allarme rifiuti killer



da repubblica di mercoledi 4 luglio 2001


Allarme per i rifiutikiller 

Per ogni italiano 507 chili. In ritardo il pianoRonchi
Rapporto 2001: cresce il volume dell'immondizia e non cala lo smaltimento
selvaggio di materiali pericolosi

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ROMA - Mezza tonnellata. Cinquecento chili anzi di più, una cifra quasi
tonda: 507 chilogrammi a testa di immondizia. E' la massa di rifiuti che
ogni italiano produce l'anno. E si tratta di rifiuti che, ancora una volta,
dal bidone casalingo finiscono in prevalenza in discarica (circa il 70%).
Anche se a passi lenti gli italiani, e questa è la nota positiva, ricorrono
in modo crescente alla raccolta differenziata (che nel 2000 ha sfiorato
quasi il 15%).
Sono i dati che emergono dal «Rapporto rifiuti 2001», presentato ieri
dall'osservatorio nazionale sui rifiuti e dall'agenzia nazionale per la
protezione dell'ambiente. Il quadro però non è confortante: la massa
dell'immondizia continua complessivamente ad aumentare e soprattutto nelle
grandi città. Nel 2000, secondo le stime dell'osservatorio, in Italia sono
stati accumulati quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, contro i
28 milioni e 363 mila nel 1999. Sono gli abitanti del Centro a produrre più
spazzatura: 571,6 kg all'anno a testa contro i 459,2 del Sud. La regione
che ha generato più immondizia nel 2000 è stata la Lombardia (4,4 milioni
di tonnellate), seguita dal Lazio (2,9 milioni). Meno rifiuti invece in
Valle d'Aosta (65.000 tonnellate).
La raccolta differenziata ha fatto registrare un aumento dell'1,7% nel 2000
rispetto all'anno precedente. Ma su questo fronte ci sono davvero due
Italie: nel Settentrione si tocca il 25,4%; il Meridione è invece ancora
fermo al 2,2%. «Se nel Sud non dovesse decollare la raccolta - ha spiegato
Giovanni Squitieri, presidente dell'Osservatorio - per l'Italia
diventerebbe impossibile sviluppare un sistema di gestione integrata dei
rifiuti efficiente e moderno». Il Rapporto denuncia poi il grave ritardo
nell'avvio di un sistema nazionale di raccolta e recupero dei beni durevoli
(frigo, lavastoviglie, tv, personal computer). Nel 1999 ne sono stati
dismessi 182.427 tonnellate, ma solo il 13,48% è stato raccolto in modo
mirato. Con il risultato che i gas presenti in questi apparecchi Cfc
(clorofluorocarburi) e Hfc (idrofluorocarburi), sostanze killer dell'ozono
si sono disperse nell'atmosfera.
Un capitolo, questo, strettamente collegato a quello dei rifiuti speciali.
Per il ‘98, ultimo anno per cui si hanno i dati, la produzione di queste
sostanze è stata stimata in 68 milioni di tonnellate, che includono 4
milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi e circa 20 milioni di inerti da
costruzione. Commentando questi dati Enrico Fontana di Legambiente ha detto
che ci troviamo di fronte ad una «occasione persa». A distanza di 4 anni
infatti, «buona parte degli obiettivi del decreto Ronchi sui rifiuti del
1997 è ancora da raggiungere». «Se nelle regioni del Nord sono stati
compiuti importanti passi in avanti sul fronte della raccolta differenziata
- spiega Fontana - al Sud purtroppo la situazione rimane insoddisfacente e,
in molti casi, drammatica».