Africa: La cattiva gestione dell'acqua causa poverta'



Africa: La cattiva gestione dell'acqua causa poverta'
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Secondo il WWF, solo una buona gestione dei fiumi puo' rendere possibile la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e della riduzione della poverta'.

Fonte: WWF International
Traduzione di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at inwind.it
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13 Agosto 2002 - Secondo un rapporto del WWF, se nei prossimi decenni la crescita demografica in Africa continuera' aumentando la pressione sui servizi forniti dagli ecosistemi, sara' necessario triplicare le infrastrutture di gestione idrica al fine di raggiungere gli obiettivi dell'ONU che prevedono il dimezzamento entro il 2015 del numero di persone senza accesso ad acqua potabile e a condizioni igieniche adeguate.

Il rapporto afferma, pero', che solo una buona gestione dei fiumi puo' rendere possibile la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e della riduzione della poverta' in Africa. Secondo il WWF, affidarsi solo allo sviluppo di nuove infrastrutture non e' sufficiente.

Lo studio evidenzia che in Africa si e' verificata la crescita demografica piu' alta del mondo tra il 1990 e il 2000, ma il continente ha ancora il sistema di approvvigionamento idrico peggiore. Questa divergenza e' sottolineata dal fatto che, sebbene tra il 1999 e il 2000 circa 816 milioni di persone nel mondo hanno guadagnato accesso a qualche forma di approvvigionamento migliore, oltre un miliardo abitanti delle zone rurali nel Terzo Mondo ancora soffrono la mancanza di acqua, gran parte dei quali sono in Africa. Il continente e' particolarmente colpito dalla distribuzione irregolare di acqua: il 50% dell'intera superficie idrica si trova nel solo Bacino del Fiume Congo, mentre l'Egitto e' una delle zone che soffre maggiormente lo stress idrico ed e' il maggior consumatore.

La dipendenza dall'irrigazione in agricoltura e dalla costruzione di nuove dighe per conservare e utilizzare l'acqua e' mal gestita, infatti lo stato degli ecosistemi idrici sta continuamente peggiorando. Dal 1950 il numero delle dighe e' aumentato di 7 volte, esse deviano il 14% del flusso idrico totale nel mondo. Si prevede che entro il 2025 ben 10 milioni di persone dipenderanno da 63 bacini fluviali per l'acqua e il cibo. Ma 29 di questi soffrono gia' di stress idrico, e altri 18 si aggiungeranno ad essi entro il 2025.
La costruzione di dighe, laddove soluzioni alternative sarebbero state ugualmente o piu' efficaci, ha provocato l'aumento dei costi, talvolta la riduzione della produzione di cibo e della quantita' di acqua disponibile, e spesso danni irreversibili all'ecosistema. Il rapporto evidenzia che a causa della scarsezza di acqua, il futuro dell'irrigazione dipende dal miglioramento della gestione degli attuali schemi. Infatti una diga costruita per aumentare l'irrigazione per la produzione cerealicola puo' aumentare il raccolto di un particolare tipo di raccolto nella regione a monte, ma puo' anche causare un declino nella qualita' e quantita' dell'acqua dolce a valle, con la conseguente perdita degli stock ittici d'acqua dolce, l'aumento delle inondazioni e altri impatti che nel lungo termine compromettono gli obiettivi fissati per la riduzione della poverta'. I pesci d'acqua dolce sono la fonte primaria di proteine per i paesi africani; ma le condizioni dell'acqua mettono a rischio tali risorse e le popolazioni che da esse dipendono.
 
Il WWF cita il NEPAD (New Partnership for Africa's Development) che promette di sradicare la poverta' e promuovere lo sviluppo sostenibile. Ma uno dei maggiori difetti del NEPAD, dice il WWF, e' lo stesso che affligge altre parti del mondo: il fallimento di bilanciare lo sviluppo con il mantenimento delle funzioni degli ecosistemi. Tali ecosistemi, infatti, forniscono acqua per consumi umani, controllo del cibo naturale, filtraggio dell'acqua, ciclo dei nutrienti, controllo dell'erosione e una serie di prodotti come pesce, legname e fibre. Queste merci e servizi raramente hanno un valore di mercato e quindi non sono considerati negli schemi di gestione idrica. Un sistema di gestione appropriato deve integrare le complesse interazioni tra clima, ecosistemi, e specie con gli obiettivi politici, economici e sociali di ogni paese o regione.
 
Il rapporto si puo' scaricare da questo sito: