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sul caso di Valery s'indaga per omicidio colposo
- Subject: sul caso di Valery s'indaga per omicidio colposo
- From: "giuseppe scano" <useppescano@virgilio.it>
- Date: Thu, 1 Apr 2004 14:37:04 +0200
la nuova sardegan 1\4\2004
CAGLIARI. La famiglia di Valery Melis ha vinto una prima battaglia: i
magistrati della Procura hanno aperto il fascicolo sulla morte del
sottufficiale cagliaritano, ucciso a febbraio dal morbo di Hodgkin due mesi
dopo le missioni in Macedonia. Omicidio colposo, a carico d'ignoti, è l'
ipotesi di reato, secondo il pubblico ministero.
La polizia giudiziaria ha sequestrato le cartelle cliniche in tre ospedali,
a Milano e Cagliari. Sono gli ospedali dove il caporalmaggiore ha cercato di
sconfiggere la leucemia: l'Oncologico per l'autotrapianto fallito di midollo
osseo, poi il trapianto al Policlinico milanese, concluso con un altro
fallimento, e infine il Santissima Trinità. L'ultimo ospedale: dal day
hospital nel reparto di dialasi all'agonia in Rianimazione. Le cartelle
cliniche adesso sono nel fascicolo, insieme alla denuncia presentata dai
genitori di Valery Melis, che da sempre chiedono e pretendono: «Vogliamo la
verità e sapere se tra le cause del morbo di Hodgkin c'è anche l'uso dei
proiettili all'uranio impoverito».
L'apertura ufficiale dell'inchiesta è soltanto l'inizio di una lughissima
battaglia. Da combattere su due fronti: c'è la causa con l'Esercito per il
riconoscimento della causa di servizio e adesso quella penale, dove anche
gli avvocati di parte civile dovranno contribuire a dare un nome a chi oggi
è un indagato ignoto. In questi mesi, quel grido «fuori la verità» ha scosso
non soltanto gli uffici del Comando militare della Sardegna e il ministero
della Difesa, ma anche l'aula del Parlamento. Da febbraio la morte di Valery
Melis è diventata un caso nazionale, con interrogazioni, interpellanze e la
richiesta che "sia una commissione d'inchiesta" a chiarire i misteri intorno
ai proiettili all'uranio impoverito.
L'ultima spallata al muro del silenzio è arrivata ieri, a Roma, con il
dossier consegnato ai parlamentari dall'Unione Nazionale dell'Arma dei
carabinieri. Ed è stata un'altra denuncia forte: «Perché - si legge - i
nostri militari furono mandati allo sbaraglio nelle missioni di pace, nei
Balcani, nonostante l'Esercito italiano sapesse che gli americani
utilizzavano proiettili all'uranio impoverito». Nel dossier l'Unione
Nazionale va anche oltre e punta il dito sulla "sindrome di Quirra": «Dieci
soldati sono affetti da leucemia dopo le esercitazioni nel poligono militare
dell'Esercito e c'è un sottufficiale, che ha detto: ho raccolto, a mani
nude, proiettili all'uranio impoverito. Basta e avanza: pretendiamo la
commissione d'inchiesta». Per adesso a indagare, è la Procura di Cagliari.