a che punto e' la clonazione umana



da internazionale - wired aprile 2001

ANCORA TU


A che punto é la ricerca sulla clonazione umana. Un viaggio ai confini tra
scienza e morale
BRIAN ALEXANDER, WIRED, STATI UNITI. ILLUSTRaIIONI DI GlBRIELLA GIAND£LLI

SOLO QUA'TTRO ORE DOPO AVERMI CONOSCIUTO, L'ARTEFICE MI CHIEDERÀ CENTOMILA
dollari per contribuire a finanziare la clonazione di un uomo morto. Ma a
quel punto si sarà già scolato troppo alcol, mi avrà sballottato per la
città sulla sua due posti e avrà anche cercato di rìmorchìare una
cameriera, facendo miseramente fiasco. Nel frattempo mi saro' abituato alla
sua esuberanza e la strana richiesta mi sembrerà quasi normale. Al momento
di cominciare la cena, ha espresso íl desiderio di essere il primo
scienziato della storia a clonare un essere umano.
"Sarà il píù formidabile balzo in avanti mai compiuto dall'umanità", dice.
"È il naccìolo dcl crìstianesìmo, la resurrezione di Gesu', la promessa
della vita eterna?". I,'Artefìce è un momo sui trent'anni, ha i capellí
scuri, un temperamento focoso e quando parla. somiglia un po' a Peter Iorre
nel film II mistero deller cinque dita, sicché devo fàre un piccolo sforzo
per rìcordarmi che non e' un fanatico. E' uno scienziato  vero e piuttosto
in gamba a giudicare dal suo dottorato in biologia molecolare:, dalla
sfìlza di pubblicazioni su riviste accrEditate c dal suo impegno di
ricercatore in una famosa università (da cuí, mi spiega, verrebbe
licenziato in tronco se esponesse in pubblìco i suoì progettì dì clonazione
umana: di qui la sua richiesta di rimanere anonimo). L'Artefice studia una
proteina che è stato il primo a identifìcare e che potrebbe risultare di
enorme importanza per combattere i disturbi cardiovascolarí.
Stasera pero' non pensa al suo lavoro. È troppo su di giri, troppo
entusíasta all'idea di clonare un essere amano. "È la cosa più facile del
mondo! Basta prendere: quel maledetto nucleo, iniettarlo in un ovocìta
enucleato, pregare Dio che succeda qualcosa, poi impiantare il tutto nella
madre surrogata e aspettare. Credimi, la cosa più fàcile che possiamo fare
oggi è proprio una stramaledetta clonazione umana!". Anche altri
ricercatori mi hanno detto cose simili, perciò gli credo. Eppure sono un
po' scettico sul fatto che 1'Artefìce: riesca a f'arlo per primo, anzitutto
perché il suo ritornello suona un po' troppo simile a quello di Richard
Seed, un po' troppo evangelico ed esagitato, ínsomma. Seed, ricordate? II
veterinario in pensione che al1'ínizio del 1998 si era conquistato
un'effìmera notorìetà sbandìerando il suo progetto di clonare esseri umani
e di farci diventare tutt'uno con Dio.
A difierenza di Seed, però, 1'Artefice dispone di alcune delle capacità
necessarie per clonare. un essere umano, vale a dire di conoscenze avanzate
in fàtto dì cìtobìologìa e dì una dìscreta pratíca in fatto di coltura
cellulare. Non ha
mai lavorato alla clonazíone, ma ha passato un bel po' di tempo a pensarci
su. Già nel 1990, subito dopo il dottorato (e quìndì ben prìma del 1996,
1'anno di nascita della pecora Dolly), aveva íntuíto come togliere di mezzo
1'ostacolo più importante alla clonazione di un organismo adulto: ríportare
le cellule allo stato embrionale. La sua intuizione era stata dì
costrìngere le cellule a entrare in una sorta di stasi prima dí iniettarle
nelle cellule uovo, che sarebbe stata appunto la tecnica impíegata per
Dolly. Già Aavor Solter, um biologo dí fama che allora lavorava
all'Istituto Wistar dí Filadelfìa, aveva cercato nei primi anni Ottanta di
provocare una regressione del genere, ma aveva fallito, ed era arrivato
alla conclusione che era impossibile. L'Artefice, a quanto mi dice, sapeva
che era una conclusione sbagliata e aveva chiesto ad altri ricercatori di
farlo lavorare nei loro laboratori. "Non mi hanno dato retta perché avevano
letto 1'articolo dall'osannato Davor Solter', piagnucola, "e poi chi
diavolo ero io?". Ma ora è arrivato il suo momento di gloria. Si tratta di
coglierlo. E il Cliente gliene offre 1'opportunità.

IL CLIENTE 

1 Cliente è un uomo d'affari che vive ' in Europa: ha perso un figlio,
morto di malattia oltre un anno fa; ha avùto però la lungimiranza di
conservare alcuni campioni di tessuto del suo corpo. Grazie alle
informazioni raccolte nella semiclandestinità dei gruppi di discussione
sulla clonazione umana una rete mondiale in continua evoluzione che si
tiene in contatto soprattutto via internet ed è formata da persone
disperatamente impazienti di assistere alla prima clonazione - il Cliente è
arrivato ad alcuni scienziati che si occupano di clonazione animale ed è
riuscito a sapere come conservare questi tessuti per poi poterne ricavare
cellule vitali al momento giusto. Seguendo i consigli degli esperti il
Cliente ha fatto conservare i tessuti sia in azoto liquido, sia in blocchi
di paraffina. Poi si e' messo a navigare su internet finche ha scovato
l'Artefice.
Quando gli telefono il Cliente va in bestia, crede che l'Artefice mi abbia
rivelato la sua identita'. Ha la paranoia dell'anonimato e faccio fatica a
convincerlo che ho scoperto il suo nome in un altro modo: gli assicuro che
non ho nessuna intenzione di pubblicarlo.Alla fine ammette che c'e' un
progetto. Lo faremo sicuramente. Siamo decisi ad arrivare fino in fondo.
Riavremo nostro figlio, nel vero senso della parola.
Il piano è questo: 1'Artefice e il Cliente partiranno per un laboratorio di
fecondazione in vitro (Ivf) di una grande metropoli asiatica, in un paese
dove non ci sono restrizioni legali alla clonazione di esseri umani.
L'Artefice dice che il direttore del laboratorio è d'accordo, è uno che sa
come manipolare gli ovociti umaní e ha esperienza di tutte le tecniche di
fecondazione artificiale, che somigliano molto a quelle della clonazione.
Le cellule uovo ottenute dalle donatrici della clinica saranno private dei
nucieo. Successivamente, grazie a un procedimento chiamato trasferimento
nucleare delle cellule somatiche, le cellule del figlio verranno iniettate
negli ovociti enucleati. A quel punto le cellule e gli ovociti verranno
fusi e infine gli ovociti verranno attivati in modo da cominciare la
divisione cellulare. Gli embrioni che ne risulteranno saranno impiantati in
madri surrogate, da cinque a dieci, nella speranza che un ovocita
attecchisca e si sviluppi diventando un clone del figlio del Cliente.
Tutti questi passaggi sono tecnicamente possibili. Non ci sono ostacoli, a
parte il denaro, la volontà e il procedere per tentativi ed errori. Eppure
il Cliente è restio a rivelarmi quando avrà inizio la procedura. Pensa che
una fuga di notizie rischierebbe di condannare suo figlio per sempre. Provo
a richiamarlo più volte, ma mi prega sempre di telefonargli in un altro
momento e alla fine mi chiede di non cercarlo più. Prima di riattaccare,
però, mi dice una frase che mi fa venire la pelle d'oca: "Quando succederà,
farà un bel botto in tutto il mondo".
Il fatto che la società disapprovi 1'idea non significa che la cosa non
avverrà, ma solo che probabilmente succederà in gran segreto, per lo meno
la prima volta. "Quando sì moitiplicano le dichiarazioni pubbliche di
condanna, la gente tende a farsi sotto per raccogliere la sfida", sostiene
Mark Sauer, un noto medico specializzato in Ivf, che lavora alla Columbia
University ed è favorevole ad alcune forme di clonazione umana, come quella
che consiste nel produrre duplicati di embrioni umani per i pazienti che
affrontano la Ivf.
É difiicile prevedere come andrà a finire il tentativo dell'Artefice e del
Cliente. Nei mesí trascorsí dopo il nostro primo incontro, i due hanno
cominciato a discutere. Il Cliente metteva in dubbio che 1'Artefice fosse
veramente in grado di garantire il successo del1'impresa. Comunque il fatto
stesso che un progetto simile
esista rivela che la clonazione umana è molto vicina. Un ricercatore è
stato in grado dì attìrare un commìttente convinto che la clonazione umana
sia lecita; lo scienziato è entrato in contatto con il suo committente
attraverso una rete di persone che condividono le sue idee, che navigano su
internet, discutono tra loro e sono sempre alla ricerca degli ultimi
aggiornamenti scientifici; e infine è riuscito a individuare un laboratorio
specializzato in Ivf, dov'è possibile efiettuare I'operazione. Che motivo
c'è di pensare che la vicenda del1'Artefice sia un episodio isolato?

LA DOMANDA

i raeliani, un gruppo religioso new ' age del Québec, sono stati argomento
di una caterva di servizi giornalistici in tutto il mondo. Sono i promotorí
di un audace progetto di clonazione umana chiamato Clonaid. L'anno scorso
hanno annunciato di aver trovato una coppia americana disposta a pagare
5oomila dollari per clonare il figlio morto. Anche se la storia non è vera
(i raeliani non forniscono nomi né dettagli e le loro versionì cambiano
spesso), Molti esperti del settore sono convinti che ci siano altri
tentativi in corso. Solo quattro annì fa, sarebbe stato impensabile.
Oggi però alcuni sembrano aver deciso che, in fin dei conti,1'idea non è
così strampalata, soprattutto perché la maggior parte di coloro che sono
disposti ad affrontare 1'ìmpresa non cercano 1'immortalità, ma hanno subìto
una perdita dolorosa oppure vorrebbero semplicemente avere un figlio. "Una
coppia, il cui figlio stava per morire in seguito a un incidente d'auto, mi
ha chiesto di prelevare dei campioni di cellule del ragazzo e di clonarlo",
racconta Ryuzo Yanagimachi, un ricercatore dell'Università delle Hawaii che
ha già clonato dei topi. "Ho ricevuto una telefonata da una ragazza che
stava morendo di cancro. C'è già una consistente domanda di clonazioni".
Don Wolf, un clinico specializzato in Ivf, ricercatore dell'Oregon Regional
Primate Research Center-che insieme ai suoi colleghi ha già clonato
embrioni di macachi rhesus e sta cercando di clonare scimmie adulte - è
stato contattato a più riprese da coppie sterili decise a percorrere questa
strada. La domanda di clonazione umana è incoraggiata da quello che hanno
scritto vari giornalisti, pensatori e scienziati che vanno per la maggiore.
Nathan Myhrvold, già capo ufficio tecnico della Microsoft e ora
imprenditore nelle biotecnologie, ha definito I'atteggiamento contrario
alla clonazione "un'altra forma di razzismo", sostenendo che equivale a
"discriminare le persone in base al fatto che hanno una sequenza genetica
identica a quella di qualcun altro". Un politologo conservatore come James
Q. Wilson, dell'Università della California di Los Angeles, ha dichiarato
che, dal suo punto di vista, "la modalità del concepimento, che si tratti
di fecondazione natnrale, di inseminazione artificiale o di clonazione
(quantomeno se 1'insieme dei donatori è limitato) passa in secondo piano
rispetto alla priorità di ricostruire la famiglia".
I più speranzosi sostenitori della clonazione trovano un più diretto
sostegno morale e logistico nella Human Cloning Foundation (Hcf),
un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a New York e Atlanta che ha
allestito un sito internet (www.humancloning.org) dove le persone
interessate possono incontrarsi e scambiarsi informazioni.

L'OFFERTA

dOVE C'E' DOMANDA, probabilmente arriverà 1'offerta. Se ne possono gia'
intravvedere i primi segni: le infrastrutture necessarie alla clonazione
stanno lentamente prendendo forma per soddisfare un mercato che ancora non
esiste. Alla Canine Cryobank di San Marcos, in California, si procede già
alla conservazione di cellule umane in vista della futura clonazione.Hanno
avvisato la Hcf che stanno considerando 1'eventualità di offrire assitenza
a persone che abbiano "perso un coniuge, la madre, il padre eccetera". 
La Alcor Life Extension Foundation, un'azienda dell'Arizona specializzata
in crionica, che congela le teste e i corpi di clienti deceduti per poterli
resuscitare in futuro, ha intenzione di costituire un'altra società che si
occupi del materiale cellulare per la clonazione. "Riceviamo moltissime
telefonate di persone che ci chiedono se lo facciamo già", spiega Fred
Chamberlain, presidente della Alcor. 
La Summum, un gruppo filosofico-religioso di Salt Lake City, offre la
mummificazione ai clienti che vogliono conservare le loro cellule in vista
della clonazione. Il costo? A partire da 65mila dollari. Finora ben 147
persone hanno pagato per questo servizio tramite polizze di assicurazione
sulla vita.
La Southern Cross Genetics, una ditta australiana fondata da Graeme Sloan,
ex dirigente di una compagnia di autotrasporti, ha costituito una
cooperativa per contribuire al finanziamento della clonazione finalizzata
ai trapianti di organi. Ma la Southern Cross fornirà assistenza anche per
la clonazione di esseri umani. Eric Bleechmore, un membro della
cooperativa, mi ha raccontato in una email che a motivarlo e' il suo dolore
di padre. Mia moglie ha 38 anni, scrive. Abbiamo avuto tre figli.
Sisgraziatamente i due piu' piccoli sono morti lo scorso anno nell'incendio
della nostra casa. Uno aveva tre anni, l'altro cinque. Abbiamo contattato
il signor Sloan per sapere se era possibile clonarli. Proprio quando questo
fermento sulla clonazione sembra aver raggiunto la massa critica , ecco che
si rendono disponibili le conoscenze scientifiche necessarie per clonare
gli esseri umani.
La tecnologia della clonazione e' gia' stata usata in importanti ricerche
mediche. La capacita' di coltivare cellule staminali totipotenti, cioe' i
componenti base dell'embrione da cui poi si sviluppano tutte le cellule del
corpo, ha scatenato una rivoluzione. Grazie al trasferimento nucleare ,
procedimento essenziale della clonazione, gli scienziati potranno ben
presto creare, a partire dalle cellule staminali, tessuti trapiantabili che
corrispondono perfettamente a quelli del paziente. Il governo britannico ha
approvato sia questa clonazione terapeutica, sia il prelievo di cellule
staminali da embrioni umani in sovrannumero scartati dalle cliniche per la
procreazione assistita. Nel frattempo la clonazione animale e' diventata
pratica corrente. Sono stati clonati topi, pecore, mucche, capre, maiali e
perfino un raro gaur asiatico - il piu' grande di tutti i Bovidi selvatici
viventi-. La clonazione di cani e gatti e' prevista in tempi brevi.  In
primavera il primatologo Wolfe comincera' un esperimento di clonazione di
scimmie adulte.  Quanto alle mucche clonate, si possono gia' comperare su
internet.  Sono stati fatti addirittura dei cloni di cloni e procedure di
base stanno diventando talmente standardizzate che perfino un liceale e'
riuscita a clobare una mucca nei laboratori della Infigen, un'azienda del
Wisconsin specializzata nella clonazione animale.
Oggi le tecnologie usate nelle cliniche per la Ivf umana sono diventate
talmente simili a quelle impiegate nella clonazione da mettere in allarme
il governo federale statunitense. Steen Willadsen, embriologo del Saint
Barnabas Medical Center di West Orange , nel New Jersey , che e' stato
anche il primo a clonare animali a partire da embrioni , dice che alcune
tecnologie impiegate dalla Ivf sono già "`molto simili al trasferimento
nucleare".
Anche se molti non lo sanno, le tecniche della Ivf e della clonazione sono
state impiegate insieme almeno due volte per creare embrioni umani clonati.
Nel 1998 un ricercatore che lavorava per la Advanced Cell Technology di
Worcester, nel Massachusetts, prese una cellula somatica umana, 1'inserì in
un ovocita di mucca enucleato e fece sì che quest'ultimo cominciasse a
dividersi, per dimostrare che si potevano impiegare ovociti di altre specie
per produrre cellule staminali umane: 1'esperimento venne interrotto
deliberatamente dopo numerose divisioni cellulari. Nel 1999 un'équipe di
ricerca del1'Università Kyung Hee, in Corea del Sud, ha annunciato di aver
creato un embrione clonato a partire da cellule di un essere umano adulto e
di aver poi interrotto 1'esPerimento (anche se ci sono dei dubbi sul fatto
che tutto ciò sia successo davvero).

GLI ADDETTI AI LAVORI

tutti questi studi puntano in un'unica direzione: la clonazione umana.
"Prima o poi succederà, anche se ancora non si sa dove", dice Sauer, il
medico della Columbia University. E quando succederà, sarà uno shock. Non
tanto perché la clonazione umana sarà terribile e sconvolgente come
generalmente la immaginiamo, quanto perché ci renderemo conto che la
maggior parte delle nostre idee sono completamente errate e che la
clonazione così come appare nei nostri incubi in realtà non esiste.
Tutto questo però riguarda il futuro. A noi, oggi, rimane un interrogativo
assillante: quando succederà? Nessuno lo sa, forse anche domani. O forse è
avvenuto ieri. Il presidente della Infigen, Michael Bishop, ha detto di
essersi convinto, sulla base di voci di corridoio e di un presentimento
viscerale, che un essere umano sia già stato clonato, solo che non lo
sappiamo. "La clonazione è già in corso", ribadisce. "Su questo non ho
dubbi. Sarebbe stupido e ingenuo pensare che non sia così". Quelia di
Bishop non è una voce isolata. La scorsa primavera, al Banbury Center del
Cold Spring Harbor Laboratory di Long IsLand, si è tenuto un vertice
segreto di esperti di cionazione animale. Vi hanno partecipato praticamente
tutti i più noti specialisti della clonazione animale, tra cui gli artefici
di Dolly, Ian Wilmut e Keith Campbell. Oltre agli invitati, al1'incontro
non è stato ammesso nessuno e gli argomenti del colloquio sono rimasti
segreti: non ci sono state né conferenze stampa né registrazioni. Bishop ha
scoperto che le sue opinioni sull'inevitabilità della clonazione umana
erano largamente condivise. "Una
sera dopo cena ci siamo ritrovati a parlarne ed è saltato fuori che nessuno
nel nostro gruppo dubitava che fosse già accaduto", ricorda Bishop. "È
troppo facile", riconosce, "troppo maledettamente facile".

I PRIMI PASSI

l'idea della clonazione umana non è nata con Dolly, anche se all'epoca
poteva sembrare così. I primi esperimenti sulla clonazione umana risalgono
al 1938 e vennero eseguiti nel corso degli anni Cinquanta. Il primo grido
di allarme sulla clonazione umana risuonó nel 1971, quando James Watson -
che con Francis Crick e Maurice Wilkins aveva vinto il premio Nobel nel
1962 per aver scoperto la struttura del Dna, e che oggi dirige il
laboratorio di Cold Spring Harbor - pubblicò sul1'Atiantic Monthly un
articolo profetico, intitolato "Verso 1'uomo clonale". In questo scritto
Watson anticiPava ai suoi lettori che stavano per arrivare i cloni umani e
rilevava che purtroppo la società era completamente impreparata.
Nel 1984 Steen Willadsen clonò il primo embrione di mammifero, usando una
pecora. Di lì a poco fu emulato da Neal First, un ricercatore
dell'Università del Wisconsin, che riuscì a clonare un embrione di mucca.
Dieci anni dopo arrivò Dolly. Fu allora che Richard Seed rese note le sue
intenzioni di clonare degli esseri umani.
La polemica suscitata da Dolly e da Seed esplose con tanta violenza che la
sua eco non si è ancora smorzata. Il presidente Bill Clinton rese
pubblicamente note le sue preoccupazioni sui replicanti. Dick Armey, leader
della maggioranza repubblicana alla Camera dei rappresentanti, predisse
nazione, fabbriche di organi, e di un dilagante disprezzo per la sacralità
delia vita". Jeremy Rifkin definì la clonazione umana un "crimine orrendo".
Quando la Commissione consultiva
nazionale di bioetica pubblicò un rapporto che definiva la clonazione umana
"moralmente inaccettabile", Clinton propose un decreto che bandiva la
clonazione, per conferire a questa dichiarazione il valore dí legge. La
normativa però entrò in stallo quando gli scienziati rilevarono che una
simile disposizione avrebbe compromesso lo sviluppo della ricerca sulle
cellule staminali. Ma il Congresso era deciso a compiere qualche passo
concreto. Il problema fu afFidato alla Food and Drugs Administration (Fda).
L'agenzia mise al bando questo tipo di ricerche, dichiarando che i progetti
di clonazione dovevano essere sottoposti alla stessa procedura di
approvazione delle sperimentazioni di nuovi farmaci, ben sapendo che la
sfida sarebbe stata troppo ardua.
Nel frattempo in alcuni Stati sono state varate delle leggi che equiparano
la clonazione a un reato grave. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che
clonare esseri umani è "contrario alla dignità umanà'. Alla fine dell'anno
scorso, il Giappone ha vietato tutte le ricerche sulla clonazione umana.
Eppure, non tutti i paesi lo hanno imitato: Singapore, India, Russia e
Brasile sono fra quelli dove la ricerca sulla clonazione umana è legale.
Sono stati ben pochi coloro che hanno osato sostenere che il mondo stava
reagendo in maniera eccessiva. II rabbino Michael J. Broyde della Emory
University di Atlanta ha scritto nella rivista Jewish Law che "quando non è
disponibile un altro metodo, c'è motivo di ritenere che, in alcune
circostanze,la legge ebraica ammetta che avere dei figli mediante la
clonazione è forse una mitzvà (precetto)". Isaiah Berlin, Francis Crick,
Richard Dawkins, Anthony Flew, Herbert Hauptmann, Simone Veil, Kurt
Vonnegut, Edward O. Wilson e altri noti personaggi hanno sottoscritto una
Dichiarazione in difesa della clonazione e dell'integrità della ricerca
scientifica.
Il clamore suscitato è stato così forte che, come è pronta a riconoscere la
maggior parte degli esperti di Ivf, il principale ostacolo a clonare esseri
umani alla luce del sole è costituito dalla ostilità dell'opinione pubblica
prima ancora che dalla vigilanza della Fda.

I FIGLI IN PROVETTA

Chi si oppone alia clonazione umana si preoccnpa di come un clone verrebbe
trattato dalla società e vuole evitare di trasformare la procreazione in
una produzione industriale. Inoltre gli esiti delia clonazione animale sono
diseguali sotto il profilo della sicurezza. Ci sono molti aborti e decessi
neonatali. Spesso i bovini clonati soffrono di uno sviluppo irregolare
della placenta e del sistema cardiopolmonaré, che porta all'aborto o alla
morte poco dopo la nascita. La maggior parte dei clonatori ritiene che
questi problemi siano dovuti alla riprogrammazione incompleta delle
istruzioni che stabiliscono in che modo le cellule staminali debbano
differenziarsi in cellule del fegato, per esempio, oppure della pelle. Come
potremmo osare di correre un rischio simile con un embrione umano?
Tutto questo 1'abbiamo già sentito. Nel 1978, quando gli scienziati inglesi
Robert Edwards e Patrick Steptoe riuscirono a ottenere Louise Brown, la
prima "bambina in provetta" del mondo, molte persone ne furono sconvolte.
Lo Stato dell'Illinois emanò una legislazione che attribuiva ai medici
della Ivf la custodia degli embrioni che avevano creato, per prevenire
1'eventualità che, se qualcosa andava storto, qualcuno potesse accusarli di
lesioni aggravate a minori. La Chiesa cattolica ha opposto (e oppone) alla
fecondazione in provetta una resistenza agguerrita.
Agli esordi della Ivf il tasso di risultati positivi era del 5 per cento
per ogni ciclo di trattamenti. Si registravano aborti ed embrioni
"sprecati". La sperimentazione era stata effettuata anzitutto sugli esseri
umani e non sulle scimmie da laboratorio. Eppure i pazienti hanno
continuato a ricorrervi, nonostante le prime condanne, nonostante i rischi
cui andavano incontro. Ben presto la feconndazione in provetta è accettata.
Oggi migliaia di donne al1'anno ricorrono alla Ivf per avere figli. Il
tasso di successo nelle cliniche migliori è salito al 2o e perfino al 3o
per cento per ogni ciclo di trattamenti, e tocca il 5o per cento dopo
trattamenti ripetuti. Malgrado i grandi progressi, si registrano ancora
aborti, come accade anche nella procreazione naturale, e gli embrioni
vitali in sovrannumero vengono tuttora scartati. Ma questi aspetti negativi
sembrano giustificati dalla necessità di aiutare la gente ad avere dei
figli. È possibile che la clonazione debba percorrere lo stesso itinerario.
"Quando viene fuori qualche nuova tecnica, la gente si fa sempre prendere
dal panico", rìleva John Zhang, un medico ricercatore specializzato in Ivf,
che lavora a New York. "Poi però tutti se ne innamorano. Con la clonazione
succederà lo stesso. La gente finirà per accettarla, se si rivelerà
efficace e sicura". Gli specialisti della Ivf vivono in un mondo molto
diverso da quello degli aspiranti clonatori umani, come l'Artefice. Sono i
cowboy privi di scrupoli di una nuova frontiera della medicina, pronti a
spingere sempre piu' in la le proprie competenze e a fare di tutto - a
parte la clonazione - per soddisfare la domanda di strumenti riproduttivi
sempre piu' sofisticati, visto che la Ivf e' ancora in buona parte
deregolamentata. Gli specialisti sono liberi di effettuare esperimenti e di
inventare nuove tecniche, che in quanto a bizzarria non hanno nulla da
invidiare alla clonazione.  
In passato Mark Sauer ha abbattuto una barriera offrendo la possibilita' di
concepire anche alle donne prossime alla menopausa. Ora sta aiutando coppie
hiv-asimmetriche - in cui un solo patner e' sieropositivo - ad avere dei
bambini malgrado il rischio di trasmettere il contagio al nascituro, un
rischio che secondo Sauer e' limitato. Non ci sarebbe nulla di sorprendente
se Sauer , o qualcuno come lui , osasse sfidare il tabu' della clonazione.
Cappy Rothman, un medico della Ucla esperto in Ivf, si e' specializzato nel
prelievo di sperma da uomini morti che in tal modo possono avere dei figli
postumi. Severino Antinori, noto specialista di Ivf che lavora a Roma, ha
permesso la gravidanza di una donna di 63 anni, ha coltivato sperma umano
nel corpo di ratti e in un'occasione si è dichiarato disponibile ad aiutare
un anonimo sacerdote cattolico ad avere un figlio senza fargli violare il
voto del celibato, prelevandone lo sperma non ancora eiaculato, per
fecondare 1'ovocita di una madre surrogata. James Cohen, una celebrità nel
mondo della Ivf che ora lavora con Willadsen al New Jersey Medical Center,
dopo aver collaborato con Steptoe ed Edwards, è diventato il pioniere di un
procedimento denominato trasferimento citoplasmatico. La tecnica somiglia
molto alla micromanipolazione impiegata nella clonazione. Cohen trasferisce
il citoplasma cellulare (il materiale simile all'albume che circonda il
nucleo) dagli ovociti sani di una donatrice a quelli difettosi di un'
altra. Il principio teorico che sta alla base di questa tecnica è che se i
mitocondri (gli organelli cellulari che forniscono energia alla cellula)
della cellula uovo della ricevente non funzionano bene, è possibile
rimpiazzarli con quelli vitali e funzionanti della donatrice, per far sì
che la prima riesca a generare una prole che avrà il suo corredo genetico.
I mitocondri hanno un loro Dna, perciò a rigore un bambino procreato
mediante questa tecnica avrebbe due madri genetiche. Benché il
trasferimento citoplasmatico abbia consentito di far nascere bambini sani,
nessuno sa con certezza se ciò sia riuscito grazie al procedimento o per
pura fortuna.

LE CAPACITA' E LE ATTREZZATURE

L'attrezzatura per clonare animali alla Infigen viene anche utilizzata
nelle tecniche di Ivf, soprattutto nell'iniezione intracitoplasmatica di
sperma - Icsi -. La Icsi e' stata elaborata per consentire alche agli
spermatozoi piu' torpidi, che non hanno abbastanza grinta, di penetrare
nell'involucro esterno dell'ovocita, la zona pellucida. Gli esperi della
Ivf imprimono una carica speciale a questi spermatozoi iniettandoli
direttamente nel citoplasma dell'ovocita. Se nell'eiaculato di un uomo non
ci sono spermatozoi, è possibile prelevarli aspirandoli con un ago
direttamente dal testicolo. A quel punto si possono iniettare direttamente
nella cellula uovo gli spermatozoi o anche gli spermatidi rotondi immaturi.
Sauer dice che qualsiasi laboratorio che si occupa di Icsi probabilmente ha
le capacità e le attrezzature necessarie per clonare un essere umano. La
Icsi viene praticata dalla maggior parte dei laboratori di Ivf del mondo,
compreso quello che 1'Artefice dichiara di voler usare. Anche Sauer, da
parte sua, riconosce che gli piacerebbe esegnire una clonazione umana. Non
necessariamente di individui adulti, ma di embrioni. Se Sauer potesse
clonare degli embrioni ottenuti in un ciclo di Ivf, conservandoli per
1'eventualità di un'eventuale fallimento della gravidanza, o di una seconda
gravidanza della donna, si potrebbero risparmiare alla paziente molti dei
disagi e dei costi richiesti da un ulteriore ciclo di Ivf. "Clonare
embrioni identici sarebbe facile. È una cosa che si potrebbe fare subito,
in quasi qualunque laboratorio di Ivf, in modo da ricavarne tre o quattro
copie".
La clonazione di un adulto sarebbe un po' più ardua, riconosce Sauer, per
via della necessità di riprogrammare le istruzioni di differenziazione
delle cellule, ma 1'idea di fondo rimane pur sempre la stessa. "Occorre
solo un bravo biologo cellulare, e un piccolo laboratorio con due persone
per riuscirci". Sauer stima il costo intorno ai 50mila, forse 6omila
dollari: non molto più di quanto pagano molti pazienti per svariati cicli
di Iv£ I gruppi di discussione su internet lo sanno. "Non passa settimana
senza che la gente me lo chieda", dice Sauer. "Lo farebbe per me? Sono
disposto a farvi da cavia".

I NUOVI RAPPORTI DI PARENTELE 

È più che probabile che le persone che implorano Sauer di clonarle abbiano
sentito parlare del suo lavoro da Randolfe Wicker, detto "Randy". Per
incontrare Wiclcer, che fa da rappresentante in carne e ossa della Human
Cloning Foundation, basta visitare il suo Uplift, un negozio di lampade art
déco di Manhattan. Wicker, 63 anni, ex attivista del movimento per i
diritti degli omosessuali, è un procacciatore di contatti, un'inesauribile
fonte di informazioni sulle novità scientifiche e sulle più recenti voci di
corridoio, sia per quelli che vogliono farsi clonare, sia per quelli che
dichiarano che lo faranno.
Anche Wiclcer è deciso a farsi clonare. "Ho 35omila dollari, e vorrei farmi
clonare almeno una volta, se possibile anche due o tre. Poi affiderei i
bambini in adozione a coppie eterosessuali", mi confida.
~ "Sceglierei genitori che abbiano avuto almeno un omosessuale in famiglia,
in modo che il padre e la madre adottivi non si angoscino pensando che
forse i miei geni erano gay. Per quelle famiglie sarei uno zio un po'
speciale, contribuirei al1'educazione dei figli. Sarebbe un'esperienza
incredibile veder crescere un mio gemello, nato tanto tempo dopo di me". Le
possibilità non si esauriscono qui. "Che cosa sarebbe accaduto se avessero
clonato Beethoven diverse volte e ci fossero i suoi cloni di
quarant'anni,di trenta, di dieci, di cinque o di due?",si domanda Wicker.
"Fra le persone si creerebbe un'ulteriore dimensione di clan. `Dio mio! Uno
dei nostri quattro fratelli Beethoven è rimasto orfano, perché i suoi
genitori sono morti in. un incidente d'auto. Bene, ci occuperemo noi di
lui'. Naturalmente tra loro ci sarebbe un'intesa immediata, un legame molto
particolare". La bizzarra visione di Wicker mi fa venire in mente Comica
finale di Kurt Vonnegut. Il protagonista del romanzo vince le elezioni
prisidenziali grazie allo slogan "Non più soli!". Propone di abolire la
solitudine, assegnando a ognuno uno stuolo di parenti scelti con cura. Per
cervellotica che sembri, la crociata di Wicker è animata in parte da un
desiderio che molti di noi condividono: 1'aspirazione di	 crearsi una
famiglia.
Rebecca (il nome è inventato) ha	tentato per anni di avere dei bambini.	Ora
ha 35 anni, vive in California, e sta	seguendo una terapia basata sulle più
aggiornate tecniche per combattere la sterilità. In una lettera al Comitato
consultivo sulla clonazione umana, un gruppo di studio istituito con la
normativa anticlonazione del suo Stato, descrive "un'odissea da incubo
attraverso tutti i possibili trattamenti antisterilità. È stato come
prendere un biglietto per 1'inferno di andata e ritorno. Dopo dieci
tentativi falliti di inseminazione artificiale e quattro cicli Ivf abbiamo
esaurito le nostre risorse finanziarie e quasi completamente rovinato il
nostro rapporto coniugale".
"Non abbiamo mai preso in considerazione la clonazione", mi dice in seguto
Rebecca, nel corso di una conversazione telefonica. "Avevamo fatto il voto
di costruire una famiglia e allevare i nostri figli. Conosco persone che
criticano questo atteggiamento. Dicno che un bambino si può anche adottare,
amandolo come se fosse tuo; ma qualcosa mi dice che non è naturale".Rebecca
ha un contatto pronto ad aiutarla ad avere dei figli clonati. Lei, che
detto per inciso è una cristiana anabattista, sostiene di non conoscere
alcun passo della Bibbia in cui si affermi che la clonazione è sbagliata.
Simon - anche questo e' uno pseudonimo - e' un ebreo ultraortodosso che
vive in una comunita' chassidica nel Nor dello Stato di New York. Le donne
non fanno che parlare di gravidanze, racconta al telefono. Se non sei in
grado di procurarla si sparge la voce. C'e' una pressione fortissima. Simon
ha 29 anni e i suoi amici hanno gia' diversi figli. Lui invece non puo'
produrre sperma e si sente un miserabile. Qiando gli chiedo cosa pensa
della donazione di sperma risponde che equivarrebbe a istigare la moglie
all'adulterio. Sarebbe contrario alla mia religione. Il bambino non sarebbe
kasher. Di storie come queste ne arrivano ogni giorno all'indirizzo email
di Wicker . L'idea complessiva che se ne ricava e' che ci sono sempre piu'
persone che cominciano a pensare alla clonazione non piu' come a qualcosa
che si potrebbe fare, ma che si deve fare.

L'ANIMA DELLE MUCCHE

Il quartier generale della Infigen e' a una decina di minuti di macchina a
nord di madison. Se mai la clonazione umana si potra' fare alla luce del
sole, senza dubbio la Infigen avra' voce in capitolo, visto che l'azienda
ha brevettato per gli Stati Uniti una tecnica per attivare la divisione
dell'ovocita imitando quello che avviene quando la cellula uovo viene
penetrata da uno spermatozoo. Ci sono molti metodi per ottenere questo
risultato, come gli stimoli elettrici e chimici, per esempio. Ma obietta
Michael Bishop, della Infigen anche se si usa un martello, il brevetto vale
lo stesso. Infigen si e' assicurata i diritti sulla fase cruciale, e
procedera' per vie legali. Vuole diventare la principale azienda nel
settore della clonazione animale, ricavando i suoi profitti da procedure
quali la clonazione di maiali geneticamente modificati, per otenere organi
destinati al trapianto in pazienti umani, e la produzione di proteine umane
dal latte di mucche geneticamente modificate.
Prima che il modello produttivo cominci a marciare a regime, tuttavia, si
dovra' migliorare il tasso di efficenza della clonazione animale. C'e'
ancora un muro del 5 per cento di efficienza nel trasferimento nucleare di
cellule somatiche adulte. Significa che su cento ovociti sottoposti a
trasferimento nucleare, si ottengono solo cinque individui nati vivi, cioe'
un tasso pari a quello della Ivf ai suoi esordi. Non e' abbastanza per una
buona redditivita', percio' la Infigen continua a ritoccare i procedimenti
di fusione cellulare e di attivazione dell'ovocita, e sperimenta delle
variazioni, come l'impiego di cellule somatiche fetali al posto di cellule
adulte. Lo scopo e' riprogrammare le cellule somatiche in vista della loro
differenziazione cellulare. I risultati ottenuti all'Infigen sono talmente
incoraggianti che l'efficienza e' salita al 30 per cento, vale a dire lo
stesso standard dell'Ivf.
Alcuni dipendenti della Infigen mi portano su colline erbose dove potro'
incontrare alcuni cloni. Arrivati sul posto quello che vedo sono delle
mucche. Alcune sono sdraiate, altre brucano placidamente. Vedo mucche
convinte di essere animali da compagnia. Mi corrono incontro e mi pestano
un piede: mi rendo conto così che le mucche clonate pesano quanto le mucche
normali.
D'altra parte mi rendo anche conto, come credo sia capitato ai ricercatori
della Infigen, che se esiste qualcosa che somiglia all'anima di una mucca,
ognuna di queste mucche ne ha una. La clonazione non produce copie
perfette. Anche a un primo sguardo queste mucche clonate (ce n'è una
ventina, tutte clonate dallo stesso genitore) non sono perfettamente uguali.
"Alcune sono così somiglianti che è impossibile distinguerle", osserva
Bishop. "Altre però non hanno la stella sulla fronte, oppure hanno un po'
più di pelo bianco sulle zampe e così via. Ci sono lievi variazioni.
Esistono molti fattori che controllano le cellule che determinano il
pigmento. Il fattore principale è 1'utero della madre surrogata. Che cosa
prova la madre durante la gravidanza? In che posizione è il feto quando i
melanociti (le cellule del pigmento) migrano nelle loro sedi? Può succedere
che abbia una giornata storta".

COPIE CONFORMI

L'ambiente intrauterino può influenzare anche il comportamento, spiega
Bishop. Le scariche ormonali possono produrre delle differenze nel cervello
fetale. I circuiti neurali del cervello del clone possono risultare
considerevolmente diversi da quelli dell'animale originario, a seconda di
ciò che la madre surrogata ha sentito, assaporato o mangiato, oppure a
seconda del punto dell'utero in cui si è impiantato ed è cresciuto il
clone. E poi, naturalmente, ci sono i mitocondri della cellula uovo e il
loro Dna. Nessuno sa veramente quale influenza possa avere questo Dna sul
Dna nucleare, quali istruzioni impartisca o riceva. "Forse 1'espressione
mitocondriale di certi geni scatena 1'espressione di geni nucleari',
ipotizza Bishop. "Tuttavia non riusciamo a capire come ciò avvenga. Nelle
rane 1'interazione tra mitocondri e nucleo è molto forte. C'è un dialogo
continuo e incrociato tra i due". Inoltre questi due fattori biologici
interagiscono con i fattori ambientali, e vengono anche influenzati dal
trascorrere del tempo. Un clone non nasce nello stesso momento del genitore
da cui è stato clonato. Perciò hanno 1'opportunità di vedere, sentire e
gustare cose diverse. Nulla di tutto ciò dovrebbe sorprenderci. Nell'uomo,
i gemelli monozigoti, che sono molto più vicini a una copia perfetta di
quanto possa esserlo qualsiasi clone (stessa cellula uovo, stessa placenta,
stesso utero, stesso periodo di gestazione, stessi genitori), non sono
coPie esatte. Provate a chiederlo a uno di loro.
Secondo molti esperti, qualcosa di simile varrà anche con i cloni. Se una
donna come la moglie di Simon portasse in grembo uno dei propri ovociti in
cui è stato inserito un nucleo delle cellule di lui, il loro figlio sarebbe
una combinazione dei due e non solo una copia del padre. Certo, il bambino
sarebbe maschio e somiglierebbe straordinariamente al padre. Probabilmente
padre e figlio avrebbero qualche altra sbalorditiva affinità. Certo, il Dna
mitocondriale della madre costituirebbe solo una piccola percentuale del
genoma del clone. Tuttavia sarebbe pur sempre presente. Inoltre il clone
sarebbe comunque nato da una madre diversa da queila di Simon; verrebbe
cresciuto in una famiglia diversa e in un'epoca diversa. Insomma,
riprodurre copie esatte delle persone è assolutamente impensabile. Ecco
perché Steen Willadsen sostiene che se si vogliono ottenere tanti esseri
umani identici, la clonazione forse non è il metodo più adatto. "Clonare è
una pratica così retrograda", dice con ironia sottile: "Ci sono altri modi
per ottenere esseri umani identici. Basta metterli nelle stesse scuole ed
esporli a otto ore di televisione al giorno".

IL FUTURO

C'è una differenza fondamentale di tono tra gli scienziati che si occupano
di Ivf e di clonazione animale, e'1'ambiente semíclandestino della
clonazione umana. Ci ho messo un po' per definire esattamente in che cosa
consista questa differenza. Finalmente ci sono arrivato: la
semiclandestinità ha il fiato corto, perché guarda al presente e non presta
attenzione agli sviluppi a lungo terermine,alfuturo.I ricercatori,invece,
non nascondono una certa superiorità blasé nei confronti del presente,
forse perché sanno che abbiamo davanti a noi un futuro ben più bizzarro.
Sanno che 1'importanza di Dolly non consisteva nel fatto che si potesse
fabbricare un clone da un mammifero adulto, cioè la parte della storia a
cui molti di noi si sono fermati. L'importante è che Dolly ha dimostrato
che le nostre cellule sono veramente come plastilina. I nostri geni sono
plastici. Possono essere modellati e plasmati. Gli organismi viventi si
possono progettare. "Questo inaugura un'epoca di nuove potenzialità, con
grandi implicazioni per la medicina", dice Willadsen. "Anzitutto nella
ricerca sulle cellule staminali. È questo il settore di maggior interesse.
La clonazione riproduttiva viene molto dopo".
Non occorre un grande sforzo di immaginazione per figurarsi un futuro in
cui una madre e un padre, uno dei quali è portatore di una mutazione
genetica che favorisce 1'insorgenza del cancro o che provoca una sindrome
terribile come 1'anemia di Fanconi, si rivolgano a una clinica della Ivf
per progettare un bambino che non abbia questi mali. Forse il bambino sarà
anche un po' più alto e un po' più sveglio.
Prospettive di questo genere sono ancora molto remote, ma prima o poi
arriverà il loro momento. È facile capire come mai gli scienziati che
guardano al futuro siano restii a farsi coinvolgere dalla competizione per
ottenere una copia che non è una vera copia. 

~P.B.~ ·