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anche il giappone rinnega kjoto
- Subject: anche il giappone rinnega kjoto
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 16 Jul 2001 13:13:16 +0200
dalla Stampa di martedi 10 luglio 2001 PROSSIMO VERTICE A BONN PER UN DIFFICILE ACCORDO Si apre un altro fronte: l’ambiente Anche il Giappone rinnega il protocollo di Kyoto BRUXELLES AI disordini per il movimento antiglobalizzazione, adesso al G8 potrebbero aggiungersi le «turbolenze» legate al clima. Nello stesso weekend in cui i grandi della terra saranno in conclave a Genova, i ministri dell'Ambiente dei paesi firmatari del protocollo di Kyoto si riuniranno a Bonn per riprendere i negoziati interrotti all'Aja in novembre. E non è escluso che le scintille prodotte a Bonn per raggiungere un compromesso sulle riduzioni dei gas a effetto serra, rimbalzino sul tavolo degli otto paesi più industrializzati del mondo. Dopo gli Stati Uniti ora anche il Giappone mette una seria ipoteca sul protocollo di Kyoto. Troppo costosi per i nipponici i piani per ridurre del 7% entro il 2012 le emissioni di gas a effetto serra secondo l'impegno preso dal Giappone a Kyoto e, soprattutto, secondo le autorità giapponesi, «impossibile ratificare Kyoto se gli Usa ne restano fuori». Questo è quanto emerso dall'ultima missione diplomatica dell'Unione europea in Giappone, conclusasi ieri. A niente valgono per il momento gli annunci perentori di Margot Wallström, commissaria Ue per l'ambiente che ripete a oltranza «Kyoto non è morto» spiegando al governo giapponese che «abbandonare il protocollo sul clima vuol dire tornare indietro di dieci anni di negoziati». Per il Giappone ormai è una questione di delicate relazioni diplomatiche. Non se la sente il primo ministro Junichiro Koizumi di voltare le spalle all'alleato americano che, nelle ultime settimane ha intensificato le pressioni su Tokyo perché raggiunga il gruppo dei paesi «umbrella» ostili al protocollo sul clima: Usa, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Ma il Giappone si trova anche in una posizione delicata con l'Unione europea. Sostenitore fin dall'inizio del Protocollo, il primo documento di diritto internazionale per combattere i cambiamenti climatici, firmato proprio in una città giapponese, Tokyo vorrebbe adesso ottenere, nei prossimi negoziati sul clima a Bonn, dei meccanismi più flessibili per ridurre le emissioni di gas CO2. In novembre all'Aja, la delegazione giapponese guidata dal ministro per l'Ambiente Yoriko Kawaguchi, rimase delusa dal trattamento di favore con cui vennero trattati gli Stati Uniti contro al pesante fardello imposto al Giappone. Agli Usa venne infatti permesso di usare l'assorbimento di carbonio realizzato dalle foreste, fino al 50% delle azioni interne. Al Giappone restavano molti investimenti da effettuare nell'industria, nonostante l'arcipelago nipponico sia ricoperto per due terzi da foreste. Adesso l'occasione è d'oro. L'Unione europea ha bisogno di 55 paesi che rappresentano 55% delle emissioni totali per far esistere il protocollo di Kyoto. Oltre all'Europa intera, compresi i paesi dell'Est, occorre almeno la ratifica della Russia e del Giappone. Ecco l'arma in mano alle autorità nipponiche: o recuperate gli Stati Uniti, nostri alleati, oppure ci concedete di più per fronteggiare la concorrenza americana. Il Giappone spera così di adoperare maggiormente le sue foreste, i cosiddetti «bacini di assorbimento» dei gas nocivi e, nello stesso tempo, sfruttare il mercato dei crediti, acquistare il diritto di inquinare dai paesi in via di sviluppo, un grande business in crescita. Proprio il Giappone, attraverso la compagnia di elettricità pubblica, la Tokyo Electric Power Company, ha da poco investito in Tasmania per il disboscamento di una foresta, sostituita in tempi record con una piantagione di eucalipti, piante a crescita rapida che assorbono ingenti quantità di carbonio crescendo. Investire nei paesi poveri per poi incrementare il mercato dei credits: ecco il piano giapponese per il Protocollo di Kyoto. Intanto a una settimana dall'inizio della riunione di Bonn, s'intensifica il pressing diplomatico. Oggi il ministro britannico Trescott si reca a Tokyo, il cancelliere tedesco Gerard Schröder si è intrattenuto nei giorni scorsi al telefono con il premier Koizumi e la ministra per l'ambiente Kawaguchi volerà venerdì a Washington per parlare con l'omologa americana, Christie Withman. Il 16 poi appuntamento a Bonn, per cominciare l'ultima difesa del protocollo.
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