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Armi/G8: L'84% delle armi proviene da 5 paesi del G8
Armi/G8: L'84% delle armi proviene da 5 paesi del G8
http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map
Amnesty International, Oxfam e Iansa hanno lanciato una campagna mondiale
per promuovere l'istituzione di un trattato internazionale sul commercio di
armi. In occasione del G8 di Evian, Amnesty aveva pubblicato un rapporto
denunciando la responsabilita' dei paesi membri in materia di trasferimenti
di armamenti. Secondo il rapporto, il 44.5% delle armi esportate provengono
dagli USA, il 17% dalla Russia e il 10% dalla Francia. Qui di seguito e'
riportata una parte tradotta del rapporto riguardante questi tre paesi. Per
maggiori informazioni sulla campagna Control Arms: www.controlarms.org La
versione inglese intera del rapporto e' disponibile in questo URL:
http://web.amnesty.org/library/print/ENGIOR300032003
Fonte: Amnesty International
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@ecquologia.it
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In occasione del G8 di Evian, Amnesty International ha pubblicato un
rapporto sul commercio internazionale di armi. Secondo Amnesty, il debole
controllo nazionale sui trasferimenti mondiali di armi "convenzionali"
contribuisce alla persistenza di gravi violazioni di diritti umani. Amnesty
International e' contraria alla vendita di tecnologie armamentarie e
militari che possono ragionevolmente essere sospettate di contribuire alle
violazioni dei diritti umani nei paesi riceventi. Almeno tre quarti di
tutti i trasferimenti di armi negli anni tra il 1997 e il 2001 provenivano
da 5 membri del G8. Il primo esportatore di armi sono gli USA, che coprono
il 44.5% dei trasferimenti globali di armi. Poi la Russia con il 17%, la
Francia con il 10%, la Gran Bretagna col 7% e la Germania col 5%. La
Francia, l'Italia, la Germania e la G. Bretagna in quanto stati membri
dell'UE si sono impegnati a rispettare il codice di condotta Europeo sulle
esportazioni di armi (adottato nel 1998), mentre il Canada e gli USA hanno
dichiarato di appoggiare in generale i principi del codice Europeo.
Tuttavia, finora questa promessa non e' stata pienamente mantenuta. Un
trattato internazionale vincolante (e non meramente volontario come il
codice Europeo) basato sui principi del diritto internazionale, specie
quello umanitario, fornirebbe alle potenziali vittime in tutto il mondo una
maggior protezione, ma solo i leader del G8 possono decidere di prendere
questa via.
Molte aziende dei paesi del G8 sono state coinvolte nel rifornimento di
attrezzature di sicurezza usate come strumenti di tortura e maltrattamento.
Le compagnie Americane, Russe, Tedesche e Francesi sono tra le 230
compagnie in 35 paesi che producono, distribuiscono o intermediano la
fornitura di armi da elettro-shock. La Commissione Europea, a seguito delle
preoccupazioni espresse dal Parlamento Europeo, ha recentemente proposto un
Regolamento Commerciale che dovrebbe essere adottato dal Consiglio Europeo.
Questo regolamento permettera', se non emendato, di vietare le
importazioni, le esportazioni e le intermediazioni da parte di aziende ed
individui nell'UE di oggetti che la Commissione ha catalogato come
"attrezzatura da tortura" come cinghie da stordimento per elettro-shock,
catene o cuffie. Per i lacrimogeni e i bastoni da stordimento il
regolamento richiede che gli stati membri introducano controlli sulle
esportazioni.
Nel Luglio 2000, sei paesi Europei (Francia, Germania, Italia, Spagna,
Svezia, Gran Bretagna) hanno firmato l'accordo di Farnborough che
allentera' i controlli sulle compagnie che esportano armi all'interno
dell'UE e potrebbe rendere vani i controlli sulle esportazioni dato che non
fornisce adeguati meccanismi di trasparenza e monitoraggio per le
esportazioni verso paesi terzi.
STATI UNITI D'AMERICA
Per 25 anni, la legislazione statunitense ha affermato che le armi
dovrebbero essere tenute lontano dalle mani dei governi che le useranno per
violare i diritti umani. Ma le vendite armi dagli USA dirette ai paesi in
via di sviluppo sono quadruplicate dal 2000 al 2001. Inoltre, gli aiuti
militari americani attualmente sono diretti a piu' di 30 paesi identificati
dagli USA stessi come paesi aventi una debole protezione dei diritti umani.
Gli USA sono i leader mondiali nelle esportazioni di armi, con accordi
commerciali per il futuro prossimo da 12 miliardi di dollari nel 2001 e con
guadagni di 10 miliardi grazie alle attuali vendite. Gli USA hanno due
sistemi separati per vendere armi all'estero, un programma di vendite
contrattate da governo a governo (Foreign Military Sales, FMS) e le vendite
commerciali con licenza. Alcune di queste licenze ricevono sussidi da un
programma speciale di finanziamento conosciuto come Foreign Military
Financing (FMF). I dati rivelati dagli USA nel Giugno 2002 indicano che
mentre le vendite negoziate tramite il Pentagono sono diminuite tra il 2000
e il 2001, le vendite commerciali hanno invertito l'andamento negativo che
durava da due anni e sono quasi raddoppiate tra il 2000 e il 2001.
Nonostante un'economia mondiale debole, i trend potranno ben indicare un
aumento del totale delle armi Americane vendute non appena si avranno i
dati per il 2002. Il budget per finanziare le vendite militari estere (FMS)
e' salito da 3.57 miliardi di dollari nell'anno finanziario 2001 a 4.11
miliardi nell'anno finanziario 2003. Una richiesta supplementare per l'anno
fiscale 2002 includeva altri 372.5 milioni di dollari in sussidi per la
vendita di armi a Oman, Nepal, Etiopia e Gibuti nell'ambito della guerra al
terrorismo. Gli aiuti militari degli USA sono aumentati anche per la
Colombia, le Filippine, la Georgia e l'Indonesia, i quali hanno ridefinito
le insurrezioni di vecchia data come attivita' terroristiche. Le Filippine
hanno ricevuto 30,000 fucili M-16 (piu' le munizioni) dalle scorte in
eccesso degli USA.
All'inizio del 2003, l'Amministrazione Bush ha chiesto l'approvazione di
4.41 miliardi di Dollari per finanziare il programma FMS come parte
integrante del budget dell'anno finanziario 2004. Il fondo richiesto
comprende un aumento di 60 milioni di dollari degli aiuti militari per
Israele, 15 mln allo Yemen nell'ambito della guerra al terrorismo, 10 mln
al Nepal per combattere l'insurrezione; e 110 mln alla Colombia per
proteggere l'oleodotto Cano-Limon in parte di proprieta' della Occidental
Petroleum (USA). Un miliardo di dollari andra' a finanziare
l'equipaggiamento militare in Iraq e un altro miliardo sara' suddiviso tra
gli alleati compresi Giordania, Pakistan, Afghanistan e Colombia.
Vendite ad Israele
Il governo Statunitense ha continuato a vendere armamenti sofisticati a
Israele, compresi 52 F-16 e 6 Apache nel 2001, nonostante sia stato
documentato che queste armi facilitano l'uso sproporzionato della forza che
porta alle violazioni dei diritti umani. Nel 2002, Amnesty International ha
chiesto a tutti i governi di sospendere tutti i trasferimenti di
equipaggiamenti militari usati dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) per
violare i diritti umani. Questi comprendono componenti e armi come
elicotteri, carri armati, piccole armi, e munizioni come razzi terra-aria.
La sospensione dovrebbe rimanere in vigore finche' le autorita' Israeliane
non dimostreranno che gli equipaggiamenti non saranno usati per violare i
diritti umani in Israele e nei Territori Occupati.
Nel 1978 il Congresso ha proibito il trasferimento di armi a governi che
compiono costantemente gravi violazioni dei diritti umani. Nel 1996 ha
stabilito nuove norme strette sull'attivita' di intermediazione nel
commercio di armi e ha proibito il trasferimento di armi a paesi terzi. La
legge prevede anche il Dipartimento di Stato includa nel suo rapporto
annuale sui diritti umani la valutazione sul rispetto dei paesi di certi
criteri stabiliti dal Codice di Condotta sulla vendita di armi. Sebbene
molte di queste misure contengano numerose vie di fuga che ne hanno
impedito o limitato l'implementazione e l'efficacia, esse costituiscono una
struttura legale utile ad impedire il trasferimento di armi che metta a
rischio i diritti umani.
Negli ultimi anni, tuttavia, ci sono stati diversi elementi di disturbo che
hanno indebolito diverse norme che impediscono la vendita di armi che
rispettano poco i diritti umani. Nel Marzo 2002, l'Amministrazione ha
introdotto una legge di emergenza che cercava di rimuovere i vincoli sui
diritti umani per la Colombia e l'Indonesia, nonostante le continue
violazioni dei diritti umani perpetrati con le armi fornite dallo stato.
Attraverso il cosiddetto fondo anti terrorismo, l'mministrazione Bush ha
cercato di estendere all'Indonesia il diritto di ricevere addestramento
militare.
Vendite alla Colombia
Le forze armate Colombiane sono state destinatarie di grandi quantita' di
armi da fuoco Statunitensi nonostante l'alta probabilita' che sarebbero
state usate per violare i diritti umani. Nel 2001 piu' di 4000 civili
Colombiani sono stati uccisi per motivi politici. I gruppi paramilitari che
agiscono con l'appoggio esplicito o tacito delle forze armate hanno
compiuto gran parte di queste uccisioni.
Vendite all'Uzbekistan
Nel 2003 l'Uzbekistan ha ricevuto un aumento del 258% di fondi per
l'acquisto di equipaggiamento militare da fornitori Statunitensi. Gli USA
stanno fornendo all'Uzbekistan 25 mln di Dollari in assistenza militare e
18 mln di assistenza per la sicurezza dei confini del paese, ritenuto uno
dei principali partners nella lotta al terrorismo in Asia centrale.
Tuttavia, allo stesso tempo, il governo USA ha notato lo stato
insoddisfacente dei diritti umani in Uzbekistan, accusando il governo di
usare le preoccupazioni sulle attivita' terroristiche per reprimere i
gruppi di opposizione politica e di difesa dei diritti umani.
Il Kirghizistan, il Kazakistan, la Georgia, il Kenya e l'Etiopia hanno
visto un aumento importante delle assegnazioni di spese militari
Statunitensi, mentre non sono state applicate le restrizioni
sull'assistenza militare all'Armenia e all'Azerbaijan. Le proposte di
budget per l'anno finanziario 2004 comprendono sensibili aumenti per il
Kenya, il Kirghizistan e l'Uzbekistan, oltre ad altri 60 mln di dollari a
Israele nonostante il Dipartimento di Stato abbia riconosciuto che gli
elicotteri, i missili anti carro e gli aerei da combattimento sono stati
usati per violare i diritti umani.
Servizi Militari Privati
Negli ultimi anni, il governo Statunitense ha spesso autorizzato consulenti
militari privati ad addestrare forze di polizia e truppe militari
all'estero. Negli anni '90 le aziende Americane hanno fornito addestramento
militare in piu' di 24 paesi. La lista comprende Angola, Bolivia, Bosnia,
Colombia, Croazia, Ecuador, Egitto, Guinea Equatoriale, Ghana, Haiti,
Ungheria, Kosovo, Peru, Liberia, Malawi, Mali, Nigeria, Rwanda, Senegal,
Arabia Saudita, Svezia, Taiwan e Uganda.
In molti casi i Dipartimenti di stato, giustizia e difesa assumono aziende
private per implementare i progetti di addestramento decisi dal governo.
Per esempio, il dipartimento di stato usa la MPRI (Military Professional
Resources International) e la Logicon in Africa. Molte missioni di
addestramento nell'ambito della "guerra contro la droga" sono condotte con
aziende private.
Secondo il New York Times, il Dipartimento di stato ha rifiutato due volte
di concedere alla MPRI l'autorizzazione per lavorare con il governo della
Guinea Equatoriale per lo scarso rispetto dei diritti umani in quel paese.
Ma dopo due anni di lobby la compagnia ha finalmente ottenuto il permesso
per aiutare a formare una guardia costiera al fine di proteggere le acque
costiere ricche di acqua nelle quali la ESSO stava svolgendo delle
ricerche. Il Dipartimento si e' poi rifiutato di concedere una simile
autorizzazione per addestrare le forze di polizia del paese.
In queste operazioni di addestramento provato non ci sono standard
regolatori per l'inclusione di qualsivoglia elemento del diritto
umanitario. Le informazioni sulle transazioni private sono scarse. Il
Dipartimento di stato non e' obbligato a pubblicare una lista annuale di
coloro che ha autorizzato a fornire addestramento militare, i luoghi in cui
si svolge l'addestramento, i tipi di addestramento e gli scopi
dell'addestramento. Ne' il Congresso sa chi sta addestrando chi, dato che
il Dipartimento di Stato deve solo informare i legislatori dei contratti
superiori ai 50 mln di dollari - una soglia cosi' alta che poche operazioni
di addestramento la superano.
Queste realta', prese nell'insieme spingono molti a temere che
l'addestramento da aziende private Americane contribuisce a violare i
diritti umani fornendo conoscenze militari sofisticate a personale che
potrebbe abusarne.
FEDERAZIONE RUSSA
Nonostante il collasso dell'Unione Sovietica, la Russia rimane uno dei 3
maggiori produttori di equipaggiamento militare ed e' il secondo piu'
importante fornitore di armi da fuoco e munizioni dopo gli USA. Il
complesso industriale del settore militare include 2,500 appaltatori di cui
circa 1,100 aziende sono autorizzate per la produzione di armi e materiale
militare.
Sempre di piu' la Russia sta firmando accordi di cooperazione
tecnico-militare come primo passo verso l'aumento delle esportazioni.
Attualmente la Russia ha accordi simili con diversi paesi come Algeria,
Syria, Yemen, Kuwait, Sudan, Egitto, Giordania e Libia.
All'inizio del 2003 le autorita' Russe hanno visitato Pyongyang per
discutere di carriarmati, equipaggiamento per la visione notturna e
munizioni. La Russia ha recentemente inviato equipaggiamento militare e
addestramento alla Birmania per il valore di 130 mln di dollari. Nel 2002
la Russia ha firmato un accordo da 150 mln di dollari per fornire
all'Etiopia un'ampia serie di equipaggiamento militare compresi elicotteri
da combattimento e munizioni per armi di fanteria. Recentemente ha anche
fornito elicotteri alla Nigeria. La Russia sta aumentando le sue
esportazioni e la cooperazion con l'Indonesia. Tutti questi sono paesi dove
Amnesty International ha documentato violazioni dei diritti umani da parte
delle forze armate.
Uno sviluppo preoccupante delle esportazioni Russe di materiale militare
riguarda il legame tra le risorse naturali (petrolio e gas) e la fornitura
di armi. La partecipazione in progetti petroliferi in Algeria da parte di
una serie di compagnie, compresa la Gazprom, e' stata legata alle forniture
di armi. Le compagnie di estrazione di risorse naturali, per esempio la
Slavneft, sono pesantemente attive nello sfruttamento delle riserve
petrolifere del Sudan. La Russia ha attivamente esportato armi a stati in
zone inclini al conflitto violento, specialmente a paesi Africani ricchi di
risorse naturali.
Nel conflitto in Cecenia le forze militari, di polizia e di sicurezza hanno
commesso violazioni dei diritti umani nello sforzo di contenere le forze
ribelli. Si denunciano costantemente casi di torture, scomparse, esecuzioni
extragiudiziarie e attacchi indiscriminati contro la popolazione civile.
Particolare preoccupazione suscita la pratica detta "zachistki" o
operazione di rastrellamento durante la quale interi villaggi o settori di
citta' vengono accerchiati e rastrellati, in molti casi causando la
distruzione di proprieta', saccheggiamenti e la scomparsa di giovani
uomini. Spesso e' denunciato l'uso di armi "combustibile-aria" (piu'
potenti degli esplosivi convenzionali) in aree civili causando numerosi
morti, e l'uso delle bombe a grappolo, le quali a causa del loro alto tasso
di fallimento diventano mine de facto appena lo scontro armato finisce.
Tragicamente gran parte degli armamenti usati dai ribelli in Cecenia e'
stato fornito dai depositi ufficiali Russi. Per esempio nel Maggio 1992 il
Ministro della difesa ordino' di dare al Generale Ceceno Dzhokhar Dudayev
meta' degli aromamenti militari che appartenevano alla Federazione Russa in
Cecenia. Si calcola che quando le truppe russe si ritirarono nel 1992,
vennero lasciate in Cecenia tra i 41,000 e i 57,000 pezzi di armi di
piccolo taglio.
FRANCIA
La Francia e' uno dei maggiori produttori di equipaggiamento militare ed e'
tra i primi 5 esportatori di armi. Tuttavia, il governo Francese
generalmente e' poco trasparente sulle esportazioni di armi. Nel periodo
1997-2001 la Francia ha realizzato il 10% dei trasferimenti globali di
armi, ponendosi come il terzo piu' importante esportatore. Le esportazioni
militari francesi ammontavano a 2.7 miliardi di euro nel 2000 e 3.1
miliardi nel 2001. Non sono ancora disponibili cifre per il 2002.
Il governo Francese ha fornito equipaggiamento militare e addestramento a
gran parte dei paesi francofoni in Africa, spesso incurante della loro
storia in materia di diritti umani. Tra i destinatari di armi di piccolo
taglio come i fucili automatici o i razzi c'era il Burkina Faso,
identificato dall'ONU come un condotto alla fornitura di armamenti alla
Liberia e alle forze armate di opposizione in Sierra Leone.
Le autorita' Francesi hanno anche permesso l'esportazione nel 1999 di
pistole di piccolo calibro, razzi e altre armi da fuoco al Camerun, dove le
forze di sicurezza hanno giustiziato illegalmente migliaia si persone dal
1998. Nel 1999, le esecuzioni extragiudiziarie di sospetti criminali in
alcune province sono continuate durante le operazioni per combattere le
rapine armate da una unita' dell'esercito e della gendarmeria (polizia
paramilitare).
Nonostante le persistenti notizie sulle violazioni dei diritti umani con
eccessivo uso della forza da parte delle forze di sicurezza Egiziane negli
ultimi anni '90, compreso l'uso della tortura nelle stazioni di polizia, la
Francia ha esportato in Egitto cartucce per fucili durante il 2000.
Nel 1998 e' stato reso noto che lo Zimbabwe aveva scelto i camion militari
Francesi ACMAT per l'uso in prima linea; le forze armate dello Zimbabwe
stavano gia' usando 23 di questi camion. Documentando le continue
violazioni dei diritti umani in Zimbabwe da parte delle milizie appoggiato
dallo stato e dalle stesse forze armate statali, Amnesty International ha
notato diversi esempi di soldati che arrivavano in camion per commettere
tali abusi.
Nell'Aprile 1996 le forze di sicurezza Indonesiane a bordo di veicoli
blindati per il trasporto di personale hanno represso violentemente una
protesta a Ujung Pandang usando eccessiva forza; almeno 3 studenti furono
uccisi. Tre mesi dopo il governo Americano incluse esplicitamente questi
veicoli nella lista delle armi la cui esportazione verso l'Indonesia era
vietata citando come motivo le violazioni dei diritti umani. Amnesty
International si era opposta alla fornitura di tali veicoli blindati
all'Indonesia per la possibilita' che le armi installate su du essi
potessero essere usate per commettere omicidi politici, facilitare arresti
arbitrari e la tortura, cosi' come per ordinare e controllare queste
operazioni. Tuttavia nello stesso mese, Luglio 1996, l'Indonesia ordino' 18
Veicoli Blindati Leggeri all'azienda Francese Panhard per fornirle l'anno
seguente alle sue forze armate.
Durante il 2000, dei carri blindati della Giat erano al servizio delle
forze di sicurezza Indonesiane. Veicoli blindati sono stati usati dalle
forze di sicurezza in Aceh nelle operazioni militari contro i ribelli
durante le quali sono state commesse violazioni dei diritti umani da
entrambe le parti. Centinaia di persone sono state giustiziate illegalmente
e migliaia di abitanti dei villaggi hanno lasciato le loro case per cercare
rifugio nelle moschee e nelle scuole locali.
La Francia e' pesantemente dipendente dall'Africa per il suo petrolio. Le
compagnie Francesi controllano significativi pozzi petroliferi nella Rep.
del Congo. Gli interessi economici della Francia sembrerebbe siano legati
alla fornitura di armi, e questo talvolta ha avuto conseguenze devastanti
per i diritti umani della popolazione locale. Per esempio, nel 1998, la
Francia ha inviato 71 veicoli da trasporto militare al governo della Rep.
del Congo (Brazzaville). Molti civili furono uccisi e feriti curante il
conflitto armato e 800,000 persone furono spostate.
Era prevedibile che i soldati avrebbero abusato dei veicoli per violare i
diritti umani data la recente storia di conflitto nel Congo. Circa 25,000
milizie sono state coinvolte negli scontri. L'ex presidente della compagnia
petrolifera Francese Elf, che ha interessi significativi in Congo, ha
ammesso che la sua azienda aveva fornito armi ad entrambe le parti del
conflitto.
Amnesty International chiede a tutti i governi, specie quelli del G8, di
formulare un Trattato Internazionale sul Commercio di Armi che assicuri
pieno rispetto per i diritti umani e il diritto umanitario.
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