[Disarmo] Le operazioni clandestine in Ucraina: dai combattenti polacchi alle forze speciali della NATO



Non solo armi: gli aiuti occidentali a Kiev tra intelligence, contractors, combattenti e istruttori – Analisi Difesa

La “brigata” polacca   forte, secondo fonti russe, di quasi 2mila volontari in gran parte con esperienza militare e addestramento standard NATO rappresenta la componente straniera più numerosa e per molti versi più efficiente. Non a caso venne impiegata con successo durante la vittoriosa offensiva dei primi di settembre nella regione di Kharkiv. Grazie ad un’elevata mobilità e a un buon coordinamento con i comandi NATO, che ne supervisionano i movimenti sulla base di rilevamenti satellitari, le unità polacche dotate di blindati leggeri vennero impiegate per lo sfondamento nelle zone più sguarnite del fronte russo.

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I “fantasmi” della  NATO

Ufficialmente non esistono, ma sono la più delicata e la più segreta fra le categorie di “combattenti” stranieri” attivi in territorio ucraino. Tra di loro si contano decine o forse centinaia di militari in servizio attivo provenienti dalle forze speciali di vari stati membri della NATO.

La loro presenza è rigorosamente taciuta dalle nazioni d’appartenenza al fine evidente di non avvalorare un coinvolgimento diretto dell’Alleanza Atlantica.

Per quanto riguarda gli americani la loro attività, coordinata a quanto sembra dalla CIA, è regolata da un atto presidenziale segreto che autorizza le operazioni clandestine in territorio ucraino e di cui informa il Congresso attraverso comunicazioni riservate con esponenti delle Commissioni competenti per le attività di Difesa e Intelligence.

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Poiché gli Stati Uniti gestiscono tutta l’intelligence satellitare (nella foto sopra un’immagine delle postazioni russe sulla riva sinistra del Dnepr, sul fronte di Kherson) ed elettronica messa a disposizione dell’Ucraina, distribuiscono sofisticati sistemi d’arma e partecipano alla realizzazione e al concepimento dei principali piani strategici, è evidente che il ruolo dei militari Usa è molto più ampio di quanto dichiarato. Ed è direttamente correlato alle attività belliche.

Come hanno confermato fonti militari Usa citate dal New York Times i dati dell’intelligence statunitense, oltre ad aver permesso l’affondamento dell’incrociatore Moskva, la nave ammiraglia della Flotta del Mar Nero, hanno anche contribuito all’eliminazione di alcuni generali russi.

Più in generale, come emerge da una serie di supposti documenti segreti NATO, di cui pubblichiamo un paio di stralci qui sotto, resi noti dal canale Telegram del Gruppo Beregini (hacker ucraini che si dichiarano indipendenti e critici verso il governo di Kiev: il 25 ottobre hanno rivelato la triangolazione di armi dal Kazakhistan all’Ucraina via Bulgaria) è evidente che i satelliti statunitensi monitorano le posizioni di gran parte delle unità di Mosca dispiegate al fronte e nelle retrovie, in territorio ucraino come nella Federazione Russa, per poi comunicarle tempestivamente alle forze di Kiev.

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Tanto per fare un esempio il memo A5982 classificato come Segreto e Prioritario (...) divulga le coordinate di tutte le navi militari e commerciali battenti bandiera di Mosca.

Difficile verificare l’attendibilità di questi documenti segreti ma i dettagli contenuti, forniti alle forze di Kiev, spiegherebbero la chiave dei successi conseguiti dagli ucraini nelle controffensive e nel colpire con precisione gli obiettivi nelle retrovie nemiche.

Va inoltre ricordato che lo scorso settembre il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, ha dichiarato che il supporto militare di USA e NATO all’Ucraina include la presenza di un “comando con 150 militari occidentali dislocato a Kiev” che rappresenta “il vero comando delle forze armate ucraine, composto sia da ex militari che da personale in servizio attivo” e che “gestisce tutte le operazioni”.


Le operazioni gestite dai britannici

Altrettanto diretta è l’attività delle forze speciali di Londra coordinate dall’Mi6, responsabile delle operazioni d’intelligence all’estero. I britannici sono stati i primi a metà aprile a divulgare, in via non ufficiale, la presenza di alcune unità di forze speciali impiegate nell’addestramento delle truppe ucraine e il passaggio dal semplice addestramento alla pianificazione di sofisticate operazioni militari è stato assai breve.

Secondo quanto emerso sui media britannici un distaccamento dello Special Boat Service (SBS), le forze speciali della Royal Navy, ha curato l’addestramento in territorio ucraino del 73° Centro Operazioni navali speciali protagonista il 30 giugno scorso della riconquista dell’Isola dei Serpenti.

Oltre ad aver fornito agli ucraini i mezzi subacquei cruciali per lo sbarco sull’isola, l’SBS ha garantito il coordinamento di   tutta l’operazione. 

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Coniugando osservazioni satellitari a intercettazioni elettroniche e trasmettendole ai distaccamenti responsabili   degli omologhi ucraini, l’Mi6 avrebbe pianificato i devastanti attacchi all’arsenale di Timonovo  (nella foto sopra) e all’aeroporto di Stary Oksol condotti, a metà agosto, nella regione russa di Belgorod. 

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