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cellule umane transgeniche e animali:Un brevetto per la Novartis
- Subject: cellule umane transgeniche e animali:Un brevetto per la Novartis
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 18 May 2000 19:06:55 +0200
>From: molino <molino at cybernet.ch> > Tratto da "Il Corriere del Ticino" > Confederazione - edizione 18.05.2000 > > > BIOETICA - Per cellule umane transgeniche e animali >destinate ai trapianti > Un brevetto per la Novartis > Rilancia il dibattito sulla cosiddetta «patente >sulla vita» > >http://www.cdt.ch/giornale/cdt/18052000/Confederazione/18052000074323.asp > > Basilea L'Ufficio europeo brevetti (EPO) ha >accordato alla Novartis un brevetto relativo a cellule transgeniche umane e animali >volte a diminuire il rischio di rigetto di organi destinati ai trapianti. Secondo >gli ambientalisti si tratta di un passo non solo eticamente discutibile, ma forse >anche illegale. Per la Novartis potrebbe invece contribuire a risolvere il problema >della carenza di organi.La concessione del brevetto, risalente al 3 maggio >scorso, è stata rivelata martedì sera da «Kassensturz», la trasmissione per >i consumatori della televisione svizzero-tedesca. Nel confermare la >notizia, il capo della ricerca farmaceutica della Novartis Paul Herrling ha >spiegato oggi all'Ats che gli organi «trattati» con le cellule in questione sono più >facilmente trapiantabili.Stando a Herrling il brevetto protegge l'intero >procedimento, quindi anche l'organo, una volta che questo è modificato: nella >nuova forma questo infatti in natura non esiste. Concretamente, l'organo viene >dapprima prelevato dal donatore; poi viene iniettata una sostanza che >provoca una mutazione genetica;infine viene inserito nel paziente.Il processo su cui si basa il brevetto è stato scoperto nell'ambito della ricerca per gli xenotrapinati (organi animali destinati all'uomo). Secondo Herrling il procedimento è applicabile anche ai trapianti di tessuti (allotrapianti): evita infatti una distruttiva infiammazione dei vasi sanguigni. Sempre secondo il dirigente della società basilese, >il numero degli organi a disposizione per i trapianti è limitato anche >perché oggi i fenomeni di rigetto sono contrastati da farmaci che hanno effetto solo >per 5-10 anni: dopo di che subentra un rigetto cronico e i medici sono >costretti a cercare un nuovo donatore.Ma perché brevettare? La multinazionale ha voluto da una parte battere sul tempo i concorrenti, impedendo che la ricerca a >Basilea fosse bloccata da patenti in mano a terzi. Dall'altra si intende >ricuperare i soldi spesi nei laboratori grazie alle entrate generate da eventuali prodotti per licenze, come ha aggiunto Herrling. A suo avviso non è ancora possibile >avanzare una stima di questi introiti, ma è chiaro che l'intero settore dei >trapianti è da considerare redditizio. La notizia è destinata a rilanciare in Svizzera il dibattito in merito alla cosidetta «patente sulla vita». Per Ewald Weibel, presidente dell'Accademia svizzera delle scienze mediche (ASSM) i brevetti su organi animali sono proponibili. Più discutibile è invece la situazione per quanto >riguarda le cellule umane.Weibel ricorda inoltre che il commercio di organi >umani è vietato dalla Costituzione e non si capisce bene il senso pratico >di un brevetto. A questa obiezione Herrling risponde che già oggi si >utilizzano medicinali brevettati per il trapianto di organi. Novartis si è già assicurata decine di brevetti nei campi degli xenotrapianti e della terapia genetica. Le prime reazioni degli ambientalisti sono di costernazione. Il Partito ecologista svizzero rammenta che la legge elvetica vieta che vengano brevettati procedimenti chirurgici, terapeutici e diagnostici sull'animale e sull'uomo. Per i Verdi il passo dell'EPO è contrario pure alla legislazione europea in materia. A loro avviso, inoltre, non è corretto realizzare guadagni su organi messi a disposizione gratuitamente dai donatori. I Verdi chiedono quindi al Consiglio> federale di opporsi.Ma il caso concreto sembra sollevare in pieno i >problemi relativi al diritto dei brevetti. Per Christoph Rehmann-Sutter, docente di >bioetica all'Università di Basilea, la protezione offerta dai brevetti va >troppo lontano.Pur non volendo direttamente criticare la Novartis >o l'EPO, Rehmann considera discutibile la tendenza a brevettare sempre più >aspetti oltre all'invenzione vera e propria: si parte dal procedimento, per arrivare >poi al prodotto e infine a tutto un organo. A suo avviso è ora di procedere ad un >ripensamento: per troppo tempo il tema è rimasto di competenza dei giuristi.
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