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parola d'ordine emissione zero
- Subject: parola d'ordine emissione zero
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 24 Jan 2002 19:18:36 +0100
da repubblica MERCOLEDÌ, 23 GENNAIO 2002 Parola D'Ordine EMISSIONE ZERO CARLO RUBBIA ---------------------------------------------------------------------------- ---- LE CONTINUE «emergenze», peraltro perfettamente «prevedibili», in corrispondenza ai momenti climatici più delicati, come l'inverno e l'estate, sono la prova che il problema è ben più vasto e non risolubile con uno o più eventi domenicali senza automezzi. Esso va urgentemente affrontato come uno dei più seri problemi della nostra società odierna e soprattutto futura. La soluzione passa necessariamente attraverso la definizione di una strategia a lungo termine per superare il più vasto problema energetico del nostro Paese. L'elemento di preoccupazione più immediato, ma certamente non il solo, è quello associato all'emissione nell'atmosfera di enormi quantità di prodotti inquinanti da processi di combustione di fossili, necessari alla produzione energetica, generalmente dominati dal settore dei trasporti. Questi prodotti nocivi hanno un impatto sulla salute dei cittadini. Essi sono quantificabili in sostanziali costi nascosti che il sistema sanitario e più in generale la società deve poi ripagare. Calcoli economici basati su studi epidemiologici recenti mostrano gravi effetti cronici (inclusa la riduzione dell'attesa di vita), fortemente correlati con un'esposizione prolungata ad esempio al particolato (PM10), sia direttamente prodotto dalle emissioni, che dovuto a microscopiche particelle di nitrati e solfati, prodotte nell'atmosfera da emissioni gassose. Anche se numericamente la riduzione della speranza di vita è piccola, l'insieme della popolazione esposta è grande, poiché tali elementi, in balia delle fluttuazioni meteorologiche, possono sia viaggiare a grandi distanze che concentrarsi in zone specifiche: quindi l'effetto è globalmente molto serio. L'assenza di soglia per i danni alla salute dei cittadini e le difficoltà tecniche e pratiche inerenti al contenimento del livello di inquinamento solamente grazie ad una spirale di progressive limitazioni di mobilità dei cittadini, sottolineano l'importanza e la dimensione strategica del perseguimento di tecnologie di trasporto interamente innovative, caratterizzate da emissioni zero o quasi zero (ZEV, «Zero Emission Vehicle»). Da qui la necessità di una politica che promuova una tecnologia ZEV per il raggiungimento degli standard di qualità dell'aria. Ad esempio, la California ha stabilito, per legge, che entro il 2003, il 10% delle vetture vendute dovranno essere ZEV. Quantunque una prima risposta a questa esigenza sarà inevitabilmente ottenuta con batterie elettriche, il punto focale dello sviluppo ZEV non va in questa direzione, a causa degli alti costi, dell'autonomia limitata e dei lunghi tempi di ricarica delle batterie. Questa decisione «politica» ha avuto l'effetto «catalitico» di stimolare l'interesse industriale per un veicolo innovativo. I principali competitori sono vetture e autobus basati sull'idrogeno e sulla pila a combustibile e il motore ibrido con combustione interna/batteria, che promette una ben migliore economia di combustibile e che, come la vettura a pila a combustibile, funziona a propulsione elettrica. E' oggi troppo presto per predire il risultato di questo confronto, il cui elemento essenziale sarà il costo della produzione in massa. In ogni caso il solo autentico veicolo ZEV è quello a pila a combustibile ed idrogeno. E' oggi possibile realizzare pile a combustibile che hanno lo stesso rapporto potenza/peso di un motore a combustione, con un'efficienza tre volte maggiore (45% vs. 15%). Grazie a ciò la vettura a pila a combustibile avrà caratteristiche di ripresa analoghe alle vetture di oggi; la più alta efficienza permette di arrivare a costi confrontabili di combustibile per chilometro percorso. Tuttavia esistono ancora due problemi irrisolti: 1) il costo di una pila prodotta artigianalmente è oggi di circa 1000 euro/kW mentre è circa 50100 euro/kW per un motore a combustione e 2) le infrastrutture, la distribuzione e lo stoccaggio dell'idrogeno sulle vetture, su cui esistono svariate proposte, ma non ancora del tutto soddisfacenti. Manca anche un'adeguata normativa che assicuri la sicurezza nell'uso. In una fase intermedia, tuttavia non ZEV, si propone di trasformare a bordo un combustibile liquido, in idrogeno. L'idrogeno, che non è una risorsa naturale, deve essere prodotto a partire da altre sorgenti energetiche, sia fossili che rinnovabili. Particolarmente importante è la conversione di gas naturale o carbone ed acqua in idrogeno e CO2. Il CO2 prodotto, se non ci fossero problemi dovuti all'effetto serra potrebbe essere immesso nell'atmosfera. Ma nella situazione di oggi, è raccomandabile «confinarla» in forma liquida in appropriate falde profonde. Ciò non è senza interesse, se si pensa che ogni automobile in media produce annualmente una quantità di CO2 pari a ben quattro volte il suo peso. La conversione del carbone — la meno costosa tra le fonti fossili e la più abbondante sul pianeta — in idrogeno associata al confinamento del CO2, permetterebbe di convertire una sorgente, oggi sporca, in una attraente opzione ad emissioni ed effetto serra zero. Il tempo, necessariamente lungo richiesto da queste tecnologie, quantunque oggi già nei laboratori, vista l'urgenza rappresentata dell'acuirsi del problema, implica la necessità di lanciare una vigorosa politica allo scopo di accelerare tali tecnologie ZEV. E' comunque certo che le sole procedure di emergenza, in cui si impongono limitazioni puntuali nei giorni di maggiore rischio, non possono essere la soluzione al problema ben più vasto della «Città Sostenibile». In questo quadro sono necessarie specifiche scelte strategiche al massimo livello, con conseguenti investimenti pubblici e privati a lungo termine e una legislazione che, lungi dall'essere solamente repressiva, funga da catalizzatore al progresso tecnologico.
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