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[Disarmo] Ucraina. "Colpiti 180 mercenari stranieri e armi straniere"
- Subject: [Disarmo] Ucraina. "Colpiti 180 mercenari stranieri e armi straniere"
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Mon, 14 Mar 2022 09:27:07 +0100
"Colpiti mercenari"
"Continueremo a eliminare i mercenari stranieri", ha minacciato ancora Mosca, che già ieri aveva indicato come obiettivi legittimi le colonne di armamenti inviati dagli occidentali.
Fonte
"Obiettivo legittimo"
Il Cremlino proprio nella giornata di ieri, sabato 12 marzo, aveva avvertito la Nato e l’occidente che avrebbe considerato “obiettivi militari legittimi” i convogli per la consegna di armi dall’Occidente all’Ucraina.
La Legione Internazionale
L’account ufficiale delle Forze Armate di Kiev ha pubblicato uno scatto che ritrae i volontari della Legione Internazionale arrivati dai paesi esteri per combattere nella guerra in Ucraina. Secondo le Forze Armate ucraine ci sono persone provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Lituania, Messico e persino India.
Fonte https://www.open.online/2022/03/08/guerra-ucraina-vs-russia-volontari-legione-internazionale-foto/
Il cecchino svedese: "Ho ucciso almeno 150 persone per lavoro"
In Ucraina lo conoscono tutti. Soprattutto nelle regioni dell’est controllate dai filorussi. Mike Skillt, svedese, 47enne, di professione cecchino. Dice di aver ucciso almeno 150 persone «per lavoro». E’ un mercenario, anche se lui preferisce la parola «contractor». Ha una taglia di un milione di dollari sulla testa e al momento è uno degli uomini più ricercati dall’esercito russo. Ma non si nasconde, non usa la balaclava, il passamontagna: ci incontriamo a bere il tè in un bar a piazza Maidan a Kiev e mostra senza problemi la sua pagina Facebook e Twitter con foto e commenti. Tutto allo scoperto, tanto che viene il dubbio che la complessa macchina della propaganda che regola la guerra tra Ucraina e Russia si stia servendo del cecchino per mostrare i denti.
Parliamo per un paio d’ore in un pomeriggio di settembre. E’ fermo, immobile, ma i suoi occhi si muovono e non perdono nulla. Controllano chi entra e chi esce dal locale; la porta che conduce al piano inferiore dove ci sono i bagni, la grande finestra che si apre su Maidan affollata di turisti, curiosi di vedere la piazza sgombra da tende e soldati. Mike dice di non avere paura di chi lo sta cercando («sono più veloce io a sparare”), di essere in Ucraina perché votato a una causa superiore («non è la mia guerra ma questa è la mia Europa e sono per un’Europa unita contro l’Imperialismo”) tanto che al momento ha rimandato a data da destinarsi il prossimo campo di battaglia, la Siria, perché prima deve finire il suo lavoro nell’Est («ho qualche altro russo da uccidere”). In Svezia era un soldato, poi ha iniziato a viaggiare per prestare il suo sniper a guerre straniere. Il governo svedese ha smentito la sua presenza in Ucraina: «Siamo interessati solo ai nostri concittadini che partecipano alle attività legate al terrorismo, come ad esempio nei gruppi di al-Qaeda ispirati in Siria”, aveva spiegato a febbraio. Ma la faccia e il nome di Mike non sono così difficili da trovare in rete.
Parliamo per un paio d’ore in un pomeriggio di settembre. E’ fermo, immobile, ma i suoi occhi si muovono e non perdono nulla. Controllano chi entra e chi esce dal locale; la porta che conduce al piano inferiore dove ci sono i bagni, la grande finestra che si apre su Maidan affollata di turisti, curiosi di vedere la piazza sgombra da tende e soldati. Mike dice di non avere paura di chi lo sta cercando («sono più veloce io a sparare”), di essere in Ucraina perché votato a una causa superiore («non è la mia guerra ma questa è la mia Europa e sono per un’Europa unita contro l’Imperialismo”) tanto che al momento ha rimandato a data da destinarsi il prossimo campo di battaglia, la Siria, perché prima deve finire il suo lavoro nell’Est («ho qualche altro russo da uccidere”). In Svezia era un soldato, poi ha iniziato a viaggiare per prestare il suo sniper a guerre straniere. Il governo svedese ha smentito la sua presenza in Ucraina: «Siamo interessati solo ai nostri concittadini che partecipano alle attività legate al terrorismo, come ad esempio nei gruppi di al-Qaeda ispirati in Siria”, aveva spiegato a febbraio. Ma la faccia e il nome di Mike non sono così difficili da trovare in rete.
(Intervista del 2014)
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