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Comunicato stampa del COSPA Nazionale .
- Subject: Comunicato stampa del COSPA Nazionale .
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Mon, 3 Nov 2003 20:24:55 +0100
In allegato e di seguito il comunicato stampa del Cospa Nazionale riguardante la lettera al Mattino di Padova inviata dall'AVEPA e pubblicata sull'edizione di ieri. A cura di Altragricoltura Nord Est. ____________________________________________________________________________ L' AVEPA HA PERSO IL TRENO. Ci sono occasioni nella vita che, come i treni, a volte, si perdono... L’AVEPA (Agenzia Veneta per i pagamenti in agricoltura), con il comunicato stampa di domenica 2 novembre 2003, ha perso il treno e quindi il suo appuntamento con la storia. Il nostrano braccio operativo delle Politiche Agricole Comunitarie ha mancato un' occasione importante per mettersi dalla parte dei contadini che resistono per difendere le loro aziende, per proteggere ciò che resta della nostra agricoltura, per garantire il ciclo corto nella produzione del latte. L'AVEPA, invece, nel suo comunicato stampa, letto da tutti i cittadini sul Mattino di Padova, si lamenta del modo poco urbano (a suo giudizio) con cui gli allevatori sono entrati nella sua sontuosa sede a chiedere ragione, nella sostanza e nel metodo, sull'invio di una “ Letterina” alle famiglie di allevatori veneti. Una lettera burocratica "alla Ponzio Pilato" che contiene "neutre" informazioni riguardanti gli importi di multe inerenti alle gestione delle quote latte. Riguardo le ragioni della sofferta presenza degli allevatori, l'AVEPA si lava le mani e come Ponzio Pilato vorrebbe dirsi innocente del dramma che finge di ignorare e di cui è in parte protagonista ed artefice. L’AVEPA, Agenzia Veneta per i pagamenti in agricoltura, è l’ente regionale che si occupa dell’erogazione di tutti i finanziamenti inerenti le misure di sviluppo rurale. L'AVEPA non può essere neutrale perchè è il terminale vero delle decisioni politiche di indirizzo della nostra agricoltura. In pratica distribuisce milioni euro dei contribuenti per determinare ciò che sarà sulle tavole dei cittadini veneti. Non è responsabilità di poco conto. E' una struttura dotata di grandissimo potere, con compiti di vigilanza e di controllo. Ed è l' ufficiale pagatore. Come tutti i potenti, premia i buoni agricoltori e castiga i cattivi, su indicazione della PAC, madre di tutti i disastri agricoli che stanno minando la nostra agricoltura. Chi siano i cattivi e/o i buoni viene determinato a Bruxelles, a Roma e qualche volta a palazzo Balbi. A Bruxelles e a Roma nel 1986 hanno deciso che il latte e i suoi derivati, (formaggi burro Yogurt ecc), debbano essere prodotti nel nord Europa e che la nostra zootecnia debba essere smantellata. Non importa quali saranno i danni sociali ed ambientali di queste devastanti decisioni prese a tavolino dai potenti di turno. Per queste ragioni, solo negli ultimi dieci anni, le aziende zootecniche che producono latte in Veneto sono passate da 28.667 a 10.605 realizzando una perdita del 67% della nostra zootecnia da latte, essenziale dal punto di vista alimentare e vitale per la conservazione del patrimonio ambientale, in particolare per la collina e per la montagna. Le stalle da latte, questo lo capiscono quasi tutti, in forza della loro capacità di autosostenersi presidiano il territorio e possono diventare, attraverso i percorsi di qualità, garanzia alimentare per i cittadini. Non bastasse questo dato per rendere la drammaticità della situazione si può aggiungere che in questi giorni altre migliaia di aziende venete stanno chiudendo per effetto del recente decreto Alemanno sulle quote latte. Le quote latte e la loro gestione, sono un enorme imbroglio. Noi lo gridiamo da sempre, lo hanno scritto ben due commissioni parlamentari di inchiesta presiedute dal generale Lecca, ma l'AVEPA è fuori della storia e non ci sente. Il meccanismo infernale delle quote latte aveva come obbiettivo la trasformazione del nostro paese da autosufficiente a importatore nel settore caseario. E questo obiettivo, lo dicono i numeri delle aziende assassinate in sedici anni, è perfettamente riuscito. In Italia hanno chiuso oltre 120.000 aziende agricole zootecniche. La conseguenza è che ora importiamo circa 20 milioni di q.li di latte all'anno! Quasi il 50% del latte che arriva sulle nostre tavole viene importato da altri paesi, spesso extraCEE, con evidenti e maggiori rischi alimentari. Grazie al nuovo decreto Alemanno altre migliaia di allevatori dovranno chiudere le aziende perché non in possesso di sufficienti quote di produzione. Chiuderanno, pur avendo avuto la forza, il coraggio e la capacita di difendersi anche grazie ai Cospa. Oggi, più di ieri, i cittadini dovranno preparasi a latte prodotto chi sa dove, senza certezze sui controlli sanitari, da quali pascoli sia ricavato il fieno o da quali insicuri mangimifici provenga il resto della razione alimentare. Certo che il fatto è politico, oltre che di grande rilevanza sociale. Per queste ragioni a manifestare solidarietà agli allevatori c'erano almeno alcune forze politiche, anche per tentare di creare uno spazio di confronto e per cercare con i protagonisti una soluzione ai problemi che devastano la nostra agricoltura. Su questo almeno l'AVEPA ha l'obbligo di esserci, non può lavarsene le mani, nè perdere altri treni e non può nemmeno nascondersi dietro alle sigle di organizzazioni sindacali agricole che si sono dimenticate persino di immaginare come costruire una nuova politica agricola di resistenza del mondo agricolo e di tutela delle nostre campagne. Dal comunicato stampa si deduce invece quanto il direttore dell'AVEPA, il Dott. Farina, sia preoccupato per i ritardi causati nelle cinque ore in cui gli allevatori sono stati civilmente e pacificamente presenti nei suoi uffici. I suoi impiegati avrebbero dovuto dedicarsi ai calcoli per il pagamento dei premi sul tabacco e dei seminativi mentre la delegazione di allevatori dei COSPA avrebbe dovuto capire il servizio reso dalla “letterina “, “dovuta “ “concordata”, che riportava “semplicemente” la notizia della loro rovina e lo scontato enorme danno alla nostra economia e alla sicurezza e sovranità alimentari. Le ragioni che obbligano gli allevatori del Cospa a resistere sono le stesse per le quali è nato un grande movimento nel mondo che ha come parole d’ ordine la sovranità alimentare, cioe il diritto di ogni popolo a produrre cibo quanto serve al proprio paese. Un movimento nuovo ma già così grande e forte nel mondo che è riuscito a bloccare il vertice del WTO di Cancun. Proprio le politiche agricole di sostegno alle produzioni sono state una delle cause di rivolta dei paesi poveri. Le strutture ascetiche come l’AVEPA, nate “per instaurare equi rapporti economici e sociali nelle campagne, favorendo l'azienda familiare, la proprietà coltivatrice diretta singola e associata, e la professionalità agricola” (dall’articolo 4 dello statuto della regione Veneta ) si trasformano invece in organismi capaci di determinare in senso negativo il futuro individuale e collettivo della nostra vita. Le "letterine", ricevute dagli allevatori, che riportavano solo le multe pregresse ma non le sentenze di sospensiva sono un fatto politico parte di un disegno più ampio che colpisce ancora e gravemente la nostra economia regionale e nazionale, segnano un destino di morte per le aziende agricole zootecniche e pregiudicano la certezza di latte sano per i consumatori. L’AVEPA, il suo strano direttore e la sua portavoce avranno tempo e modo per capire che esiste il diritto alla critica e alla proposta alternativa. Con il loro "comunicato stampa" dimostrano che l’AVEPA ha perso il treno del senso di responsabilità. Nella storia di oggi si propongono come struttura perfettamente in linea con Fishler, Alemanno e Conta e cioè promuovono quanto di più negativo per la salute della terra, di chi la lavora e di chi ne gode i frutti. Triste però, molto triste, per una struttura ascetica e solo strumentale come vorrebbe essere l’AVEPA, cimentarsi in giudizi e peggio ancora in insulti verso organizzazioni politiche e sociali, presenti per dare la propria solidarietà a veri contadini messi a morte da una mala politica agricola. Questo conferma e rafforza la nostra convinzione che, dentro l'AVEPA non ci siano solo spassionati funzionari, ma veri nemici della nostra agricoltura. Direttore Farina, la battaglia per il diritto alla sovranità alimentare è solo l’inizio di una nuova stagione di lotta nelle campagne. Avremo tante occasioni di rivederci ancora presso i Vostri uffici e non disperiamo che lei saprà qualche volta non perdere il treno e saprà e vorrà assicurare, come noi facciamo, comprensione e solidarietà per chi fatica per salvare la propria azienda ma anche per costruire nelle nostre campagne un futuro migliore e possibile per tutti. Cospa Nazionale Vilmare Giacomazzi N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com
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