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Le richieste di MOBILITEBIO (FWD)
- Subject: Le richieste di MOBILITEBIO (FWD)
- From: "AlessandroGimona"<agimona at libero.it>
- Date: Tue, 23 May 2000 20:43:55 +0200
Organismi Modificati Geneticamente: le richieste di Mobilitebio. --------------------------------------- Vi invio qui di seguito il testo degli interventi della conferenza stampa che stamattina a Genova a presentato le iniziative contro TEBIO .... A presto Fabio Lucchesi 1.Interevnto conf. stampa, Maurizio Meloni, campagna Mai/Wto, Rete Lilliput Da Seattle a Genova è stato scritto dai mezzi di informazione. E' vero, esiste una profonda continuità tra i due momenti. Non solo perché ritroviamo qui a Genova la stessa coalizione multicolore di ambientalisti, associazioni di base, campagne per i diritti umani, lavoratori che ha contribuito al fallimento della Terza Conferenza ministeriale Wto dello scorso dicembre. L'altra grande ragione è che tra i temi che la manifestazione del 25 simbolicamente porterà davanti alla passerella a senso unico della Mostra convegno Tebio vi sono alcuni dei nodi più rilevanti su cui si è costruita la battaglia di Seattle. Il primo è la denuncia di questo incredibile meccanismo di privatizzazione e monopolio della biodiversità mondiale e in particolare delle risorse del Sud del pianeta portato avanti da molti dei signori che partecipano a Tebio. Stiamo parlando degli Accordi Trips (Trade Related Intellectual Property), sigla tanto poco conosciuta all'opinione pubblica quanto rilevante per la tutela dei profitti dei colossi chimico-farmaceutici e biotech di Tebio. Questi accordi fatti inflessibilmente rispettare a suon di sanzioni commerciali dalla Wto (Organizzazione mondiale del commercio) sono quelli attraverso cui, come ha scritto la fisica indiana Vandana Shiva, si sta mettendo in moto una seconda colonizzazione di dimensioni simili a quella dei tempi di Colombo. Pratiche millenarie, colture tradizionali, sementi, microorganismi, vengono espropriati ai paesi del Sud e rivenduti sotto forma di prodotti brevettati, magari dopo solo una semplice modifica. Un pro ottosviluppo del Sud. Un monopolio senza precedenti che garantisce ai paesi del Nord il 97% di tutti i brevetti mondiali. Un meccanismo di espropriazione che ha a taluno ricordato le enclosures degli albori della rivoluzione industriale. Su questo tema, riguardo soprattutto agli aspetti farmaceutici, vorremmo citare una fonte non di parte, l'ultimo Rapporto Undp (Nazioni Unite) sullo sviluppo umano (1999): "Nel settore dell'industria farmaceutica, prima dell'accordo Trips, paesi come la Cina, l'Egitto e l'India hanno concesso brevetti sui processi farmaceutici ma non sui prodotti finali (cosa che invece fanno i Trips, ndr). Tale approccio ha dato sostegno allo sviluppo di industrie interne che usano metodi diversi per produrre, principalmente, farmaci generici, simili ma meno costosi rispetto alle marche originali. La differenza è resa evidente confrontando i pressi del Pakistan, dove esistono brevetti, e quelli dell'India, dove non ne esiste nessuno. In India i prezzi sono da 3 a 15 volte più bassi." Come nel caso della Glaxo Wellcome (per l'AZT) o della vertenza Usa-Sudafrica, alimentata dall'industria farmaceutica americana, sovente sono stati posti sotto minaccia commerciale farmaci anti Aids prodotto in paesi del Sud a costi più bassi. Per questa ragione l'associazione internazionale Premio Nobel 1999 Medici senza frontiere ha chiesto una moratoria ad ogni brevetto garantito dai Trips per i principali farmaci salvavita. Da Seattle a Genova dunque la battaglia per una revisone del regime monopolistico sulla proprietà intellettuale, che tutela in realtà la pirateria e il protezionismo in barba alle prediche sul libero commercio, è al centro delle rivendicazioni. L'altro aspetto della battaglia è a valle, riguarda la salute dei consumatori e i rischi ambientali. E' paradossale l'atteggiamento delle grandi mutlinazionali biotech e degli Stati che le sostengono (Usa e Gruppo di Miami in testa). processi, chiedono di essere tutelati da brevetti poiché avrebbero realizzato "invenzioni". Dall'altra, affermando che quanto producono è sostanzialmente equivalente a quanto esiste in natura, scalciano per evitare il regime di etichettatura o la responsabilità civile su eventuali danni provocati all'ambiente o a persone dagli Ogm. Il fattore inquietante è che gli accordi internazionali capaci di farsi rispettare (cioè vincolanti con sanzioni) sono quelli della Wto che recepiscono l'approcccio Usa contrario al principio di precauzione. Così, tutto l'onere della prova va a carico dei poteri pubblici e dei cittadini, mentre ogni diritto (e sostanziosi profitti) vanno alle imprese private, libere di esportare ogm e creare chimere di ogni genere fino a prova contraria, magari una qualche Chernobyl biotecnologica. Come si capisce allora, da Seattle a Genova le strategie lillipuziane dei cittadini e della rete di associazioni mirano allo stesso obiettivo: riportare in uno spazio pubblico di dibattito e confronto le grandi sfide che la globalizzazione pone. Non possono essere le multinazionali a legiferare sulla nostra salute, né oscuri burocrati a Ginevra o a Bruxelles. Tocca ai cittadini e alla pubblica opinione riprendere in mano le redini della vicenda. Per questo è così importante Mobilitebio. 2.PRIMA DI TUTTO LE REGOLE CONTRO LA BIOPIRATERIA LA PROPOSTA DI LEGGE E IL PROGRAMMA DEI CONTESTATORI DI TEBIO Prima di tutto le regole per arginare la biopirateria e garantire sicurezza ai consumatori: questa mattina viene annunciato il programma dei 3 giorni di contestazione a TEBIO vengono presentati i punti qualificanti di una normativa per il settore biotec e per la produzione e commercializzazione di ogm in Italia. Mobilitebio, che ad oggi conta oltre 400 adesioni, annuncia l'adesione della portavoce nazionale dei Verdi Grazia Francescato e del segretario nazionale di Rofondazione Comunista Fausto B Manifesto di Genova contro le manipolazione genetiche e la manipolazione delle informazioni da parte dell'attore e autore Beppe Grillo e dei 99Posse e saluta l'entrata del Comune di Genova nella schiera delle amministrazioni cittadine transgeniche. Mobilitebio (il coordinamento promosso dalla Rete Lilliput e da una galassia di movimenti tra cui le associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente, animaliste, quali la LAV, le botteghe del commercio equo e solidale, centri di cultura femminista, come Marea, e centri sociali, tra cui Terra di Nessuno e Zapata di Genova e La talpa e l'orologio di Imperia), che contesta la mostra-mercato TEBIO (Fiera di Genova, 24-26 maggio), forte di questi successi, annuncia attraverso i suoi portavoce Vittorio Bigliazzi, Pietro Canova, Chiara Cassurino e Paola Letardi il presidio organizzato davanti ai cancelli della Fiera dal 24 al 26 maggio e del corteo nazionale che si svolgerà dalla stazione Brignole a piazzale Kennedy il 25 maggio mattina (concentramento ore 9). Il settore del biotec, sotto il controllo di colossi industriali, è disseminato di errori e omissioni, che hanno conseguenze sull'ambiente e sulla salute. Nei soli Stati Uniti 1300 Società Biotech registrano un reddito complessivo di 13 miliardi di dollari, le prime 10 multinazionali agrochimiche al mondo controllano l'81% dei 29 miliardi di dollari del mercato agrochimico e le prime 10 industrie farmaceutiche controllano il 47% dei 197 miliardi di dollari del mercato farmaceutico il settore del biotec (che vede in prima fila colossi quali Monsanto Corporation, Novartis - risultato della fusione della farmaceutica Sandoz e l'agrochimica Ciba-Geigy -, Dow Elanco, Du Pont/Pioneer Hi Bred) . "Alle notizie dei fallimenti biotecnologici, l'ultimo in ordine di tempo è la propagazione incontrollata in Europa della colza transgenica, crescono i timori nelle istituzioni e nell'opinione pubblica - segretario generale del WWF Italia -.Il granoturco, il cotone e la soia resistenti agli erbicidi, voluti da aziende chimiche come Monsanto e Ciba Geigy (le quali non casualmente producono erbicidi) fanno aumentare la possibilità che alcuni ceppi di infestanti sviluppino una tolleranza sempre maggiore agli erbicidi, obbligando a una più pesante immissione di sostanze velenose nell'ambiente. Le società biotecnologiche lavorano per creare delle piante resistenti ai virus, senza valutare la pericolosa possibilità che si creino nuovi virus non esistenti in natura. Le nuove allergie alimentari riguardano negli Stati Uniti, dove si concentra la produzione transgenica il 2% della popolazione adulta e l'8% della popolazione. Gli esperimenti condotti sui maiali e sui polli transgenici per diminuire rispettivamente i grassi o aumentare il peso sono miseramente falliti, come l'ormone bovino della crescita modificato geneticamente (Bst- somatotropina bovina) ha provocato effetti indesiderati sulla salute." "C'è una continuità tra Seattle e Genova, non solo perché ritroviamo qui a Genova la stessa coalizione multicolore che ha contribuito al fallimento del vertice del WTO. L'altra grande ragione è che tra i temi della mobilitazione vi sono alcuni dei nodi più rilevanti su cui si è costruita la battaglia di Seattle. Sto parlando innanzitutto di quell'incredibile meccanismo di privatizzazione e monopolio della biodiversità mondiale e in particolare delle risorse del Sud del mondo, voluto dai colossi-chimico farmaceutici, così ben rappresentati a TEBIO, che hanno condizionato in ambito WTO gli Accordi TRIPs (Trade Related Intellectual Property) - aggiunge Maurizio Meloni, tra i promotori nazionali della Rete Lilliput -. La brevettazione selvaggia della materia vivente, una sorta di seconda colonizzazione, simile a quella dei tempi di Colombo, che consegna ai paesi del Nord il 97% di tutti i brevetti mondi a portato ad aspri contenziosi, in particolare nel settore farmaceutico, tra paesi del Nord e del Sud del mondo: secondo un recente studio delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano (1999) nei paesi come l'India dove non esistono brevetti per alcuni farmaci salvavita i prezzi sono da 3 a 15 volte più bassi. E' per questo che l'associazione internazionale Premio Nobel 1999 Medici senza frontiere ha chiesto una moratoria ad ogni brevetto garantito TRIPs per i principali farmaci salvavita." "La manifestazione del 25 maggio - ha dichiarato Milena Dominici, del consiglio nazionale di Legambiente - testimonierà ai "signori del biotech", in forma pacifica e non violenta, che c'è un grande movimento di cittadini che non è disposto a sacrificare sull'altare dei loro interessi il proprio futuro. Una consapevolezza questa, ormai diffusa e consolidata, che ha fatto si che con la petizione per la sicurezza alimentare Piatto Pulito, Legambiente raccogliesse in soli tre mesi oltre 50mila firme. Firme di privati cittadini che chiedono ai presidenti di Camera e Senato di fissare una moratoria sulla produzione e commercializzazione di prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati e di prevedere norme rigorose in tema di brevettabilità a sostegno del principio che le forme di vita non possono essere privatizzate". In ambito mondiale è fondamentale che vengano sottratte alla competenza del WTO (organizzazione mondiale del commercio) tutte quelle materie che implicano una stima dell'impatto ambientale. In particolare si chiede che vengano riconosciuti pienamente il "principio precauzionale", così come è stato definito nella Convenzione sulla Biodiversità dell'Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992 e ribadito nell'Accordo di Montreal del gennaio 2000, che ha varato uno specifico Protocollo sulla Biosicurezza. In particolare "il principio precauzionale" stabilisce che vengano valutati prio possibili per l'ambiente prima di procedere a sperimentazioni, produzioni e commercializazioni di sostanze che possano avere conseguenze negative per la specie umana, gli animali e le piante. Il Protocollo di Biosicurezza dovrebbe fornire una minima struttura legale soprattutto per la gestione del trasferimento oltre confine degli OGM, per i quali al momento non esistono regole internazionali. Il vero ostacolo alla riforma in tal senso e all'assunzione piena del "principio precauzionale" e all'Adozione del Protocollo sulla Biosicurezza sono gli Stati Uniti (dove si concentra il 72% dei campi transgenici) che non hanno mai sottoscritto la Convenzione sulla biodiversità, non accettando il principio di precauzione. Inoltre, sempre negli Stati Uniti non esiste alcuna regolamentazione sulla informazione ai consumatori e sulla etichettatura dei prodotti contenenti OGM e si è dato il via alla liberalizzazione del diritto brevettuale applicato ad esseri viventi ha il suo inizio negli USA. Per quanto riguarda l'Europa, sicuramente più attenta degli Stati Uniti sulla materia, c'è da dire che dopo la crescita della sensibilità oggi si colgono alcuni passi indietro indotti dall'offensiva delle multinazionali. Sulla regolamentazione della biosicurezza bisogna ricordare che si sta mettendo mano a una revisione delle Direttive Comunitarie 219/90 CEE e 220/90/CEE che, rispettivamente, riguardano l'impiego confinato di microrganismi modificati geneticamente e il rilascio deliberato di ogm, ma che non tenevano conto conto del principio precauzionale che è entrato a far parte della normative europea solo con il Trattato di Maastricht del 1994. La Direttiva 219/90 è già stata modificate e aggiornata, mentre la 220/90 è ancora in fase di revisione. Anche il voto avvenuto nel Parlamento Europeo nell'aprile di quest'anno testimonia la debolezza del'Unione che consente ancora sino al 2005 la commercializzazion i marcatori di resistenza agli antibiotici e non ha accettato i "principio di responsabilità" dei produttori di ogm per eventuali danni che da questi potrebbero essere provocati. Sull'etichettatura c'è un regolamento europeo del 1997 sui cosiddetti Novel food, i nuovi ingredienti alimentari che prevede l'obbligo di dichiarare (solo però dopo tale data e quindi escludendo soia e mais già presenti sul mercato) la presenza di OGM , ma non di loro parti in caso non siano individuati i geni modificati. Un successivo regolamento del 1998 obbliga alla etichettatura anche i prodotti contenenti mais e soia ma che stabilisce che quando il prodotto derivato da OGM sia "sostanzialmente equivalente" a quello naturale, la specificazione nell'etichetta non è necessaria. Infine l'UE ha recentemente adottato il nuovo Regolamento n. 49 del 2000 che rende obbligatoria sull'etichetta la specificazione "contenente ogm" ma solo per i prodotti che superino dell'1% la presenza di derivati transgenici. Sulla brevettazione l'Unione Europea ha approvato nel 1998 una direttiva (non ancora recepita dagli stati membri) che permette di ottenere brevetti biotecnologici per ogm, parti o geni di qualunque vivente, uomo compreso. Questa decisione, non ratificata, è in contrasto con la stesa Convenzione sul Brevetto Europeo del 1973, che ha sinora escluso la brevettibilità di organismi viventi, basandosi sulla considerazione che un ogm, o sua parte o un gene modificato no sono invenzioni ma scoperte e che gli organismi viventi non possono equiparati ad utensili o prodotti da commercializzare. l'Olanda e l'Italia hanno fatto ricorso alla Corte Europea di Giustizia contro tale Direttiva. Per quanto riguarda l'Italia si chiede che venga adottata una normativa adeguata che stabilisca: 1.. come il germoplasma sia patrimonio comune dell'umanità e quindi si faccia divieto di brevettare le forme di vita esistenti sul piane b.. la prevalenza dei diritti fondamentali della collettività alla salute, alla integrità dell'ambiente e alla informazione sugli interessi privatistici finalizzati alla sperimentazione, allo sfruttamento della proprietà intellettuale e alla produzione di ogm, di ogni sua parte o di ogni suo gene; 3.. l'esplicito riferimento al "principio precauzionale", stabilito a nell'Earth Summit del 1992 e al Protocollo della Biosicurezza, così come integrato e modificato a Montreal nel 2000; d.. il divieto definitivo di coltivare e allevare liberamente piante e animali geneticamente modificati e altro tipo di ogm. e.. la responsabilità civile dei produttori nel caso di immissione nell'ambiente di OGM e della loro propagazione contaminante; f.. il divieto di coltivazione "in pieno campo", anche in via sperimentale, di piante gm sino a quando non si abbiano certezze sulla innocuità per i sistemi agrari; g.. siano escluse dalla protezione dei marchi di qualità e dai finanziamenti erogati dallo Stato, dalle Regioni e con cofinanziamenti comunitari le aziende che utilizzino piante o animali o mangimi gm; h.. la definizione di procedure di Valutazione Ambientale Strategica preventiva e di Valutazione di Impatto Ambientale, anche per le sperimentazioni eventualmente autorizzate, trasparenti e approfondite; i.. l'obbligo di informazione alle popolazioni e agli agricoltori dei Comuni interessati alle sperimentazioni attualmente in corso su autorizzazione del Ministero della Sanità; j.. l'obbligo dei fornitori di materie prime ad uso alimentare e agroindustriale di segregare e etichettare le materia prime contenenti ogm e l'istituzione di un Osservatorio nazionale sui consumi di ogm in cui siano presenti le ONG di difesa dell'ambiente, della salute, dei consumatori; k.. un controllo di filiera, dal campo alla tavola, sul processo produttivo di prodotti con quello già adottato sui prodotti biologici, per i quali vige un'etichettatura di processo e che sono gli unici prodotti che per definizione non contengono ogm o loro derivati); l.. incentivi maggiori all'agricoltura biologica e alle pratiche tradizionali agricole e zootecniche che non utilizzino, anche nei mangimi, ogm o derivati da ogm; m.. incentivi per la vendita di prodotti esenti da ogm tramite forme di pubblicizzazione sostenute dall'intervento pubblico e il varo di campagne pubbliche di informazione e educazione che chiariscano i rischi legati alla produzione e commercializzazione di ogm o di loro derivati; n.. il divieto all'uso di ogm o di loro derivati nella preparazione delle mense scolastiche e prescolastiche, negli ospedali, nei luoghi di cura, in tutti gli uffici pubblici e nelle mense aziendali; 15.. una revisione della Pianificazione nazionale nel settore della ricerca che preveda l'incremento degli stanziamenti pubblici nei settori della ricerca biologica di base e applicata e privilegi le ricerche finalizzate alla diversificazione dei sistemi agrari e alle tecniche di creazione varietale gestibili direttamente dagli agricoltori stessi.
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