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R: Questione Campana (e non solo)
- Subject: R: Questione Campana (e non solo)
- From: "FABIOCCHI::" <fabiocchi at infinito.it>
- Date: Sun, 25 Mar 2001 23:17:36 +0200
Nella mia email non ho detto nulla che sia contrario a quello che hai detto tu. Infatti ho precisato che la politica demografica da sola non basta, ammettendo quindi che non e' la causa (l'unica) dei problemi ambientali. Ma un suo peso ce l'ha di certo. Non credo che la politica demografica sia basata sulle stragi; questo e' quello che ripetono i cattolici ogni volta che gli si parla di demografia. In realta' non si capisce che ogni anno muoiono nel pianeta 50 mln di persone e ne nascono 130 mln. Pertanto la popolazione aumenta annualmente di 80 mln di individui. Se la seconda cifra venisse diminuita (cioe' se le nascite venissero gestite razionalmente) certamente la crescita sarebbe gradualmente inferiore. E' una strage questa? Ci si potrebbe chiedere: in cosa consiste una gestione razionale delle nascite? Beh, inanzitutto nell'aumentare l'istruzione delle donne che nei paesi poveri vivono in uno stato di soggezione rispetto all'uomo e pertanto non partecipano alla decisione se avere o meno un/una figlio/a... tengo a precisare che l'istruzione si paga con i soldi pubblici che l'IMF vorrebbe sfruttare per ben altro quindi non sto affatto facendo il gioco dell'IMF; poi una buona politica demografica si basa sull'aumento delle tasse a chi vuole avere piu' di un certo numero di figli, o favorire le adozioni, sopratutto quelle di bambini stranieri (anche per alimentare l'internazionalizzazione della societa', cioe' una maggiore multietnicita'). Certamente garantire sgravi a famiglie che intendono diventare numerose (come vogliono fare Rutelli e Berlusca) non aiuta in questo senso. Di certo non saro' io a dire come deve essere una buona politica demografica, non sono un genio. Ma il ragionamento di fondo e' questo, riferendomi ai paesi ricchi: se e' vero che la salvezza dell'ambiente dipende dall'adozione di buoni comportamenti indivuali, allora uno di questi comportamenti e' fare meno figli [anche in contrasto con la concezione cattolica del problema]. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at Genie.it BUY ORGANIC FOOD http://WWW.BIOSHOP.ORG ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ ----- Original Message ----- From: francesco <ultrared at libero.it> To: <pck-ecologia at peacelink.it> Sent: Sunday, March 25, 2001 10:01 PM Subject: R: Questione Campana (e non solo) > > Spesso l'abitudine di inseguire i numeri ci fa dimenticare che dietro i > numeri ci sono persone e significati delle politiche che quei numeri > rappresentano. Allora non e' un male abbandonare per un attimo gli asettici > resoconti e le passive registrazioni dei guai del pianeta per riflettere un > po' di piu' sul senso di quei numeri. > 1) in via di principio e' pericoloso separare il politico dal sociale: le > politiche determinano culture, regole di comportamento, orientamenti diffusi > che si riflettono inevitabilmente sul sociale. Quindi che una soluzione (a > mio parere) errata e fuorviante sia rivolta alle istituzioni non ne > diminuisce, anzi ne potenzia, la pericolosita'; > 2) la questione dei rifiuti in Campania non nasce evidentemente dal numero > della popolazione o dalla sua densita'. Anzi, dalle denunce delle stesse > autorita' di governo, pare che i poteri criminali stiano creando > un'emergenza allo scopo di incentivare l'uso delle discariche private ed > incrementare l'affare dello smaltimento. I verdi intendono forse smentire su > questo il Ministero dell'Interno?; > 3) i poteri criminali non sono un'esclusiva della Campania, della Thailandia > e delle aree piu' densamente popolate, chi specula in Campania investe a > Milano ed in Svizzera. Cio' vale anche per i rifiuti: chi abiti dalle mie > parti e si faccia una passeggiata in campagna non e' caso eccezionale che si > trovi di fronte ad una discarica abusiva di rifiuti tossico-nocivi > provenienti dalle aree piu' civili e demograficamente avanzate del nord. La > stessa cosa capita sempre piu' spesso a chi abita nel sovraffollato terzo > mondo, devastato da bidoni e discariche non proprie ma di importazione. E la > Russia, deve la sua nomea di ricettacolo di ogni rifiuto nucleare del > pianeta alla sua stratosferica consistenza demografica? > 4) che la quantita' di rifiuti dipenda dalla quantita' di gente mi pare > un'enormita' contraddetta dai numeri (e dalla logica): > non mi risulta, infatti, che le meno densamente abitate aree > centro-settentrionali producano meno rifiuti, mi risulta anzi il contrario; > 5) infatti, già il Rapporto Bruntland del 1987 denunciava che i paesi > industrializzati (26% della popolazione a meta' anni '80) consumavano l'85% > di carta, il 79% di acciaio, l'86% di altri metalli, l'80% di energia; la > parte restante rimaneva ai paesi in via di sviluppo (74% della popolazione); > 6) piu' recentemente Giorgio Nebbia, in un suo (come sempre) adamantino > studio sulle prospettive di sviluppo sostenibile, riferendosi ai consumi di > energia, da cui dipende in misura diretta o indiretta la produzione delle > altre merci, attribuisce (al 1990) 5.3 miliardi di tonnellate equivalenti di > petrolio al consumo del 1° e 2° mondo (1.6 miliardi di popolazione), e 2.7 > MTEP al 3° e 4° mondo (4 miliardi di popolazione), con scenari al 2010 che > prevedono 7.5 MTEP per 1° e 2° mondo (1.8 miliardi di popolazione) e da 3.5 > a 6.0 MTEP per 3° e 4° mondo (5 miliardi di popolazione), concludendone che > la risposta agli sconvolgimenti ambientali che questi scenari comportano non > puo' che essere nella redistribuzione delle risorse a livello planetario e > in un sistema di sviluppo sostenibile, radicalmente anticapitalistico, per i > paesi piu' ricchi; > 7) anche i dati che quotidianamente leggiamo su peacelink mi pare vadano > nella medesima direzione: i rifiuti solidi, come quelli liquidi, come i > gassosi (CO2), sono massicciamente prodotti in paesi nord-americani ed > europei, a crescita zero, sicche' non si vede quale contenimento demografico > possa seriamente incidere sull'ambiente, a meno che non si organizzi qualche > strage di massa... Anche il problema del cibo non dipende da fattori > demografici ma dall'ineguale distribuzione delle risorse e dalle rapine del > sistema commerciale mondiale (capitalistico, ha un nome ed un cognome), come > afferma la stessa FAO; > 8) chi ha stabilito una relazione tra la crescita demografica e > l'abbassamento del livello di vita medio, in particolare in Africa, e' > (guarda caso) la Banca Mondiale, e gia' dal 1984 ("World Development Report > 1984", Washington D.C.), e conosciamo bene il ruolo di questa istituzione > nell'accrescimento delle disuguaglianze sociali, dei disastri ambientali e > della poverta' nel pianeta; > 9) le politiche demografiche nei PVS non hanno affatto risolto i problemi > denunciati, anzi sono spesso stati lo strumento di azioni di massiccio > sfruttamento produttivo delle popolazioni: in India c'e' un tasso di > crescita del 2.3% all'anno, ma nelle zone del centro e dell'est ed in quelle > in cui e' piu' diffusa l'industria dei tappeti che mantiene la schiavitu' > dei bambini, il tasso di crescita e' "derogato" al 3-3.5% all'anno (fonte: > Centro Nuovo Modello di Sviluppo "Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' > del lavoro", 1996). Il controllo demografico non incide sulle cause vere > dello sfruttamento delle popolazioni delle "tigri asiatiche", e francamente > non capisco da che punto di vista in Thailandia la popolazione starebbe > "meglio"; > 10) spesso siamo portati ad attribuire virtu' taumaturgiche al riciclaggio > dei rifiuti (beninteso: chi scrive elaborava piani per raccolta > differenziata e riciclaggio comunali a meta' anni '80, quando non era tanto > di moda). In realtà non e' affatto la soluzione piu' idonea dal punto di > vista ecologico, dipende dalle merci e dai rifiuti, che non sono tutti > uguali: vi sono elementi ad elevata dissipazione per cui il riciclaggio non > e' di molto aiuto. Inoltre non e' priva di costi in termini di energia. > Sussistono inoltre parti non riciclabili, anche estremamente nocive. Per > questo studiosi come Georgescu-Roegen hanno spostato l'attenzione sulla > questione della durevolezza dei prodotti e sui fattori culturali. In fondo, > e' rassicurante continuare a consumare massicciamente il pianeta pensando > che "tanto si ricicla". Non e' proprio cosi'; > 11) altre volte ho scritto (repetita iuvant) che la demografia ha una sua > dignita' ed una sua rispettabilita' sul versante del benessere e del > corretto sviluppo sociale, non lo discuto. Proporla come "soluzione" ai guai > ambientali e' invece discutibile e frutto di una ideologia che ha precise > connotazioni, per nulla "progressiste", che risalgono a Malthus. > Ogni soluzione, credo, non puo' che discendere dall'individuazione delle > cause del male. Qui il male non e' la popolazione, ma e' lo sfruttamento > capitalistico delle risorse, la conseguente strategia dello stimolo dei > consumi sfrenati, la conseguente opera fiancheggiatrice dell'economia > tradizionale che ignora i limiti del pianeta e la biologia, la conseguente > divisione del lavoro e della produzione nel pianeta, la conseguente ineguale > distribuzione del potere e delle risorse (quanto le monocolture > contribuiscono alla devastazione delle foreste? Eppure esse non discendono > da bisogni di sopravvivenza delle popolazioni locali, ma da precisi > interessi delle multinazionali del nord del mondo). > Dire che e' la sovrappopolazione la causa dei mali del pianeta, come fanno > la BM ed il FMI, significa nascondere le cause vere (comodo per i > beneficiari), significa dire che tutti siamo colpevoli (tutti consumiamo, > ricchi e poveri), ed in particolare i poveri, che oltre ad essere troppi, > sono anche sporchi (i rifiuti a Napoli...) e perfino maleducati > (demograficamente, s'intende); > 12) non mi sembra troppo strano che chi abbia grande dimestichezza con i > problemi dell'ambiente, incorra anche nell'infortunio di non assegnare la > giusta rilevanza alle varie cause e alle relative soluzioni. E' un serio > problema del movimento ambientalista, tuttora non risolto. In fondo, lo > specialismo produttivista, che tanto bene Tiezzi denunciava (separazione tra > economia e biologia, tra storia e fisica) si riproduce in un'artificiosa > separatezza tra le competenze ambientali e quelle lavoristiche e sociali, e > ci riesce difficile trovare i nessi tra questioni che hanno l'identica > matrice. > Mi scuso per la lunghezza. > ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ > Francesco Fanizzi - Bari - > ultrared at libero.it > > ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ > ----- Original Message ----- > From: FABIOCCHI:: <fabiocchi at infinito.it> > To: <pck-ecologia at peacelink.it> > Sent: Sunday, March 25, 2001 1:55 PM > Subject: R: Questione Campana > > > > La riflessione del Lab Eudemonia non e' rivolta ai cittadini, ma alle > > istituzioni che non hanno politiche demografiche adatte a mantenere la > > popolazione stabile. In paesi come la Thailandia che hanno una buona > > politica demografica la popolazione sta meglio. Credo comunque che in > > Campania non ci sarebbe questa emergenza se si riciclasse un'alta > > percentuale di rifiuti... non e' detto che una popolazione numericamente > > minore a quella di oggi produrrebbe meno rifiuti. Cio' non toglie che e' > > anche colpa del numero della popolazione: insomma il problema deve essere > > affrontato sia nei consumi che nella politica demografica. A mio parere > > quest'ultima da sola non basta. > >
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