[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] COMUNICATO - Fondazione Finanza Etica e Rete Italiana per il Disarmo azionisti critici all’Assemblea Rheinmetall 2019: "Fermare la produzione italiana di bombe che uccidono i civili in Yemen"




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Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: mar 28 mag 2019, 08:47
Subject: [ReteDisarmo] COMUNICATO - Fondazione Finanza Etica e Rete Italiana per il Disarmo azionisti critici all’Assemblea Rheinmetall 2019: "Fermare la produzione italiana di bombe che uccidono i civili in Yemen"
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Fermare la produzione italiana di bombe che uccidono i civili in Yemen

Fondazione Finanza Etica e Rete Italiana per il Disarmo azionisti critici all’Assemblea Rheinmetall 2019


28 maggio 2019 _ Fondazione Finanza Etica interviene oggi come azionista critico all’assemblea generale di Rheinmetall per chiedere chiarimenti sulla controllata RWM Italia S.p.A. che esporta bombe verso l’Arabia Saudita che guida la coalizione che sta intervenendo militarmente e con bombardamenti in Yemen, con numerose vittime tra i civili, in una guerra senza mandati internazionali e quindi senza alcuna legittimazione. Il conflitto in corso in Yemen è la più grande tragedia umanitaria contemporanea, come indicato nel “Rapporto finale del gruppo di esperti sullo Yemen” del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e in una Risoluzione del Parlamento Europeo.

«Torniamo in assemblea insieme alle Rete Italiana per il Disarmo, che coordina diverse organizzazioni pacifiste e della nuova rete europea di investitori istituzionali SfC-Shareholders for Change, che rappresenta investimenti per un totale di circa 140 miliardi di euro», spiega Andrea Baranes, presidente di Fondazione Finanza Etica, fondata nel 2003 da Banca Etica. 

In Sardegna RWM Italia S.p.A. è accusata da associazioni e comitati locali ambientalisti e pacifisti di aver violato numerose leggi e norme dello Stato Italiano e della Regione Sardegna, nell’ambito della procedura per l’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias. Per questo dovrà comparire a giustificare il proprio operato nell’udienza del TAR Sardegna fissata per il 19 giugno 2019.


Ecco i temi su cui gli azionisti critici chiederanno risposte a Rheinmetall, in collaborazione anche con i soci di Banca Etica della Sardegna.

  • Necessità di piani per la riconversione a usi civili della fabbrica di Domusnovas, come fortemente richiesto da un numero sempre più ampio di cittadini del territorio;
  • Chiarimenti sullo spezzettamento del piano industriale, che potrebbe essere stato effettuato per evitare la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e aggirare le norme urbanistiche del comune di Iglesias; 
  • Chiarimenti sul mancato aggiornamento del Piano di Emergenza Esterno (scaduto nel 2012) per stabilimenti industriali ad alto rischio di incidenti rilevanti. Le mutate condizioni dell’area (ampliamento dello stabilimento e delle linee produttive) e la possibile sottostima dei rischi connessi ad esse porrebbe lo stabilimento e le aree circostanti a rischio di incidente grave e di pericolo in generale;
  • Assenza di Valutazione di Impatto Ambientale dell’impianto di produzione, del campo prove e dei danni che l’attività potrebbe arrecare alle specie protette nel vicino Sito di importanza comunitario Monte Linas-Marganai; 
  • Chiarimenti sull’eventuale, mancato rispetto della normativa sulla trasparenza e sul diritto alle informazioni di carattere ambientale della comunità residente. 

«Chiederemo inoltre informazioni sull’ispezione dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento nello stabilimento di RWM Italia in Sardegna, riportata dalla relazione al Parlamento prevista dalla legge 185/1990», spiega Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo. «Vogliamo capire se Rheinmetall stia accantonando fondi per fare fronte a questo tipo di rischi e se stia sviluppando iniziative di vigilanza e controllo per prevenire condotte simili in futuro». 

All'assemblea degli azionisti del 2018, l'amministratore delegato di Rheinmetall aveva risposto a Fondazione Finanza Etica e Rete Disarmo, spiegando che la capogruppo non avrebbe un «controllo diretto sulle attività italiane». Una risposta che appare poco plausibile.

Gli azionisti critici hanno evidenziato inoltre come il Governo tedesco abbia deciso, nell’ottobre 2018. una sospensione di sei mesi (poi prorogata per ulteriori sei) di tutte le forniture militari all’Arabia Saudita mentre il Governo italiano continua a consentire che gli ordigni prodotti in Sardegna - grazie a centinaia di milioni di euro di autorizzazioni rilasciate - siano utilizzati nel conflitto Yemenita.

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Fondazione Finanza Etica fa parte del Sistema Banca Etica (www.bancaetica.it) e ha come obiettivo la promozione di reti di nuove economie sostenibili e di una nuova cultura economica e finanziaria al servizio della società e dell'ambiente. Nel 2007 FFE ha acquistato un numero simbolico di azioni di Enel ed Eni per «portare la voce della società civile nelle assemblee delle più importanti società italiane» e per «promuovere il ruolo dei piccoli azionisti e il loro contributo alla vita delle imprese». Nel 2016 sono state acquistate anche azioni di Finmeccanica, nel 2017 di Acea, nel 2018 di Generali e Rheinmetall e nel 2019 di H&M. Le iniziative di azionariato critico della Fondazione sono sostenute da Re:Common, Global Witness, Rete Disarmo, dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e dalla Campagna Abiti Puliti. 

La Rete Italiana per il Disarmo è un organismo nazionale di coordinamento sulle tematiche della spesa militare e del controllo degli armamenti. Fondata nel 2004, è̀ composta da: ACLI - Archivio Disarmo - ARCI - ARCI Servizio Civile - Associazione Obiettori Nonviolenti - Associazione Papa Giovanni XXIII - Associazione per la Pace – Assopace Palestina - Beati i costruttori di Pace - Centro Studi Difesa Civile - Conferenza degli Istituti Missionari in Italia - Coordinamento Comasco per la Pace - FIM-Cisl - FIOM-Cgil - Fondazione Finanza Etica - Gruppo Abele - Libera - Movimento Internazionale della Riconciliazione - Movimento Nonviolento – Noi Siamo Chiesa - OPAL Brescia - Pax Christi - Un ponte per...
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.disarmo.org

SfC - Shareholders for Change ("Azionisti per il Cambiamento") è una rete di investitori istituzionali europei che, in qualità di azionisti, svolgono attività di dialogo con le imprese al fine di influenzare e sollecitare buone pratiche e comportamenti sostenibili e responsabili nel medio-lungo periodo. Nata a Milano nel dicembre del 2017, su iniziativa del Gruppo Banca Popolare Etica, ha sette soci fondatori e tre soci ordinari che rappresentano un totale di circa 140 miliardi di euro di asset gestiti. I soci fondatori sono: Bank für Kirche und Caritas eG (Germania), Ecofi Investissements, Groupe Crédit Coopératif (Francia), Etica Sgr, Gruppo Banca Etica (Italia), fair-finance Vorsorgekasse (Austria), Fondazione Finanza Etica (Italia), Fundacion Fiare (Spagna) e Meeschaert Asset Management (Francia). Nel corso del 2019, SfC organizzerà azioni congiunte alle assemblee di Generali, Eni, Enel, Rheinmetall (Germania) ed H&M (Svezia).

Per ulteriori informazioni 

Chiara Bannella
Ufficio Stampa di Banca Etica 
Tel.: +39 06 42016060
E-mail: cbannella at bancaetica.com
Web: www.bancaetica.it, www.finanzaetica.info  


Francesco Vignarca
Coordinatore Rete Disarmo
Tel.:  328/3399267 
E-mail: segreteria at disarmo.org 
Web: www.disarmo.org 



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Assemblea Rheinmetall 2019

Intervento di Rete Italiana per il Disarmo e Fondazione Finanza Etica 


Buongiorno, sono Mauro Meggiolaro e rappresento "Fondazione Finanza Etica", una fondazione creata nel 2003 da Banca Etica, l'unica banca italiana che non investe in armi per Statuto. Una banca nata nel 1999 dall'iniziativa di una serie di associazioni non profit, sindacati, movimenti ambientalisti e pacifisti. Dal 2007 siamo presenti come azionisti critici alle assemblee degli azionisti di società italiane ed estere.
Il nostro scopo è quello di sollecitare la riflessione degli amministratori e degli azionisti sugli impatti che le imprese quotate in borsa possono avere in campo ambientale e sociale e le conseguenze che ne possono derivare per i bilanci e la reputazione delle stesse imprese. 
La nostra iniziativa è svolta in stretta collaborazione con le reti e le organizzazioni della società civile italiana e internazionale. Per quanto riguarda nello specifico l'assemblea di Rheinmetall, alla quale partecipiamo per la terza volta, interveniamo in stretta collaborazione con la Rete Italiana per il Disarmo e con l'associazione tedesca Urgewald. 
Interveniamo anche in rappresentanza della rete europea di investitori istituzionali SfC - Shareholders for Change, di cui siamo soci fondatori. Una rete che ha attualmente dieci membri e rappresenta circa 140 miliardi di euro di asset. Oggi interverrà, a nome di SfC, anche un altro socio fondatore: la banca cattolica tedesca Bank für Kirche und Caritas. 
Siamo tornati all'assemblea di Rheinmetall per chiedere informazioni sulla vostra controllata RWM Italia S.p.A. che, come è stato ormai provato da varie organizzazioni, esporta bombe in Arabia Saudita, con le quali viene bombardato lo Yemen, con numerose vittime tra i civili, in una guerra senza mandati internazionali e quindi senza alcuna legittimazione. La guerra in Yemen è considerata oggi la più grande tragedia umanitaria contemporanea, come indicato, per esempio, nel “Rapporto finale del gruppo di esperti sullo Yemen” rilasciato il 27 gennaio 2017 al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, o nella Risoluzione del Parlamento europeo del 25 febbraio 2016.  

A questo proposito, vogliamo oggi rivolgere a Rheinmetall alcune domande, che ci sono state inoltrate dai soci di Banca Etica della Sardegna.

In Sardegna RWM Italia S.p.A., società del gruppo Rheinmetall, è accusata da un nutrito gruppo di associazioni e comitati locali ambientalisti e pacifisti di aver violato numerose leggi e norme dello Stato Italiano e della Regione Sardegna, emerse nella procedura per l’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias. Per questo motivo dovrà comparire dinanzi alla magistratura amministrativa a giustificare il proprio operato nell’udienza del TAR Sardegna fissata per il 19 giugno 2019.


Tra le illegittimità di cui dovrà rispondere la RWM, quelle più pesanti risultano:
 a) Spezzettamento del piano industriale per evitare la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e aggirare le norme urbanistiche del comune di Iglesias.
 b) Mancato aggiornamento del Piano di Emergenza Esterno (scaduto nel 2012) per stabilimenti industriali ad alto rischio di incidenti rilevanti. Le mutate condizioni dell’area (ampliamento dello stabilimento e delle linee produttive) e la grave sottostima dei rischi connessi ad esse pone lo stabilimento e le aree circostanti a rischio di incidente grave e di pericolo in generale.
 c) Assenza di VIA dell’impianto di produzione e del campo prove nonché della valutazione dell’impatto che la sua attività potrebbe arrecare alle specie protette nel vicino Sito di Importanza Comunitario Monte Linas-Marganai
 d) Mancato rispetto della normativa sulla trasparenza e sul diritto alle informazioni di carattere ambientale della comunità residente.

E ora veniamo alle domande: 
  1. Siete a conoscenza delle accuse e dei procedimenti civili e penali pendenti sulla RWM Italia S.p.A. che evidenziano un operato illegale da parte della vostra controllata?
  2. Avete valutato i rischi legati a tali procedimenti? Se sì, sono stati effettuati accantonamenti al fondo rischi? Se sì, a quanto ammontano tali accantonamenti? 
  3. Quali iniziative di vigilanza e controllo attuerete per porre fine al protrarsi di condotte illegali?
  4. Ritenete possa rientrare nei vostri piani la riconversione ad usi civili della fabbrica di Domusnovas, progetto fortemente richiesto da un numero sempre più ampio di cittadini del territorio?

Secondo la Relazione al Parlamento Italiano in base alla Legge 185/1990 sull'export di armamenti, nel 2018 RWM Italia è stata "ispezionata" da UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento):
  1. Siete a conoscenza di questa ispezione? 
  2. Quali sono stati i risultati dell'ispezione? 
  3. I risultati dell'ispezione possono comportare dei rischi per il gruppo Rheinmetall? Se sì, sono stati effettuati accantonamenti al fondo rischi? Se sì, a quanto ammontano tali accantonamenti?  

Vi ringrazio per l'attenzione.

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