventuali colpevoli andranno eliminati dal mondo agricolo». Nel frattempo arriva anche la comunicazione dell'Aisa (associazione italiana per la salute animale) che rappresenta l'87% del mercato nazionale di farmaci veterinari: «Le nostre aziende associate lavorano tutte nel rispetto delle normative comunitarie - ricorda il presidente Giuseppe Pradella - e sono certificate Iso, Haccpp e Glp. L'Aisa propone la creazione di un tavolo di concertazione con i vari rappresentanti della filiera e degli enti preposti». Le sostanze farmacologiche sequestrate sono grosso modo di due tipi: ormoni ed antibiotici. Entrambi vengono usati per aumentare il peso e la resistenza dell'animale permettendo una resa maggiore sulla carne. Gli stereoidi anabolizzanti aumentano le capacità biosintetiche dell'organismo e aumentano la massa muscolare; come effetto collaterale provocano ritenzione di liquidi che determinano un aumento di peso dell'animale. Gli effetti sull'uomo sono di ritenzione idrica, accumulo di grasso e danni epatici che facilitano l'insorgenza di tumori al fegato, poichè le sostanze vengono smaltite a livello epatico. Gli antibiotici oltre ad aumentare la resistenza alle malattie pèortano anch'essi un aumento di peso dell'animale. I Nas hanno sequestrato sostanze come il Cloramfenicolo messo al bando da anni dall'Oms (organizzazione mondiale della sanità), poichè risultato cancerogeno. La Coldiretti, plaudendo alle indagini dei Nas, invita «ad andare sino in fondo» sino alle ditte farmaceutiche che ancora producono queste sostanze o che le importano in Italia. ---------------------------------------------------------- tratto da La Stampa - Mercoledì, 18 Febbraio 2004 BLITZ ALL'ALBA L'inchiesta partita da Rimini travolge anche alcuni rappresentanti della zootecnia padovana Mangimi "dopati": 4 arresti dei Nas Associazione per delinquere contestata a veterinari e allevatori. Sostanze cancerogene per gli animali I carabinieri del Nas (Nucleo anti sofisticazioni) di Padova sono usciti dal comando di via Tommaseo alle tre e mezza di ieri mattina per eseguire nove ordinanze di custodia cautelare e sette perquisizioni in provincia, nel Veronese, e Vicentino altra zona di loro competenza. I capi d'imputazione ruotano tutti attorno al commercio e alla somministrazione di medicinali guasti o adulterati, oltre che all'uso di sostanze pericolose e altamente cancerogene nei mangimi di allevamenti avicoli (polli e tacchini), cunicoli (conigli), ittici, di selvaggina (come quaglie e fagiani) e anche di animali di taglia superiore come bovini e suini. A questi si aggiungono reati come l'esercizio abusivo della professione farmaceutica e la ricettazione.Un lavoraccio per i Nas locali, ai quali si sono aggiunti colleghi provenienti dai nuclei di Ancona, Latina, e Trento, sotto il coordinamento di quelli di Bologna. Gli accusati sono finiti nei guai dopo un anno e mezzo di indagini e di intercettazioni da parte dei carabinieri, intervallate da continui blitz per acquisire i necessari riscontri.Nel Padovano, in particolare, gli ordini di custodia hanno colpito un veterinario ed alcuni allevatori o mediatori di bestiame diDue Carrare,Sant'Urbano,Pernumia e della stessaPadova. L'organizzazione si dava da fare per reperire sul mercato (lecito o clandestino) e commercializzare sostanze medicinali guaste o imperfette che si presentavano pericolose per la salute pubblica. Le sostanze e i farmaci venivano utilizzati dagli allevatori per promuovere la crescita e l'ingrasso degli animali, per curare le eventuali malattie anche come indiscriminata prevenzione dell'insorgenza di epidemie tra le bestie, con un conseguente danno economico. Molto più semplice saltare tutti i controlli e fare da soli, con l'aiuto di veterinari e fornitori compiacenti e soprattutto, molto interessati ad un illecito guadagno. I numeri dell'inchiesta che si snoda tra conigli potenzialmente cancerogeni e tacchini dopati sono emblematici. I carabinieri hanno sequestrato qualcosa come 64.000 conigli, 3.600 tacchini e 1.800 vitelloni. Oltre 10 mila chilogrammi di principi farmacologicamente attivi, per un valore di 220 mila euro. Dall'amoxicillina, un antibiotico delle penicilline per cui sono stati fissati precisi limiti per l'impiego sugli animali, al dimetridazolo, un antibatterico cancerogeno. Poi ossitetracilina, altro antibiotico, sulfadimetossina, eritromicina, cloramfenicolo e molto altro ancora. Provenienti da Spagna, Olanda, Svizzera, San Marino Germania e Cina. Le analisi, spiegano gli investigatori, hanno poi evidenziato la presenza nelle carni di ormoni come l'estradiolo (con effetti sullo sviluppo, immunologici, immunotossici e genotossici), che favorirebbe l'insorgenza di tumori, soprattutto in bambini in età prepuberale. Le cui mamme, magari, davano loro carne bianca "perchè più magra e digeribile". E non è finita. C'è anche il 17Beta-Boldenone, che una direttiva dell'Unione Europea definisce "totalmente cancerogeno". Questo steroide anabolizzante, già sequestrato in Piemonte anni fa, rappresenta una novità in campo europeo per la formulazione rinvenuta in questa indagine. Soprattutto perchè alcuni allevatori, in particolare olandesi, ne sostenevano l'origine naturale, mentre ne sono stati trovati tre litri allo stato puro, del valore di 70mila euro. Angelo Cimarosti -------------------------- Tratto da il Giornale di Brescia - 18/02/04 Da Rimini l'operazione «Tapiro» dei Nas di Bologna: 54 provvedimenti di arresto, sequestrate migliaia di chili di sostanze medicinali Farmaci pericolosi per ingrassare animali Sei arresti nel Bresciano. Ispezioni in allevamenti della Bassa, sequestrati 4mila tacchini Le ispezioni in alcuni allevamenti avicoli BASSA Animali da reddito, come bovini e suini, ma soprattutto polli e tacchini, allevati a dosi massicce di antibiotici, ormoni, e altri prodotti chimico-farmaceutici somministrati completamente al di fuori di ogni controllo veterinario. È il traffico illecito scoperto dai carabinieri del Nas di Bologna, che in un'indagine coordinata dalla Procura di Rimini e durata oltre un anno, hanno smascherato un vero e proprio sistema basato sulla somministrazione di prodotti farmaceutici spesso per mantenere alta la produzione delle carni. L'operazione «Tapiro» è scattata dalle primissime ore del mattino, ha portato all'esecuzione di 25 ordini di custodia cautelare in carcere, 29 ordinanze agli arresti domiciliari, 148 perquisizioni, per un totale di 98 indagati: i carabinieri, su delega del Pm di Rimini Marino Cerioni (ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip Lorena Mussoni) sono entrati in azione nelle province di Vercelli, Alessandria, Terni, Reggio Emilia, Rimini, Cremona, Perugia, Modena, Pavia, Livorno, Udine, Padova, Macerata, Asti, Vicenza, Venezia, Varese, Mantova, Piacenza, Bologna, Parma, Cuneo, Novara, Lodi, Treviso, Brescia, Bergamo, Verona, Como, Milano, Lecco. Sei i provvedimenti eseguiti nella nostra provincia: tre arresti con detenzione a Collio e a Desenzano mentre un bresciano residente in città è stato arrestato a Bologna; tre con la concessione dei domiciliari, uno a Bagnolo e due a Pralboino. Sono state eseguite ispezioni in allevamenti a Leno, Bagnolo, Pralboino, Orzinuovi e Cazzago San Martino per prelevare campioni di sostanze che verranno sottoposte ad analisi. Quattromila tacchini sono stati sequestrati in un macello del Bresciano. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere all'esercizio abusivo della professione, fino al commercio e alla somministrazione di medicinali guasti, alla ricettazione e alla adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari. Le indagini hanno inizialmente portato alla scoperta di un'organizzazione che faceva capo inizialmente a Rimini, poi sviluppatasi anche nella Repubblica di San Marino e ramificatasi in tutto il Centro Nord-Italia: un'associazione che - secondo gli investigatori - era dedita al reperimento e al commercio sostanze medicinali guaste o imperfette, idonee tanto per l'uso umano che veterinario, e che si presentavano pericolose per la salute pubblica. Sono state sequestrate 1.100 confezioni di principi attivi e varietà medicinali, per uso umano e veterinario, fatte entrare illegalmente in territorio italiano; oltre 6.700 chilogrammi di principi farmacologicamente attivi destinati ad uso veterinario. L'attività dei carabinieri del Nas ha portato anche al sequestro, a scopo cautelativo sanitario, di 4 mila conigli perché considerati pericolosi per la salute pubblica essendo stati sottoposti a trattamenti con cloramfenicolo; e anche di 1.180 vitelloni maschi, sempre a scopo cautelativo sanitario che sono risultati positivi alla sostanza 17 beta-boldenone. Per quest'ultima sostanza, e per un'altra chiamata boldioni, si tratta del primo sequestro effettuato in un allevamento in Europa: queste sostanze sono infatti steroidi anabolizzanti usati per trattamenti illeciti soprattutto nei bovini, nei cavalli da corsa e nell'uomo per migliorare le prestazioni sportive. Al blitz hanno partecipato oltre 300 carabinieri del Nas, aiutati da oltre 300 militari dei diversi Comandi provinciali dell'Arma, compreso anche quello di Brescia. Nell'ambito dell'operazione, i carabinieri hanno trovato e sequestrato quintali di farmaci e sostanze commerciate illecitamente in cinque siti, fra società di produzione e allevamenti nel Milanese e nel Bresciano. Sotto sequestro sono finiti quattro quintali in un sito, fra i tre e i cinquanta chili in un altro, altri sei quintali in un'altra società. Secondo le indagini dei carabinieri del Nas di Bologna, ordinate dalla Procura di Rimini, le sostanze e i farmaci venivano poi utilizzati dagli allevatori per promuovere la crescita e l'ingrasso degli animali, per curare le eventuali malattie o effettuare trattamenti preventivi indiscriminati. Fra le sostanze sequestrate ci sono amoxicillina, un antibiotico delle penicilline per cui sono stati fissati precisi limiti per l'impiego n egli animali da reddito; il dimetridazolo, un antibatterico ad ampio spettro appartenente alla famiglia dei nitrofuranici e cancerogeno; ossitetracilina, un antibiotico ad ampio spettro di attività di farmacoresistenza; e ancora sulfadimetossina, della famiglia dei sulfamidici, cioè chemioterapici ad attività antibatterica e antiprotozoarica.
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