I: rassegna stampa: Parmalat una crisi che rischia di travolgere i produttori del Centro Sud



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
----------------------------------
Incertezza, timore, attesa: sono ...
 di ROBERTA SOTTORIVA
Incertezza, timore, attesa: sono parole ricorrenti tra gli allevatori
pontini dopo il crak finanziario del gruppo Parmalat. Il trenta per cento
del latte prodotto dalle stalle pontine viene conferito alla Centrale del
Latte di Roma e da qualche giorno i timori si sono fatti paure. «Stiamo
seguendo con grande attenzione e con qualche apprensione tutta la vicenda
sia tramite la nostra confederazione a livello nazionale, sia a livello
regionale e locale», spiega la presidente di Coldiretti, Daniela Santori. E
già, perché è proprio a livello locale che si temono ripercussioni su tutta
la filiera già provata da altre vicende recenti.
Il conforto viene dai pagamenti andati a buon fine. Il latte conferito fino
ad ora è stato pagato dalla Centrale (controllata da Parmalat) ai produttori
della provincia di Latina, anche se ultimamente, spesso, con grande ritardo:
«Dai 60 giorni pattuiti si è arrivati a 180», dice ancora la presidente di
Coldiretti. Pagato, però, e di questi tempi è già molto. A dare qualche
certezza in più da ieri i giudici fallimentari hanno deliberato lo stato di
insolvenza della Parmalat, la dichiarazione consentirà al gruppo di
continuare a pagare i fornitori di latte con precedenza rispetto ai debiti
già in essere.
Ora tutti stanno a guardare. La filiera pontina è nella mani del commissario
straordinario Bondi e in quelle del Governo che dovrà in qualche modo farsi
carico di questo buco.
Luca Targa, presidente della Cia dice: «Siamo in continuo contatto con
allevatori e cooperative per seguire la vicenda che interessa una buona
porzione dei produttori di latte del nostro territorio. Un totale di mille,
mille e cento allevatori e 150-160mila capi bovini». Tradotto in produzione:
il 32% dei due milioni di quintali di quote-latte provinciali è latte
alimentare conferito alla Centrale del Latte di Roma tramite le varie
cooperative che operano sul territorio (sono circa una decina le più grandi,
molte di più quelle di piccole dimensioni). E guai se l'incertezza spigesse
gli allevatori a bloccare il conferimento: gli effetti sarebbero disastrosi
per tutta la filiera. «Confidiamo - aggiunge Santori - sulle iniziative già
intraprese a salvaguardia del gruppo industriale e sulle altre che
seguiranno per mantenere in piedi l'attività produttiva che, a differenza di
quella finanziaria, gode di buona salute».
-------------------------------------
N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com