Acqua



Fiumi sempre più inquinati, ma paghiamo da 500 a 1000 volte di più per bere
acqua del rubinetto imbottigliata.  Fonte: www.wwf.it

Per supplire alla richiesta di acqua sicura da bere, il consumo di acqua
imbottigliata aumenta in modo vertiginoso in tutto il mondo, particolarmente
nei paesi in via di sviluppo. Ma, come rivela uno studio preliminare
commissionato dal WWF in tutto il mondo, i consumatori pagano dalle 500 alle
1000 volte di più per una bottiglia d'acqua che, almeno nel 50% dei casi, ha
le stesse caratteristiche dell'acqua del rubinetto con solo un po' di sali e
di minerali aggiunti. Nello stesso tempo, i fiumi che dovrebbero costituire
la fonte della maggior parte dell'acqua potabile sono sempre più minacciati
dall'inquinamento provocato dalle sostanze chimiche usate in agricoltura,
dai processi industriali obsoleti o malgestiti, dalla mancanza di
trattamenti adeguati per i rifiuti urbani e gli scarichi fognari.

"E' molto chiaro che fare affidamento sull'acqua in bottiglia, pensando che
solo perché non viene dal rubinetto sia più pura e immune dall'inquinamento,
non risolverà affatto i problemi di sicurezza e approviggionamento" ha detto
Gianfranco Bologna, portavoce del WWF Italia. "Non solo dobbiamo pensare a
standard globali per l'acqua minerale e in bottiglia, ma dobbiamo anche
assicurare che l'acqua che esce dai rubinetti e dai pozzi sia sicura da
bere.  Questo vuol dire curarsi di più delle fonti di acqua, rendere più
biologica e pulita l'agricoltura, anche quella tradizionale, intervenire
sulle attività umane, industrie e scarichi fognari, che producono
inquinamento".

Disinquinare le risorse di acqua pubblica, piuttosto che fare affidamento
sull'acqua in bottiglia, costituirà un ulteriore beneficio per l'ambiente. C
'è un forte costo ambientale associato con l'imballaggio e il trasporto di
acqua in bottiglia in giro per il mondo: e il consumo di acqua imbottigliata
cresce del 7% ogni anno, con un picco del 15% nelle regioni dell'Asia che
danno sull'Oceano Pacifico. L'assenza di modi di imballaggio più
ambientalmente compatibili fa si' che questo costituisca un ulteriore
accumulo di rifiuti che si aggiungono al ciclo dell'inquinamento.

"La migliore acqua da bere non si trova necessariamente in una bottiglia. Se
vogliamo bere acqua pura dobbiamo porre maggiori sforzi nel proteggere
fiumi, laghi e falde idriche, e poi investire in modo che tale acqua arrivi
in modo sicuro al consumatore attraverso i rubinetti", ha concluso Bologna.

Di tutta l'acqua dolce, solo il 2,5% è potabile, e la maggior parte di
questa, il 99%, è racchiusa nei ghiacciai o raccolta sotto terra in
profondità. Lo 0,3% che rimane forma il ciclo dell'acqua, uno dei sistemi di
sostegno della vita del pianeta. Eppure, anche di questa quantità minuscola,
solo una parte è disponibile per l'uso umano. E' stato stimato che il
consumo mondiale annuo di acqua è vicino ai 4.000 miliardi di metri cubi,
pari a circa 755 metri cubi per abitante della Terra. Il problema, come
sempre, è la distribuzione condizionata soprattutto dalla disponibilità di
infrastrutture che ne agevolino l'utilizzo: uno statunitense, ad esempio,
consuma 2.150 metri cubi di acqua l'anno, mentre un nigeriano ne consuma 45.
L'Italia si colloca tra i paesi ricchi di risorse idriche con una
disponibilità annua di 155Km cubi, pari ad un volume pro capite di 2700
metri cubi che si riduce però a 2000 considerando la natura irregolare dei
deflussi e delle difficoltà pratiche di utilizzo. Il volume disponibile
precipita poi a 928 metri cubi a causa del cattivo stato dell'allacciamento
idrico che favorisce le perdite.

Nonostante a livello planetario vi siano reali difficoltà di reperimento e
utilizzo delle risorse idriche, gli ecosistemi d'acqua dolce continuano a
essere degradati o distrutti a ritmi spaventosi. Nel corso degli ultimi
cento anni, più della metà delle zone umide d'acqua dolce sono andate perse
per effetto di uno sviluppo non sostenibile. Habitat e specie delle zone
umide sono scomparsi, insieme al sostentamento e all'accesso all'acqua
potabile per le persone. In alcuni paesi, le tensioni politiche per l'
accesso all'acqua potabile sono cresciute a livelli allarmanti. A meno che i
metodi attuali per gestire i sistemi e il rifornimento d'acqua dolce non
cambino, le agenzie delle Nazioni Unite stimano che due terzi della
popolazione mondiale potrà trovarsi a dover affrontare una seria carenza d'
acqua potabile entro il 2025. Ancora peggio, le prime "guerre per l'acqua"
potrebbero già essere dietro l'angolo. Paradossalmente, mentre molte regioni
nel mondo soffrono per la mancanza d'acqua potabile, altre (o anche le
stesse, in stagioni diverse dell'anno) stanno subendo devastazioni dovute ad
inondazioni incredibilmente gravi e frequenti. Tutto ciò riflette in parte
gli effetti dei mutamenti climatici, ma è dovuto in larga misura ad una
cattiva gestione dei fiumi, degli allagamenti delle pianure e degli
spartiacque.

Acqua. Francescato: Bush non smettera' mai di stupirci
www.verdi.it
Dopo il dietrofront sul taglio alle emissioni di anidride carbonica delle
centrali elettriche arriva anche la decisione americana di "continuare ad
avvelenare milioni di americani con l'acqua all'arsenico, Bush non smettera'
mai di stupirci". Cosi' il leader dei Verdi Grazia Francescato commenta
l'ultima mossa ambientale dell'amministrazione statunitense. "L'azione di
Bush e' l'azione di un uomo che sta dimostrando che ormai viviamo in un
mondo in cui il denaro viene prima
della vita e della salute". Di fronte alle migliaia di ambientalisti
americani che, da anni, denunciano il rischio di cancro legato alle alte
concentrazioni di arsenico nell'acqua, il comportamento del presidente
americano, sottolinea Francescato, "e' un atto di arroganza".