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far west genetico in sardegna. ricerche senza regole ne garanzie
- Subject: far west genetico in sardegna. ricerche senza regole ne garanzie
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 04 Apr 2000 11:58:36 +0200
dall'unita' di venerdi 24 marzo 2000 FAR WEST GENETICO IN SARDEGNA . RICERCHE SENZA REGOLE NE GARANZIE avviati diversi progetti di screening nell'isola . Antonio Cao: no alle preclusioni ideologiche ma ci vogliono precise linee guida sono molti gli studi sulle popolazioni sarde in cui sono coinvolte societa' di genomica e sollevano problemi etici ed economici di A.Mel. le emergenze in fatto di biotecnologie si susseguono senza sosta.Dapprima l'opinione pubblica e' insorta contro i due brevetti per la clonazione concessi da1 Patent Office inglese alla Géron. Poi sono stati spesi fiumi di parole a favore della dichiarazione congiunta ClintonBlaìr contro la brevettabilita' dei dati genetìcì. Ma è possibile che mentre sono tutti pronti a censurare ció che accade altrove, ci sia tanta disattenzione nei confronti degli studi di genetica delle popolazioni che si svolgono nel nostro paese? Il patrimonio genetico degli abitanti della Sardegna ha caratteristiche uniche e la comunità dei genecisti sardi, che può vantare una lunga tradizione di ricerche ad altissimo livello, ha iniziato la sua corsa. Nell'ìsola iniziano a spuntare come funghi progetti grandi e piccoli di screening genetici. II primo a comparire sulla stampa italiana è stato Mario Pirastu, che questo mese ha annunciato la costituzione di un consorzio pubblico per lo studio di patologie come la calcolosi in due paesi del1'Ogliastra. Poi si è aperto il caso Myriad Genetics: la compagnis dello Utah, che può vantare brevettì sui due geni che predìspongono al tumore del seno e dell'ovaio, dà inizio a una campagna per mettere in piedi coIlaborazioni con ricercatori sardi. Innanzítutto stringe accordi con un istituto per la promozione delle biotecnologie in Sardegna, la Biotecne: il progetto è quello di raccogliere campioni di sangue che poi saranno analizzati nei laboratori dello Utah alla ricerca di geni implicati nella predisposizione all'asma. Ma si offre anche di mettere le proprie scrutture al servizio del team di Nicola Glorioso, che studia le basi genetiche dell'ipertensione. L'idea è allettante: Giorioso è impegnato nel promettenie campo della farmacogenomica e studia la diversa efficacia e tollerabilità che g1i stessi farmaci possono avere in pazienti che mostrano un diverso profilo genetico. Ma questi casi potrebbero essere soltanto la punta dell'iceberg e iniziano a circolare voci su iniziative di singoli medicì dell'isola, che si trovano ìn mano campìonì preziosi e la possibilità di fare il grande salto nella ricerca di punta. Ma quali garanzie etiche offrono questi progetti? Ed esiste un quadro normativo che li regoli? Antonio Cao è uno dei grandi nomi della genetica in Sardegna, è , impegnato da anní nella diagnostica molecolare di malattie genetiche come la talassemia, sta lavorando alla mappatura dei geni coinvolti nell'asma su campioni di 120 coppie di fratelli identici e sta awiando una collaborazione con i Nationai Institutes of Health degli Stati Uniti che partirà dall'Ogliastra per studiare alcuni noarcatori dèll'învecchiamento e della predisposizione alla depressione. «Esistono seri problemi di gestione in tutti questi progetti che nascono in Sardegna, sopratutto nei .casi in cui- sono coinvolte compagnie dí genomica», riconosce Cao. E poì spiega: «Avere preclusioni ideologiche verso questi accordi é sbagliato, ma è inutile negare che pongono degli interrogativi. Innanzitutto c'è la questione del possesso di questi campioni: a chi andranno eventuali brevetti su geni scoperti in Sardegna? E poi 1'anonimítà. dei donatori sarà tutelata anche nel caso in cui vengano alla luce malattie importanti? E quali garanzie ci sono per evitare che i,campioni î vadano in giro e siano utilizzati Per scopi diversi da quelli per cui sono stati raccolti? La storia della saraegna con una colonizzazione che e' la più antica tra le isole del Mediterraneo e con il suo isolamento genetico che ha reistito a ogni sbarco e dominazione straniera, offre grandi opportunità'Per ia genetica delle popolazioni e per lo studio delle malattie multigeniche. Ma è' lo stessó Cao ad ammettere che ' queste ricerche non possono svolgersi in úna situazione di deregulation:<È assolutamente necessario che la Regione sarda si muova per ìstituire un'authority che valuti i singoli progetti e stabilisca delle linee guida». Ci deve essere innanzitutto un vaglio scientifico di queste iniziative, alcune delle qusli sembrano avere più di un tallone d'achille per esempio perché le comunità isolate scelte per I'indagine genetica sono troppo piccole per portare a risultati attendibili. Ma anche perché in alcuni casi si punta su una patologia generica, senza tenere conto del fatto che ne esistono molte varianti con basi genetiche diverse. Ed è rtecessario anche decidere come reinvestire eventuali profitti che vengano dalle indagini genetiche ehe si svolgono nell'isola: <La cosa migliore - suggerisce Cao - è quella di utílizzare i proventi per potenziare le àttività sanitarie sul territorio». Il primo passo dunque sarebbe quello di un coinvolgimento della Regione, ma nel frattempo qualcosa sta~ iniziando a muoversi a livello nazionale: i Verdi stanno preparsndo un'interpellanza parlamentare per chiedere al ministro Bìndi di illustrare la posizione del governo di fronte a questè iniziative. In Canada íl ministro della Sanità ha supervisionato un progetto di ricerca sul genoma delle comunità del Labrador.::.In Svezia:: il Medical Research Council ha stabilito delle linee guida sull'utilizzo dei campioni conservati nelle strutture pubbliche. Basterebbe seguire questi esempi. A.MeI.
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