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rassegna stampa:Democratici di Sinistra Ogm Free?!
- Subject: rassegna stampa:Democratici di Sinistra Ogm Free?!
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 22 Oct 2003 02:01:03 +0200
Ben venga la dichiarazione sottoriportata del responsabile dell'area agricoltura dei DS. C'è un leggero ritardo in tutto ciò che non ha certo facilitato la strada ai cittadini che da anni rivendicano il diritto ad un cibo sano e la tutela della loro salute; ora staremo a vedere se questa svolta è ragionata od è un tatticismo preelettorale, di quelli tanto cari al sistema dei partiti. I DS, infatti, possono fare pendere la bilancia dalla parte dei cittadini o delle multinazionali delle biotecnologie, è importante che emergano al loro interno posizioni critiche con quanto hanno espresso fino ad oggi sul problema OGM. a cura di AltrAgricoltura nord Est ------------------------------------------------- Tratto da "Il Manifesto" - 21/10/03 Nuova linea, Ds ogm-free I Democratici di sinistra sono stati finora fautori di una politica ambigua sul biotech: ora paiono sposare una linea ambientalista. Parla Francesco Baldarelli, responsabile agricoltura del partito LUCA FAZIO MILANO IDs, o meglio, l'area agricoltura del partito di Massimo D'Alema, ha deciso di uscire allo scoperto. «In Italia non ha senso pensare agli organismi geneticamente modificati», afferma Francesco Baldarelli, coordinatore del dipartimento economia e responsabile agricoltura del partito. In questi giorni Baldarelli sta facendo circolare un documento interno sui temi della sovranità alimentare, per cercare di allargare il consenso. La nuova linea «ogm free» dei Ds - una vera svolta dopo anni di atteggiamenti a dir poco ambigui - verrà ufficializzata il 5 novembre a Roma in occasione degli stati generali sugli ogm convocati da diverse associazioni agricole e ambientaliste. Sono mesi che con difficoltà lei sta lavorando per spostare gli orientamenti del partito. Qual è l'argomento più forte che utilizza per convincere gli scettici? Sottolineo sempre che il valore aggiunto dei prodotti tipici è straordinario e ha registrato un più 10% di penetrazione nel mercato. E' un argomento di carattere economico, che però spiega bene perché sarebbe drammatico se l'identità agricola del nostro paese venisse inserita in una standardizzazione produttiva. Sarebbe un dramma per tutto il comparto alimentare e per le persone che ci lavorano. Inoltre, mi ha colpito molto l'atteggiamento assunto dalle grandi realtà cooperative, Coop Italia su tutte: puntando sulla qualità alimentare e dicendo no agli ogm ci hanno messo di fronte a una realtà cui non avevamo prestato abbastanza attenzione. C'è un'altra cosa... Cosa? Quello che mi è successo nel luglio 2001. A Genova io sono stato fischiato, partecipavo alle manifestazioni come rappresentante dei Ds per l'agricoltura. Lì ho capito che era necessario invertire la nostra analisi politica. Ce ne avete messo di tempo... I temi della sostenibilità prima potevano sembrare marginali per una cultura politica troppo legata alla produttività, ma il clima oggi è cambiato e anche i riferimenti culturali. La fiducia incondizionata alla scienza oggi si scontra con il concetto di limite, ci ha aiutato il fatto che la realtà molto spesso corre più veloce di noi. E' innegabile che nel partito ci siano culture politiche che hanno ancora qualche difficoltà a mettersi in sintonia con quest'idea. Insomma, la lobby del biotech nei Ds è ancora forte. Non esiste alcuna lobby del biotech, del resto sono io il responsabile per l'agricoltura del partito, e non mi hanno ancora messo a tacere. Ci sono solo alcune sensibilità che pensano che gli ogm siano importanti per il paese. L'area agricoltura dei Ds con questa «uscita» si smarca definitivamente dagli ogm. Sarà questa la linea del partito, o il percorso è ancora in salita? Siamo riusciti a ottenere un risultato importante. Affermiamo che il modello agricolo italiano non ha bisogno di ogm e che non bisogna fermare la ricerca. A mio parere questa è un'idea condivisa all'interno del partito. Che significa non fermare la ricerca? Significa che la ricerca deve lavorare dentro al principio di precauzione per valorizzare la biodiversità e per monitorare i processi da inquinamento da ogm. E' proprio lo sviluppo della ricerca pubblica che potrà impedire il dominio dei grandi gruppi del biotech. L'orientamento anti-ogm del partito probabilmente scontenterà qualcuno alla Confederazione italiana agricoltura. Che ne pensa il presidente Pacetti? Ho letto la risoluzione del congresso della Cia e ho ascoltato Pacetti, non hanno parlato di apertura agli ogm. Però la Cia non è mai stata anti-ogm... E' evidente che per altri, penso a Coldiretti, la vicenda degli ogm è diventata occasione per maturare una nuova sensibilità politica, diciamo pure più vicina alla sinistra. Adesso noi abbiamo bisogno di ricostruire una forte identità del mondo agricolo, la competizione fra confederazioni non deve esserci su questi argomenti. Il fatto è che i produttori agricoli non vogliono ogm, e chi dice cose diverse non è in sintonia con quel mondo. Per sbarrare la strada agli ogm ormai si è formata un'aggregazione trasversale ai partiti. Ritiene che si possano davvero approvare norme sulla coesistenza fra agricoltura transgenica e biologica fondate sul principio della tolleranza zero? E' arrivata la fase in cui bisogna legiferare e io sono ottimista. Sono convinto però che il ministro Alemanno a questo punto dovrà fare i conti con Forza Italia e anche con un pezzo del suo partito. Se il ministro intende muoversi nella logica «ogm free», noi saremo d'accordo senza pregiudiziali; le nostre regioni, Umbria, Marche, Toscana, stanno già legiferando in questa direzione. La coesistenza, per ragioni geomorfologiche, sul nostro territorio non può essere applicata con uno schema legislativo: noi abbiamo bisogno di misure molto rigide. Lei è considerato un dalemiano. Come la mettiamo con la svolta ogm-free? Lui è stato presidente del consiglio e su questa questione ha sempre dovuto tenere una posizione di equilibrio, magari anche discutibile. Un conto è avere responsabilità di governo, un conto è esprimere i sentimenti che passano nella testa dei cittadini. Adesso, per quanto mi riguarda, mi sento in sintonia con D'Alema. Lo dico, e non mi considero dislessico. ------------------------------------ N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com
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