Amnesty International peggio di Salvini? Si direbbe di si a leggere il tweet di Ricardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International: “Soleimani era un assassino: basti pensare al suo ruolo nella guerra di Siria, nell'assedio di Aleppo e non solo. Nondimeno la sua è stata un'esecuzione extragiudiziale: un atto illegale per il diritto internazionale, che non tiene conto delle simpatie o delle antipatie personali”.
#Soleimani era un assassino: basti pensare al suo ruolo nella guerra di Siria, nell'assedio di Aleppo e non solo. Nondimeno la sua è stata un'esecuzione extragiudiziale: un atto illegale per il diritto internazionale, che non tiene conto delle simpatie o delle antipatie personali
— Riccardo Noury (@RiccardoNoury) January 3, 2020
Chissà cosa avrebbe detto se a morire in un attentato terroristico fosse stato, poniamo, il capo della CIA o del Mossad?
Ma ritorniamo al tweet che addita come ”assassino” la vittima
e non il mandante dell’attentato. La cosa più irritante è,
certamente, la pretesa di Noury di ammantarsi di
rispettabilità mostrandosi indignato per “l’atto illegale per
il diritto internazionale” e, soprattutto travisando il ruolo
di Soleimani “nella guerra di Siria, nell'assedio di Aleppo e
non solo”.
Forse sarebbe il caso di ricordare il ruolo avuto da Amnesty
International nella guerra alla Siria, costellato da talmente
tante menzogne ed omissioni (si veda, ad esempio, qui)
da aver costretto ben 5 dei suoi top manager a
presentare le dimissioni. Ma soffermiamoci sul “ruolo
avuto da Soleimani nell'assedio di Aleppo”. Ebbene,
quell’”assedio” (in realtà la liberazione di Aleppo da
jihadisti che l’avevano dominata per tre anni, sottoponendo ad
indicibili atrocità una popolazione inerme) proprio grazie a
Soleimani e al governo di Damasco, si concluse con un
salvacondotto concesso ai jihadisti e alle loro famiglie che
evitò un ennesimo bagno di sangue.
Tenetelo a mente quando qualche anima candida di Amnesty International vi verrà a chiedere soldi per sostenere i “diritti umani”.