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Scalia intervistato
- Subject: Scalia intervistato
- From: "FABIOCCHI::" <fabiocchi at infinito.it>
- Date: Thu, 29 Mar 2001 16:54:43 +0200
"La vera emergenza sono i rifiuti tossici" ECOMAFIE Intervista al presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti MA. GI. - ROMA www.ilmanifesto.it Quattro anni di indagini racchiusi in decine di faldoni. Una relazione finale approvata all'unanimità. La commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e le attività illecita ad esso connesse, ieri ha ufficialmente chiuso i battenti. Li ha chiusi proprio nel momento in cui in Campania è esplosa l'emergenza rifiuti. Di questo e altro parliamo con Massimo Scalia, che della commissione è presidente. "Sulla realtà campana - premette - quello che potevavo fare l'abbiamo fatto molto prima che l'emergenza scoppiasse. Ma a mio avviso non sono quelle poche migliaia di tonnellate di immondizie la cosa più importante della questione dei rifiuti in Italia".E qual è la cosa più importante? La cosa più importante sono gli ottanta milioni di tonnellate di rifiuti industriali prodotti, trentacinquemila tonnellate dei quali fuori controllo, sono sotto la diretta gestione, nel senso di raccolta, stoccaggio e riciclaggio, della cominalità organizzata. Il che rappresenta un affare di 15 mila miliardi l'anno, ai quali vanno sommati altri duemila miliardi di danni all'erario dello Stato. Ma anche questo business avviene in parte in Campania Non c'è dubbio. La Campania è stata una regione, soprattutto a causa della presenza criminale, vessata da notevoli sversamenti illegali di rifiuti tossico-novici. Il ministro dell'interno Bianco nei giorni scorsi ha sostenuto che dietro le protesta dei cittadini c'è lo zampino della camorra. E' d'accordo? Noi non abbiamo nessuna risultanza di questo. C'è, ripeto, molto più banalmente un pregresso grave e pesantissimo che per oltre un decennio ha caratterizzato la Campania dal traffico di rifiuti industriali provenienti dal nord. Ma come si esce dall'emergenza nei paesi vesuviani? Attuando il piano che il commissario di governo ci aveva illustrato già a dicembre, prima che scoppiasse il disastro. Un piano che non ha funzionato perché la sfasatura tra la chiusura delle discariche, prevista ma anticipata dall'intervento della magistratura, ha incrociato l'ipersensibilità dei cittadini e degli amministratori locali. Adesso cosa dovrebbere essere fatto? Innanzitutto una campagna di informazione. Quello che viene fuori dalle proteste dei cittadini è la paura che se si accetta oggi un impianto provvisorio di vagliatura a questo seguirà un inceneritore domani. Ma non è così. Ricordo che il piano Enea del '95 prevedeva, per la Campania, dodici inceneritori. Il successivo piano Rastrelli ne prevedeva cinque. Poi sono diventati due, quelli previsti attualmente. Alla gente va detto che gli impianti di vagliatura, modesti nastri trasportatori che vibrabo per separare i rifiuti, non sono dei god-zilla, come è stato detto dalla stampa locale. L'informazione è fondamentale. Non c'è un comune del napoletano interessato all'emergenza rifiuti che non parli di percentuali di tumori più alti d'Italia. Il che ovviamente non è vero. E dopo aver informato la popolazione, cosa andrebbe fatto? Intanto vanno fatti i siti per la vagliatura dei rifiuti. Poi, tra luglio e ottobre, devono entrare in funzione gli impianti di fabbricazione di Cdr e compostaggio. Non cinquanta, come ho letto sui giornali, ma quattro. Questi, come dice la parola stessa, sono il combustibile derivato dai rifiuti che serve ad alimentare i due inceneritori previsti dal piano regionale. Nel frattempo va avviata la raccolta differenziata, cosa che attualmente viene ignorata dai più. Il ministro verde Pecoraro Scanio, suo compagno di partito, ha però detto che gli inceneritori non vanno fatti, perché producono diossina Ognuno fa il suo mestiere. Con il decreto Ronchi noi abbiamo recepito la direttiva europee, che per l'Italia vuol dire avere finalmente un quadro normativo. Nella passata legislatura abbiamo fatto una durissima battaglia per recepirla e non ci siamo riusciti. Questo è accaduto con il governo dell'Ulivo. Le direttive Ue vanno prese in toto. Noi siamo stati contrarissimi al tutto in discarica e siamo stati contrari al tutto dentro gli inceneritori. Ma nell'ambito di un equilibrio che preveda una raccolta differenziata molto spinta, almeno del 50%, l'inceneritore è accettabile, per recuperare e riutilizzare parte dei rifiuti in energia. Questo, ripeto, è possibile attuando però un sistema integrato. Cambiamo argomento. E' finita la legislatura è il parlamento non ha approvato neanche stavolta la legge che introduce il reato d'ambiente nel codice penale. E' stata anche una battaglia della commissione da lei presieduta Il disegno di legge è stato presentato nell'aprile '99. In due anni poteva essere approvato. Evidentemente è mancata la volontà politica. Su questo io sono stato molto critico nei confronti del parlamento. Ho criticato anche il governo perché avrebbe potuto stabilire che questa legge era una priorità. Una legge caratterizzante anche dal punto di vista programmatico dell'azione del centro sinistra. Nel settembre scorso come commissione siamo andati anche dal presidente della repubblica a denunciare questa situazione inaccettabile. Abbiamo perso. Ma la sconfitta non è stata totale, perché proprio l'8 marzo scorso, in extremis, il parlamento ha approvato almeno una norma penale contro il traffico illecito dei rifiuti.
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