Lettera del COSPA Nazionale agli allevatori



Vi giriamo la lettera che oggi il Cospa nazionale ha indirizzato a tutti gli
allevatori italiani che colpiti dalla crisi del settore e dell'intero
comparto agricolo sono in mobilitazione.

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COSPA NAZIONALE
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Come  tutti voi, in questi ultimi 6 anni, abbiamo creduto che il settore
lattiero caseario nel nostro paese potesse cambiare per garantire a tutti
noi un futuro di lavoro, di  reddito e di dignità. Pensavamo che il nostro
paese, la quinta potenza mondiale, la culla della civiltà e del diritto,
sapesse scrollarsi la vergognosa ipoteca delle quote latte, imposta dalle
Politiche Agricole  Comunitarie negli anni 80. Quelle maledette quote che,
negli ultimi 10 anni, hanno costretto a chiudere oltre 115.000 aziende
italiane, hanno procurato  gravissimi danni economici e all'ambiente del
nostro paese, come l'abbandono delle aziende zootecniche  di collina e di
montagna. Sono danni incalcolabili che paghiamo noi  e  pagheranno carissimo
le future generazioni.   Per questi motivi, che voi conoscete molto bene e
con tutti voi, abbiamo avuto la forza e il coraggio di unirci concretamente
e autonomamente, di smascherare le complicità del nostro mondo sindacale e
politico in questa P.A.C. che continua a danneggiare l'economia agricola e
ambientale del nostro paese, che non lascia un futuro di vita possibile per
noi e le nostre aziende. Cosi grande è stato il nostro movimento dei
comitati spontanei del latte  e cosi  forte è stata la nostra mobilitazione,
cosi giusti e  sacrosanti  sono statti i nostri obbiettivi che l'Unione
Europea ha deciso di distruggerci.
Lo vogliono fare con perversa lucidità perché le nostre rivendicazioni, per
ricostruire la sovranità alimentare e per assicurare cibo sano a ciclo corto
per tutti, mettono in crisi alle radici la mala-politica agricola dei
mercanti. Questo compito l'U.E. lo ha affidato al governo italiano. Chi ci
governa, sotto varie bandiere politiche,  si è incaricato, con la
complicità delle organizzazioni sindacali agricole storiche,  di gestire le
quote  in modo  vergognoso e infame. A colpi di decreti mortali, come l'
ultimo, dell'attuale ministro dell'agricoltura Gianni Alemanno, si
condannano a morte le nostre aziende  e si vuole por fine alla nostra
speranza di  giustizia, alla nostra volontà di vivere sulla terra e per la
terra.  L'ultimo decreto Alemanno procura un danno enorme a tutto il settore
lattiero caseario nazionale,  un pilastro portante della nostra agricoltura
e dell' economia del  nostro paese. Tutto questo  mentre l'agricoltura, in
tutti i settori, è sempre più in crisi, incapace di ridare futuro e reddito
dignitoso a chi ha ancora il coraggio di volerla lavorare e proteggere,
espropriata di uomini e di mezzi, costretta a ruoli marginali di pura
sopravvivenza per pochi, vittima  delle politiche assistenzialistiche della
P.A.C., quelle che uccidono le nostre aziende e arricchiscono i grandi
proprietari terrieri  a solo vantaggio dalla grandi multinazionali del
settore agroindustriale e  della Grande Distribuzione Organizzata.
Pensiamo che resistere contro la decisone di porre fine alla nostra
zootecnia da latte e delle nostre aziende  non riguarda solo i GIUSTI, cioè
quelli che, come il Cospa Nazionale  e come voi,  si sono rifiutati di
essere complici della  mala gestione delle quote latte nel nostro paese,  ma
riguarda tutti gli allevatori ed i cittadini italiani.
Tutti, infatti, sanno che, pur mancando il latte nel nostro paese, il
mercato gestito dalle multinazionali, di cui la Parmalat è la capofila,
continua a  toglierci il reddito, giorno dopo giorno. Continuano ad
abbassare il prezzo del latte alla stalla. Nel 1995 un litro di latte ce lo
pagavano *. 0,45,  oggi  nel 2003  ci danno *. 0,31 e  la previsione  nel
2007 è di euro 0,22 litro. E questo accade mentre i costi di produzione
continuano a volare. Se non  chiuderanno tutte le aziende per le quote, le
Politiche Comunitarie e del nostro governo ci faranno chiudere per mancanza
o perdita di reddito, o per la gestione delle politiche sanitarie folli come
quella della vaccinazione criminale dei  nostri bovini contro la Blu Tongue.
 Ora stanno operando per toglierci il sostegno finanziario con  le "multe"
illegali che vogliono applicate prima ancora di avere elevato l'infrazione,
e  purtroppo sempre più impraticabile appare la difesa legale di tutti i
nostri bravissimi avvocati che fino ad ora ci hanno salvato nelle aule di
centinaia di tribunali.
Quote  o non quote, la storia della nostra zootecnia da latte  e delle
nostre aziende finisce qui.

Una manovra preparata con attenzione e determinazione nei piani alti della
politica e dell'economia, quella di Bruxelles. Là sono a casa loro le
potenti lobbyes del settore caseario e agroalimentare. Hanno studiato,
pianificato e poi concordato con i politici nazionali, le organizzazioni
sindacali, i miopi industriali e le grandi Coop. del settore il grande
trappolone per noi allevatori. Colpiranno ora solo noi, gli irriducibili,  I
GIUSTI, gli allevatori dei COSPA che hanno sempre fatturato il latte, che
non hanno mai venduto o comprato le quote  e che ora  sono pieni di milioni
di euro di multe, ma colpiranno anche quelli che le sindacali chiamano gli
"ONESTI" allevatori, quelli  che le quote le hanno comprate o aderito alle
rateizzazioni, e sono tanti, quelli che hanno dovuto cedere e diventare
complici della più grande truffa mai prima consumata nella lunga storia
della nostra agricoltura. Le organizzazioni sindacali che tacciono
vergognosamente sulla questione del latte in nero,  ci hanno  divisi fra
giusti e onesti,  ma in realtà noi allevatori siamo tutti, da decenni ormai,
vittime della mala politica agricola comunitaria.
Ancora  più vittime  sono i cittadini consumatori italiani! L'economia del
nostro paese  che si vedrà sfilare dalle mani, per finire alle
multinazionali, i nostri  tesori  nazionali, oltre al mercato del latte
quelle 31  D.O.P. che,  a partire dal Grana Padano e dal Parmigiano
Reggiano,  tutto il mondo ci invidia.

 Se questa è l' analisi della  situazione, come uscirne?!
Crediamo che dobbiamo essere chiari e onesti e riconoscere insieme come la
nostra grande battaglia sia ad un punto morto. Come allevatori abbiamo
gestito e attuato tante mobilitazioni  in cui abbiamo rivendicato il diritto
sacrosanto di fare impresa! Non siamo riusciti  però, in sei anni, a imporre
al governo e soprattutto alla comunità europea le ragioni delle nostre
lotte!
Nuove idee e nuove  forme di lotta.
Le pratiche e le forme di lotta che ci hanno visti insieme in mille
battaglie, in centinaia di presidi con i trattori, in tantissime
manifestazioni straordinarie, basta ricordare Vancimuglio, la carovana per
Bruxelles, la manifestazione sull'Aurelia, il presidio a Linate e tante
altre, non sono sufficientemente efficaci anche se in esse  abbiamo
riversato tutta  la   nostra  forza, difeso la nostra dignità, dimostrato la
nostra onestà, con  lo spirito combattivo migliore  della gente dei campi.
Ma l'immagine che i mass media hanno dato di noi è stata quella di
dipingerci come manifestanti corporativi, addirittura dannosi per il nostro
paese.
Dobbiamo immaginare e praticare nuove forme di lotta, nuovi modi e luoghi di
comunicazione   capaci di creare consenso e nuovi alleati  tra tutti gli
agricoltori  e tra i cittadini/consumatori perché le nostre richieste siano
capite e difese da tutti e  per vincere  assieme nuove e vitali battaglie.
 I partiti sono i nostri alleati ?!
Noi siamo pochi numericamente, contiamo poco per il consenso politico e, per
queste ragioni, siamo impossibilitati a fare pesare le nostre ragioni per
modificare le  scelte di governo nazionale  e tanto meno della comunità
europea .
I partiti, a seconda delle loro convenienze, ora ci appoggiano e subito dopo
ci osteggiano o ci usano e noi,  purtroppo,  non abbiamo la  forza di
imporre le nostre ragioni.
Cosi ora Forza Italia e Alleanza Nazionale dicono di essere d'accordo con
noi, ma intanto ci fanno chiudere. Cosi il presidente  Berlusconi, che dice
di essere per la  libera impresa, intanto firma il decreto Alemanno ammazza
aziende.
Trattare con queste forze politiche, al governo o domani con le  altre, in
queste condizioni ci rende sicuramente perdenti, destinati ad essere presi
in giro come purtroppo è successo ad Arcore questa primavera.
Allora quale nuova  forza  politica e con quali alleati!
Noi siamo operatori agricoli, cioè coloro che producono il cibo e per la
precisione il latte e suoi derivati, bene primario della collettività. In
questi anni, a partire dal 2000, un grandissimo movimento agricolo si è
organizzato nel mondo,  un movimento che comprende milioni e milioni di
agricoltori aderenti di tutte le nazioni e di tutti colori politici. Questo
movimento si chiama "VIA CAMPESINA". Ha quattro  obbiettivi  chiari che
porta avanti in tutto il pianeta e sono:
§  La Sovranità Alimentare
§  La fine delle politiche assistenzialiste
§  La difesa  dell'agricoltura di ogni singolo paese e la tutela  del
reddito dei contadini.
§  No agli ogm in agricoltura
Anche noi vogliamo la sovranità alimentare, cioè  vogliamo produrre il latte
necessario al nostro paese visto che ne importiamo 17 milioni di quintali
(ma in realtà con il latte in nero sono molti di piu).
Anche noi vogliamo la difesa della nostra agricoltura dalle politiche delle
multinazionali che come la Parmalat e la Monsanto vogliono trasformarci  da
liberi imprenditori a soccidari.
Anche noi vogliamo proteggere, con giuste politiche doganali, le nostre
frontiere per difendere il nostro reddito agricolo.
Per tutti questi motivi  abbiamo  capito che noi dobbiamo avere la forza di
saperci alleare  con loro, contro le politiche del W.T.O., ma in
particolare contro questa assassina Politica Agricola Comunitaria.
Via Campesina si batte anche in Europa  con tante associazioni e sindacati
tra cui la più forte è la Confederation Paysanne di José Bové .
Pensiamo che dobbiamo unire la loro forza  alle grandi ragioni della nostra
lotta, dobbiamo costruire un fronte agricolo e sociale più  grande, più
deciso, più organizzato, per poter  cambiare le politiche della P.A.C., far
togliere per sempre  le quote latte al nostro paese e  fare ritirare il
decreto Alemanno.
Per questo vi invitiamo, a Venezia, al Social Forum Mediterraneo, per fare
tre giorni di grande mobilitazione, di grande capacita di cambiare da subito
le cose.
Protesteremo e denunceremo la gravità della situazione che viviamo davanti a
Franz Fischler, commissario delle politiche agricole comunitarie, davanti
al ministro Alemanno,  ai ministri delle politiche  agricole di tutta Europa
e ai delegati dei paesi del mediterraneo. Chiederemo la solidarietà di
agricoltori e cittadini  e cercheremo insieme le forme di mobilitazione
giuste per resistere e per vincere.

Saranno con noi e parteciperanno alla nostra resistenza:
 Luis Aldori Correa  Pedroso dirigente sindacale del Movimento dei SEM TERRA
del Brasile, a nome di via Campesinas Mondiale.
Levent Sen Sever Fikret della Turchia, coordinatore dei sindacati agricoli
dei paesi arabi, i delegati di Malta, Marocco, Spagna, Francia, Germania,
Portogallo.
Lo sappiamo bene che ci sono anche altre forze politiche e dell'
associazionismo di base, immaginiamo che ci saranno anche molti giovani che
non lavorano la terra e che non sono imprenditori, ma comunque saranno lì,
anche loro per  praticare  la loro solidarietà e per mobilitarsi, come noi,
contro le multinazionali, gli O.G.M., la cattiva globalizzazione. Noi
riusciremo sicuramente  a mantenere la nostra identità, noi non abbiamo su
questo nessun problema, sapremo continuare sempre nella nostra lotta, a
testa alta, con nuova determinazione e con grande autonomia.
 Da Martedì 25 saremo nella nostra piazza, faremo la nostra assemblea alle
ore 10.30 in Campo San Geremia, Mercoledì  26 alle 10 faremo la
manifestazione, Giovedì 27 tenteremo di fare sentire le nostre ragioni ai
potenti ministri dell'agricoltura.
 Mentre altri allevatori presiederanno incroci stradali circondati da
poliziotti come criminali, allevatori a cui va tutta la nostra condivisione
negli obbiettivi, noi saremo dentro la  città  di Venezia, la nostra
Venezia,  che per secoli ha saputo portare nel mondo cultura, lavoro,
benessere, quella Venezia che ha caparbiamente  difeso le sue acque e la
terraferma!  Ai veneziani chiederemo ancora una volta tutta la loro
solidarietà .


Vi mandiamo il programma politico e di rivendicazione:
1.La fine di questa P.A.C. distruttiva,  per una giusta Politica Agricola
Nazionale e Comunitaria  che difenda l'ambiente e chi lavora la terra;
2.Il ritiro del decreto   Alemanno;
3.Il ritiro del decreto della  vaccinazione obbligatoria della Blu Tongue;
4.Politiche di governo  capaci di esaltare le nostre produzioni,  in
particolare le D.O.P. contro la caduta del  NOSTRO reddito
5.No  agli ogm e a qualsiasi politica di coesistenza.

Vi aspettiamo guerrieri, come sempre con una  freccia in più per vincere la
nostra battaglia .



Verona  24 novembre 2003					 Vilmare
Giacomazzi
								(Presidente
CO.SP.A. Nazionale)



P.s.:
Senza rabbia, senza neanche alzare la voce informiamo che disobbediremo al
decreto Alemanno. Produrremo il latte quanto basta per il decoro ed il
reddito delle nostre  famiglie, per il diritto ad una alimentazione sana e
sicura dei cittadini, ma faremo  di più, ci assumeremo  le responsabilità di
disubbidire al decreto Alemanno con tutti coloro che lo varranno fare.
Continueremo a fare il latte e  il formaggio e  a venderlo per pagare i
nostri allevatori.
Vogliamo sfidare questa P.A.C., vogliamo  attuare le forme di lotta legali e
di legittima difesa che riterremo  più giuste.
Vi aspettiamo tutti  l'11 dicembre alla fiera di Verona  alle ore 11.00 per
presentarvi il programma di lotta del 2004.
La mobilitazione continua  ad oltranza.


















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