Re: [Disarmo] Fwd: Extinction Rebellion contro l’industria delle armi: disarmare per decarbonizzare + PROTOCOLLO



Caro Jure,
credo che un passo questi “vecchietti" l’abbiano fatto: iniziare ad individuare le vergogne da contrastare in modo più puntuale.
I nostri giovani sono ancora molto lontani da questo.

MI ripeto allo sfinimento: l’attuale situazione deve essere sfruttata per lanciare una rivendicazione generale precisa. Generale e Precisa.
Serve un “protocollo disarmo” che, per quanto mi sforzi di sottoporla a critica, per me può e deve essere, subito, unilaterale e totale.

Protocollo Disarmo Unilaterale

1) immediata interruzione di ogni contratto militare …. costi quel che costi come penali ecc
2) iniziare immediatamente un processo di riconversione degli apparati nazionali e delle industrie partecipate dallo stato con meccanismi di sostegno economico per il breve periodo in attesa di processi di riconversione (non vendita) dei vari rami dell’apparato militare pubblico - riconversione immediata degli apparati  spendibili nel civile (medici - genio civile - logistica - ricerca - ecc)
3) legge per dichiarare l’Italia paese “demilitarizzato” libero da strutture e produzioni militari per portare alla chiusura delle varie ditte e per liberare il territorio dalle basi straniere
4) dichiarazione di stato neutro ed non allineato - uscita da ogni patto o accordo militare internazionale
5) ritiro o riconversione delle nostre presenze all’estero
6) piano per la riconversione (economica, sociale, ecc) del patrimonio immobiliare e strumentale dell’esercito con la demolizione degli apparati non riconvertibili (armi e tecnologie)
7) sostegno attivo per le campagne internazionali contro il nucleare e per definire forme di intervento internazionali (non militari) nei casi tipo Siria.
8) Strutturarsi per un modello di collaborazione internazionale non militare (protezione civile - progetti di “sviluppo” - sostegno medico - ecc)

Vi ricordo solo un caso: la riconversione “forzata" (voluta dalla UE e dai suoi stati membri) delle aziende anche italiane che producevano zucchero per eccesso di produzione.
L’hanno fatto e basta - credo in 5 / max 10 anni - per il 50% delle fabbriche europee - tirando fuori i soldi per farlo.
Altri settori si sono estinti secondo le logiche meno gentili del mercato. Hanno chiuso e basta dopo fallimenti e anni si fatiche.

Antonio


On 22 Oct 2019, at 23:34, jure LT (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it> wrote:


Ma come: individuano il problema principale, la rapina capitalistica che agisce, quando non bastano corruzione e prebende, con la leva militare che si autoriproduce nella finanza del fossile, e alla fine invece di invitare alla lotta contro gli armamenti dentro la lotta generale al capitalismo sua genesi e strumento indispensabile perchè inevitabile in un contesto finito (il sistema Terra), la estrapola come episodio estemporaneo tipo la lotta contro l'allevamento dei cincillà? Ma dài!

Jure
 

Il 21/10/19 09:53, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:

---------- Forwarded message ---------
Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: lun 21 ott 2019, 09:50
Subject: Extinction Rebellion contro l’industria delle armi: disarmare per decarbonizzare
To: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>


Extinction Rebellion contro l’industria delle armi: disarmare per decarbonizzare

17.10.2019 - Londra Extinction Rebellion - Pressenza

Quest'articolo è disponibile anche in: IngleseSpagnolo

Extinction Rebellion contro l’industria delle armi:
            disarmare per decarbonizzareOtto membri di XR Peace si sono incollati insieme fuori dalla Corte Suprema, tra cui Eric Levy (91 anni, quarto da sinistra). (Foto di Gareth Morris)

XR Peace si è oggi unita ad altri attivisti contro il commercio di armi per mettere in scena una giornata d’azione contro l’industria bellica inquinante e oppressiva.

– Alle 8 del mattino, gli attivisti di XR Peace si sono incollati alle porte del quartier generale di Leonardo UK in Great George Street per protestare contro il coinvolgimento dell’azienda nel commercio di armi, attraverso la fornitura di sistemi di guida per i missili utilizzati nello Yemen e in Siria, così come di altre tecnologie multimediali e telecomunicazioni. Tre attivisti sono stati arrestati sul posto; un quarto è stato arrestato per aver tenuto uno striscione.

– Alle 9.30 del mattino, otto attivisti di XR Peace, tra cui un uomo di 91 anni, del gruppo Trident Ploughshares, si sono incollati fuori dalla Corte Suprema per sottolineare il mancato rispetto del diritto internazionale da parte del governo riguardo alla produzione di armi. L’azione è volta a sottolineare che l’uso indiscriminato delle armi nucleari Trident per uccidere civili e colpire obiettivi militari è illegale ai sensi del diritto internazionale.

– Alle 11 del mattino, quattro attivisti dell’XR si sono incollati alla porta del quartier generale londinese di Lockheed Martin, una delle maggiori industrie belliche del mondo, che fornisce armi nello Yemen e in Siria. Tre persone che assistevano all’azione sono state arrestate.

I militari di tutto il mondo sono i principali inquinatori e sono spesso esentati dagli accordi internazionali sul clima sulla riduzione delle emissioni di carbonio. L’esercito statunitense è, secondo molte stime, il più grande consumatore istituzionale mondiale di petrolio ed emettitore di gas serra e di altri inquinanti.

Un portavoce di XR Peace ha dichiarato: “Le tensioni geopolitiche esistenti – che la crisi climatica non farà che aumentare – sono opportunità redditizie per il commercio delle armi, che cerca di sfruttarle. Il commercio delle armi non solo partecipa attivamente al cambiamento climatico attraverso la sua massiccia impronta di carbonio, ma rappresenta anche un ostacolo diretto a una transizione verso un mondo più equo, basato su principi di ecologia e cooperazione”.

Dichiarazione di XR Peace: “Come vengono catturati i combustibili fossili e come vengono controllate le loro risorse? In che modo i governi proteggono gli interessi economici delle imprese all’estero? In che modo le comunità indigene e locali, le cui terre sono ricche di combustibili fossili, vengono costrette a spostarsi da governi che servono gli interessi delle imprese e li considerano più importanti della vita umana? Come vengono repressi i movimenti popolari contro questo sistema capitalistico estrattivo? Mentre i disastri ambientali e le atrocità della guerra continuano a cacciare dalla loro terra milioni di persone, come fanno i governi razzisti a controllare i loro confini? Attraverso l’uso delle armi e la successiva violenza, facilitando, sostenendo e traendo profitto dal complesso militare industriale.

L’industria dei combustibili fossili e quella delle armi si alimentano a vicenda, creando un’enorme ricchezza per un numero minimo di persone al costo di milioni di vite umane, oltre alla devastante distruzione urbana ed ecologica.

Questo è un mercato basato sulla devastazione. Deve essere fermato. Finché ci saranno profitti garantiti che provengono da questo orribile sistema, non ci potrà essere una vera volontà di cambiarlo all’interno di un quadro capitalistico. Per questo motivo dobbiamo sollevarci come cittadini preoccupati e agire direttamente.

Le tensioni geopolitiche esistenti – che la crisi climatica non farà che aumentare – sono opportunità redditizie per il commercio di armi, che cerca di approfittarne. La lobby delle armi utilizzerà il suo potere per influenzare i circoli politici e far sì che i suoi interessi siano rispettati. Pertanto, il commercio di armi non solo partecipa attivamente al cambiamento climatico attraverso la sua massiccia impronta di carbonio, ma rappresenta un ostacolo diretto a una transizione verso un mondo più equo, basato su principi di ecologia e cooperazione.

Se vogliamo tentare di invertire l’impatto già devastante del cambiamento climatico e cercare giustizia per coloro che hanno già sofferto troppo dobbiamo fermare il commercio di armi.

Oggi agiamo per mettere un bastone tra le ruote all’industria delle armi, esprimere la nostra  solidarietà e sostenere tutti quelli che in tutto il mondo stanno soffrendo e lottando contro la violenza dell’occupazione e della guerra. Le bombe cadono altrove, ma sono costruite qui e dunque la nostra resistenza deve essere anche contro di esse”.

XR Peace è una coalizione di gruppi pacifisti che partecipano a Extinction Rebellion: Trident Ploughshares, CND, Scottish CND, CND Cymru, Stop the War, Women’s International League for Peace and Freedom, War Resisters International, Nukewatch, Edinburgh Peace & Justice Centre, Iona Community, Nipponzan Myohoji UK Peace Pagodas.


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