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Fabiocchi NEWS 19 Gen 2002
- Subject: Fabiocchi NEWS 19 Gen 2002
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Sat, 19 Jan 2002 17:58:56 +0100
Newsletter Eco-Internazionalista -Colombia: le fumigazioni aeree di glisofato violano i diritti umani -UNEP: Gli effetti negativi del neoliberismo nel settore della pesca -Costa D'Avorio: Effetti ambientali e sociali delle politiche del FMI -Filippine: la pesca eccessiva minaccia i granchi blu e le comunita' locali -Energia Eolica: Irlanda costruira' il piu' grande impianto del mondo -OGM: ONU lancia progetto per i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) -USA: BP Amoco rinuncia al petrolio in Alaska FIRMA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELLE COSTE ITALIANE http://www.wwf.it/news/notizie/all170102.htm *************** Se volete ricevere questa newsletter, potete iscrivervi mandando una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com *************** Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at inwind.it Pubblicato su http://www.ecplanet.net EcPlanet http://www.verdinrete.it/verditoscana Verdi Toscana http://www.informationguerrilla.org Information Guerrilla http://italia.indymedia.org Indymedia - Become the media Archivi a www.verdinrete.it/verditoscana/fabionews/lenews.html *************** Fabiocchi consiglia: http://panda.org/mediterranean WWF Mediterraneo *************** Colombia: le fumigazioni aeree di glisofato violano i diritti umani 15 Gennaio 2002 - L'Organizzazione ecologista Earthjustice ha chiesto all'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani di far pressione sui governi americano e colombiano affiche' fermino le fumigazioni aeree di glosofato (un erbicida prodotto dalla Monsanto) usato per distruggere le piatagioni di coca e pioppo. Da quando sono iniziate le fumigazioni da parte di aerei (militari), sono stati segnalati problemi sanitari e ambientali; molte piantagioni di sussistenza (che nulla hanno a che fare con la droga) sono state distrutte; l'acqua e' stata contaminata; preziosi ecosistemi andati perduti e la deforestazione e' aumentata come conseguenza della necessita' dei contadini di cercare nuove terre da coltivare per sfamarsi. Secondo Earthjustice questa strategia di guerra alle droghe danneggia i cittadini colombiani ed ecuadoregni che vengono privati del diritto alla salute, ad un ambiente pulito, alla vita, alla sussistenza, all'informazione e alla proprieta'. Tra gli effetti sulla salute del glisofato, Earthjustice segnala disordini gastrointestinali, infiammazione dei testicoli, febbre alta, disturbi respiratori, eruzioni cutanee, e gravi irritazioni agli occhi. Non si esclude che il pesticida abbia provocato nascite difettose. Finora le fumigazioni hanno distrutto 1,500 ettari di piantagioni legali di sussistenza (come mais, pomodoro, canna da zucchero) oltre a zone di pascolo provocando la morte di mucche e galline. Il glisofato ha provocato l'inaridimento di importanti ecosistemi forestali che ospitavano specie animali rare; ha contaminato ecosistemi d'acqua dolce uccidendo i pesci; e la distruzione delle piantagioni legali ha spinto gli agricoltori a cercare nuove terre da coltivare costringendoli quindi a deforestare intere aree. Gli USA e la Colombia hanno nascosto le informazioni sulla reale tossicita' del pesticida e si rifiutano di fornire dettagli sui componenti presenti nel miscuglio di erbicidi spruzzati, negando ai cittadini l'accesso a tali informazioni. Le fumigazioni fanno parte del cosidetto Plan Colombia varato nel Dicembre 2000, ideato dall'amministrazione statunitense e poi adottato dal governo colombiano senza alcuna consultazione delle organizzazioni sociali. Il Piano mira all'eliminazione delle coltivazioni illegali di droga nel Sud del paese nel giro di 6 anni con un costo di circa 7.5 miliardi di dollari. Gli USA offrono 1.3 mld, al resto ci penseranno le istituzioni finanziarie internazionali: la Banca Modiale e il Fondo Monetario Internazionale stanno progettando prestiti alla Colombia per centinaia di milioni di dollari. Il FMI ha gia' offerto 2.7 mld di dollari per favorire il rilancio dell'economia. Al fine di ottenere tali prestiti e pagare il debito estero che attualmente ammonta a 34.5 mld di dollari, la Colombia si e' impegnata a ridurre drasticamente i programmi pubblici (educazione, sanita', ambiente). Per quasi 60 anni la Colombia ha avuto un tasso di crescita economica positivo e una delle economie piu' stabili del continente. L'attuazione di riforme strutturali di libero mercato, cominciata negli anni '90, ha provocato la maggiore recessione e diseguaglianza sociale del XX secolo. Il 20% piu' ricco della popolazione riceve il 61.5% del reddito annuo. Fonti: Earthjustice; Social Watch; UNDP; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it Per maggiori info sul Plan Colombia: http://www.carta.org/agenzia/SudAmerica/Colombia/main.htm UNEP: Gli effetti negativi del neoliberismo nel settore della pesca 24 Dicembre 2001 - Uno studio dell'UNEP (United Nations Environment Programme), condotto in collaborazione con organizzazioni nazionali, ha rivelato che i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) che aprono le loro acque marine alle flotte industriali estere perdono (in termini di reddito per i pescatori locali, danni ambientali ed esaurimeto degli stock ittici) piu' di quanto guadagnino. Lo studio e' stato condotto in due paesi che hanno attuato tale politica: Senegal ed Argentina. Molti PVS concedono l'accesso alle risorse ittiche e liberalizzano il settore della pesca per attirare capitali ed investimenti dall'estero traendone guadagni (a breve termine) necessari a pagare i loro debiti e stimolare la crescita economica. Per le popolazioni locali il pesce rappresenta la fonte primaria di proteine; ma il sovrasfruttamento portato avanti dalle navi estere puo' ridurre tali popolazioni alla miseria e danneggiare l'ecosistema marino. ARGENTINA: Il rapporto dell'UNEP afferma che lo sfruttamento degli stock ittici era insignificante in Argentina prima che il governo aprisse le sue acque alle flotte europee, koreane e giapponesi tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. Queste flotte ricevevano sussidi economici dai loro paesi di origine ed erano attratte dalle acque argentine a causa della diminuzione degli stock ittici negli altri PVS. Altri fattori favorirono il loro arrivo: la deregulation, il libero flusso di capitali esteri e l'eliminazione delle tasse sulle esportazioni. Inizialmente le esportazioni son cresciute del 478% (di quasi 5 volte) tra il 1985 e il 1995. La quantita' di pesce catturato ha cominciato a declinare drammaticamente nel 1997 come risultato del sovrasfruttamento. Tra il 1997 e il '99 la pesca e' diminuita di un quarto e i ricavi sono scesi del 14%. I pescatori locali sono stati i piu' colpiti dalle flotte estere che tra il '90 e il '95 hanno aumentato la loro capacita' di 5 volte. SENEGAL: Il Senegal ha iniziato ad esportare pesce in gran quantita' verso i mercati europei intorno alla fine degli anni '80. Attualmente i 2/3 dei guadagni delle esportazioni derivano dalla vendita di risorse ittiche all'Europa. Tra i fattori che hanno favorito tale crescita ci sono gli accordi di Lome', che garantiscono all'Europa l'accesso ai prodotti ittici senegalesi esentandoli dalle tasse doganali. Il commercio e' stato favorito anche dalla svalutazione al 50% del franco senegalese e da una serie di accordi tra il governo e le flotte estere. Lo studio afferma che la liberalizzazione del commercio ha avuto effetti devastanti sulla fauna marina. Anche la pesca locale di piccola scala ha avuto seri contraccolpi. Il rapporto dell'UNEP conclude che gli impatti sull'ambiente di Senegal e Argentina non sono tanto il risultato della liberalizzazione commerciale, ma della mancanza di politiche atte ad assicurare lo sfruttamento sostenibile degli stock. Secondo l'UNEP il danno economico dell'attuale pesca insostenibile del solo nasello ammonta a 500 milioni di dollari; mentre l'adozione della pesca sostenibile genererebbe guadagni pari a 5 miliardi di dollari. Fonte: UNEP; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it Costa D'Avorio: Effetti ambientali e sociali delle politiche del FMI Il primo programma di aggiustamento strutturale del Fondo Monetario Internazionale e' stato introdotto nella Costa D'Avorio nel 1975. Sin da allora sono state applicate politiche di liberalizzazione dei sistemi dei prezzi e l'intensificazione delle esportazioni. Come risultato dei programmi di aggiustamento strutturale (SAPs) nel 1992 il paese ha svalutato la sua moneta ed eliminato le tasse sulle esportazioni incentivando la produzione agricola. Cosi', dal 1992 al 1996 le esportazioni di cacao sono aumentate del 44% e la diversificazione dell'agricoltura non si e' verificata rendendo il paese ancor piu' dipendente dalla vendita di cacao. Nel 1995 il governo liberalizzo' il mercato interno stimolando ulteriormente la produzione e l'esportazione di cacao (di cui la Costa D'Avorio e' il primo produttore mondiale). Mentre le esportazioni provocarono un boom economico, vi furono anche cambiamenti significativi nell'uso della terra: dal 1980 ad oggi la terra usata per le piantagioni come il cacao e' salita dal 7.2% dell'intera superficie del paese, al 13.8%. Nel solo biennio 1994/95 la superficie dedita alla coltivazione di cacao e' passata da 1500 ettari a 1950. Questo ha portato ad una diminuzione della copertura forestale che adesso equivale a 7.1 milioni di ettari (una minima parte dei 12 mld di ettari presenti nel 1960). Sebbene nell'ultima meta' degli anni '90 il governo si e' impegnato a proteggere le foreste rimanenti, gli agricoltori illegali di cacao e caffe' stanno deforestando intere aree per aumentare la produzione. Nel 1997 il 30% delle aree forestali protette del paese sono state illegalmente occupate da coltivatori che hanno prodotto 100,000 tonnellate di cacao (1/10 della produzione di quell'anno). La stabilita' ambientale di lungo termine e' a rischio in quanto le piantagioni di cacao e caffe' vengono spostate in nuove aree quando quelle gia' coltivate diventano improduttive. Per avere una ulteriore crescita economica il FMI "raccomanda" una maggiore liberalizzazione dell'economia, specialmente per la produzione di cacao e caffe', e la creazione di incentivi per la diversificazione dell'agricoltura. Ma e' proprio la liberalizzazione dell'economia che ha causato il degrado del suolo e l'aumento della deforestazione. L'agricoltura insostenibile non e' l'unico problema del paese africano: le prescrizioni del FMI includono un incentivo all'estrazione mineraria. Il FMI conta sull'esportazione delle risorse naturali per attirare capitali ed investimenti dall'estero. Il problema e' che i capitali dall'estero arrivano al costo di degradare l'ambiente della Costa D'Avorio. Inoltre dal 1989 al 1995 il PIL e' sceso del 15%; dal 1988 al '95 la poverta' e' cresciuta portando la percentuale delle popolazione che vive al di sotto della soglia di poverta' (1$ al giorno) dal 17.8% al 36.8%. La riduzione della spesa scolastica e' stata del 35%. Fonte: FoE Int.; CRBM; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it Filippine: la pesca eccessiva minaccia i granchi blu e le comunita' locali 14 Dicembre 2001 - Secondo uno studio dell WWF, la pesca eccessiva e la distruzione dell'habitat naturale stanno danneggiando l'industria del granchio blu, e minacciano la stessa sopravvivenza delle comunita' locali filippine che dipendono dalla pesca. Il rapporto sostiene che la quantita' di granchi blu catturati e' diminuita da 20 kg al giorno per ogni pescatore, a meno di 10 kg. La crisi e' aggravata dalla mancanza di schemi di sfruttamento sostenibile e l'inapplicazione delle leggi. Il 75% dei granchi blu e' esportato negli USA e in varie parti dell'Asia, e rappresenta una delle risorse ittiche piu' esportate dalle Filippine (al sesto posto). Alcune comunita' locali stanno pensando di far certificare la pesca del granchio dal MSC (Marine Stewarship Council), un organismo internazionale creato dal WWF ed Unilever che certifica la pesca sostenibile. Un altro studio condotto dal TRAFFIC, il network che controlla il commercio internazionale di animali selvaggi protetti (formato da WWF ed IUCN), sostiene che la pesca illegale nella parte russa del Mar di Bering sta contribuendo all'esaurimento delle risorse ittiche di cui si riforniscono USA e Russia. Secondo il rapporto, il crimine organizzato si e' infiltrato a tutti i livelli dell'industria ittica, e il bracconaggio sta costando alla Russia perdite pari a 5 miliardi di dollari all'anno mettendo numerose specie a rischio. La legislazione inadeguata e' un'altra causa della situazione attuale. Molti pescatori nascondono i dati sul volume e la taglia dei pesci catturati. Ad esempio nel 1997 l'industria della Kamchatka aveva dichiarato esportazioni per un valore di 113 milioni di dollari verso il Giappone, mentre il Giappone aveva registrato importazioni (dalla stessa regione) equivalenti a 442 mln di dollari. Il WWF chiede a Russia e USA di impegnarsi per combattere la pesca illegale e promuovere quella sostenibile. Fonti: WWF Int.; TRAFFIC; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it Energia Eolica: Irlanda costruira' il piu' grande impianto del mondo 14 Gennaio 2002 - Il governo irlandese ha approvato la costruzione di un impianto eolico offshore del costo di 640 milioni di Euro capace di generare 520 megawatt di elettricita'. L'impianto, che coprira' il 10% del consumo energetico nazionale e distera' 4 miglia dalla costa, fara' risparmiare all'Irlanda 13.5 mln di tonnellate di emissioni di CO2 all'anno. La compagnia privata che costruira' l'impianto conta di iniziare i lavori in primavera e completare la prima fase del progetto entro il prossimo autunno generando 60 megawatt. Alla fine dei lavori, l'impianto sara' formato da 200 turbine eoliche giganti. Fonte: REUTERS; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it OGM: ONU lancia progetto per i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) 16 Gennaio 2002 - In vista dell'entrata in vigore del Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, firmato da 107 paesi, ma sinora ratificato solo da 10, l'UNEP (United Nations Environment Programme) ha lanciato un progetto per aiutare oltre 100 paesi (in via di sviluppo) a sviluppare gli strumenti legali e scientifici necessari a valutare i rischi derivanti dalle importazioni di OGM (Organismi Geneticamente Modificati). Il progetto durera' 3 anni e costera' 38.4 milioni di dollari forniti dal GEF (Global Environment Facility), il braccio "ambientalista" della World Bank. Il protoccollo richiede 50 ratifiche per entrare in vigore, e il suo scopo e' assicurare la sicurezza del trasferimento e dell'uso di OGM che potrebbero avere ripercussioni negative sulla conservazione e sull'uso sostenibile della biodiversita', nonche' sulla salute umana. Il protocollo e' il primo trattato ambientale legale che istituzionalizza il principio di precauzione. Esso obblighera' i paesi che esportano OGM ad informare i paesi importatori, cosicche' questi ultimi potranno decidere se accettare o rifiutare il carico. Il progetto lanciato oggi dall'UNEP permettera' ai PVS di avere gli strumenti utili a prendere questo tipo di decisione. I paesi che hanno ratificato il protocollo sono Bulgaria, Rep. Ceca, Fiji, Lesotho, Nauru, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Olanda, Trinidad e Tobago, ed Uganda. Fonte: UNEP; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it USA: BP Amoco rinuncia al petrolio in Alaska 16 Gennaio 2002 - Dopo anni di pressione da parte di Greenpeace ed altri gruppi ecologisti, la multinazionale petrolifera BP Amoco ha annunciato che abbandonera' il progetto di perforare il pozzo petrolifero Liberty, in Alaska. Il piano si sarebbe dovuto realizzare nel Mar di Beaufort, a 40 miglia dal pozzo petrolifero Northstar. Come per quest'ultimo, lo sfruttamento del pozzo Liberty avrebbe comportato la costruzione di una piattaforma petrolifera a 6 miglia dalla costa settentrionale dell'Alaska, nonche' un oleodotto sottomarino per far confluire il greggio verso oleodotti piu' grandi. Greenpeace sostiene che i piani dell'amministrazione Bush di aprire allo sfruttamento petrolifero l'Arctic National Wildlife Refuge (una zona protetta), avra' un simile esito. Fonte: Greenpeace USA; Traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it
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