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Islanda: Il governo minaccia di riprendere la caccia alle balene
- Subject: Islanda: Il governo minaccia di riprendere la caccia alle balene
- From: "F A B I O C C H I::" <eco_fabiocchi at tin.it>
- Date: Sat, 5 Apr 2003 23:05:15 +0200
Islanda: Il governo minaccia di riprendere la caccia alle
balene
Il WWF ha condannato la richiesta
dell'Islanda di poter ricominciare la caccia su tre specie di balena.
La proposta e' stata inoltrata alla Commissione Baleniera Internazionale e
permetterebbe all'Islanda di cacciare 250 esemplari all'anno. Il WWF ha chiesto
al governo di ritirare immediatamente la sua richiesta. L'islanda e'
un'importante meta dell'eco-turismo per via del whale watching, che genera molti
piu' guadagni di quanti se ne ricaverebbero dall'uccisione di specie minacciate,
sostiene il WWF. La caccia servirebbe per condurre ricerche "scientifiche", ma
gli ambientalisti sostengono che questo e' solo un pretesto, e che tutte le
informazioni scientifiche possono essere raccolte senza uccidere le
balene.
Fonte: WWF International; Friends of the Earth International;
ENS Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at inwind.it *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com e replicate al messaggio di conferma che vi viene inviato *************** 3 Aprile 2003 - Il WWF ha condannato
la richiesta dell'Islanda di poter ricominciare la caccia su tre specie di
balena. La proposta e' stata inoltrata alla Commissione Baleniera
Internazionale e permetterebbe all'Islanda di cacciare 250 esemplari all'anno
secondo le disposizioni sulla ricerca scientifica della convenzione. Il
programma proposto prevede la cattura di 100 esemplari di
balenottera minore, 50 di balena Sei, e 100 di Balena Fin ogni anno. Queste
ultime specie sono classificate come "minacciate" dall'IUCN (World Conservation
Union).
Sebbene l'Islanda abbia inoltrato la proposta
senza renderla pubblica, un quotidiano di Reykjavik ha reso noti i
dettagli: la caccia servirebbe per condurre ricerche "scientifiche" sulla dieta
dei cetacei, la loro distribuzione, la grandezza delle popolazioni e la loro
interazione con le altre specie marine. Gli ambientalisti sostengono che questo
e' solo un pretesto, e che tutte queste informazioni scientifiche possono essere
raccolte senza uccidere le balene.
Secondo la Whale Conservation Society, i
risultati degli studi sulla dieta saranno usati solo per appoggiare falsi
argomenti scientifici che giustificano l'eliminazione delle balene al fine
di proteggere le risorse ittiche (che secondo il Giappone sono in declino a
causa dei grandi cetacei, ndt). Queste sono le stesse giustificazioni usate dal
Giappone che uccide 900 esemplari all'anno dietro la bandiera della ricerca
scientifica. La caccia commerciale non ricomincerebbe prima del 2006, ha detto
il governo islandese, mentre il programma "scientifico" inizierebbe nel 2003, ma
ancora nulla di definitivo e' stato deciso.
Il WWF ha chiesto al governo di ritirare
immediatamente la sua richiesta. L'Islanda e' un'importante meta
dell'eco-turismo per via del whale watching, che genera molti piu' guadagni di
quanti se ne ricaverebbero dall'uccisione di specie minacciate, sostiene il WWF.
Tra il 1986 e il 1989, dopo l'entrata in vigore della moratoria sulla caccia,
l'Islanda aveva gia' condotto un programma "scientifico" catturando 120
esemplari di balena all'anno. Sette delle 13 specie di grandi balene rimangono
in pericolo nonostante i decenni di protezione.
Secondo le stime della Commissione Baleniera
Internazionale, nell'Atlantico settentrionale rimangono tra i 21,000 e i 31,000
esemplari di balenottera minore, tra i 27,000 e gli 82,000 esemplari di balena
Fin, e 6,000-18,000 esemplari di balena Sei. L'Islanda e' rientrata nella
Commissione Baleniera lo scorso Ottobre, dopo una controversa votazione che per
un solo voto ha riammesso il paese nella Commissione.
Sempre in Islanda, una coalizione
internazionale di 120 ONG ambientaliste ha chiesto alle banche private ed alle
istituzioni finanziarie internazionali di non finanziare la costruzione della
diga Karahnjukar e la fonderia di alluminio. Se realizzato, il progetto
comprendera' la costruzione di nove dighe, tre bacini idrici, una serie di
tunnel e un impianto energetico da 690 megawatt. Questa e' solo la prima di una
serie di grandi dighe progettate per fornire elettricita' alle fonderie di
alluminio della Alcoa Incorporation. Le infrastrutture previste comporteranno un
alto impatto ambientale.
La Compagnia Energetica Nazionale Islandese intende
raccogliere i finanziamenti dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), la
Banca Nordica per gli Investimenti (BNI), e dalle banche private. Il WWF, gli
Amici della Terra e le altre ONG ambientaliste hanno chiesto alla BEI ed alla
BNI di non fornire alcun prestito per la realizzazione del progetto. Uno dei tunnel principali che si estendera' dal bacino idrico alla
centrale elettrica sara' costruito dalla societa' Italiana Impregilo.
E' possibile esprimere il proprio dissenso al progetto
mandando un'email tramite questo URL:
Articolo correlato:
Islanda: 3,000 km2 saranno danneggiati dalle infrastrutture
della Alcoa Inc.
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