Re: [Disarmo] Fwd: Extinction Rebellion contro l’industria delle armi: disarmare per decarbonizzare + PROTOCOLLO
- Subject: Re: [Disarmo] Fwd: Extinction Rebellion contro l’industria delle armi: disarmare per decarbonizzare + PROTOCOLLO
- From: Antonio Bontempi <antonio at bontempi.net>
- Date: Wed, 23 Oct 2019 09:08:13 +0200
Caro Jure, credo che un passo questi “vecchietti" l’abbiano fatto: iniziare ad individuare le vergogne da contrastare in modo più puntuale. I nostri giovani sono ancora molto lontani da questo. MI ripeto allo sfinimento: l’attuale situazione deve essere sfruttata per lanciare una rivendicazione generale precisa. Generale e Precisa. Serve un “protocollo disarmo” che, per quanto mi sforzi di sottoporla a critica, per me può e deve essere, subito, unilaterale e totale. Protocollo Disarmo Unilaterale 1) immediata interruzione di ogni contratto militare …. costi quel che costi come penali ecc 2) iniziare immediatamente un processo di riconversione degli apparati nazionali e delle industrie partecipate dallo stato con meccanismi di sostegno economico per il breve periodo in attesa di processi di riconversione (non vendita) dei vari rami dell’apparato militare pubblico - riconversione immediata degli apparati spendibili nel civile (medici - genio civile - logistica - ricerca - ecc) 3) legge per dichiarare l’Italia paese “demilitarizzato” libero da strutture e produzioni militari per portare alla chiusura delle varie ditte e per liberare il territorio dalle basi straniere 4) dichiarazione di stato neutro ed non allineato - uscita da ogni patto o accordo militare internazionale 5) ritiro o riconversione delle nostre presenze all’estero 6) piano per la riconversione (economica, sociale, ecc) del patrimonio immobiliare e strumentale dell’esercito con la demolizione degli apparati non riconvertibili (armi e tecnologie) 7) sostegno attivo per le campagne internazionali contro il nucleare e per definire forme di intervento internazionali (non militari) nei casi tipo Siria. 8) Strutturarsi per un modello di collaborazione internazionale non militare (protezione civile - progetti di “sviluppo” - sostegno medico - ecc) Vi ricordo solo un caso: la riconversione “forzata" (voluta dalla UE e dai suoi stati membri) delle aziende anche italiane che producevano zucchero per eccesso di produzione. L’hanno fatto e basta - credo in 5 / max 10 anni - per il 50% delle fabbriche europee - tirando fuori i soldi per farlo. Altri settori si sono estinti secondo le logiche meno gentili del mercato. Hanno chiuso e basta dopo fallimenti e anni si fatiche. Antonio On 22 Oct 2019, at 23:34, jure LT (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it> wrote:
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