Re: [Disarmo] Fwd: GLI F-35 DECOLLANO CON ALI BIPARTISAN
- Subject: Re: [Disarmo] Fwd: GLI F-35 DECOLLANO CON ALI BIPARTISAN
- From: rossana123 at libero.it
- Date: Mon, 9 Dec 2019 12:39:18 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Sono d'accordo. In Puglia il reparto compositi è stato progettato per il Boeing ed è costato parecchio. Ecco perchè lì si costruiscono parti (cassoni, ecc.). A Venegono quel reparto non ha le stesse caratteristiche e si è deciso lo spostamento di personale a Cameri. Ho capito che quella notizia viene da Leonardo direttamente e la cosa mi preoccupa di più. Come sai le comunicazioni e pubblicazioni aziendali non sono esattamente corrispondenti alla realtà. Sono fatte per vendere. Che il movimento pacifista riprende pari pari ciò che vi è scritto è un grave errore. Ricordiamoci del bluff di Moretti nel conteggiare il fatturato che parecchi hanno ripreso scrivendo commenti, a quel punto, del tutto fuori luogo. Ciao un abbraccio.
p.s: provo a sentire anche io, ma se fosse stato così credo me lo avrebbero detto. Vediamo.
Il 9 dicembre 2019 alle 11.33 Elio Pagani <disarmo at peacelink.it> ha scritto:
Cara Rossana, ancora non sono riuscito ad informarmi meglio.Vado però per logica.Le ali, anche per la tecnologia stealt che deve caratterizzare devono sicuramente essere in buona parte realizzate e montate a Cameri, nello stabilimento Leonardo, all'interno della base militare come ha voluto il Pentagono.La ex Aermacchi di Venegono, nonostante abbia già una competenza sulla realizzazione di ali di aviogetti militari e di piloni subalari per appenderci razzi e bombe, probabilmente fa solo alcuni particolari.A Cameri, la presenza di personale ex AleniaAermacchi è probabilmente dovuta a scarichi di lavoro della ex Aermacchi e della ex Alenia, anche se una parte di quelli maggiormente qualificati sono stati trasferiti lì per acquisire le nuove specifiche tecniche e affiancare nell'apprendimento i pochi (rispetto alle generose promesse della partenza) neoassunti....Un abbraccio.Elio
----------------------Il dom 8 dic 2019, 21:59 rossana123 < disarmo at peacelink.it> ha scritto:
----------------------Elio, sai se a Venegono si producono parti delle ali dell'F-35? A me risulta che per motivi di scarico di lavoro da Venegono mandano lavoratori a Cameri. Ma chi mette in giro queste notizie?
Il 8 dicembre 2019 alle 14.43 Elio Pagani < disarmo at peacelink.it> ha scritto:
-------------------------------- Forwarded message ---------
Da: Elio Pagani < eliopaxnowar at gmail.com>
Date: dom 8 dic 2019, 14:35
Subject: GLI F-35 DECOLLANO CON ALI BIPARTISAN
To: Elio Pagani < eliopaxnowar at gmail.com>
GLI F-35 DECOLLANO CON ALI BIPARTISAN
7 DIC 2019 — Il Manifesto
Manlio Dinucci
Video: https://www.youtube.com/watch?v=PG6hq45l2wo&feature=emb_logo
Lorenzo Guerini (Pd), ministro della Difesa del governo Conte II, ha comunicato alle commissioni parlamentari il passaggio alla fase 2 del programma di acquisto degli F-35 della statunitense Lockheed Martin.
Passaggio preparato dal governo Conte I: il vicepremier Salvini (Lega) sottolineava lo scorso marzo che «ogni ipotesi di rallentamento o ravvedimento del programma di acquisto degli F-35 sarebbe un danno per l’economia italiana»; il sottosegretario agli Esteri Di Stefano (M5S) richiedeva una «revisione profonda degli accordi» ma aggiungeva che, «se abbiamo delle commesse da pagare, certamente non passeremo alla storia per aver tradito un accordo fatto con aziende private: c'è un'intera filiera che va rispettata».
Lo scorso maggio il governo Conte I autorizzava «la realizzazione e la consegna di 28 caccia F-35 entro il 2022 (i velivoli sinora consegnati sono 13), i cui contratti sono stati completamente finanziati», ovviamente con denaro pubblico.
Lo scorso ottobre, nei colloqui riservati col governo Conte II a Roma, il segretario di stato Usa Mike Pompeo richiedeva all’Italia di sbloccare l’ordine per un ulteriore acquisto. Subito il ministro della Difesa Guerini lo assicurava, in una intervista al Corriere della Sera, che «l’Italia è un paese affidabile e credibile rispetto agli impegni internazionali: contribuire al programma F-35 è un segno tangibile della nostra affidabilità».
Pochi giorni dopo, nella conferenza stampa a Washington col presidente Mattarella, il presidente Trump annunciava esultante: «L’Italia ha appena acquistato 90 nuovissimi F-35. Il programma va molto bene».
L’Italia conferma quindi l’impegno ad acquistarne 90, con una spesa prevista in circa 14 miliardi di euro. Ad essa si aggiunge quella inquantificabile per il continuo aggiornamento del software del caccia.
L’Italia non è solo acquirente ma fabbricante dell’F-35, quale partner di secondo livello. La Leonardo – la maggiore industria militare italiana, di cui il Ministero dell’economia e delle finanze è il principale azionista con circa il 30% – è fortemente integrata nel complesso militare-industriale Usa.
E’ stata per questo scelta per gestire lo stabilimento Faco di Cameri (Piemonte), da cui escono i caccia destinati all’Italia e all’Olanda. La Leonardo produce anche le ali complete per aerei assemblati negli Usa, utilizzando materiali prodotti negli stabilimenti di Foggia (Puglia), Nola (Campania) e Venegono (Lombardia).
L’occupazione alla Faco è di circa un migliaio, di cui molti precari, appena un sesto di quella preventivata. Le spese per la realizzazione dello stabilimento Faco e l’acquisto dei caccia sono superiori all’importo dei contratti stipulati da aziende italiane per la produzione dell’F-35. Dal punto di vista economico, contrariamente a quanto sostiene il governo, la partecipazione al programma dell’F-35 è fallimentare per le casse pubbliche.
Il ministro Guerini ha avviato la fase 2 del programma sugli F-35 «senza una valutazione di merito e in assenza di un'informativa, in contrasto con le indicazioni del Parlamento», denuncia il deputato di LeU Palazzotto, chiedendo che il ministro spieghi «su che basi ha autonomamente assunto questa decisione».
Nella sua «spiegazione» il ministro non dirà mai la vera ragione per cui ha assunto tale decisione, non autonomamente ma su mandato dell’establishment italiano. La partecipazione al programma dell’F-35 rinsalda l’ancoraggio politico e strategico dell’Italia agli Stati uniti, integrando ancor più il complesso militare industriale italiano nel gigantesco complesso militare-industriale Usa.
La decisione di partecipare al programma è quindi una scelta politica, fatta su base bipartisan. Lo conferma il fatto che la Lega, avversaria del Pd, plaude al ministro Pd: «Prendiamo atto con soddisfazione che sugli F-35 il ministro Guerini ha annunciato l’avvio della fase 2», dichiarano unanimi i parlamentari leghisti.
Le maggiori forze politiche, in contrasto l’una con l’altra, si ricompattano al seguito degli Stati uniti, «l’alleato privilegiato» che tra poco schiererà in Italia, insieme agli F-35, le nuove bombe nucleari B61-12 progettate in particolare per questi caccia di quinta generazione.
(il manifesto, 30 novembre 2019)
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