[Disarmo] Pacifisti mobilitati a La Spezia contro il commercio delle armi



Il mondo pacifista torna a chiedere chiarimenti sul passaggio spezzino della nave cargo saudita Bahri Yanbu, avvenuto lunedì scorso. “Dal nostro monitoraggio risulta inoltre che la nave cargo sia rimasta al Terminal Container del porto almeno otto ore (dalle 7.30 alle 15.30), un periodo di tempo che non si giustifica col semplice trasbordo di un elicottero per i vigili del fuoco e il carico di una quarantina di casse”, secondo le associazioni. Che, tra le varie cose, nella nota suppongono: “Secondo quanto dichiarato dal Terminalista LSCT – e riportato in un comunicato emesso venerdì scorso dall’Autorità Portuale – ‘fra il materiale che sarà imbarcato, non sussiste alcuna merce classificata fra quelle oggetto della disciplina di legge. Si esclude, pertanto, qualsiasi presenza di materiale bellico’. Un’affermazione, quest’ultima, che contrasta con il dispiegamento di Forze dell’ordine in porto che può essere giustificato solo in considerazione del tipo di materiale da imbarcare o già stivato nel cargo”.
“Chiediamo pertanto all’Autorità Portuale se siano state aggiunte altre merci classificabili fra quelle oggetto della disciplina della legge n. 185 del 1990 e se a bordo della nave saudita fossero presenti armamenti o munizionamento proveniente da altri porti di precedente scalo della nave. E, in questo caso, se siano stati svolti tutti i controlli necessari sul carico della nave per verificare le condizioni di sicurezza per i lavoratori e la cittadinanza delle merci trasportate. Reiteriamo alla Prefettura e alla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera la richiesta in merito alla verifica delle disposizione di legge riguardo al transito di materiali militari diretti a Paesi sottoposti alle misure di divieto di esportazione da parte della nave Bahri Yanbu”, aggiungono le associazioni, cioè Accademia Apuana della Pace, ACLI (La Spezia), ARCI (La Spezia), Archivi della Resistenza-Circolo Bassignani, Associazione Culturale Mediterraneo (La Spezia), Associazione Amici di Padre Damarco, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi (La Spezia), Cittadinanzattiva, Comitato Acquabenecomune (La Spezia), Gruppo di Azione Nonviolenta (La Spezia), Legambiente (La Spezia), Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Brescia), Rifondazione Comunista (La Spezia), Weapon Watch (Genova).

Fonte: Città della Spezia 12.1.2022