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rassegna stampa: lingua blu, il vaccino provoca aborti e riduce la produzione del latte
- Subject: rassegna stampa: lingua blu, il vaccino provoca aborti e riduce la produzione del latte
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 21 Jan 2004 14:40:26 +0100
a cura di AltrAgricoltura Nord Est ------------------------------------- Lingua blu. I pastori di Gesico, Mandas e S. Nicolò Gerrei contestano il farmaco «Provoca aborti e riduce la produzione del latte» Lo hanno già ribattezzato il vaccino-killer. Gli allevatori di Gesico sono sul piede di guerra contro il farmaco per combattere il morbo della Lingua blu. In attesa del prossimo decreto ministeriale sulla prevenzione, i pastori annunciano battaglia contro ilvaccino imposto da Roma. A Gesico gli allevatori non hanno dubbi: il farmaco contro la Blue tongue delle pecore è un diffusore di malattie. Una protesta che sembra coinvolgere anche altri centri della Trexenta, soprattutto nella zona alta dove si sono verificati i maggiori problemi. In prima linea i circa cinquanta allevatori di Gesico: quasi tutti sostengono di aver subito grossi danni in seguito alla vaccinazione. «Sino a quando non sarà fatta la massima chiarezza sull'argomento siamo decisi a rifiutare un vaccino sul quale nutriamo forti dubbi», dicono gli allevatori. Il farmaco non avrebbe mai realmente risolto il problema del virus, ma anzi avrebbe come unica conseguenza quella di dimezzare la produzione in latte degli ovini. «È difficile credere ad un caso fortuito quando il problema coinvolge tutti», dice Enzo Porceddu, «ho dovuto fare i conti con una riduzione della produttività di quasi il 50 per cento negli ultimi due anni. E inoltre dopo l'ultimo vaccino mi sono morte 10 pecore e ho avuto 60 aborti su 250 capi del mio gregge. Non si può andare avanti in questo modo: ci erano stati promessi dei rimborsi sui danni subiti ma ancora non si è visto niente. Queste perdite stanno mettendo in ginocchio l'intero comparto». La protesta potrebbe diffondersi a macchia d'olio ma i primi a rimetterci saranno comunque gli allevatori. Chi rifiuterà il vaccino rischia di restare con la stalla sotto sequestro e di sicuro non potrà vendere gli animali. «Siamo già abbastanza penalizzati», accusa l'allevatore Silvio Bonu. «È nostro diritto pretendere delle risposte. Nel mio gregge si sono verificati cento aborti su un totale di quaranta pecore. Chiediamo almeno che ci vengano riconosciuti i danni». È questo forse l'aspetto più penoso tanto che alcuni allevatori hanno bussato alle porte del Comune per cercare sostegno. «È un problema serio per un centro che vive soprattutto di agricoltura e pastorizia», ha dichiarato il sindaco Terenzio Schirru, «ritengo sia doveroso valutare attentamente la questione e dare delle risposte alla categoria. Ovviamente sarà necessario dimostrare le eventuali responsabilità del farmaco ma non si può trascurare il crescente malcontento degli allevatori». Secondo l'agrotecnico Ugo Falqui, libero professionista con uno studio-consulenze a Senorbì si sono verificati casi di aborto e riduzione della produttività anche in altri centri della Trexenta e del Gerrei: «Ho ascoltato varie lamentele da parte di pastori di San Basilio, Arixi e Senorbì. Il problema è non abbiamo certezze riguardo le cause. Si può puntare il dito contro il vaccino ma questa è solo un ipotesi da valutare con la massima attenzione». Secondo i veterinari, però, bisogna essere più cauti. «Non c'è nessun rapporto causa-effetto tra vaccino e aborti», spiega il veterinario Marcello Mascia. «In Sardegna, tra l'altro, dopo le vaccinazioni dell'anno scorso abbiamo avuto pochi casi di Blue tongue rispetto ad altre regioni: solo12 focolai. Ora si è verificato un problema nuovo rappresentato dai nuovi sierotipi contro i quali non si è ancora vaccinato perché non è partita la campagna di prevenzione. Tutto questo non ha niente a che vedere con i problemi di allevamento che possono essere causati da errori gestionali o da fattori quali la salmonellosi e la crostidiosi. Quando gli allevatori riscontrano problemi sanitari dovrebbero rivolgersi a tecnici o veterinari per avere una diagnosi esatta». Severino Sirigu
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