Due militari e due civili morti, a distanza di anni, ed
alcuni casi di malformazione genetica: su tutto - secondo Falco Accame,
presidente dell'Anavafaf, un'associazione che tutela i familiari delle
vittime arruolate nelle Forze armate - il sospetto dei proiettili
all'uranio impoverito che sarebbero stati usati nel poligono di
Perdasdefogu e Salto di Quirra, in Sardegna. Al caso di un sottufficiale
morto per un melanoma al dorso un mese e mezzo fa, si aggiunge quello di
un altro militare, anch'egli in servizio a Perdasdefogu, ammalatosi di
linfoma 'non Hodgkin' e deceduto nel giugno scorso: una segnalazione,
quest'ultima, giunta nelle ultime ore ad Accame dalla sorella della
vittima. Sempre secondo il presidente dell'Anavafaf, pure due civili,
dipendenti del Poligono, sono morti in passato, mentre all'associazione
sono anche giunte segnalazioni di figli di persone che hanno lavorato
nella struttura, nati con ''alcune malformazioni genetiche, parliamo di
8-9 casi''. ''Alla base di tutto questo - sostiene Accame - riteniamo che
ci sia l'uranio impoverito. Il nostro sospetto è che questi tipi di
proiettili siano stati usati per testare le corazze dei blindati o altre
strutture rinforzate. Chiediamo quindi che indaghi una commissione di
esperti stranieri e che nel frattempo venga sospesa l'attività nel
poligono o che, comunque, vengano prese tutte le misure idonee a
proteggere chi ci lavora''. Intanto - mentre il ministro della Salute,
Girolamo Sirchia, ha ieri annunciato che si occuperà del ''caso
Sardegna'' - alcuni deputati del centrosinistra hanno presentato una
proposta di legge per l'istituzione di una commissione parlamentare
d'inchiesta sull'utilizzo di munizioni all'uranio impoverito nei poligoni
militari italiani e nei Balcani. Intanto sono cominciate le analisi della
Azienda Sanitaria di Cagliari (Asl 8), richieste dal sindaco di
Villaputzu (Cagliari), Antonio Pili, a seguito dei presunti casi di
tumore registrati a Quirra, una frazione del paese, nei pressi del
poligono missilistico interforze di Perdasdefogu. Il sindaco del comune
del cagliaritano, che è anche un medico, aveva richiesto da tempo un
monitoraggio per fare chiarezza sul possibile collegamento tra l'uso
dell'uranio impoverito nelle munizioni durante le esercitazioni militari
e i numerosi casi di leucemia registrati in questi ultima anni a Quirra,
una frazione di Villaputzu di appena 150 abitanti. |
Da Parigi, un'altra notizia. Secondo una commissione
d'inchiesta del parlamento francese sui proiettili all'uranio impoverito
sparati dalle forze NATO nei Balcani, "furono le truppe tedesche e
italiane quelle posizionate piu' vicino alle zone degli attacchi"
nel Kosovo, mentre le truppe francesi e statunitensi ne rimasero lontane.
Fra il 6 aprile ed il 30 giugno 1999, nella fase di maggiore intensità
della campagna aerea della NATO contro la Jugoslavia per il Kosovo,
furono sferrati "112 attacchi complessivi con proiettili all'uranio
impoverito" contro 84 bersagli, affermano i parlamentari francesi
della commissione d'inchiesta. |