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(Fwd) documento da inviare e diffondere se condiviso



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From:                   "A.C." <arribo at libero.it>
To:                     <Undisclosed-Recipient:;>
Subject:                documento da inviare e diffondere se condiviso
Date sent:              Wed, 15 Dec 2004 21:47:14 +0100

Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
                    in seguito ad alcune inaccettabili dichiarazioni
                    di Ciampi nel suo viaggio in Cina, il Movimento è
                    intervenuto con questo scritto; che è indirizzato
                    anche ai membri del parlamento. 
E' chiaro che ognuno lo può spedire come documento proprio, e con
modifiche. L'email del Presidente è:
presidente.repubblica at quirinale.it . Non si consentono allegati; si
richiede nome, cognome, indirizzo del mittente. L'email dei
parlamentari è del tipo: ROSSI_M at camera.it; m.rossi at senato.it . Per
posta: Palazzo del Quirinale, Montecitorio, Palazzo Madama, 00100
Roma. Un saluto fraterno da Arrigo Colombo. 


Centro Interdipartimentale di Ricerca sull'Utopia

Università di Lecce

Movimento per la società di Giustizia e per la Speranza







Al Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi

Ai membri del Parlamento


Le dichiarazioni fatte in Cina dal Presidente sull'embargo delle armi
e su Taiwan non possono essere condivise



 Questa volta il Presidente ci ha dolorosamente stupiti: la sua
 abituale prudenza in materia politica, la sua misura di sempre; il
 suo impegno per la pace. Non che la sua spedizione in Cina, con 
tutta
 l'ampia delegazione che l'ha accompagnata, non sia stata una
 iniziativa lungimirante e coronata da successo; che ha finalmente
 aperto con quel paese un rapporto umano, culturale, economico. E il
 Presidente ci ha messo tutta la sua umanità, la sua volontà
 costruttiva, il suo entusiasmo. Ma forse l'entusiasmo lo ha tradito;
 in almeno due punti: le armi e Taiwan.



A parte la questione di competenza: se cioè si potessero fare
interventi del genere senza un mandato parlamentare. Ma il problema
dell'embargo sulle armi alla Cina è di competenza dell'Unione 
Europea,
che lo pose con grande coraggio e forza al seguito della feroce
repressione di Tien Anmen; quando la Cina dimostrò al mondo che,
neppure dopo il crollo del sistema sovietico, e il generale  processo
di democratizzazione, rinunziava al suo regime dispotico; non ci
rinunziava neanche di fronte all'esplosione della volontà popolare; e
non ci ha rinunziato neppure ora, quando ha eliminato tutta
l'ideologia e la prassi comunista, in particolare la socializzazione
dei beni (pur viziata dallo statalismo), ma ha conservato il
dogmatismo e il dispotismo; senza più neppure la copertura della 
nuova
società da costruire; spudoratamente, come puro fatto di potere, di
un'oligarchia che tiene il potere saldamente nelle sua mani, e
disprezza e reprime la sovranità popolare.      

Togliere l'embargo: e perché poi? se  nulla è cambiato? solo perché 
la
Cina s'è fatta economicamente più potente? Allora si cede alla 
potenza
sacrificando la libertà, si fa un salto indietro di tre secoli, si
abbandona il popolo cinese ai suoi oppressori. O forse perché lo 
vuole
la Francia, la quale ha un dopoguerra piuttosto cinico di 
smerciatrice
d'armi al Terzo Mondo (si vedano i recenti fatti in Costa d'Avorio); 
o
la Germania, anch'essa ansiosa d'affari.



Quanto a Taiwan, essa non appartiene alla Cina ma al popolo 
taiwanese.
Anche qui dev'essere chiaro - e dovrebb'essere spiegato con chiarezza 

ai despoti cinesi - che è una questione di democrazia, di sovranità
popolare, di autodecisione di un popolo. Il Presidente sembra averlo
dimenticato. La sorte di Taiwan non può essere decisa se non dai suoi
abitanti; nessuno può interferirvi. Piuttosto bisognerebbe ricordare 
a
quei signori, tanto gentili, che essi hanno invaso il Tibet, e lo
stanno cinesizzando con massicci spostamenti di popolazione; e che
questo è profondamente ingiusto, e non può essere tollerato
dall'umanità.

Il Presidente avrebbe potuto almeno chiedere una moratoria sulla pena
di morte; dal momento che là, in quel grande nobile paese, le persone
vengono ogni anno suppliziate a centinaia.



Lecce, il 12 dicembre 2004 

                                   per il Movimento, il responsabile

                                   Prof. Arrigo Colombo





Coordinamento: Arrigo Colombo, Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce,
tel/fax 0832-314160

E-mail arribo at libero.it/ Pag web
http://digilander.libero.it/ColomboUtopia





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