Il titolo dell'articolo è "Di Maio vuol fare l’americano. Il
Viminale no". Tu parli oggi di un Di Maio cinese, ieri si scriveva
di un Salvini russo. Dopo domani tutto si ribalta e ricomincia il
gioco delle tre carte. Bene, tutto bene. Ma il problema del
contenuto dell'articolo rimane. E tu non lo hai capito.
Il 23/03/2019 22:16, jure LT (via
disarmo Mailing List) ha scritto:
La spiegazione è univoca: la 'lotta tra ministeri' è guerra reale
di soldi/potere. E guerra tra ministri: una questione di
soldiXconsenso. Quello dell'Interno a garantire fondi all'apparato
storicamente parassita P.A. (obiettivo primario della politica
security), Trenta a ballare tra Banda Nato 2% (Leonardo,
Fincantieri etc) e apparato F.A. (col Generale che svela il suo
ruolo politico vendendosi a coprire i Renzi su Consip), e la banda
5S che tenta un proprio programma generale di governo fuori schema
che si scontra costantemente con le strutture storiche ereditate
(neanche) un anno fa. Poco di dissimile a quel che possiamo
osservare oltreatlantico tra Presidenza, CIA, Pentagono e finanza
di guerra. Basta non fermarsi alle parole e alle virgole, ma
guardare ai fatti reali. E niente di anomalo per una democrazia
parlamentare in pericolosa crisi: la lotta politica si è spoatata
da un Parlamento trasformato in un ventennio in un migliaio di
SignorSì alla guerra tra Ministeri svincolati dal suo controllo.
Un vulnus ademocratico che non va imputato a questo governo, cui
in ogni caso va la responsabilità di (far finta di) accettarlo
come normale. La deriva extraparlamentare è stata costruita dalla
Presidenza della Repubblica (Napolitano gran protagonista), dai
corpi statali di controllo, dall'apparato mediatico servo del
conflitto d'interessi, da regia extranazionale. Il resto è
conseguente. La sconfitta del Referendum è servita a rallentare,
mostrare il disegno, non a cancellarlo. La possibile rinascita
democratica (contro quella di Gelli) è stata soffocata dalla
sapiente regia mediatica con gli spettri della guerra tra poveri,
le costanti emergenze, le paure di un popolo oramai quasi
totalmente ammaestrato.
Questo è il campo su cui ballare.
In tanto contesto, contro i tromboni UE e atlantici e contro
Salvino che sbraita (e Moavero muto), qualcuno cerca una strada
alternativa e autonoma Belt and Road Initiative (o Via della
Seta). Qualcuno lassù dovrà farsene una ragione. Fatti, non
parole:
Il Presidente cinese in Italia:
" «Di fronte alle evoluzioni e alle sfide del mondo contemporaneo,
i due Paesi fanno appello alla loro preziosa e lunga esperienza e
immaginano insieme gli interessanti scenari capaci di creare un
nuovo modello di rapporti internazionali basati sul rispetto
reciproco, sull’uguaglianza e la giustizia e sulla cooperazione di
mutuo vantaggio, costruendo un futuro condiviso dell’umanità».
Il racconto del “nuovo ordine mondiale con caratteristiche
cinesi”, come è stato sprezzantemente definito dagli oppositori
dell’accordo italo-cinese, o la retorica dell’egemonismo di
Pechino si infrange sugli scogli del patto strategico che la Cina
offre all’Italia, di costruzione di un nuovo modello di rapporti
internazionali che archivi definitivamente l’unilateralismo andato
in voga dopo il crollo dell’Urss e ponga le basi per una
cooperazione tra pari tra le nazioni del mondo. Uguaglianza,
giustizia e cooperazione sono valori universali che affondano le
proprie radici negli ideali della Rivoluzione francese e che certo
non possiamo ignorare.
Con buona pace di quanti continuano a vedere nella Cina il
principale nemico e lo scrivono nei propri documenti strategici
(Usa e Ue) e con buona pace dei loro rappresentanti italiani che
vorrebbero che il paese adottasse una politica aggressiva verso
Pechino o in una relazione privilegiata intereuropea (che non
esiste, visti gli interessi divergenti che albergano
nell’eurozona), oppure in una quadro di cooperazione
euro-atlantica il cui obiettivo è la rottura dell’asse
russo-cinese e la cooptazione di Mosca in una nuova cortina di
ferro ostile a Pechino.
La politica italiana ha davanti a sé un bivio: o accetta
“l’alternativa del diavolo” e si lega al declino di questa visione
strategica, oppure rovescia il tavolo ed afferma la necessità di
una politica basata sulla cooperazione e la pari dignità tra le
nazioni. La firma del Memorandum è il primo passo per imboccare la
seconda strada, ma siamo ancora alle schermaglie iniziali di un
braccio di ferro che segnerà di sé il prossimo futuro. "
https://www.marx21.it/index.php/internazionale/cina/29629-la-cooperazione-italo-cinese-e-lalternativa-del-diavolo
Fatti, non parole:
" Prima di farvi una opinione su i rapporti tra noi ed i cinesi
sarebbe il caso conosciate alcuni fatti. Una volta il giornalismo
aveva questa missione, dare i fatti (e scegliere quali fatti è già
una opinione) ed accanto esprimere un punto di vista. Ora mettono
solo i punti di vista e menomale che siamo la società dell’
informazione, sarebbe più corretto dirci “società dell’opinione”.
(...) [Fatto ciò] potete abbandonarvi alla piacevole lettura del
vostro commentatore di fiducia ma fate attenzione a cosa commenta.
Il mondo è troppo complesso per esser approcciato a sensazioni, in
fondo non è poi così difficile farsi una “opinione propria”, no? O
forse è proprio questo che non piace alla società dell'opinione?
https://megachip.globalist.it/democrazia-nella-comunicazione/2019/03/21/la-societa-dell-opinione-2038987.html
Poi insisti pure a dire che non ho capito. Più semplicemente,
guardo la foresta e non l'albero.
Il 23/03/19 17:34, rossana (via
disarmo Mailing List) ha scritto:
Stiamo sul pezzo. Chi non ha capito il senso delle parole di
Di Maio si cerchi almeno altre spiegazioni : "Ulteriori
dettagli sono poi emersi dalle parole del sottosegretario alla
Difesa Angelo Tofalo (M5S), che da Vibo Valentia, dov’era in
visita allo Squadrone Carabinieri Eliportato ‘Cacciatori
Calabria’, ha spiegato che con il vice premier Di Maio e il
ministro Trenta, assieme agli altri dicasteri interessati,
stiamo lavorando a una Grand Strategy, un documento strategico
per la realizzazione di un nuovo modello che possa essere
ancora più rispondente alle esigenze di sicurezza attuali.
Guardiamo a una difesa sistemica sempre più al servizio del
Paese grazie anche all’utilizzo della tecnologia”.
p.s: per entrambi la sicurezza è intesa come safety e
security.
Il 23/03/2019 15:43, jure LT (via
disarmo Mailing List) ha scritto:
Magari qualcuno può anche supporre che Di Maio e con lui i 5S
stiano cercando dei vicoli (e degli appoggi esterni, e alleati
in UE) per togliere il (o almeno smarcarsi dal) monopolio
della security a Salvino (e ai sovran-fascisti UE) per
spostare la questione sulla safety.. Nel campo della
'osservanza atlantica' mi pare che anche su altri temi
(missioni all'estero, e anche F-15) si stiano muovendo con le
scarpette da camera in questo senso, e a medio termine,
dichiarando sudditanza per guadagnarsi spiragli di autonomia
(sovran-democrazia). Mettendo in conto e accettando,peraltro,
di perdere ulteriore consenso mediatico. Inchiodarli sempre e
comunque al muro è un grosso favore a Salvino e ai suoi
scarponi chiodati NATO. Contenti voi, ma anche orbi.
Jure
Il 23/03/19 12:07, rossana (via
disarmo Mailing List) ha scritto:
la mia risposta: Un articolo che dovrebbe far riflettere,
magari entrando meglio nel merito. Perchè Di Maio ha fatto
riferimento al ministro della Difesa Trenta, e perchè il
ministro Trenta ha reagito piccata alle dichiarazioni di
Salvini? Perchè c'è davvero una lotta fra i due ministeri
e perchè Trenta ha riformulato la nuova dottrina della
difesa italiana marcatamente sul lato interno del paese.
"La quarta missione" impostata finemente dal ministro
riguarda il fatto che le Forze Armate devono mettere
sempre più a disposizione le proprie competenze e capacità
per compiti non militari. Per chi voglia saperne di più:
L'aumento delle spese militari e la farsa della “sicurezza
collettiva” https://www.peacelink.it/disarmo/a/46210.html
Il 23/03/2019 08:37, Elio
Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Sicurezza,
Di Maio vuol fare l’americano. Il Viminale lo
zittisce
Dopo
lo scampato pericolo di San Donato Milanese,
il capo dei 5 Stelle in difficoltà prova a
incalzare il ministro dell'interno sul suo
terreno, proponendo il modello Trump. Ma non
va lontano
Luigi
Di Maio e Matteo Salvini
© Lapresse
Ci
vuole la «National security strategy». Ecco
l’idea di Di Maio per tentare di recuperare
un po’ di quel terreno che Salvini gli ha
irrimediabilmente sottratto. Vuole passare
all’attacco sul tema della sicurezza, che
evidentemente paga nei sondaggi. Trova furbo
approfittare del pericolo scampato a San
Donato milanese per dire che, certo, «le
forze di polizia italiane sono un esempio
nel mondo». Ma si può fare di meglio
allargando le responsabilità della sicurezza
anche al ministero della difesa e a quello
dei… trasporti, sotto la regia di palazzo
Chigi. Tre postazioni in mano ai 5 Stelle.
«Serve di più sulla prevenzione», dice il
ministro del lavoro e sviluppo. E,
intervistato dalla Stampa, ricorda: anch’io
sono vicepremier.
Dal
Viminale la risposta è un misto di
irritazione e derisione. Salvini manda il
solito bacione: «Non sono geloso, si può
sempre migliorare, se qualcuno mi vuole dare
una mano è il benvenuto». Il capo della
polizia Franco Gabrielli en passant smonta
la teoria di Di Maio: «Di fronte a un
terrorismo liquido, indefinito, il tema non
è tanto la possibilità di prevenire ma
quello di ridurre il danno». E aggiunge: «Il
sistema nel caso di San Donato milanese ha
funzionato». Il Viminale si preoccupa di
dimostrarlo con una puntigliosa
ricostruzione dei fatti: sono passati meno
di venti minuti dalla telefonata al 112 da
parte del tredicenne Ramy Shehata
dall’interno del bus dirottato alla
liberazione di tutti i ragazzi e all’arresto
dell’autista. Il comunicato sottolinea che
nel frattempo il Numero unico delle
emergenze ha gestito altre 29 chiamate
relative allo stesso fatto «con un tempo di
risposta medio di 2,6 secondi». E conclude
ricordando i fondi stanziati in legge di
bilancio per il Nue «su proposta del
ministero dell’interno». Dunque «c’è
particolare soddisfazione e orgoglio per il
sistema di sicurezza coordinato dal
ministero dell’interno».
Di
Maio incassa. La ministra della difesa
Trenta prova una reazione dicendo a Salvini
che «pensiamo anche noi che i nostri
apparati di intelligence, i nostri militari
e le nostre forze di polizia siano le
migliori al mondo, ma occhio a prendersi i
loro meriti perché è una cosa sulla quale la
politica è scivolata spesso». È subito
chiaro, però, che il capo dei 5 Stelle ha
scelto una strada in salita per inseguire un
ministro dell’interno che da nove mesi va in
giro travestito da poliziotto. Tanto più
che, armato delle sole dichiarazioni a
sostegno di Toninelli, si imbarca
nell’esaltazione del modello americano. La
National security strategy nella pratica è
un documentone annualmente rilasciato dalla
Casa bianca che propone scenari sulla
sicurezza, nel caso di Trump, vanno dal muro
con il Messico alla cyberguerra, dai dazi in
economia alle missioni all’estero. Nulla che
abbia una ricaduta pratica immediata. Anzi,
quando alla Stampa il vicepremier junior
prova a fare un esempio delle possibili
novità non gli viene in mente altro che
l’uso dei droni per andare a caccia di
mafiosi. Salvini replica con l’immaginabile
sorriso: «Mi tengo ben stretto il modello di
sicurezza italiano. Anche perché negli Usa
le stragi purtroppo sono all’ordine del
giorno».
A
Di Maio e a Trenta non resta altro da fare
che approfittare dell’assenza di Salvini da
Roma – naturalmente è in campagna elettorale
in Basilicata – per precipitarsi a fare le
foto con i carabinieri autori del
salvataggio.
Dove
si potrebbe facilmente smentire il ministro
dell’interno, ma Di Maio se ne guarda bene,
è nella rinnovato annuncio che toglierà la
cittadinanza italiana all’autista del bus.
Cosa impossibile, visto che il decreto
sicurezza prevede che la procedura si possa
attivare dopo una condanna definitiva per
terrorismo, e non una semplice imputazione
(la Lega avrebbe voluto così, ma era
evidente l’incostituzionalità che pure
adesso non si può escludere). Infatti il
primo caso in cui la nuova disposizione
potrà essere applicata riguarda Abderrahim
Moutaharrik, il campione di kickboxing di
origine marocchina che a febbraio è stato
condannato definitivamente a 6 anni per
legami con l’Isis. Il Viminale prepara le
carte per proporre la revoca al Quirinale.
--
Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come
se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La
verità e la nonviolenza sono antiche come le
montagne.
Non c'è strada che porti alla pace che non sia
la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti
male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma
non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad
uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere
intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento
e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque
essa si verifichi.
----------------------
Lista Disarmo di PeaceLink
Si ricorda che tutti i messaggi di questa lista sono pubblicati su internet:
https://lists.peacelink.it/disarmo/
Per cancellarsi:
https://lists.peacelink.it/sympa/auto_signoff/disarmo?email=rossana123%40libero.it
----------------------
Lista Disarmo di PeaceLink
Si ricorda che tutti i messaggi di questa lista sono pubblicati su internet:
https://lists.peacelink.it/disarmo/
Per cancellarsi:
https://lists.peacelink.it/sympa/auto_signoff/disarmo?email=glry%40ngi.it
--
-- Public key GnuPG/PGP for glry at ngi.it ID 0x1499EDDE
-- Search 0x1499EDDE on http://pgpkeys.mit.edu/
----------------------
Lista Disarmo di PeaceLink
Si ricorda che tutti i messaggi di questa lista sono pubblicati su internet:
https://lists.peacelink.it/disarmo/
Per cancellarsi:
https://lists.peacelink.it/sympa/auto_signoff/disarmo?email=rossana123%40libero.it
----------------------
Lista Disarmo di PeaceLink
Si ricorda che tutti i messaggi di questa lista sono pubblicati su internet:
https://lists.peacelink.it/disarmo/
Per cancellarsi:
https://lists.peacelink.it/sympa/auto_signoff/disarmo?email=glry%40ngi.it
--
-- Public key GnuPG/PGP for glry at ngi.it ID 0x1499EDDE
-- Search 0x1499EDDE on http://pgpkeys.mit.edu/
----------------------
Lista Disarmo di PeaceLink
Si ricorda che tutti i messaggi di questa lista sono pubblicati su internet:
https://lists.peacelink.it/disarmo/
Per cancellarsi:
https://lists.peacelink.it/sympa/auto_signoff/disarmo?email=rossana123%40libero.it
|