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l'occidente tra diete e obesita'
- Subject: l'occidente tra diete e obesita'
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 17 Jun 2001 19:42:57 +0200
da repubblica di domenica 10 giugno 2001 L'Occidente tra diete e obesità di JEREMY RIFKIN ---------------------------------------------------------------------------- ---- Conquistato l'ingresso nell'esclusivo circolo dei carnivori, i popoli cominciano ad assimilare il grasso che ogni gradino della scala delle proteine comporta. Le culture della bistecca dell'emisfero settentrionale sono grasse, spesso obese. Sovrappeso e obesità sono stati a lungo associati a benessere e potere. Fra alcune tribù dell'Africa occidentale, le adolescenti delle classi privilegiate abitano in speciali capanne da ingrasso, in cui, per un periodo che dura anche fino a due anni, vengono ipernutrite in vista del matrimonio. Nella Roma imperiale, l'obesità era così diffusa che il governo fu costretto a promulgare una legge per limitare le somme di denaro da spendere in cibo e il numero degli ospiti che si potevano invitare a un banchetto. Nel Medioevo, la ghiottoneria era piuttosto comune fra i nobili, che la consideravano un segno tangibile di benessere. La chiesa, invece, disapprovava la golosità e la considerava un peccato, seppure veniale. Nell'Inferno di Dante, uno dei dodici gironi è riservato ai golosi. Nel Rinascimento, la nuova ricchezza si esprimeva anche attraverso il corpo: gli artisti dell'epoca ritraevano spesso donne obese, drappeggiate in tessuti preziosi, in interni dagli arredi lussuosi. Anticipiamo un brano del nuovo libro di Jeremy Rifkin "Ecocidio" edito da Mondadori (pagg.392, lire 35.000) in libreria da martedì. Conquistato l'ingresso nell'esclusivo circolo dei carnivori, i popoli cominciano ad assimilare il grasso che ogni gradino della scala delle proteine comporta. Le culture della bistecca dell'emisfero settentrionale sono grasse, spesso obese. Sovrappeso e obesità sono stati a lungo associati a benessere e potere. Fra alcune tribù dell'Africa occidentale, le adolescenti delle classi privilegiate abitano in speciali capanne da ingrasso, in cui, per un periodo che dura anche fino a due anni, vengono ipernutrite in vista del matrimonio. Nella Roma imperiale, l'obesità era così diffusa che il governo fu costretto a promulgare una legge per limitare le somme di denaro da spendere in cibo e il numero degli ospiti che si potevano invitare a un banchetto. Nel Medioevo, la ghiottoneria era piuttosto comune fra i nobili, che la consideravano un segno tangibile di benessere. La chiesa, invece, disapprovava la golosità e la considerava un peccato, seppure veniale. Nell'Inferno di Dante, uno dei dodici gironi è riservato ai golosi. Nel Rinascimento, la nuova ricchezza si esprimeva anche attraverso il corpo: gli artisti dell'epoca ritraevano spesso donne obese, drappeggiate in tessuti preziosi, in interni dagli arredi lussuosi; una modella, per aspirare a essere ritratta da Rubens, doveva pesare almeno 90 chilogrammi. Nelle colonie americane, i puritani imposero ai primi coloni un atteggiamento tendenzialmente ascetico, opponendosi a piaceri di qualsiasi natura. Ma questa radice ascetica non fu sufficiente a frenare gli appetiti delle successive generazioni di immigranti, attratti dalle ricchezze materiali di un continente generoso. L'epoca che seguì la guerra civile fu caratterizzata da uno sviluppo e da una crescita senza precedenti: gli uomini si arricchivano, e celebravano la conquista della ricchezza abbandonandosi a ogni possibile eccesso. Forse, non è un caso che l'"era della corpulenza" - come fu definita dai commentatori dell'epoca - sia stata contemporanea all'avvento della cultura della bistecca. Alimentarsi di carne bovina era un simbolo della "bella vita", e, nei nuovi insediamenti, le steak houses venivano costruite con la stessa rapidità delle chiese. Già all'inizio del ventesimo secolo, l'America aveva sorpassato l'Inghilterra nel consumo di bovini. Non c'è, dunque, da sorprendersi, se gli americani, a furia di ingozzarsi di carne venata di grasso di bovini finiti a cereali, siano diventati un popolo di obesi. Secondo il Center for Disease Control, negli Stati Uniti, più di 34 milioni di individui sono grassi: nel Midwest e nel Sud il problema è leggermente più diffuso che nel Nord-Est e nel Sud-Ovest. Altre ricerche stimano che una quota compresa fra il 24 e il 27 per cento della popolazione degli Stati Uniti è sovrappeso. Anche se i fattori che contribuiscono sono molti (...) il consumo di grassi animali è fra quelli che maggiormente concorrono alla spiegazione del fenomeno. (...) Tendenzialmente, la popolazione di tutte le nazioni industrializzate occidentali è sovrappeso. Comunque, fra un paese e l'altro esistono differenze. Un'analisi che ha messo a confronto la popolazione di Stati Uniti, Canada e Inghilterra, ha rivelato come le differenze di peso corporeo medio siano fortemente correlate con la ricchezza relativa. La popolazione degli Stati Uniti era mediamente più grassa, seguita da quella canadese e da quella inglese, spingendo i ricercatori a concludere che la classificazione di questi tre paesi sulla base dell'incidenza generale dell'eccesso di peso corporeo corrisponde a quella del livello relativo di benessere. Rispetto alla salute pubblica, l'importante domanda che sorge è se l'aumento di prosperità promosso da ogni nazione implichi nella popolazione livelli ancora più elevati di sovrappeso e di patologie correlate. Mai, nella storia, gli uomini sono stati così sovrappeso. I popoli che, nell'emisfero settentrionale, si nutrono di carne bovina finita a cereali sono oppressi dal grasso al punto che, nel corso dell'ultimo secolo, è emerso con forza un nuovo fenomeno, divenuto parte integrante della cultura occidentale: la dieta. Sebbene le diete dimagranti siano sempre state praticate, fin dall'antichità e in tutte le culture, spesso erano associate alla purificazione e legate all'ambito religioso. L'astensione dal cibo era una forma di sacrificio, una penitenza, un omaggio alla divinità. Oggi, la gente ha sostituito alla divinità la propria immagine e in omaggio a essa si nega il cibo. Gli americani spendono 5 miliardi di dollari all'anno per perdere peso. La maggior parte delle persone che seguono una dieta dimagrante indica l'aspetto fisico e la bellezza come fattori motivanti della rinuncia. In sondaggi d'opinione condotti a livello nazionale, il 44 per cento delle donne americane, e il 21 per cento degli uomini ha dichiarato di voler perdere peso. Attualmente, una donna su due è a dieta "per la maggior parte del tempo". Praticamente la dieta è diventata un'ossessione collettiva: più del 63 per cento delle studentesse liceali degli Stati Uniti - e uno stupefacente 16,2 per cento di maschi - ammette di essere a dieta. Nel 1987, la rivista Ms. ha riferito che "metà di tutte le quattordicenni è a dieta". I medici affermano che la preoccupazione di "buttare giù chili" per essere più belli comincia a manifestarsi anche fra bambini di cinque anni. (...) Questa fissazione quasi patologica per la magrezza ha fatto considerevolmente aumentare l'incidenza dei disordini alimentari, come anoressia nervosa e bulimia, fra le adolescenti di classe media ed elevata. A questi disordini alimentari è stata riservata grande attenzione da parte dell'opinione pubblica, ma si deve sottolineare che la denutrizione volontaria e l'occasionale ricorso a purghe sono diventati la norma per la maggioranza delle donne americane, oltre che per un discreto numero di uomini. In un'indagine della rivista Glamour, condotta su 33 mila donne, "risulta che il 50 per cento delle lettrici che hanno risposto usa pillole dietetiche "qualche volta" o "spesso"; che il 27 per cento usa diete liquide; il 18 per cento prende diuretici; il 45 per cento "digiuna". Sorprendentemente comuni sono anche le tecniche più drastiche, come l'eliminazione del cibo (magari dopo una scorpacciata): il 18 per cento usa lassativi; il 15 per cento ricorre al "vomito autoindotto"". Antropologi, sociologi e psicologi hanno riflettuto sulle ragioni che, durante il secolo scorso, hanno determinato questo cambiamento negli standard di bellezza, dalla robustezza alla magrezza: il passaggio da abitudini prevalentemente legate all'attività agricola a uno stile di vita determinato dal modello industriale; l'aumento dell'urbanizzazione; i veloci mezzi di trasporto e di comunicazione hanno concorso a cambiare le abitudini sedentarie della piccola città americana. Il ventesimo secolo è stato il secolo del movimento, del prevalere della funzione sulla struttura e dell'energia sulla materia. Un corpo ingombrante non è un'immagine adeguata al frenetico ritmo della vita moderna. (...) Il passaggio dalle tecnologie industriali a quelle informatiche ha velocizzato la transizione dalla forza bruta alla prontezza mentale, dal corpo alla mente. Il grasso è stato sempre meno associato all'opulenza, e sempre più alla lentezza e alla pesantezza. Essere grassi ha cominciato a significare essere letargici, lenti, pigri, duri di comprendonio. In un mondo in cui il cronometro e i programmi di lavorazione, i princìpi scientifici del management e l'efficienza erano diventati il paradigma dominante, essere grassi significava essere obsoleti. Se, in passato, grasso e opulenza erano segnali di successo, le nuove generazioni erano più propense a dire, con la duchessa di Windsor: "Ricchezza e magrezza non sono mai abbastanza". (...) Il cambiamento nell'altezza, nel peso e nelle misure della celebre White Rock Girl - modello di bellezza americana - ci illustra come, nel corso del secolo passato, l'immagine sia progressivamente passata dal grasso al magro. "Nel 1894, l'ideale era rappresentato da una modella di un metro e sessantacinque, per sessantatré chili, novantasei di fianchi e novantatré di seno. Nel 1947, era già scesa a cinquantasei chili, e nel 1975 era scesa a cinquantatré, nonostante la sua altezza fosse salita a un metro e settantacinque". Sebbene la magrezza sia lo standard a cui aspirano la maggior parte degli americani e degli europei, la realtà è che, in tutto il mondo, la gente benestante è sempre più grassa. I popoli dell'emisfero settentrionale sono gli eredi di seimila anni di alimentazione a base di carne, culminata negli abusi del diciannovesimo secolo: incapaci di conciliare la propria atavica bramosia di grasso con la nuova immagine snella e asciutta, restano prigionieri di un eccesso consumistico, espiato con dosi massicce di purganti. Un caso unico, nella storia dell'umanità.
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