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Fabiocchi NEWS 27 Gen 2002
- Subject: Fabiocchi NEWS 27 Gen 2002
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Sun, 27 Jan 2002 21:45:59 +0100
Newsletter Eco-Internazionalista -OGM: Spagna ratifica Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza -OMS: Investire sulla salute pubblica generera' guadagni economici -Uganda: Banca Mondiale approva il finanziamento di una diga -Bhutan: WWF e governo promuovono la conservazione della natura -Foreste: Societa' svizzera comprera' solo olio di palma ecologico -WWF lancia campagna contro il sovrasfruttamento del mare -India: Enron ha violato i diritti umani tra il 1992 e il 1998 -ONU: La Globalizzazione deve tener conto dei Diritti Umani FIRMA LA PETIZIONE SUL CLIMA E LA POVERTA' http://www.legambiente.com/documenti/2001/1128clima/1128clima.html *************** Se volete ricevere questa newsletter, potete iscrivervi mandando una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com *************** Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at inwind.it Pubblicato su http://www.verdinrete.it/verditoscana Verdi Toscana http://www.informationguerrilla.org Information Guerrilla http://italia.indymedia.org Indymedia - Become the media http://www.ecplanet.net EcPlanet Archivi: http://www.verdinrete.it/verditoscana/fabionews/lenews.html *************** Fabiocchi consiglia: http://www.attac.it ATTAC Italia http://www.tassatobin.it Campagna per la Tobin Tax *************** OGM: Spagna ratifica Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza 25 Gennaio 2002 - Greenpeace ha appreso oggi che lo scorso 16 Gennaio il governo spagnolo ha ratificato il Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza. La Spagna e' il secondo paese europeo ad aver ratificato il trattato, dopo l'Olanda che l'aveva gia' fatto lo scorso 6 Gennaio. Gli altri 9 paesi che hanno ratificato il protocollo sono Bulgaria, Rep. Ceca, Fiji, Lesotho, Nauru, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Trinidad e Tobago, ed Uganda. Sale cosi' ad 11 il numero dei paesi ad aver ratificato l'accordo. Esso obblighera' i paesi che esportano OGM ad informare i paesi importatori, cosicche' questi ultimi potranno decidere se accettare o rifiutare il carico. Prima che l'accordo diventi legalmente vincolante occorrono 50 ratifiche. Fonte: Greenpeace Int.; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it OMS: Investire sulla salute pubblica generera' guadagni economici 20 Dicembre 2001 - Secondo un rapporto della Commissione sul macroeconomico e la salute dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita'), l'aumento delle spese sanitarie in tutto il mondo non solo salverebbe 8 milioni di vite umane all'anno, ma produrrebbe anche ingenti guadagni economici. Se tali spese aumenteranno di 66 miliardi di dollari all'anno rispetto agli investimenti attuali, entro il periodo che va dal 2015 al 2020 si genereranno guadagni annuali pari a 360 miliardi di dollari: cio' significa che il ritorno economico supererebbe di 6 volte la spesa. I cittadini piu' poveri del pianeta vivrebbero piu' a lungo, avrebbero piu' giorni di buona salute e, di conseguenza guadagnerebbero di piu'. Gli esperti sostengono che affinche' si raggiungano tali risultati e' necessario un drastico aumento della spesa sanitaria mondiale: meta' degli investimenti dovrebbe provenire dagli aiuti internazionali, mentre i paesi in via di sviluppo (PVS) dovrebbero fornire l'altra meta' privilegindo la spesa sanitaria sulle altre. Il rapporto non solo spinge i paesi ricchi a collaborare con i PVS in modo che tutti traggano vantaggio dalla globalizzazione; ma capovolge la teoria secondo cui la salute migliora come conseguenza della crescita economica: in realta', sostiene la commissione, il miglioramento delle condizioni sanitarie e' una condizione necessaria per lo sviluppo economico nei PVS. Secondo il progetto ideato dalla Commissione, il livello attuale degli aiuti internazionali (Official Dev. Assistance - ODA) pari a 6 miliardi di dollari all'anno, dovrebbe salire fino a 27 mld di dollari entro il 2007. I paesi a basso reddito invece dovrebbero ri-prioritizzare le loro spese nazionali. Per far cio' i paesi ad alto reddito spenderebbero lo 0.1% del loro Prodotto Interno Lordo (PIL), mentre i PVS dorebbrero aumetare le spese sanitarie dell'1% entro il 2007, e del 2% entro il 2015. La spesa servirebbe per contenere le malattie come la tubercolosi, HIV/AIDS, la malaria e le malattie infantili. Inoltre i paesi industrializzati dovrebbero cancellare il debito estero dei PVS in modo che questi possano aumentare le spese sanitarie. L'OMS consiglia anche la differenziazione dei prezzi per i farmaci salva-vita, al fine di renderli economicamente accessibili ai PVS. Fonte: WHO; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it Uganda: Banca Mondiale approva il finanziamento di una diga Gennaio 2002 - Lo scorso 18 Dicembre la World Bank ha approvato il finanziamento di una diga idroelettrica di larga scala vicino le cascate Bujagali, in Uganda. La Banca ha approvato il progetto nonostante le proteste delle Organizzazioni Non Governative (ONG) locali ed internazionali secondo le quali la diga da 520 mln di dollari e' un brutto affare economico per il paese in quanto non fornira' energia alla maggior parte dei cittadini ugandesi e aumentera' le tariffe di chi e' gia' connesso alla rete idrica; distruggera' il patrimonio culturale delle cascate, un tesoro che supporta la crescente industria turistica; provochera' la scomparsa di alcune specie ittiche; privera' molti ugandesi delle loro terre e dell'accesso alle risorse del fiume; ed e' stata progettata senza considerare le altre risorse energetiche dell'Uganda come le abbondanti oltreche' accessibili riserve geotermiche. Fonte: FoE Int.; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it Bhutan: WWF e governo promuovono la conservazione della natura 24 Gennaio 2002 - Grazie ad un accordo stipulato col ministero dell'agricoltura, il Field Museum di Chicago e il WWF forniranno addestramento ai conservazionisti del Bhutan, sponsorizzeranno studi scientifici, e contribuiranno alla realizzazione del primo museo e centro di ricerca sulla ricca biodiversita' del paese. In Bhutan, l'etica buddista ha tenuto intatto il 72% delle foreste. Il taglio forestale di larga scala e l'estrazione mineraria sono vietate, e quasi il 30% del territorio e' protetto da parchi nazionali, riserve ed altre aree protette. Fonte: ENS; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it Foreste: Societa' svizzera comprera' solo olio di palma ecologico 22 Gennaio 2002 - La piu' grande catena svizzera di vendite al dettaglio, Migros, in collaborazione col WWF, e' diventata oggi la prima societa' europea ad impegnarsi ad acquistare solo olio di palma proveniente da piantagioni che non hanno comportato la distruzione di foreste tropicali. L'olio di palma e' usato in molti prodotti commerciali, come la margarina e i detergenti. Nei maggiori paesi produttori, come Indonesia e Malaysia, le foreste vergini vengono sacrificate per far spazio alle monocolture di palme da olio. Durante lo scorso decennio la produzione di olio di palma e' raddoppiata raggiungendo le 23 mln di tonnellatte l'anno, e le piantagioni raggiungono globalmente i 10 mln di ettari. Secondo il WWF, in Indonesia la conversione delle foreste a monocolture di questo tipo, assieme al taglio illegale di legname, e' la causa principale della deforestazione. Migros acquistera' olio di palma proveniente da piantagioni coltivate in aree non deforestate recentemente. I guadagni annuali della Migros ammontano a 12 miliardi di dollari, e la societa' rappresenta il maggiore acquirente dell'olio di palma in Svizzera. Il primo carico di olio proveniente da piantagioni "ecologiche" che ha riceuto la Migros e' stato prodotto in Ghana con i criteri di sostenibilita'. Fonte: WWF Int.; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it WWF lancia campagna contro il sovrasfruttamento del mare 23 Gennaio 2002 - Il WWF International ha lanciato la campagna per la riforma radicale della Politica Europea della pesca. L'organizzazione ha lanciato anche un nuovo sito per la campagna: http://panda.org/stopoverfishing A livello globale, circa il 70% delle specie ittiche commercialmente valide sono sfruttate al limite della rigenerazione o oltre tale limite. La pesca eccessiva sta mettendo in pericolo l'ambiente marino e le comunita' di pescatori tanto in Europa quanto nel Terzo Mondo. L'Unione Europea e' una delle maggiori responsabili di tale crisi, infatti i due terzi degli stock ittici dell'Atlantico nord orientale sono sovrasfruttati. Il merluzzo e il nasello sono sull'orlo del collasso. Le flotte europee di pescherecci, che ricevono sussidi annuali paria 1.4 miliardi di Euro, danneggiano anche gli stock ittici del Terzo Mondo a causa di accordi stipulati con i governi dei paesi costieri. Le risorse marine di diverse nazioni in via di sviluppo rischiano di esaurirsi a causa delle flotte sussidiate dall'UE, minacciando quella che per molte comunita' locali rappresenta la principale fonte di cibo. Sono in pericolo anche le specie catturate "accidentalmente", come i delfini, focene, uccelli marini e tartarughe. Nel Mare del Nord, nel Mar Baltico e del Mar Celtico ogni anno vengono catturate accidentalmente dalle reti 7.500 focene, ovvero il 4,3% della loro popolazione totale. Ogni anno nel solo Mediterraneo rimangono vittime delle reti 60,000 tartarughe. L'UE sta rivedendo la Politica Comune Europea per la Pesca. Il WWF chiede che: vengano ridotti e riformati dei sussidi europei alle flotte di pescherecci; venga ridotta la capacita' di pesca deile flotte; si attuino programmi di ricovero a lungo termine per le specie sovrasfruttate; si stipulino accordi con i paesi del Terzo Mondo tenendo conto dello sfruttamento sostenibile. Fonte: WWF Int.; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it India: Enron ha violato i diritti umani tra il 1992 e il 1998 23 Gennaio 2002 - Tra il 1992 e il 1998 l'impianto elettrico della Enron corp. costruito a Dabhol (India) ha comportato gravi violazioni dei diritti umani. Cio' dimostra che le agenzie statunitensi devono esaminare piu' attentamente i progetti che finanziano, prima di concedere il prestito. Secondo un rapporto di Human Rights Watch (HRW) del 1999, le societa' indiane consociate alla Enron hanno pagato le forze di polizia per sopprimere l'opposizione dei cittadini all'impianto elettrico. La Enron e' stata complice della violazione di tali diritti per diversi anni. L'opposizione alla costruzione dell'impianto era iniziata nel 1992 per i sospetti di corruzione e per l'eccessiva velocita' con cui venivano condotti i negoziati riguardanti i termini e le condizioni dell'investimento della Enron. Gli agricoltori locali sostenevano di essere stati ingiustamente privati delle loro terre e contestavano il fatto che la poca acqua disponibile era stata deviata interamente per l'impianto. Alcuni attivisti hanno anche sollevato preoccupazioni sui potenziali danni ambientali. Il governo statunitense e' responsabile delle conseguenze sui diritti umani per la lobby che ha esercitato a nome di tre compagnie americane. La Banca Mondiale aveva ripetutamente rifiutato di finanziare il progetto perche' "economicamente non conveniente", ma il governo degli USA concesse alla Enron 300 milioni di dollari in garanzie di prestito per il suo investimento a Dabhol. La Export-Import Bank richiede una valutazione delle implicazioni sui diritti umani per concedere suoi prestiti. Ma la valutazione del Dipartimento di Stato diceva che non vi era alcun motivo per rifiutare di concedere il prestito. Secondo Human Rights Watch i contribuenti americani hanno finanziato la complicita' della Enron nella violazione di diritti umani, percio' chiede al Congresso che venga istituito un ufficio di valutazione presso la Export-Import Bank. Nel 2001 il Congresso aveva introdotto un provvedimento per evitare le "disattenzioni" della Export-Import Bank. Ma l'amministrazione Bush, a capo della banca stessa, e molti rappresentanti delle multinazionali si sono opposti al provvedimento che e' stato definitivamente affossato nello scorso Novembre. Il rapporto di HRW del 1999 documenta come gli appaltatori dell'impianto a Dabhol attaccavano ripetutamente i cittadini che esprimevano la propria opposizione. La polizia spesso si rifiutava di investigare le denuncie, e in diversi casi, arrestava le vittime con accuse inventate. La Dabhol Power Corporation (una consociata della Enron) rimborsava le spese alle forze di polizia per la sicurezza che esse garantivano alla compagnia: tutto secondo quanto prevedeva la legge. Nel 1997 la polizia fece un'incursione in un villaggio di pescatori che si opponevano all'impianto, e arrestarono arbitrariamente dozzine di abitanti. Tra questi vi era la moglie di uno dei principali contestatori del progetto Enron. La donna fu spogliata in bagno a porte e finestre chiuse, e poi portata in strada per essere percossa con bastoni. Rimase incinta per 3 mesi. Sempre nel 1997 la polizia arresto' 180 cittadini che manifestavano pacificamente davanti ai cancelli dell'impianto. Nel 1998 gran parte delle proteste erano cessate. La Enron e il governo locale ignoravano le denuncie dei cittadini. Adesso che la Enron e' fallita, l'impianto e' in vendita per altri appaltatori. Fonte: Human Rights Watch; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it ONU: La Globalizzazione deve tener conto dei Diritti Umani 22 Gennaio 2002 - Secondo Mary Robinson, l'alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, occorre che la globalizzazione economica tenga in considerazione i Diritti Umani: le statistiche sui milioni di cittadini che vivono nella poverta' e nelle guerre persistenti sono inaccettabili. La disillusione crescente nei confronti della globalizzazione guidata dal mercato e' evidenziata dalle proteste ai vertici del G8, del WTO ed altri organismi. Abbiamo una grande idea: costruire una globalizzazione etica, ma come? La costruzione di una globalizzazione etica e sostenibile deve riconoscere la responsabilita' condivisa per la protezione dei diritti Umani. Quella resposabilita' e' condivisa da tutti noi, individui, religioni, corporations, stati, Istituzioni Finanziarie Internazionali, e l'ONU. Chi oltre 50 anni fa scrisse la Dichiarazione dei Diritti Umani aveva colto il legame tra rispetto dei diritti e liberta', giustizia e pace nel mondo, e chiedeva un ordine sociale ed internazionale giusto. Oggi emerge la necessita' di una globalizzazione intesa come processo economico che sia soggetto a considerazioni etiche e morali, nonche' al rispetto degli standards e principi legali internazionali. Tutti i 144 membri del WTO hanno ratificato la dichiarazione sui diritti umani; tutti (tranne gli USA) hanno ratificato la convenzione sui diritti dell'infanzia, e 112 la convenzione sui diritti economici, culturali e sociali. Questi governi dovrebbero tener in considerazione gli obblighi imposti da tali convenzioni durante i negoziati sulla liberalizzazione dei mercati, al fine di promuovere e proteggere i diritti umani, ricordandosi della Dichiarazione fatta a Vienna nel 1993 secondo la quale "i diritti umani sono la prima responsabilita' dei governi." Mentre gli accordi del WTO rappresentano uno strumento legale per gli aspetti economici della liberalizzazione del commercio, le norme sui diritti umani sono uno strumento per dare alla liberalizzazione una dimensione etica e sociale. Ma che vuol dire in pratica? Vuol dire rispondere alle domande come: il commercio e' veramente libero e giusto? I PVS hanno sentito molte promesse, ma si son spesso visti negare l'accesso ai settori del mercato in cui erano competitivi. Oppure: le regole sulla proprieta' intellettuale riconoscono i diritti culturali delle comunita' indigene? Esse garantiscono l'accesso ai farmaci essenziali? Su quest'ultima questione, consideriamo il problema dell'AIDS. La malattia sta colpendo sempre piu' le classi sociali a basso reddito, soprattutto donne, nei PVS. La mancanza del rispetto dei diritti umani e' legata ad ogni aspetto dell'epidemia come i fattori che causano la vulnerabilita' all'infezione dell'HIV, o la discriminazione dei sieropositivi. Data la diffusione globale a questa epidemia, serve anche una risposta globale. Nella ricerca di un'etica globale, un inizio pratico si potrebbe fare analizzando le dimensioni dell'epidemia tra i cittadini dello Zambia, per esempio. La mancanza di un'alimentazione adeguata, delle medicine essenziali, di acqua potabile, dell'educazione di base, dell'eguaglianza delle donne, oltre ad altri fattori, aumenta la vulnerabilita' di queste persone all'HIV. E come la poverta' li rende piu' vulnerabili all'AIDS, cosi' l'infezione e la malattia accresce la loro poverta' con l'aumento delle spese necessarie ad acquistare medicinali, perdita di reddito, costi per i funerali etc. La comprensione dei bisogni dei poveri e' necessaria alla nostra impresa di sviluppare un'etica globale con una componente dei diritti umani. Le persone che vivono con l'HIV/AIDS potrebbero essere una fonte impareggiabile per acquisire queste conoscenze. Una caratteristica chiave della globalizzazione economica e' che i protagonisti coinvolti non sono solo stati, ma anche le multinazionali. Non a caso meta' delle maggiori economie a livello globale sono corporation, non paesi. Quindi la nuova sfida e' rendere questi potenti protagonisti responsabili dell'impatto delle loro politiche sui diritti umani. Il Global Compact lanciato da Kofi Annan nel Luglio 2000 potrebbe essere uno strumento utile, ma esso incoraggia l'auto-regolazione del settore privato riguardo ai diritti umani e all'ambiente, i suoi principi non sono legalmente vincolanti. Molti si chiedono quanto questa autoregolazione possa essere efficace. Abbiamo bisogno di qualcosa di meno teorico e piu' banale: l'attuazione delle promesse fatte. Fonte: Irish Times; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it
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