[Disarmo] Il rischio di un'escalation del terrore è oggi reale e palpabile con la scelta di schierare missili nucleari in Europa



L'Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (INF), siglato l'8 dicembre 1987 tra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, rappresentò una pietra miliare nella storia del controllo degli armamenti nucleari. Questo accordo, unico nel suo genere, non solo ridusse o ritirò sistemi d'arma devastanti, ma li eliminò completamente, segnando un passo decisivo verso un mondo più sicuro. L'Unione Sovietica, per la prima volta, accettò un rigoroso sistema di ispezioni internazionali sul proprio territorio, dimostrando un impegno senza precedenti verso la trasparenza e la cooperazione internazionale.

Il valore fondamentale dell'INF risiedeva nella sua capacità di creare un clima di fiducia reciproca tra le due superpotenze, riducendo il rischio di una corsa agli armamenti nucleari e promuovendo la stabilità globale. La fine di questo trattato, nel 2019, ha segnato un grave passo indietro. 

Il recente vertice della NATO a Washington ha rovesciato completamente lo spirito su cui nacque quell'accordo storico. La Germania ha infatti deciso di schierare missili nucleari americani sul proprio territorio entro il 2026, con una gittata sufficiente a colpire la Russia in profondità. Questo scenario riporta alla mente gli anni più bui della Guerra Fredda, quando il mondo viveva costantemente sotto la minaccia di un olocausto atomico.

Il rischio nucleare, fino a ora collocato nell'epicentro della guerra in Ucraina, si estende adesso, con questa decisione, come un'onda sismica a tutta l'Europa e a tutta la Russia, assumendo caratteristiche sistemiche per un'area molto più vasta. Dalle bombe nucleari tattiche minacciate dalla Russia come deterrenza nello scenario ucraino si sta passando ai missili nucleari capaci di colpire la Russia in profondità partendo da rampe di lancio tedesche.
 
Lo scenario è terribile e tuttavia non si percepisce una presa di coscienza dell'opinione pubblica. 

Una consapevolezza blanda e intorpidita sembra avvolgere anche molti intellettuali che dovrebbero per primi comprendere o per lo meno percepire il livello di straordinaria gravità della situazione collegata alla decisione strategica della NATO di avvicinarsi alla Russia con i missili nucleari. 

Come cittadini del mondo e come pacifisti dobbiamo pertanto esprimere con urgenza la nostra profonda preoccupazione per questa decisione di schierare in Europa i missili nucleari compiendo una retromarcia pazzesca rispetto agli anni della speranza e della concretezza che ci videro presenti e partecipi. Gli anni di Gorbaciov, Brandt, Palme, Berlinguer, Pertini, Langer.

Il rischio di un'escalation nucleare è reale e palpabile se si è in grado di cogliere la portata di ciò che è stato deciso a Washington dalla Nato.

Ogni passo verso il riarmo nucleare è un passo indietro per l'intera umanità. 

I governi devono ricordare che la sicurezza vera e duratura non si costruisce attraverso l'installazione di nuove armi nucleari e il loro avvicinamento geografico al "nemico", ma tramite il dialogo, la cooperazione e la riduzione delle occasioni divscontro, che possono essere generate anche per errore, complici i margini sempre più ristretti dei tempi di reazione a un attacco vero o presunto.

Il trattato INF nacque anche perché si erano registrati dall'una e dall'altra parte degli errori di percezione e di avvistamento per attacchi presunti. Il mondo ha sfiorato la guerra nucleare per errore. Ma per tanto tempo la gente non lo ha saputo. Tuttavia i leader politici erano informati e restarono impressionati da quegli errori. Furono quelle catastrofi sfiorate a convincere ad esempio Reagan a trattare con Gorbaciov. 

È assolutamente necessario che oggi si ritrovi quella consapevolezza: la guerra nucleare può scoppiare per errore o per una frettolosa valutazione dei dati quanto più i missili contrapposti si avvicinano.

E per questo va detto che la scelta di installare i missili nucleari in Germania è una scelta terribile, irresponsabile e sciagurata.

Occorre che la comunità internazionale si mobiliti per rinnovare gli sforzi di disarmo nucleare. La fine del trattato INF non deve segnare la fine della speranza per un mondo libero dalla minaccia nucleare. Al contrario, deve essere un monito a raddoppiare gli sforzi per negoziare e per costruire un futuro basato sulla pace e sulla sicurezza collettiva.

Occorre fare appello ai nostri parlamentari ed europarlamentari perché in questo momento la minaccia delle armi nucleari non si sostituisca alla politica e alla diplomazia nei rapporti Internazionali fra schieramenti contrapposti.

Il tempo per agire è ora, prima che quei missili vengano installati.

Alessandro Marescotti a.marescotti at peacelink.org 
Presidente PeaceLink