Re: [Disarmo] Fwd: Atomiche Usa in Europa: scontro Russia-Polonia



Trattato del 1° luglio 1968 di non proliferazione nucleare - Ispra

Art. ICiascuno degli Stati militarmente nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna anon trasferire a chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, ovveroil controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impe-gna inoltre a non assistere, né incoraggiare, né spingere in alcun modo uno Statomilitarmente non nucleare a produrre o altrimenti procurarsi armi nucleari o altricongegni nucleari esplosivi, ovvero il controllo su tali armi o congegni esplosivi.Art. IICiascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegnaa non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né ilcontrollo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegnainoltre a non produrre né altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleariesplosivi, e a non chiedere né ricevere aiuto per la fabbricazione di armi nucleari odi altri congegni nucleari esplosivi.  
Chissà come mai che solo Manlio Dinucci e non solo sul il Manifesto si ostini a ricordare di cosa"obblighi il trattato".

Il giorno dom 21 giu 2020 alle ore 08:03 Elio Pagani <disarmo at peacelink.it> ha scritto:

---------- Forwarded message ---------
Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: dom 21 giu 2020, 08:01
Subject: Atomiche Usa in Europa: scontro Russia-Polonia
To: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>


Atomiche Usa in Europa: scontro Russia-Polonia

Russia e Ue. La portavoce di Lavrov: «L’Europa sarebbe più sicura senza quelle testate»

Lavrov 

Lavrov

 © Ap

Yurii ColomboIl ManifestoMOSCA

21.06.2020

20.6.2020, 23:59

Il dibattito apertosi in Germania sull’ipotesi baluginata da alcuni leader del Spd di liberarsi dell’arsenale atomico Usa in quanto «residuato della guerra fredda» ha avuto immediatamente una ricaduta ad est. Il 16 maggio Georgette Mosbacher, ambasciatrice Usa a Varsavia, ha dichiarato che la Polonia potrebbe schierare armi nucleari Usa sul suo territorio qualora il governo tedesco decidesse di ridurre il suo arsenale.

«Se la Germania vuole ridurre le armi nucleari e indebolire la Nato, allora forse la Polonia, che paga la «sua giusta quota», che comprende i pericoli e si trova sul fianco orientale dell’Allenza, «potrebbe collocare sul suo territorio queste armi», ha scritto la diplomatica. Parlando di «giusta quota» della Polonia, l’ambasciatore avrebbe inteso rudemente segnalare a Berlino che a differenza sua il governo Morawieck adempie all’obbligo atlantico di allocare il 2% del Pil per le spese militari.

Seppur con toni più sfumati, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un articolo pubblicato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, aveva ribadito che l’alleanza avrà un arsenale nucleare fintanto che tali armi esisteranno. «Un mondo in cui Russia, Cina e altri Stati possederanno armi nucleari, ma non la Nato, non sarà sicuro« ha affermato Stoltenberg.

Di fronte a tanta irruenza non poteva certo mancare una replica russa, giunta per bocca della portavoce di Sergey Lavrov, Marya Zacharova. In una nota diffusa l’altro ieri la funzionaria ha osservato che tale decisione costituirebbe una violazione «dell’Atto istitutivo sulle relazioni reciproche, la cooperazione e la sicurezza tra Russia Nato del 1997».

In tali disposizioni ha ricordato Zacharova si affermava che «gli Stati membri della Nato confermano di non avere intenzioni, piani o motivi per dispiegare armi nucleari nel territorio di nuovi membri».

E sulla base di questo richiamo la rappresentante del governo russo ha poi voluto portare il suo affondo. L’Europa sarebbe più sicura se gli Usa «facessero tornare le proprie testate a casa a propria». Un appello che può essere letto come un invito ai molti paesi occidentali sempre più riluttanti di fronte all’egemonismo americano ad abbandonare la gabbia dell’Alleanza.

La ripresa della polemica della socialdemocrazia tedesca nei confronti dell’alleato Usa potrebbe essere da mettere in relazione anche alle difficoltà che incontra il completamento della gasdotto russo-tedesco North Stream 2 a cui Usa e Polonia si sono sempre nettamente opposte e su cui anche tra i democristiani tedeschi da tempo serpeggiano dubbi. Solo tre giorni fa è arrivato un duro colpo per le ambizioni di Gazprom di portare a termine la realizzazione di North Stream 2, proprio da un ente tedesco. Il regolatore dell’energia tedesco, il Bundesnetzagentur, ha respinto la domanda russa di esonero dalle nuove norme Ue affermando «che le deroghe ai requisiti normativi della direttiva avrebbero potuto essere concesse solo per le condotte completate prima del 23 maggio 2020».

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