Algeria news.10. Algeria ancora elezioni esplosive
- Subject: Algeria news.10. Algeria ancora elezioni esplosive
 - From: "Karim Metref" <kametref at tin.it>
 - Date: Wed, 9 Oct 2002 16:24:26 +0200
 
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 Un saluto da 
asaka.Italia, www.asakaitalia.too.it Ritorna l’Algeria 
a richiamare l’attenzione. In questi giorni, esattamente Giovedì 10 ottobre 
avranno luogo le elezioni amministrative per eleggere i consigli comunali e di 
wilayat (provincie). E già in tutta la Cabilia, ma anche in altre regioni e ad 
Algeri la capitale, si verificano scontri tra sostenitori e oppositori alla 
tenuta di questa consulta. Perché accadono 
questi scontri, qual è il senso che vuole dare il movimento cittadino ad un 
“sabotaggio” delle elezioni, questo lo potete leggere nell’articolo qui sotto. 
Inoltre, tante altre informazioni potrete trovare sul nostro sito: 
http://digilander.libero.it/asaka/LesPages/Page2.htm Buona lettura e a 
presto   Algeria ancora 
elezioni esplosive.   In questi giorni, 
esattamente Giovedì 10 ottobre avranno luogo, in Algeria,  le elezioni amministrative per eleggere 
i consigli comunali e di wilayat (provincie). E già in tutta la Cabilia, ma 
anche in altre regioni e ad Algeri la capitale, si verificano scontri tra 
sostenitori e oppositori alla tenuta di questa consulta. Il Movimento 
cittadino della Cabilia rifiuta ogni tipo di elezioni prima che siano accettate 
ed attuate le rivendicazioni contenute nella piattaforma detta di “El-Kseur”. 
Questa piattaforma di quindici punti che prova a dare risposte ai principali 
ostacoli per la modernizzazione dello stato e della società algerina: libertà 
collettive ed individuali, protezione sociale e occupazione, riconoscimento di 
tutte le dimensioni della cultura algerina e infine lo spinoso problema del 
controllo delle forze di sicurezza. <<Non serve a niente votare>>, 
dice Ourida Chouaki presidentessa dell’associazione per l’uguaglianza tra uomo e 
donna “Tarwa N’Fadhma N’Soummer”, sostenitrice attiva del movimento cittadino ad 
Algeri << Sappiamo che le 
liste sono pronte in anticipo, sappiamo cos’è la frode elettorale, quindi queste 
elezioni sono una pagliacciata.>> che prosegue per spiegare come movimenti 
che lottano per la democrazia possono chiamare a non votare, quindi a non 
praticare uno degli atti basilari della democrazia,<<E se 
fosse in un Paese a tradizione democratica e che non si crede in nessuno dei 
candidati il modo di protestare sarebbe di chiamare a votare in bianco. Ma ad 
ogni modo da noi in Algeria quale che sia la scheda elettorale imbucata non si 
sa cosa uscirà. In ogni modo i risultati sia che votiamo in bianco o per un tale 
o per un tal altro saranno a favore della maggioranza già scelta in anticipo.. 
Per il potere in posto basta che i seggi siano pieni e che le urne siano 
riempite per dare un’illusione di democrazia. E quindi il miglior modo di 
contestare queste elezioni e di dimostrare che la popolazione è contro questo 
potere è di non andare a votare. L’unica cosa che possa avere una visibilità in 
queste elezioni è di mostrare che i seggi sono vuoti. Quindi per noi è perché è 
l’unico modo per dimostrare il nostro malcontento, mentre nei Paesi a tradizione 
democratica andare a votare è un atto cittadino, in Algeria il non andare a 
votare è diventato un atto cittadino…>> E in effetti la 
campagna per il boicottaggio sta andando avanti sotto una rude repressione e 
un’intensa campagna di disinformazione contro i partigiani dell’anti-elezioni. I 
delegati del movimento sono stati molestati varie volte dalla polizia, cosi come 
si sono verificati atti di violenza tra sostenitori degli Aarch (movimento 
Cittadino) e quelli del Fronte delle Forze Socialiste, partito che ha deciso di 
prendere parte alle elezioni e a presentarsi anche in Cabilia, contro la maggior 
parte della società civile democratica Algerina che sostiene la lotta dei 
delegati dei villaggi e tribù.             
<<Partecipiamo a 
questi elezioni perché non vogliamo i comuni in mano ai vari mafiosi che 
sarebbero designati dallo stato, nel caso contrario>> ha dichiarato Ahmed Djedai, primo 
segretario del partito FFS. <<Noi, non vogliamo 
di queste elezioni>> 
gli risponde Rachid Alouache delegato dell’Aarch (tribù)Ait Djenad, dall’alto di 
una tribuna in piena piazza del mercato di Beni Douala, luogo simbolico in cui 
fu ucciso il giovane Massinissa, in Marzo del 2001,<<perchè Quelli che 
avremo votato, quelli che avrà veramente scelto il popolo: vogliamo che siano 
loro alla guida del Paese, sia che si tratti del Presidente della repubblica, 
dei deputati provinciali, o dei sindaci. Non vogliamo portare oggi un uomo 
pulito che diventi il nostro sindaco e che domani sia sporcato. Sapete fratelli 
che oggi un sindaco non può niente di fronte ad un questore della Polizia o ad 
un brigadiere della Gendarmeria. Abbiamo detto che vogliamo che la persona che 
portiamo al posto di sindaco sia veramente alla testa del Comune e non debba 
essere il sottoprefetto a comandarlo. Il sindaco è eletto dal popolo e non deve 
essere comandato dal sottoprefetto o dal prefetto, perché sono delegati del 
Governo e un servo del primo ministro Benflis…>> Mentre il 
boicottaggio attivo delle elezioni legislative del 30 maggio scorso è stato un 
pieno successo per il fronte unito della protesta. Queste amministrative 
rischiano di consumare la frattura avvenuta in seno al movimento democratico. Il 
partito FFS, dell’esule volontario della politica algerina, Hocine Ait Ahmed, ha 
fatto una mossa molto pericolosa sia per se che per tutto il movimento 
democratico. La sua partecipazione annunciata senza consultazione delle altre 
forze presenti sul terreno, è stata vissuta male dai giovani manifestanti della 
primavera nera, che si sono subito messi ad incendiare le sedi locali di questo 
partito. Il rischio per tutto il movimento di protesta è quella di una 
spaccatura definitiva e di scontri tra opposizioni che farebbero bene il conto 
del potere. Mentre la mossa è anche molto pericolosa per lo stesso FFS, perché 
buon numero dei suoi propri militanti sono membri degli Aarch e delegati a vari 
livelli del coordinamento. Ma la tendenza 
generale sembra molto a favore del movimento delle tribù che ha chiamato ad uno 
sciopero generale per sabato 5 ottobre scorso, che fu seguito quasi al cento per 
cento nelle province della Cabilia.  Il giorno della 
consulta rischia di essere molto caldo e già il governo ha spostato decine di 
migliaia di poliziotti e militari verso le varie località della Cabilia. Si 
rischia ancora un ritorno verso dei scenari come quelli vissuti durante le ore 
più buie della primavera nera del 2001.   ASAKA-ITALIA    | 
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