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(Fwd) Pentagono, il budget fa un boom "duraturo"
- To: disarmo@peacelink.it
- Subject: (Fwd) Pentagono, il budget fa un boom "duraturo"
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco@href.org>
- Date: Fri, 11 Jan 2002 00:06:44 -0000
- Organization: peacelink
- Priority: normal
Da Il Manifesto, 8 gennaio 2002
Pentagono, il budget fa un boom "duraturo"
Il Congresso Usa pronto ad accettare la richiesta di aumento: nel
2003 salirà a 363 miliardi di dollari
MANLIO DINUCCI
Per il Pentagono il nuovo anno si è aperto con i migliori auspici: è
praticamente sicuro che il Congresso accetterà la sua richiesta di
aumentare il bilancio militare di 20 miliardi di dollari o più,
portandolo dai 329 miliardi del 2002 a 349 nel 2003. A questi si
aggiungeranno i fondi per altre spese relative alla difesa, che nel
2002 ammontano a oltre 14 miliardi. Ciò significa che il budget
militare salirà, nell'anno fiscale 2003, come minimo a 363 miliardi
di dollari. Ma ci sono fondate speranze che possa andare oltre.
Lo conferma il sostegno "bipartisan" dell'opposizione democratica:
come ha dichiarato il senatore democratico Kent Conrad,
presidente della commissione senatoriale per il bilancio, "tutti noi
comprendiamo che il primo obbligo è la difesa della nazione e
quindi renderemo sicuramente disponibili le risorse necessarie"
(The New York Times, 7 gennaio). Di risorse ce ne vorranno: oltre
al bilancio militare propriamente detto, ci sono le spese per la
guerra. Quella in Afghanistan è finora costata 2 miliardi di dollari al
mese, che sono stati tratti non dal bilancio del Pentagono ma da
bilanci per "situazioni di emergenza".
Nel clima di euforia che regna al Pentagono, il segretario alla difesa
Rumsfeld ha già annunciato programmi che "trasformeranno" il
settore militare, dotandolo ancor più di armi ad alta tecnologia,
come gli aerei senza pilota e i missili e le bombe a guida laser e
satellitare. Le munizioni a guida di precisione - secondo quanto
dichiarato dai portavoce del Pentagono - hanno "superato, nella
guerra in Afghanistan, tutte le aspettive". Ne sono state però usate
tante che ormai "i depositi sono quasi a secco": secondo dati
provvisori, forniti alla vigilia di Natale, sono stati lanciati in
Afghanistan 14mila missili e bombe, di cui il 60% a guida laser e
satellitare (il cui costo unitario va da 20mila a oltre un milione di
dollari). Si tratta quindi ora di "ricostituire gli arsenali per i futuri
conflitti".
In tale quadro sarà accelerato il programma di riconversione dei
sottomarini da attacco Trident, in modo che possano impiegare,
oltre ai missili nucleari a testata multipla Trident II D-5 (che si
continua a costruire al costo di 60 milioni di dollari ciascuno),
anche missili da crociera Tomahawk a testata convenzionale (non
nucleare). Si potrà così aumentare il numero delle piattaforme di
lancio dei Tomahawks e, allo stesso tempo, sperimentare
l'efficienza dei sottomarini nelle condizioni reali di guerra, così da
migliorarne le prestazioni quali sistemi d'arma per l'attacco
nucleare.
Un altro settore che si intende sviluppare è quello delle bombe e
testate missilistiche penetranti, destinate a distruggere bunker e
caverne. In Afghanistan, hanno ammesso funzionari del Pentagono,
tali armi "non sono sempre state efficienti". Bisogna quindi
accelerare i tempi per migliorarne le prestazioni: si ritiene infatti
che "la Corea del Nord e l'Iraq abbiano costruito molti bunker per
centri di comando e depositi di armi chimiche e biologiche". Questi
e altri programmi indicano la via che gli Usa intendono seguire:
passare, nel quadro dell'operazione "Libertà duratura", da una
guerra all'altra e, cammin facendo, accrescere la propria forza
militare. Il Pentagono, dichiarano alti funzionari, "è fiducioso che la
guerra al terrorismo ha rafforzato, nel Congresso e nell'opinione
pubblica, l'appoggio alla ricostruzione delle forze armate". A gonfie
vele.
francesco iannuzzelli francesco@href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
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funzionano soltanto quando sono aperte.