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l'uranio uccide ancora



ESERCITO
L'uranio uccide ancora
L'uranio impoverito avrebbe ucciso un giovane capitano che ha partecipato 
alle missioni in Kosovo e in Macedonia. Lo sostiene Falco Accame, 
presidente dell'associazione per l'assistenza alla vittime arruolate nelle 
forze armate (Anavafaf). Il capitano Riccardo Grimaldi, ha spiegato ieri 
Accame, è morto il 4 febbraio scorso. Aveva 28 anni, ha prestato servizio 
nel IX reggimento alpini dell'Aquila. Nel 1999 andò in missione nel Kosovo, 
il 2000 fu la volta della Macedonia. Il 14 gennaio 2003 si ammalò di tumore 
al cervello, fu operato all'Aquila. Il tumore si ripresentò qualche tempo 
dopo con maggiore diffusione e costrinse il giovane capitano al ricovero al 
San Raffaele di Roma per fare chemioterapia e radioterapia. La notizia 
della morte di Grimaldi si aggiunge a quella sulla scomparsa di una altro 
militare, Antonio Picciuto, morto il 13 aprile del 2003. «La situazione - 
sottolinea Accame - rende assolutamente necessario l'uso di misure di 
protezione da parte dei reparti che operano anche in Iraq e Afghanistan in 
zone che sono state ampiamente bombardate con armi all'uranio, mentre si è 
visto nei reportage televisivi che nostri reparti impiegati in 
pattugliamenti non indossano maschere di protezione». «Occorre anche - ha 
concluso Accame - che vengano concesse immediatamente le cause di servizio 
ai possibili contaminati da uranio».

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/12-Febbraio-2004/art60.html