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a che punto e' la clonazione umana
- Subject: a che punto e' la clonazione umana
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 08 Apr 2001 16:18:09 +0200
da internazionale - wired aprile 2001 ANCORA TU A che punto é la ricerca sulla clonazione umana. Un viaggio ai confini tra scienza e morale BRIAN ALEXANDER, WIRED, STATI UNITI. ILLUSTRaIIONI DI GlBRIELLA GIAND£LLI SOLO QUA'TTRO ORE DOPO AVERMI CONOSCIUTO, L'ARTEFICE MI CHIEDERÀ CENTOMILA dollari per contribuire a finanziare la clonazione di un uomo morto. Ma a quel punto si sarà già scolato troppo alcol, mi avrà sballottato per la città sulla sua due posti e avrà anche cercato di rìmorchìare una cameriera, facendo miseramente fiasco. Nel frattempo mi saro' abituato alla sua esuberanza e la strana richiesta mi sembrerà quasi normale. Al momento di cominciare la cena, ha espresso íl desiderio di essere il primo scienziato della storia a clonare un essere umano. "Sarà il píù formidabile balzo in avanti mai compiuto dall'umanità", dice. "È il naccìolo dcl crìstianesìmo, la resurrezione di Gesu', la promessa della vita eterna?". I,'Artefìce è un momo sui trent'anni, ha i capellí scuri, un temperamento focoso e quando parla. somiglia un po' a Peter Iorre nel film II mistero deller cinque dita, sicché devo fàre un piccolo sforzo per rìcordarmi che non e' un fanatico. E' uno scienziato vero e piuttosto in gamba a giudicare dal suo dottorato in biologia molecolare:, dalla sfìlza di pubblicazioni su riviste accrEditate c dal suo impegno di ricercatore in una famosa università (da cuí, mi spiega, verrebbe licenziato in tronco se esponesse in pubblìco i suoì progettì dì clonazione umana: di qui la sua richiesta di rimanere anonimo). L'Artefice studia una proteina che è stato il primo a identifìcare e che potrebbe risultare di enorme importanza per combattere i disturbi cardiovascolarí. Stasera pero' non pensa al suo lavoro. È troppo su di giri, troppo entusíasta all'idea di clonare un essere amano. "È la cosa più facile del mondo! Basta prendere: quel maledetto nucleo, iniettarlo in un ovocìta enucleato, pregare Dio che succeda qualcosa, poi impiantare il tutto nella madre surrogata e aspettare. Credimi, la cosa più fàcile che possiamo fare oggi è proprio una stramaledetta clonazione umana!". Anche altri ricercatori mi hanno detto cose simili, perciò gli credo. Eppure sono un po' scettico sul fatto che 1'Artefìce: riesca a f'arlo per primo, anzitutto perché il suo ritornello suona un po' troppo simile a quello di Richard Seed, un po' troppo evangelico ed esagitato, ínsomma. Seed, ricordate? II veterinario in pensione che al1'ínizio del 1998 si era conquistato un'effìmera notorìetà sbandìerando il suo progetto di clonare esseri umani e di farci diventare tutt'uno con Dio. A difierenza di Seed, però, 1'Artefice dispone di alcune delle capacità necessarie per clonare. un essere umano, vale a dire di conoscenze avanzate in fàtto dì cìtobìologìa e dì una dìscreta pratíca in fatto di coltura cellulare. Non ha mai lavorato alla clonazíone, ma ha passato un bel po' di tempo a pensarci su. Già nel 1990, subito dopo il dottorato (e quìndì ben prìma del 1996, 1'anno di nascita della pecora Dolly), aveva íntuíto come togliere di mezzo 1'ostacolo più importante alla clonazione di un organismo adulto: ríportare le cellule allo stato embrionale. La sua intuizione era stata dì costrìngere le cellule a entrare in una sorta di stasi prima dí iniettarle nelle cellule uovo, che sarebbe stata appunto la tecnica impíegata per Dolly. Già Aavor Solter, um biologo dí fama che allora lavorava all'Istituto Wistar dí Filadelfìa, aveva cercato nei primi anni Ottanta di provocare una regressione del genere, ma aveva fallito, ed era arrivato alla conclusione che era impossibile. L'Artefice, a quanto mi dice, sapeva che era una conclusione sbagliata e aveva chiesto ad altri ricercatori di farlo lavorare nei loro laboratori. "Non mi hanno dato retta perché avevano letto 1'articolo dall'osannato Davor Solter', piagnucola, "e poi chi diavolo ero io?". Ma ora è arrivato il suo momento di gloria. Si tratta di coglierlo. E il Cliente gliene offre 1'opportunità. IL CLIENTE 1 Cliente è un uomo d'affari che vive ' in Europa: ha perso un figlio, morto di malattia oltre un anno fa; ha avùto però la lungimiranza di conservare alcuni campioni di tessuto del suo corpo. Grazie alle informazioni raccolte nella semiclandestinità dei gruppi di discussione sulla clonazione umana una rete mondiale in continua evoluzione che si tiene in contatto soprattutto via internet ed è formata da persone disperatamente impazienti di assistere alla prima clonazione - il Cliente è arrivato ad alcuni scienziati che si occupano di clonazione animale ed è riuscito a sapere come conservare questi tessuti per poi poterne ricavare cellule vitali al momento giusto. Seguendo i consigli degli esperti il Cliente ha fatto conservare i tessuti sia in azoto liquido, sia in blocchi di paraffina. Poi si e' messo a navigare su internet finche ha scovato l'Artefice. Quando gli telefono il Cliente va in bestia, crede che l'Artefice mi abbia rivelato la sua identita'. Ha la paranoia dell'anonimato e faccio fatica a convincerlo che ho scoperto il suo nome in un altro modo: gli assicuro che non ho nessuna intenzione di pubblicarlo.Alla fine ammette che c'e' un progetto. Lo faremo sicuramente. Siamo decisi ad arrivare fino in fondo. Riavremo nostro figlio, nel vero senso della parola. Il piano è questo: 1'Artefice e il Cliente partiranno per un laboratorio di fecondazione in vitro (Ivf) di una grande metropoli asiatica, in un paese dove non ci sono restrizioni legali alla clonazione di esseri umani. L'Artefice dice che il direttore del laboratorio è d'accordo, è uno che sa come manipolare gli ovociti umaní e ha esperienza di tutte le tecniche di fecondazione artificiale, che somigliano molto a quelle della clonazione. Le cellule uovo ottenute dalle donatrici della clinica saranno private dei nucieo. Successivamente, grazie a un procedimento chiamato trasferimento nucleare delle cellule somatiche, le cellule del figlio verranno iniettate negli ovociti enucleati. A quel punto le cellule e gli ovociti verranno fusi e infine gli ovociti verranno attivati in modo da cominciare la divisione cellulare. Gli embrioni che ne risulteranno saranno impiantati in madri surrogate, da cinque a dieci, nella speranza che un ovocita attecchisca e si sviluppi diventando un clone del figlio del Cliente. Tutti questi passaggi sono tecnicamente possibili. Non ci sono ostacoli, a parte il denaro, la volontà e il procedere per tentativi ed errori. Eppure il Cliente è restio a rivelarmi quando avrà inizio la procedura. Pensa che una fuga di notizie rischierebbe di condannare suo figlio per sempre. Provo a richiamarlo più volte, ma mi prega sempre di telefonargli in un altro momento e alla fine mi chiede di non cercarlo più. Prima di riattaccare, però, mi dice una frase che mi fa venire la pelle d'oca: "Quando succederà, farà un bel botto in tutto il mondo". Il fatto che la società disapprovi 1'idea non significa che la cosa non avverrà, ma solo che probabilmente succederà in gran segreto, per lo meno la prima volta. "Quando sì moitiplicano le dichiarazioni pubbliche di condanna, la gente tende a farsi sotto per raccogliere la sfida", sostiene Mark Sauer, un noto medico specializzato in Ivf, che lavora alla Columbia University ed è favorevole ad alcune forme di clonazione umana, come quella che consiste nel produrre duplicati di embrioni umani per i pazienti che affrontano la Ivf. É difiicile prevedere come andrà a finire il tentativo dell'Artefice e del Cliente. Nei mesí trascorsí dopo il nostro primo incontro, i due hanno cominciato a discutere. Il Cliente metteva in dubbio che 1'Artefice fosse veramente in grado di garantire il successo del1'impresa. Comunque il fatto stesso che un progetto simile esista rivela che la clonazione umana è molto vicina. Un ricercatore è stato in grado dì attìrare un commìttente convinto che la clonazione umana sia lecita; lo scienziato è entrato in contatto con il suo committente attraverso una rete di persone che condividono le sue idee, che navigano su internet, discutono tra loro e sono sempre alla ricerca degli ultimi aggiornamenti scientifici; e infine è riuscito a individuare un laboratorio specializzato in Ivf, dov'è possibile efiettuare I'operazione. Che motivo c'è di pensare che la vicenda del1'Artefice sia un episodio isolato? LA DOMANDA i raeliani, un gruppo religioso new ' age del Québec, sono stati argomento di una caterva di servizi giornalistici in tutto il mondo. Sono i promotorí di un audace progetto di clonazione umana chiamato Clonaid. L'anno scorso hanno annunciato di aver trovato una coppia americana disposta a pagare 5oomila dollari per clonare il figlio morto. Anche se la storia non è vera (i raeliani non forniscono nomi né dettagli e le loro versionì cambiano spesso), Molti esperti del settore sono convinti che ci siano altri tentativi in corso. Solo quattro annì fa, sarebbe stato impensabile. Oggi però alcuni sembrano aver deciso che, in fin dei conti,1'idea non è così strampalata, soprattutto perché la maggior parte di coloro che sono disposti ad affrontare 1'ìmpresa non cercano 1'immortalità, ma hanno subìto una perdita dolorosa oppure vorrebbero semplicemente avere un figlio. "Una coppia, il cui figlio stava per morire in seguito a un incidente d'auto, mi ha chiesto di prelevare dei campioni di cellule del ragazzo e di clonarlo", racconta Ryuzo Yanagimachi, un ricercatore dell'Università delle Hawaii che ha già clonato dei topi. "Ho ricevuto una telefonata da una ragazza che stava morendo di cancro. C'è già una consistente domanda di clonazioni". Don Wolf, un clinico specializzato in Ivf, ricercatore dell'Oregon Regional Primate Research Center-che insieme ai suoi colleghi ha già clonato embrioni di macachi rhesus e sta cercando di clonare scimmie adulte - è stato contattato a più riprese da coppie sterili decise a percorrere questa strada. La domanda di clonazione umana è incoraggiata da quello che hanno scritto vari giornalisti, pensatori e scienziati che vanno per la maggiore. Nathan Myhrvold, già capo ufficio tecnico della Microsoft e ora imprenditore nelle biotecnologie, ha definito I'atteggiamento contrario alla clonazione "un'altra forma di razzismo", sostenendo che equivale a "discriminare le persone in base al fatto che hanno una sequenza genetica identica a quella di qualcun altro". Un politologo conservatore come James Q. Wilson, dell'Università della California di Los Angeles, ha dichiarato che, dal suo punto di vista, "la modalità del concepimento, che si tratti di fecondazione natnrale, di inseminazione artificiale o di clonazione (quantomeno se 1'insieme dei donatori è limitato) passa in secondo piano rispetto alla priorità di ricostruire la famiglia". I più speranzosi sostenitori della clonazione trovano un più diretto sostegno morale e logistico nella Human Cloning Foundation (Hcf), un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a New York e Atlanta che ha allestito un sito internet (www.humancloning.org) dove le persone interessate possono incontrarsi e scambiarsi informazioni. L'OFFERTA dOVE C'E' DOMANDA, probabilmente arriverà 1'offerta. Se ne possono gia' intravvedere i primi segni: le infrastrutture necessarie alla clonazione stanno lentamente prendendo forma per soddisfare un mercato che ancora non esiste. Alla Canine Cryobank di San Marcos, in California, si procede già alla conservazione di cellule umane in vista della futura clonazione.Hanno avvisato la Hcf che stanno considerando 1'eventualità di offrire assitenza a persone che abbiano "perso un coniuge, la madre, il padre eccetera". La Alcor Life Extension Foundation, un'azienda dell'Arizona specializzata in crionica, che congela le teste e i corpi di clienti deceduti per poterli resuscitare in futuro, ha intenzione di costituire un'altra società che si occupi del materiale cellulare per la clonazione. "Riceviamo moltissime telefonate di persone che ci chiedono se lo facciamo già", spiega Fred Chamberlain, presidente della Alcor. La Summum, un gruppo filosofico-religioso di Salt Lake City, offre la mummificazione ai clienti che vogliono conservare le loro cellule in vista della clonazione. Il costo? A partire da 65mila dollari. Finora ben 147 persone hanno pagato per questo servizio tramite polizze di assicurazione sulla vita. La Southern Cross Genetics, una ditta australiana fondata da Graeme Sloan, ex dirigente di una compagnia di autotrasporti, ha costituito una cooperativa per contribuire al finanziamento della clonazione finalizzata ai trapianti di organi. Ma la Southern Cross fornirà assistenza anche per la clonazione di esseri umani. Eric Bleechmore, un membro della cooperativa, mi ha raccontato in una email che a motivarlo e' il suo dolore di padre. Mia moglie ha 38 anni, scrive. Abbiamo avuto tre figli. Sisgraziatamente i due piu' piccoli sono morti lo scorso anno nell'incendio della nostra casa. Uno aveva tre anni, l'altro cinque. Abbiamo contattato il signor Sloan per sapere se era possibile clonarli. Proprio quando questo fermento sulla clonazione sembra aver raggiunto la massa critica , ecco che si rendono disponibili le conoscenze scientifiche necessarie per clonare gli esseri umani. La tecnologia della clonazione e' gia' stata usata in importanti ricerche mediche. La capacita' di coltivare cellule staminali totipotenti, cioe' i componenti base dell'embrione da cui poi si sviluppano tutte le cellule del corpo, ha scatenato una rivoluzione. Grazie al trasferimento nucleare , procedimento essenziale della clonazione, gli scienziati potranno ben presto creare, a partire dalle cellule staminali, tessuti trapiantabili che corrispondono perfettamente a quelli del paziente. Il governo britannico ha approvato sia questa clonazione terapeutica, sia il prelievo di cellule staminali da embrioni umani in sovrannumero scartati dalle cliniche per la procreazione assistita. Nel frattempo la clonazione animale e' diventata pratica corrente. Sono stati clonati topi, pecore, mucche, capre, maiali e perfino un raro gaur asiatico - il piu' grande di tutti i Bovidi selvatici viventi-. La clonazione di cani e gatti e' prevista in tempi brevi. In primavera il primatologo Wolfe comincera' un esperimento di clonazione di scimmie adulte. Quanto alle mucche clonate, si possono gia' comperare su internet. Sono stati fatti addirittura dei cloni di cloni e procedure di base stanno diventando talmente standardizzate che perfino un liceale e' riuscita a clobare una mucca nei laboratori della Infigen, un'azienda del Wisconsin specializzata nella clonazione animale. Oggi le tecnologie usate nelle cliniche per la Ivf umana sono diventate talmente simili a quelle impiegate nella clonazione da mettere in allarme il governo federale statunitense. Steen Willadsen, embriologo del Saint Barnabas Medical Center di West Orange , nel New Jersey , che e' stato anche il primo a clonare animali a partire da embrioni , dice che alcune tecnologie impiegate dalla Ivf sono già "`molto simili al trasferimento nucleare". Anche se molti non lo sanno, le tecniche della Ivf e della clonazione sono state impiegate insieme almeno due volte per creare embrioni umani clonati. Nel 1998 un ricercatore che lavorava per la Advanced Cell Technology di Worcester, nel Massachusetts, prese una cellula somatica umana, 1'inserì in un ovocita di mucca enucleato e fece sì che quest'ultimo cominciasse a dividersi, per dimostrare che si potevano impiegare ovociti di altre specie per produrre cellule staminali umane: 1'esperimento venne interrotto deliberatamente dopo numerose divisioni cellulari. Nel 1999 un'équipe di ricerca del1'Università Kyung Hee, in Corea del Sud, ha annunciato di aver creato un embrione clonato a partire da cellule di un essere umano adulto e di aver poi interrotto 1'esPerimento (anche se ci sono dei dubbi sul fatto che tutto ciò sia successo davvero). GLI ADDETTI AI LAVORI tutti questi studi puntano in un'unica direzione: la clonazione umana. "Prima o poi succederà, anche se ancora non si sa dove", dice Sauer, il medico della Columbia University. E quando succederà, sarà uno shock. Non tanto perché la clonazione umana sarà terribile e sconvolgente come generalmente la immaginiamo, quanto perché ci renderemo conto che la maggior parte delle nostre idee sono completamente errate e che la clonazione così come appare nei nostri incubi in realtà non esiste. Tutto questo però riguarda il futuro. A noi, oggi, rimane un interrogativo assillante: quando succederà? Nessuno lo sa, forse anche domani. O forse è avvenuto ieri. Il presidente della Infigen, Michael Bishop, ha detto di essersi convinto, sulla base di voci di corridoio e di un presentimento viscerale, che un essere umano sia già stato clonato, solo che non lo sappiamo. "La clonazione è già in corso", ribadisce. "Su questo non ho dubbi. Sarebbe stupido e ingenuo pensare che non sia così". Quelia di Bishop non è una voce isolata. La scorsa primavera, al Banbury Center del Cold Spring Harbor Laboratory di Long IsLand, si è tenuto un vertice segreto di esperti di cionazione animale. Vi hanno partecipato praticamente tutti i più noti specialisti della clonazione animale, tra cui gli artefici di Dolly, Ian Wilmut e Keith Campbell. Oltre agli invitati, al1'incontro non è stato ammesso nessuno e gli argomenti del colloquio sono rimasti segreti: non ci sono state né conferenze stampa né registrazioni. Bishop ha scoperto che le sue opinioni sull'inevitabilità della clonazione umana erano largamente condivise. "Una sera dopo cena ci siamo ritrovati a parlarne ed è saltato fuori che nessuno nel nostro gruppo dubitava che fosse già accaduto", ricorda Bishop. "È troppo facile", riconosce, "troppo maledettamente facile". I PRIMI PASSI l'idea della clonazione umana non è nata con Dolly, anche se all'epoca poteva sembrare così. I primi esperimenti sulla clonazione umana risalgono al 1938 e vennero eseguiti nel corso degli anni Cinquanta. Il primo grido di allarme sulla clonazione umana risuonó nel 1971, quando James Watson - che con Francis Crick e Maurice Wilkins aveva vinto il premio Nobel nel 1962 per aver scoperto la struttura del Dna, e che oggi dirige il laboratorio di Cold Spring Harbor - pubblicò sul1'Atiantic Monthly un articolo profetico, intitolato "Verso 1'uomo clonale". In questo scritto Watson anticiPava ai suoi lettori che stavano per arrivare i cloni umani e rilevava che purtroppo la società era completamente impreparata. Nel 1984 Steen Willadsen clonò il primo embrione di mammifero, usando una pecora. Di lì a poco fu emulato da Neal First, un ricercatore dell'Università del Wisconsin, che riuscì a clonare un embrione di mucca. Dieci anni dopo arrivò Dolly. Fu allora che Richard Seed rese note le sue intenzioni di clonare degli esseri umani. La polemica suscitata da Dolly e da Seed esplose con tanta violenza che la sua eco non si è ancora smorzata. Il presidente Bill Clinton rese pubblicamente note le sue preoccupazioni sui replicanti. Dick Armey, leader della maggioranza repubblicana alla Camera dei rappresentanti, predisse nazione, fabbriche di organi, e di un dilagante disprezzo per la sacralità delia vita". Jeremy Rifkin definì la clonazione umana un "crimine orrendo". Quando la Commissione consultiva nazionale di bioetica pubblicò un rapporto che definiva la clonazione umana "moralmente inaccettabile", Clinton propose un decreto che bandiva la clonazione, per conferire a questa dichiarazione il valore dí legge. La normativa però entrò in stallo quando gli scienziati rilevarono che una simile disposizione avrebbe compromesso lo sviluppo della ricerca sulle cellule staminali. Ma il Congresso era deciso a compiere qualche passo concreto. Il problema fu afFidato alla Food and Drugs Administration (Fda). L'agenzia mise al bando questo tipo di ricerche, dichiarando che i progetti di clonazione dovevano essere sottoposti alla stessa procedura di approvazione delle sperimentazioni di nuovi farmaci, ben sapendo che la sfida sarebbe stata troppo ardua. Nel frattempo in alcuni Stati sono state varate delle leggi che equiparano la clonazione a un reato grave. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che clonare esseri umani è "contrario alla dignità umanà'. Alla fine dell'anno scorso, il Giappone ha vietato tutte le ricerche sulla clonazione umana. Eppure, non tutti i paesi lo hanno imitato: Singapore, India, Russia e Brasile sono fra quelli dove la ricerca sulla clonazione umana è legale. Sono stati ben pochi coloro che hanno osato sostenere che il mondo stava reagendo in maniera eccessiva. II rabbino Michael J. Broyde della Emory University di Atlanta ha scritto nella rivista Jewish Law che "quando non è disponibile un altro metodo, c'è motivo di ritenere che, in alcune circostanze,la legge ebraica ammetta che avere dei figli mediante la clonazione è forse una mitzvà (precetto)". Isaiah Berlin, Francis Crick, Richard Dawkins, Anthony Flew, Herbert Hauptmann, Simone Veil, Kurt Vonnegut, Edward O. Wilson e altri noti personaggi hanno sottoscritto una Dichiarazione in difesa della clonazione e dell'integrità della ricerca scientifica. Il clamore suscitato è stato così forte che, come è pronta a riconoscere la maggior parte degli esperti di Ivf, il principale ostacolo a clonare esseri umani alla luce del sole è costituito dalla ostilità dell'opinione pubblica prima ancora che dalla vigilanza della Fda. I FIGLI IN PROVETTA Chi si oppone alia clonazione umana si preoccnpa di come un clone verrebbe trattato dalla società e vuole evitare di trasformare la procreazione in una produzione industriale. Inoltre gli esiti delia clonazione animale sono diseguali sotto il profilo della sicurezza. Ci sono molti aborti e decessi neonatali. Spesso i bovini clonati soffrono di uno sviluppo irregolare della placenta e del sistema cardiopolmonaré, che porta all'aborto o alla morte poco dopo la nascita. La maggior parte dei clonatori ritiene che questi problemi siano dovuti alla riprogrammazione incompleta delle istruzioni che stabiliscono in che modo le cellule staminali debbano differenziarsi in cellule del fegato, per esempio, oppure della pelle. Come potremmo osare di correre un rischio simile con un embrione umano? Tutto questo 1'abbiamo già sentito. Nel 1978, quando gli scienziati inglesi Robert Edwards e Patrick Steptoe riuscirono a ottenere Louise Brown, la prima "bambina in provetta" del mondo, molte persone ne furono sconvolte. Lo Stato dell'Illinois emanò una legislazione che attribuiva ai medici della Ivf la custodia degli embrioni che avevano creato, per prevenire 1'eventualità che, se qualcosa andava storto, qualcuno potesse accusarli di lesioni aggravate a minori. La Chiesa cattolica ha opposto (e oppone) alla fecondazione in provetta una resistenza agguerrita. Agli esordi della Ivf il tasso di risultati positivi era del 5 per cento per ogni ciclo di trattamenti. Si registravano aborti ed embrioni "sprecati". La sperimentazione era stata effettuata anzitutto sugli esseri umani e non sulle scimmie da laboratorio. Eppure i pazienti hanno continuato a ricorrervi, nonostante le prime condanne, nonostante i rischi cui andavano incontro. Ben presto la feconndazione in provetta è accettata. Oggi migliaia di donne al1'anno ricorrono alla Ivf per avere figli. Il tasso di successo nelle cliniche migliori è salito al 2o e perfino al 3o per cento per ogni ciclo di trattamenti, e tocca il 5o per cento dopo trattamenti ripetuti. Malgrado i grandi progressi, si registrano ancora aborti, come accade anche nella procreazione naturale, e gli embrioni vitali in sovrannumero vengono tuttora scartati. Ma questi aspetti negativi sembrano giustificati dalla necessità di aiutare la gente ad avere dei figli. È possibile che la clonazione debba percorrere lo stesso itinerario. "Quando viene fuori qualche nuova tecnica, la gente si fa sempre prendere dal panico", rìleva John Zhang, un medico ricercatore specializzato in Ivf, che lavora a New York. "Poi però tutti se ne innamorano. Con la clonazione succederà lo stesso. La gente finirà per accettarla, se si rivelerà efficace e sicura". Gli specialisti della Ivf vivono in un mondo molto diverso da quello degli aspiranti clonatori umani, come l'Artefice. Sono i cowboy privi di scrupoli di una nuova frontiera della medicina, pronti a spingere sempre piu' in la le proprie competenze e a fare di tutto - a parte la clonazione - per soddisfare la domanda di strumenti riproduttivi sempre piu' sofisticati, visto che la Ivf e' ancora in buona parte deregolamentata. Gli specialisti sono liberi di effettuare esperimenti e di inventare nuove tecniche, che in quanto a bizzarria non hanno nulla da invidiare alla clonazione. In passato Mark Sauer ha abbattuto una barriera offrendo la possibilita' di concepire anche alle donne prossime alla menopausa. Ora sta aiutando coppie hiv-asimmetriche - in cui un solo patner e' sieropositivo - ad avere dei bambini malgrado il rischio di trasmettere il contagio al nascituro, un rischio che secondo Sauer e' limitato. Non ci sarebbe nulla di sorprendente se Sauer , o qualcuno come lui , osasse sfidare il tabu' della clonazione. Cappy Rothman, un medico della Ucla esperto in Ivf, si e' specializzato nel prelievo di sperma da uomini morti che in tal modo possono avere dei figli postumi. Severino Antinori, noto specialista di Ivf che lavora a Roma, ha permesso la gravidanza di una donna di 63 anni, ha coltivato sperma umano nel corpo di ratti e in un'occasione si è dichiarato disponibile ad aiutare un anonimo sacerdote cattolico ad avere un figlio senza fargli violare il voto del celibato, prelevandone lo sperma non ancora eiaculato, per fecondare 1'ovocita di una madre surrogata. James Cohen, una celebrità nel mondo della Ivf che ora lavora con Willadsen al New Jersey Medical Center, dopo aver collaborato con Steptoe ed Edwards, è diventato il pioniere di un procedimento denominato trasferimento citoplasmatico. La tecnica somiglia molto alla micromanipolazione impiegata nella clonazione. Cohen trasferisce il citoplasma cellulare (il materiale simile all'albume che circonda il nucleo) dagli ovociti sani di una donatrice a quelli difettosi di un' altra. Il principio teorico che sta alla base di questa tecnica è che se i mitocondri (gli organelli cellulari che forniscono energia alla cellula) della cellula uovo della ricevente non funzionano bene, è possibile rimpiazzarli con quelli vitali e funzionanti della donatrice, per far sì che la prima riesca a generare una prole che avrà il suo corredo genetico. I mitocondri hanno un loro Dna, perciò a rigore un bambino procreato mediante questa tecnica avrebbe due madri genetiche. Benché il trasferimento citoplasmatico abbia consentito di far nascere bambini sani, nessuno sa con certezza se ciò sia riuscito grazie al procedimento o per pura fortuna. LE CAPACITA' E LE ATTREZZATURE L'attrezzatura per clonare animali alla Infigen viene anche utilizzata nelle tecniche di Ivf, soprattutto nell'iniezione intracitoplasmatica di sperma - Icsi -. La Icsi e' stata elaborata per consentire alche agli spermatozoi piu' torpidi, che non hanno abbastanza grinta, di penetrare nell'involucro esterno dell'ovocita, la zona pellucida. Gli esperi della Ivf imprimono una carica speciale a questi spermatozoi iniettandoli direttamente nel citoplasma dell'ovocita. Se nell'eiaculato di un uomo non ci sono spermatozoi, è possibile prelevarli aspirandoli con un ago direttamente dal testicolo. A quel punto si possono iniettare direttamente nella cellula uovo gli spermatozoi o anche gli spermatidi rotondi immaturi. Sauer dice che qualsiasi laboratorio che si occupa di Icsi probabilmente ha le capacità e le attrezzature necessarie per clonare un essere umano. La Icsi viene praticata dalla maggior parte dei laboratori di Ivf del mondo, compreso quello che 1'Artefice dichiara di voler usare. Anche Sauer, da parte sua, riconosce che gli piacerebbe esegnire una clonazione umana. Non necessariamente di individui adulti, ma di embrioni. Se Sauer potesse clonare degli embrioni ottenuti in un ciclo di Ivf, conservandoli per 1'eventualità di un'eventuale fallimento della gravidanza, o di una seconda gravidanza della donna, si potrebbero risparmiare alla paziente molti dei disagi e dei costi richiesti da un ulteriore ciclo di Ivf. "Clonare embrioni identici sarebbe facile. È una cosa che si potrebbe fare subito, in quasi qualunque laboratorio di Ivf, in modo da ricavarne tre o quattro copie". La clonazione di un adulto sarebbe un po' più ardua, riconosce Sauer, per via della necessità di riprogrammare le istruzioni di differenziazione delle cellule, ma 1'idea di fondo rimane pur sempre la stessa. "Occorre solo un bravo biologo cellulare, e un piccolo laboratorio con due persone per riuscirci". Sauer stima il costo intorno ai 50mila, forse 6omila dollari: non molto più di quanto pagano molti pazienti per svariati cicli di Iv£ I gruppi di discussione su internet lo sanno. "Non passa settimana senza che la gente me lo chieda", dice Sauer. "Lo farebbe per me? Sono disposto a farvi da cavia". I NUOVI RAPPORTI DI PARENTELE È più che probabile che le persone che implorano Sauer di clonarle abbiano sentito parlare del suo lavoro da Randolfe Wicker, detto "Randy". Per incontrare Wiclcer, che fa da rappresentante in carne e ossa della Human Cloning Foundation, basta visitare il suo Uplift, un negozio di lampade art déco di Manhattan. Wicker, 63 anni, ex attivista del movimento per i diritti degli omosessuali, è un procacciatore di contatti, un'inesauribile fonte di informazioni sulle novità scientifiche e sulle più recenti voci di corridoio, sia per quelli che vogliono farsi clonare, sia per quelli che dichiarano che lo faranno. Anche Wiclcer è deciso a farsi clonare. "Ho 35omila dollari, e vorrei farmi clonare almeno una volta, se possibile anche due o tre. Poi affiderei i bambini in adozione a coppie eterosessuali", mi confida. ~ "Sceglierei genitori che abbiano avuto almeno un omosessuale in famiglia, in modo che il padre e la madre adottivi non si angoscino pensando che forse i miei geni erano gay. Per quelle famiglie sarei uno zio un po' speciale, contribuirei al1'educazione dei figli. Sarebbe un'esperienza incredibile veder crescere un mio gemello, nato tanto tempo dopo di me". Le possibilità non si esauriscono qui. "Che cosa sarebbe accaduto se avessero clonato Beethoven diverse volte e ci fossero i suoi cloni di quarant'anni,di trenta, di dieci, di cinque o di due?",si domanda Wicker. "Fra le persone si creerebbe un'ulteriore dimensione di clan. `Dio mio! Uno dei nostri quattro fratelli Beethoven è rimasto orfano, perché i suoi genitori sono morti in. un incidente d'auto. Bene, ci occuperemo noi di lui'. Naturalmente tra loro ci sarebbe un'intesa immediata, un legame molto particolare". La bizzarra visione di Wicker mi fa venire in mente Comica finale di Kurt Vonnegut. Il protagonista del romanzo vince le elezioni prisidenziali grazie allo slogan "Non più soli!". Propone di abolire la solitudine, assegnando a ognuno uno stuolo di parenti scelti con cura. Per cervellotica che sembri, la crociata di Wicker è animata in parte da un desiderio che molti di noi condividono: 1'aspirazione di crearsi una famiglia. Rebecca (il nome è inventato) ha tentato per anni di avere dei bambini. Ora ha 35 anni, vive in California, e sta seguendo una terapia basata sulle più aggiornate tecniche per combattere la sterilità. In una lettera al Comitato consultivo sulla clonazione umana, un gruppo di studio istituito con la normativa anticlonazione del suo Stato, descrive "un'odissea da incubo attraverso tutti i possibili trattamenti antisterilità. È stato come prendere un biglietto per 1'inferno di andata e ritorno. Dopo dieci tentativi falliti di inseminazione artificiale e quattro cicli Ivf abbiamo esaurito le nostre risorse finanziarie e quasi completamente rovinato il nostro rapporto coniugale". "Non abbiamo mai preso in considerazione la clonazione", mi dice in seguto Rebecca, nel corso di una conversazione telefonica. "Avevamo fatto il voto di costruire una famiglia e allevare i nostri figli. Conosco persone che criticano questo atteggiamento. Dicno che un bambino si può anche adottare, amandolo come se fosse tuo; ma qualcosa mi dice che non è naturale".Rebecca ha un contatto pronto ad aiutarla ad avere dei figli clonati. Lei, che detto per inciso è una cristiana anabattista, sostiene di non conoscere alcun passo della Bibbia in cui si affermi che la clonazione è sbagliata. Simon - anche questo e' uno pseudonimo - e' un ebreo ultraortodosso che vive in una comunita' chassidica nel Nor dello Stato di New York. Le donne non fanno che parlare di gravidanze, racconta al telefono. Se non sei in grado di procurarla si sparge la voce. C'e' una pressione fortissima. Simon ha 29 anni e i suoi amici hanno gia' diversi figli. Lui invece non puo' produrre sperma e si sente un miserabile. Qiando gli chiedo cosa pensa della donazione di sperma risponde che equivarrebbe a istigare la moglie all'adulterio. Sarebbe contrario alla mia religione. Il bambino non sarebbe kasher. Di storie come queste ne arrivano ogni giorno all'indirizzo email di Wicker . L'idea complessiva che se ne ricava e' che ci sono sempre piu' persone che cominciano a pensare alla clonazione non piu' come a qualcosa che si potrebbe fare, ma che si deve fare. L'ANIMA DELLE MUCCHE Il quartier generale della Infigen e' a una decina di minuti di macchina a nord di madison. Se mai la clonazione umana si potra' fare alla luce del sole, senza dubbio la Infigen avra' voce in capitolo, visto che l'azienda ha brevettato per gli Stati Uniti una tecnica per attivare la divisione dell'ovocita imitando quello che avviene quando la cellula uovo viene penetrata da uno spermatozoo. Ci sono molti metodi per ottenere questo risultato, come gli stimoli elettrici e chimici, per esempio. Ma obietta Michael Bishop, della Infigen anche se si usa un martello, il brevetto vale lo stesso. Infigen si e' assicurata i diritti sulla fase cruciale, e procedera' per vie legali. Vuole diventare la principale azienda nel settore della clonazione animale, ricavando i suoi profitti da procedure quali la clonazione di maiali geneticamente modificati, per otenere organi destinati al trapianto in pazienti umani, e la produzione di proteine umane dal latte di mucche geneticamente modificate. Prima che il modello produttivo cominci a marciare a regime, tuttavia, si dovra' migliorare il tasso di efficenza della clonazione animale. C'e' ancora un muro del 5 per cento di efficienza nel trasferimento nucleare di cellule somatiche adulte. Significa che su cento ovociti sottoposti a trasferimento nucleare, si ottengono solo cinque individui nati vivi, cioe' un tasso pari a quello della Ivf ai suoi esordi. Non e' abbastanza per una buona redditivita', percio' la Infigen continua a ritoccare i procedimenti di fusione cellulare e di attivazione dell'ovocita, e sperimenta delle variazioni, come l'impiego di cellule somatiche fetali al posto di cellule adulte. Lo scopo e' riprogrammare le cellule somatiche in vista della loro differenziazione cellulare. I risultati ottenuti all'Infigen sono talmente incoraggianti che l'efficienza e' salita al 30 per cento, vale a dire lo stesso standard dell'Ivf. Alcuni dipendenti della Infigen mi portano su colline erbose dove potro' incontrare alcuni cloni. Arrivati sul posto quello che vedo sono delle mucche. Alcune sono sdraiate, altre brucano placidamente. Vedo mucche convinte di essere animali da compagnia. Mi corrono incontro e mi pestano un piede: mi rendo conto così che le mucche clonate pesano quanto le mucche normali. D'altra parte mi rendo anche conto, come credo sia capitato ai ricercatori della Infigen, che se esiste qualcosa che somiglia all'anima di una mucca, ognuna di queste mucche ne ha una. La clonazione non produce copie perfette. Anche a un primo sguardo queste mucche clonate (ce n'è una ventina, tutte clonate dallo stesso genitore) non sono perfettamente uguali. "Alcune sono così somiglianti che è impossibile distinguerle", osserva Bishop. "Altre però non hanno la stella sulla fronte, oppure hanno un po' più di pelo bianco sulle zampe e così via. Ci sono lievi variazioni. Esistono molti fattori che controllano le cellule che determinano il pigmento. Il fattore principale è 1'utero della madre surrogata. Che cosa prova la madre durante la gravidanza? In che posizione è il feto quando i melanociti (le cellule del pigmento) migrano nelle loro sedi? Può succedere che abbia una giornata storta". COPIE CONFORMI L'ambiente intrauterino può influenzare anche il comportamento, spiega Bishop. Le scariche ormonali possono produrre delle differenze nel cervello fetale. I circuiti neurali del cervello del clone possono risultare considerevolmente diversi da quelli dell'animale originario, a seconda di ciò che la madre surrogata ha sentito, assaporato o mangiato, oppure a seconda del punto dell'utero in cui si è impiantato ed è cresciuto il clone. E poi, naturalmente, ci sono i mitocondri della cellula uovo e il loro Dna. Nessuno sa veramente quale influenza possa avere questo Dna sul Dna nucleare, quali istruzioni impartisca o riceva. "Forse 1'espressione mitocondriale di certi geni scatena 1'espressione di geni nucleari', ipotizza Bishop. "Tuttavia non riusciamo a capire come ciò avvenga. Nelle rane 1'interazione tra mitocondri e nucleo è molto forte. C'è un dialogo continuo e incrociato tra i due". Inoltre questi due fattori biologici interagiscono con i fattori ambientali, e vengono anche influenzati dal trascorrere del tempo. Un clone non nasce nello stesso momento del genitore da cui è stato clonato. Perciò hanno 1'opportunità di vedere, sentire e gustare cose diverse. Nulla di tutto ciò dovrebbe sorprenderci. Nell'uomo, i gemelli monozigoti, che sono molto più vicini a una copia perfetta di quanto possa esserlo qualsiasi clone (stessa cellula uovo, stessa placenta, stesso utero, stesso periodo di gestazione, stessi genitori), non sono coPie esatte. Provate a chiederlo a uno di loro. Secondo molti esperti, qualcosa di simile varrà anche con i cloni. Se una donna come la moglie di Simon portasse in grembo uno dei propri ovociti in cui è stato inserito un nucleo delle cellule di lui, il loro figlio sarebbe una combinazione dei due e non solo una copia del padre. Certo, il bambino sarebbe maschio e somiglierebbe straordinariamente al padre. Probabilmente padre e figlio avrebbero qualche altra sbalorditiva affinità. Certo, il Dna mitocondriale della madre costituirebbe solo una piccola percentuale del genoma del clone. Tuttavia sarebbe pur sempre presente. Inoltre il clone sarebbe comunque nato da una madre diversa da queila di Simon; verrebbe cresciuto in una famiglia diversa e in un'epoca diversa. Insomma, riprodurre copie esatte delle persone è assolutamente impensabile. Ecco perché Steen Willadsen sostiene che se si vogliono ottenere tanti esseri umani identici, la clonazione forse non è il metodo più adatto. "Clonare è una pratica così retrograda", dice con ironia sottile: "Ci sono altri modi per ottenere esseri umani identici. Basta metterli nelle stesse scuole ed esporli a otto ore di televisione al giorno". IL FUTURO C'è una differenza fondamentale di tono tra gli scienziati che si occupano di Ivf e di clonazione animale, e'1'ambiente semíclandestino della clonazione umana. Ci ho messo un po' per definire esattamente in che cosa consista questa differenza. Finalmente ci sono arrivato: la semiclandestinità ha il fiato corto, perché guarda al presente e non presta attenzione agli sviluppi a lungo terermine,alfuturo.I ricercatori,invece, non nascondono una certa superiorità blasé nei confronti del presente, forse perché sanno che abbiamo davanti a noi un futuro ben più bizzarro. Sanno che 1'importanza di Dolly non consisteva nel fatto che si potesse fabbricare un clone da un mammifero adulto, cioè la parte della storia a cui molti di noi si sono fermati. L'importante è che Dolly ha dimostrato che le nostre cellule sono veramente come plastilina. I nostri geni sono plastici. Possono essere modellati e plasmati. Gli organismi viventi si possono progettare. "Questo inaugura un'epoca di nuove potenzialità, con grandi implicazioni per la medicina", dice Willadsen. "Anzitutto nella ricerca sulle cellule staminali. È questo il settore di maggior interesse. La clonazione riproduttiva viene molto dopo". Non occorre un grande sforzo di immaginazione per figurarsi un futuro in cui una madre e un padre, uno dei quali è portatore di una mutazione genetica che favorisce 1'insorgenza del cancro o che provoca una sindrome terribile come 1'anemia di Fanconi, si rivolgano a una clinica della Ivf per progettare un bambino che non abbia questi mali. Forse il bambino sarà anche un po' più alto e un po' più sveglio. Prospettive di questo genere sono ancora molto remote, ma prima o poi arriverà il loro momento. È facile capire come mai gli scienziati che guardano al futuro siano restii a farsi coinvolgere dalla competizione per ottenere una copia che non è una vera copia. ~P.B.~ ·
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