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[Disarmo] Fwd: segnalo questo post di Maurizio Simoncelli
- Subject: [Disarmo] Fwd: segnalo questo post di Maurizio Simoncelli
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Thu, 18 Apr 2019 16:29:54 +0200
Questa è la mia analisi critica sul documento di IRIAD (che trovate in calce).
Elio Pagani
---------- Forwarded message ---------
From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: gio 18 apr 2019, 16:26
Subject: Re: segnalo questo post di Maurizio Simoncelli
To: Daniele Barbieri <pkdick at fastmail.it>
From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: gio 18 apr 2019, 16:26
Subject: Re: segnalo questo post di Maurizio Simoncelli
To: Daniele Barbieri <pkdick at fastmail.it>
Buongiorno Daniele,
grazie.
Lo avevo già visto, ma meglio avere una informazione in più che una in meno.
Ti scrivo però per un'altra ragione.
Il documento del caro amico Simoncelli è importante per la quantità di informazioni che dà in modo sintetico e per la loro rilevanza, tuttavia l'analisi che ne viene fatta è, a mio giudizio, la solita, essa risulta così incapace di leggere la realtà. E questo in diversi passaggi che non riprendo tutti.
È questo un ''ritardo analitico'' proprio di IRIAD e di RID, cosi come di molti altri soggetti pacifisti...
Ad esempio il documento dice:
Nel caso specifico dell’Italia tali accordi sono stati stipulati con numerosi Paesi con i quali si è instaurato un regime speciale, comunque per certi versi simile a quello esistente con i Paesi NATO e UE.
Ma perché esportare a paesi NATO non è violare la legge 185/90?
Non è in guerra la NATO, ad esempio in Afghanistan?
Non ha fatto la NATO guerre, fuori e conto il Diritto internazionale e l'ONU?
Non ha anche la UE missioni militari portate avanti coi battaglioni di combattimento?
A meno che non si creda alle favola delle ''Missioni di pace'', bella invenzione semantica per buggerare anche i parlamentari...
Poi si legge:
''La formulazione standard dell’accordo ratificata in sede parlamentare rimane generica nella maggior parte dei casi''
Ci mancherebbe, i parlamentari e i cittadini devono continuare a vivere nella illusione...
Ancora, si legge:
Pur essendo vigente la legge 185/90 che vieta l’export di materiali d’armamento a paesi in guerra o i cui governi non rispettano i diritti umani, tali accordi permettono di eluderne l’applicazione in quanto, come recita l’art. 1, comma 9, alla lettera B, ne sono escluse “le esportazioni o concessioni dirette da Stato a Stato, a fini di assistenza militare, in base ad accordi internazionali”.
Certo questo elemento è un bell'escamotage, ma ciò che è più importante è che l'articolo 1 della legge suddetta, dice che, l'esportazione delle aziende deve rispondere alla politica estera e di difesa del Paese.
Ma se questa è definita dal Nuovo Modello di Difesa del 1991 (la legge 185 è del '90), la ''legittimità'' delle esportazioni è assicurata: alleati degli USA e della NATO, stiamo, anche con le nostre esportazioni, dando compimento al disegno imperniato nel ''difendere anche con le armi i propri interessi (dei paesi industrializzati) ovunque nel mondo si ritenga siano violati''.
D'altra parte spesso è con lo Stato che le aziende promuovono i loro letali sistemi d'arma....
Il documento conclude:
''In conclusione, se l’uso degli accordi di cooperazione militare bilaterale è importante nelle relazioni tra gli Stati, la loro eccessiva proliferazione appare rispondere più ad esigenze commerciali dell’industria degli armamenti che ad interessi di stabilità e di sicurezza internazionali.''
Ora, gli USA e la NATO, da molto tempo puntano a costruire un ''Grande Medioriente'', stanno infatti cercando di costruire una NATO Mediorientale.
In Afghanistan stiamo combattendo a fianco degli USA, con la NATO, ci mancherebbe che non si forniscano armi agli ''amici'' di tutti questi paesi.
Non sono dunque, nella maggior parte dei casi, questioni commerciali, bensì elementi di una strategia complessiva, iniziata nel 1991, con la 1^ Guerra del Golfo e i nuovi concetti strategici adottati dal Pentagono e dall'Italia (qui col Nuovo Modello di Difesa) e sanciti definitivamente nel 1999 anche dalla NATO.
Eccetera...
Elio Pagani
Il gio 18 apr 2019, 15:11 Daniele Barbieri <pkdick at fastmail.it> ha scritto:
Armi italiane non solo in Yemen
L’Italia ha firmato una cinquantina di accordi di cooperazione militare bilaterale anche con Paesi non Nato o non Ue, alcuni in guerra o che non rispettano i diritti umani: 10 a gennaio da questo governo. Così si facilita l’export di armi aggirando la normativa 185 e la trasparenza...
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