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ANOMALIE GENETICHE NEI TOPI CLONATI
- Subject: ANOMALIE GENETICHE NEI TOPI CLONATI
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 15 Jul 2001 19:11:07 +0200
dall'avvenire di sabato 7 luglio 2001 LE FRONTIERE DELLA SCIENZA Wilmut, il «padre» della pecora Dolly: moratoria sui tentativi di copiare gli esseri umani Difetti genetici per gli animali clonati L'allarme degli studiosi Usa: i topi nati da cellule staminali sono malati New York. La clonazione non solleva solo problemi morali, ma anche gravi rischi scientifici. E l'uso delle cellule staminali nel campo della riproduzione può produrre organismi con gravi danni genetici. È l'allarme lanciato dall'autorevole rivista Science in uno studio pubblicato sull'ultimo numero. Il lavoro è stato realizzato da studiosi di vari gruppi, tra cui David Humphreys del Whitehead Institute for Biomedical Research del Massachusetts, e Ryuzo Yanagimachi della University of Hawaii. Negli anni scorsi questi scienziati avevano portato a termine esperimenti rivoluzionari, costruendo la prima colonia di topi clonati. Molti di questi animali sono sopravvissuti, e davano l'impressione di essere normali. Studi più approfonditi, però, hanno rivelato che portano con loro gravi difetti genetici, che possono limitare la durata e le condizioni della vita. «L'allarme semplicistico - ha detto il dottor Humphreys - è chiaramente che usando le cellule staminali puoi produrre animali clonati con gravi problemi. Resta da vedere se poi questo rischio si applica anche ad altri tipi di cellule donate». Ian Wilmut, il pioniere della clonazione animale con la famosa pecora Dolly, ha detto che la ricerca pubblicata da Science rappresenta un grave colpo per persone come il dottor Severino Antinori, che vorrebbe clonare un bambino. «Di sicuro - ha detto Wilmut - lo studio aggiunge nuove prove alla necessità di imporre una moratoria sui tentativi di copiare gli esseri umani. Come potremmo assumerci il rischio di clonare un bambino, se il risultato non è prevedibile?». Anche volendo accantonare un momento le questioni etiche, il lavoro apparso su Science pone almeno due gravi problemi di natura scientifica. Il primo riguarda i rischi pratici connessi in generale alla clonazione. Come ha detto Wilmut, se le tecniche utilizzate finora producono animali gravemente malati, non è possibile accettare il rischio di provarle anche sugli uomini. Il secondo problema, invece, riguarda l'uso delle cellule staminali, e si estende oltre i confini della ricerca pubblicata da Science. Queste sono cellule che ancora non hanno una funzione ben definita, e quindi possono essere utilizzate per diverse applicazioni, che secondo i medici offrono opportunità di cura per malattie come il diabete o il morbo di Parkinson. Le staminali sono prelevabili da tessuti adulti e dagli embrioni, ma chi è contrario all'aborto si oppone alla seconda ipotesi, perché provoca la fine degli embrioni stessi. Nel loro esperimento di clonazione sui topi, Humphreys e Yanagimachi hanno usato cellule staminali embrionali, e lo studio pubblicato ora da Science dimostra che il risultato non e' stato positivo. Humphreys ha chiarito che il suo lavoro «non intende scoraggiare la ricerca in questo campo», ma il problema acquista una valore particolare, perché proprio in questi giorni l'amministrazione Bush sta valutando se concedere o negare fondi agli studiosi del settore. Il nuovo capo della Casa Bianca per ora ha congelato i finanziamenti, lasciando intendere che non è favorevole, ma altri membri del suo partito stanno cercando di fargli cambiare idea. L'articolo di Science, quindi, potrebbe pesare sulla bilancia di questa delicata decisione. Paolo Mastrolilli
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