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auto quanto mi costi
- Subject: auto quanto mi costi
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 01 Nov 2001 09:21:48 +0100
da mcd news di giovedi 25 ottobre 2001 Acquisto, fisco e costi d’uso: l’auto ci costa 303 euro al mese Auto, ma quanto mi costi. E' la Fondazione Filippo Caracciolo, Centro studi dell'Aci, a fare i conti nei portafogli degli italiani. In un'indagine presentata oggi alla 57° conferenza del Traffico e della circolazione organizzata a Riva del Garda dall'Aci l'obiettivo è puntato sugli oneri derivanti dalla fiscalità, dai costi di acquisto e di uso dell'automobile. In particolare dallo studio emerge che agli oneri che l'automobilista italiano deve affrontare non corrisponde un'adeguata politica dei trasporti. "Il mercato dell'auto - sottolinea l'indagine - è formato da un'insieme di segmenti, quello dell'auto, dei carburanti, delle assicurazioni e degli altri servizi minori che presentano inefficienza tipiche dei mercati poco concorrenziali". Dal confronto con la situazione di altri Paesi emerge una sostanziale omogeneità del prelievo fiscale complessivo: i criteri di imposizione negli altri Stati sono però spesso improntati a una maggiore equità e prevedono criteri di reimpiego del gettito riscosso in favore di una politica dei trasporti più razionale ed efficiente. Qualche numero. Oltre il 70% dei nuclei familiari possiede almeno un'auto, il 27,2% ne ha due, il 3,4 tre o più. Il grado di diffusione dell'auto nel nostro Paese è infatti molto elevato: nel '98, con 35 milioni di vetture circolanti, l'Italia registrava una media di un veicolo ogni 1,9 persone, dunque il rapporto più elevato nei Paesi dell'Unione europea, pari soltanto a quella del Lussemburgo. Più macchine al Nord che al Sud, in linea con le differenze di reddito fra le regioni: in particolare nel Centro-Nord circa il 6% delle famiglie ha tre o più auto, dato al di sopra della media nazionale e di circa cinque volte superiore a quella del Sud. I costi legati all'uso delle quattro ruote rappresentano una fetta significativa nel bilancio familiare. Ogni famiglia italiana destina, infatti, ai trasporti circa 303 euro (poco meno di 600mila lire) al mese che rappresentano circa il 17% dei consumi totali: di questa somma circa il 90% (270 euro, ovvero 522mila lire) è relativa all'acquisto, all'uso e al mantenimento dell'automobile (il resto è destinato ai trasporti collettivi). Differenze sempre forti fra Nord e Sud: nel Mezzogiorno si spendono mensilmente per i trasporti 240 euro, al Nord oltre 350 euro. L'auto e il fisco Il gettito fiscale relativo all'auto nel 2000 ha raggiunto i 41,7 miliardi di euro (81mila miliardi di lire), cifra pari al 4% del Pil e al 15% delle entrate tributarie complessive. Le imposte relative all'acquisto dell'auto contribuiscono con un ammontare complessivo pari a 8 miliardi di euro (oltre 15mila miliardi di lire), quelle relative al possesso rappresentano 7 miliardi di euro (12.700 miliardi di lire), quelle relative all'uso (tasse su carburanti e lubrificanti, servizi di manutenzione, pneumatici, pedaggi autostradali, parcheggi) ammontano a circa 27 miliardi di euro (53mila miliardi di lire). L'acquisto del carburante rappresenta la prima voce di spesa per le famiglie italiane e la seconda, dopo quella dell'acquisto dell'auto, per quelle europee. L'imposta speciale più rilevante sia per l'incidenza sull'intero carico fiscale dell'auto, sia come fonte di gettito sul totale delle entrate tributarie degli Stati dell'Unione è l'imposta di fabbricazione sui carburanti. Il settore assicurativo si posiziona come terza voce di spesa per l'auto da parte del consumatore europeo. La liberalizzazione tariffaria non ha avuto gli stessi effetti in tutti i Paesi europei: in Francia, Germania e Regno Unito il trend ha segnato periodi di ribasso delle tariffe, mentre in Italia è stato registrato un aumento costante delle polizze assicurative. In generale il mercato dell'auto italiano appare ancora legato a forti restrizioni di natura monopolistica: il consumatore, quindi, spende per il prodotto auto più di quanto farebbe in un mercato più concorrenziale. La situazione negli altri Paesi europei I dati esaminati riguardano Francia, Germania e Regno Unito, paesi con livelli di reddito pro capite simili e con analoghi livelli di elasticità della domanda di trasporto privato rispetto al reddito. In questi Paesi la spesa per trasporti in rapporto alla spesa totale si attesta intorno al 15%, con l'unica eccezione del Regno Unito, dove questa percentuale sale al 17 per cento. Il confronto sui livelli di spesa relativi a carburanti, assicurazione, acquisto dell'auto, ricambi risente delle diverse politiche fiscali dei Paesi. Spese analoghe in Francia e Germania per l'acquisto dell'auto, mentre Regno Unito e Italia sono molto distanti. In Italia la spesa mensile per l'acquisto non è la voce più alta dei costi, ma è superata dalla voce carburanti. Bisogna però considerare che il parco auto italiano è caratterizzato da una presenza più elevata di vetture di piccola cilindrata. La spesa media per il carburante in Italia è comunque più elevata di quello registrato negli altri Paesi. Sul fronte dell'assicurazione obbligatoria la spesa nel nostro Paese è molto simile a quella di Germania e Regno Unito, mentre in Francia si registrano spese inferiori di oltre un terzo. Gli elementi di distorsione del mercato Lo studio ha individuato i principali elementi di distorsione del mercato nelle regole che legano produttori e distributori che non permettono, di fatto, di acquistare l'auto in qualsiasi Paese dell'Unione senza vincoli e restrizioni, che non consentono al concessionario di vendere nello stesso salone auto nuove di più marche, permettendo all'acquirente un confronto immediato fra analoghe categorie di auto. Semaforo rosso anche per usufruire di servizi di assistenza e manutenzione nel periodo di garanzia in modo libero e autonomo, senza i vincoli in vigore attualmente fra vendita e assistenza. Pollice verso anche per lo sviluppo di un unico mercato dei ricambi, che unisca case produttrici e produttori indipendenti.
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