[Disarmo] Controffensiva ucraina in stallo, vittime in aumento. Un'analisi militare



Dopo dieci giorni di attacchi su più fronti la tanto attesa controffensiva ucraina sembra per il momento segnare il passo, arenatasi sulle postazioni avanzate russe nelle regioni di Zaporizhia e Donetsk, contraddistinte da avamposti e campi minati intervallati da piccoli villaggi trasformati in fortilizi che cambiano spesso di mano.
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Per ora l’attacco ucraino si è sviluppato nel punto in cui i russi si aspettavano l’offensiva nemica e anche nei tempi in cui l’avevano prevista, cioè a ridosso del summit NATO di Vilnius in cui l’11 e il 12 luglio gli alleati valuteranno la situazione militare e decideranno se e come sostenere la campagna ucraina tesa a riconquistare tutti i territori in mano ai russi inclusa la Crimea.

Un elemento che conferma la natura soprattutto “politica” di questa controffensiva ucraina, più volte preannunciata e scatenata nei settori in cui i russi hanno preparato poderose linee di difesa protette da campi minati e artiglieria.

Il focus dell’offensiva è al momento il settore di Zaporizhia/Sud Donetsk, le cui pianure ben si prestano a vaste manovre offensive con mezzi corazzati e da dove, sfondando le linee russe, gli ucraini potrebbero puntare su Melitopol e i porti di Mariupol e Berdyansk separando la Crimea dal Donbass e spezzando in due il fronte russo.

In questo settore dopo giorni di furiosi attacchi gli ucraini non hanno conseguito successi rilevanti: i russi sono stati costretti a lasciare gli avamposti e a cedere il controllo di qualche piccolo villaggio ma le loro linee tengono lungo le quattro direttrici dell’attacco ucraino, particolarmente intenso nel settore di Orhekov.

Dalle informazioni che filtrano dai blogger militari russi le truppe scelte di Mosca della 42a divisione motorizzata della Guardia, la brigata fucilieri di Marina del Baltico e le milizie di Donetsk hanno svolto un ruolo rilevante nel fermare i primi attacchi degli ucraini che hanno lasciato sul terreno molte decine di mezzi corazzati forniti dall’Occidente e almeno 3mila tra morti e feriti.

Le immagini della colonna di cingolati americani Bradley e carri armati tedeschi Leopard 2 bloccati dalle mine e poi distrutti o danneggiati dall’artiglieria russa sono state ampiamente utilizzate da Mosca per motivare le truppe al fronte.

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Il pessimo “debutto” dei mezzi corazzati occidentali forniti più di recente all’Ucraina potrebbe essere motivato anche dal limitato addestramento degli equipaggi e dalla scarsa esperienza degli ufficiali. Come Analisi Difesa ha più volte segnalato, l’esercito di Kiev ha sacrificato molti reparti di veterani nelle battaglie difensive nella regione di Donetsk (Soledar, Bakhmut, Avdiivka, Marynka….) e diverse fonti militari ucraine avevano messo in luce il rischio di perdere così molti veterani ed esperti combattenti.

Un carrista non si forma in soli due mesi e inoltre il frettoloso addestramento basico degli equipaggi su mezzi corazzati occidentali, così diversi da quelli di tipo russo/sovietico impiegati da Kiev, non sembra aver permesso di creare reparti in grado di combattere nell’ambito di operazioni complesse su vasta scala come quelle in corso.

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Le fonti russe riconoscono che il comando nemico ha ancora riserve sufficienti per continuare lo sforzo offensivo il cui obiettivo resta evidentemente quello di spezzare il territorio ucraino controllati dai russi separando il Donbass dalla Crimea.

 

L’offensiva nella regione di Donetsk

Le elevate perdite subite dagli ucraini non sembrano imporre a Kiev di desistere dall’offensiva.

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Conseguenze

Il sostanziale flop almeno di questa prima fase della controffensiva potrebbe indurre Kiev ad aumentare gli sforzi poiché in Ucraina è evidente la percezione che in questa battaglia è in gioco soprattutto l’impegno dell’Occidente a continuare a garantire sostegno con armi e munizioni.

Gianandrea Gaiani


Estratti da

La controffensiva ucraina in stallo   – Analisi Difesa

https://www.analisidifesa.it/2023/06/la-controffensiva-ucraina-in-stallo/