[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Vendite di armi, anno in crescita al traino di Trump. Anche l'Italia tra i colossi mondiali - Dati SIPRI Top100
- Subject: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Vendite di armi, anno in crescita al traino di Trump. Anche l'Italia tra i colossi mondiali - Dati SIPRI Top100
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Mon, 9 Dec 2019 13:58:46 +0100
---------- Forwarded message ---------
Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: lun 9 dic 2019, 13:33
Subject: [ReteDisarmo] Vendite di armi, anno in crescita al traino di Trump. Anche l'Italia tra i colossi mondiali - Dati SIPRI Top100
To: coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>
Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: lun 9 dic 2019, 13:33
Subject: [ReteDisarmo] Vendite di armi, anno in crescita al traino di Trump. Anche l'Italia tra i colossi mondiali - Dati SIPRI Top100
To: coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>
Due annotazioni sui dati diffusi oggi dal SIPRI relativamente alla Top100 mondiale delle aziende a produzione militare.
1) Un totale di 420 miliardi di dollari di fatturato (esclusi produttori cinesi) significa che circa un quarto delle #spesemilitari complessive finisce in acquisto di nuove armi. Quindi non per operazioni di protezione, per stipendi o per gestione delle minacce. Ma per acquisto di armamenti che serviranno solo a far crescere l'insicurezza e a rafforzare il circolo vizioso della corsa agli armamenti.
2) pur essendo "in salute" (con una crescita del 5% rispetto alla Top100 dello scorso anno) l'industria delle armi non è per nulla "fondamentale". Basta evidenziare, come fanno gli studiosi svedesi, che le prime 15 compagnie a produzione militare fatturano solo il 10% di quanto fatto dalle prime 15 compagnie manifatturiere mondiali. Se se prendessimo in considerazione una lista più lunga il divario aumenterebbe, dimostrando dunque che anche economicamente si potrebbe fare a meno della produzione militare.
Vendite di armi, anno in crescita al traino di Trump. Anche l'Italia tra i colossi mondiali
(afp)Escludendo le aziende cinesi, i cento maggiori produttori hanno raggiunto vendite per 420 miliardi di dollari: +4,8 per cento. Il trend del momento sono le maxi-acquisizioni. Leonardo (ottava) e Fincantieri (cinquantesima) in classifica
MILANO - Anno ricco per i produttori mondiali di armi, che nel corso del 2018 hanno visto crescere le loro vendite del 4,8% raggiungendo quota 420 miliardi di dollari. Un valore solo parziale, quello raccolto dall'istituto di Stoccolma specializzato in questo campo, il Sipri, perché privo dei dati cinesi: sarebbe poco serio fare affidamento sulle stime disponibili su Pechino.
A spiegare la crescita sono stati soprattutto gli incrementi americani, legati ai piani di Donald Trump: "Le aziende statunitensi - ha spiegato Aude Fleurant, a capo del dipartimento del Sipri sulle spese militari - si stanno preparando per il programma di ammodernamento dell'esercito annunciato da Trump nel 2017. Le grandi compagnie Usa si stanno fondendo, proprio per attrezzarsi per produrre i sistemi militari di nuova generazione che le metteranno nella miglior posizione per vincere i contratti del governo" di Washington.
Non è un caso, allora, se per la prima volta dal 2002 tutti i primi cinque posti della top 100 delle industrie belliche sono in mano a giganti americani. Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman, Raytheon e General Dynamics messi insieme vendono 148 miliardi di dollari di armi, il 35% dell'intera classifica delle cento maggiori industrie. Spiega il Sipri che proprio le aggregazioni sono il trend del momento per gli Usa: Northrop Grumman e General Dynamics, ad esempio, hanno fatto puntate di shopping miliardario nel 2018. Se si prendono tutte le rappresentanti a stelle e strisce in graduatoria, si arriva a ben 246 miliardi di vendite: il 59% del totale e il 7,2% in più del 2017.
In leggero calo la truppa rappresentante la Russia, mentre i fabbricanti europei hanno registrato un marginale incremento a 102 miliardi. Si sono ridotte le vendite dal Regno Unito, primo Paese del Vecchio continente in questo campo, e quelle della Germania, mentre sono cresciute in Francia soprattutto grazie ai contratti siglati dalla Dassault.
Anche l'Italia trova posto in questa classifica, con Leonardo e Fincantieri. Le vendite di armi Made in Italy sono accreditate di una crescita del 5% nell'ultimo anno, la quota di mercato delle società tricolori (sul totale della classifica di cento aziende) è del 2,8 per cento: più di Germania, Giappone o Israele. Il giro d'affari combinato delle due nostre società è indicato a 11,7 miliardi: Leonardo è addirittura in top ten (ottavo posto) con 9,8 miliardi di armi vendute nel 2018, una crescita del 4,4 per cento. Un risultato, si spiega, legato anche all'acquisizione di Vitrociset, specializzata nelle tecnologie e nei servizi militari. Fincantieri è invece registrata al 50esimo posto, con la cantieristica militare accreditata di 1,9 miliardi di vendite (+8 per cento).
A spiegare la crescita sono stati soprattutto gli incrementi americani, legati ai piani di Donald Trump: "Le aziende statunitensi - ha spiegato Aude Fleurant, a capo del dipartimento del Sipri sulle spese militari - si stanno preparando per il programma di ammodernamento dell'esercito annunciato da Trump nel 2017. Le grandi compagnie Usa si stanno fondendo, proprio per attrezzarsi per produrre i sistemi militari di nuova generazione che le metteranno nella miglior posizione per vincere i contratti del governo" di Washington.
La vendita totale di armi tracciata dal Sipri
In leggero calo la truppa rappresentante la Russia, mentre i fabbricanti europei hanno registrato un marginale incremento a 102 miliardi. Si sono ridotte le vendite dal Regno Unito, primo Paese del Vecchio continente in questo campo, e quelle della Germania, mentre sono cresciute in Francia soprattutto grazie ai contratti siglati dalla Dassault.
Anche l'Italia trova posto in questa classifica, con Leonardo e Fincantieri. Le vendite di armi Made in Italy sono accreditate di una crescita del 5% nell'ultimo anno, la quota di mercato delle società tricolori (sul totale della classifica di cento aziende) è del 2,8 per cento: più di Germania, Giappone o Israele. Il giro d'affari combinato delle due nostre società è indicato a 11,7 miliardi: Leonardo è addirittura in top ten (ottavo posto) con 9,8 miliardi di armi vendute nel 2018, una crescita del 4,4 per cento. Un risultato, si spiega, legato anche all'acquisizione di Vitrociset, specializzata nelle tecnologie e nei servizi militari. Fincantieri è invece registrata al 50esimo posto, con la cantieristica militare accreditata di 1,9 miliardi di vendite (+8 per cento).
Hai ricevuto questo messaggio perché sei iscritto al gruppo "Coordinamento Rete Italiana per il Disarmo" di Google Gruppi.
Per annullare l'iscrizione a questo gruppo e non ricevere più le sue email, invia un'email a coordinamento_RID+unsubscribe at googlegroups.com.
Per visualizzare questa discussione sul Web, visita https://groups.google.com/d/msgid/coordinamento_RID/1C3ABD98-75DE-4F97-91F3-0DA8354F0C74%40disarmo.org.
Attachment:
mail-tool.png
Description: PNG image
Attachment:
084136971-93aeaa95-1d1d-418f-8178-eef89b3edb6f.jpg
Description: JPEG image
Attachment:
print-tool.png
Description: PNG image
Attachment:
085240461-31ae3b91-27f7-4f18-803a-c9b49af96ab6.jpg
Description: JPEG image
- Prev by Date: Re: [Disarmo] Fwd: GLI F-35 DECOLLANO CON ALI BIPARTISAN
- Next by Date: [Disarmo] Dario Fabbri e Alessandro Barbero:a 30 anni dal muro
- Previous by thread: [Disarmo] Fwd: Bombardare l'Iran per fermare i suoi piani nucleari è "un'opzione", afferma il ministro degli Esteri israeliano
- Next by thread: [Disarmo] Dario Fabbri e Alessandro Barbero:a 30 anni dal muro
- Indice: